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Autore: __avatar__    08/04/2014    0 recensioni
Qui parlo di quando Loki cade dal Bifrost. Delle sue sensazioni, i suoi pensieri.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Premettiamo che questo è un capitolo a 4 mani, è stato eseguito da me con l'aiuto di Roby_Lia 


Era tornato sulla Terra, non ce la faceva a restare ad Asgard. Non poteva continuare a guardare Odino, non sopportava il suo sguardo colpevole, forse perché sapeva che il vero colpevole era proprio lui. Non sopportava se stesso, sapeva che era tutta colpa sua.
Così abbandonò la sua casa per tornare su quel regno che aveva iniziato ad apprezzare, nella speranza, un giorno, di dimenticare. Nonostante cercò di fare tutto nella massima calma, e senza dare nell’occhio, venne rintracciato dallo SHIELD.

Aveva trovato una casetta alla periferia di Nashville, in Tennessee; era sdraiato sul divano dopo una lunga giornata di lavoro, quando sentì una macchina fermarsi nel suo vialetto, una portiera che sbatteva e poco dopo dei forti colpi alla porta.
Si alzò, sbuffando, pensando a chi mai potesse essere. Non si era fatto molti nuovi amici, anzi non erano proprio amici, solo colleghi. Di sicuro non potevano essere loro. Aprì la porta solo di qualche dita, giusto per vedere chi fosse. Infatti non era nessun collega, a meno che a quelli piaceva cambiarsi con giacca e cravatta abbandonando martelli e oggetti di lavoro.
L’uomo in scuro non era molto altro, magro con un sorriso affabile sul volto. Due occhiali neri gli nascondevano una parte del viso.

“ Thor, è un piacere rivederti. “
Il biondo aprì un po’ di più la porta, ma comunque non riconobbe l’uomo.

“ Mi spiace, ma credo che ci sia stato un errore. “

“ Nessun errore. Sono l’agente Coulson, dello S.H.I.E.L.D –si tolse gli occhiali e li mise nella tasca interna della giacca- Ci siamo già incontrati, quando il Distruttore ha fatto visita nel New Mexico. Ma è comprensibile che tu non ti ricorda, eri un po’ malconcio. “
Ma quando disse il nome dell’agenzia, Thor si ricordò bene di lui.

“ Sono tre mesi che ti teniamo sotto controllo. Non sai nasconderti bene. “

“ Non volevo nascondermi. –disse piano – Come mai è qui? “

"Fury vuole parlarti degli avvenimenti del New Mexico. Ci aspetta al quartier generale." rispose quello rimettendosi gli occhiali e invitandolo, con un gesto del capo, ad entrare in macchina.

Thor rimase li in piedi, a ponderare su qeull’invito, poi decise di seguirlo. Almeno lo avrebbe distratto dai sui pensieri per un po’.
Presero un volo diretto a Washington D.C.; quando arrivarono, ad aspettarli fuori dall’aeroporto c’era una macchina che li portò fuori città. Viaggiarono per parecchio, raggiungendo poi una zona desolata e spoglia. Si ergeva solo un casermone in cemento e acciaio, alto solo due piani e non tanto largo. Thor prese a guardarlo, incuriosito, poi disse

"Non è un po’ piccolo come quartier generale? Dal tono in cui mi ha parlato, pensavo fosse una cosa più maestosa." e guardò l’agente con un sopracciglio alzato

"Questo è solo l’ingresso. Poi vedrai." rispose quello, sorridendo e invitandolo ad entrare.
Una volta nell’atrio si ritrovarono in una grossa sala, con pavimento in marmo nero, due scrivanie, alle quali erano sedute due giovani donne impegnate con delle telefonate o con alcuni impiegati. Una grossa scala, anch’essa nera, conduceva al piano superiore; proprio davanti alla porta principale un ascensore in acciaio, dalle cui porte ne uscì una donna

"Coulson, ho saputo che eri arrivato. Devi compilare dei documenti, poi potrete andare da Fury." la donna si fermò davanti ai due e consegnò dei plichi al collega

"Maria Hill, questo è Thor. Puoi portarlo di sotto? Io vedo si sbrigarmi."

"Certo. –annuì quella guardando il biondo –Ah, Stark è già arrivato. Con l’impiastro."
Coulson alzò gli occhi al cielo, ma non disse niente. Annui leggermente alla donna, poi prese a salire le scale. La Hill fece un gesto a Thor di seguirla ed entrambi si infilarono nuovamente nell’ascensore. Dopo qualche secondo, un leggero ding li avvertì che erano arrivati e le porte si aprirono. Maria uscì per prima avviandosi per il corridoio. Quando raggiunsero una sala, ne aprì la porta e si girò verso il biondo.

"Puoi restare qui. Berti un caffè o altro. Ma non rompere niente,-aggiunse guardando i suoi muscoli- tra poco Fury arriverà." e così dicendo lo lasciò sull’uscio.
Thor si guardò in torno, perplesso e non sapendo bene cosa fare. Ma di certo non poteva stare li come un allocco, così entrò e vi trovò un altro uomo, intento a litigare con un cellulare. Quello si girò e alla sua vista un sorrisino gli si dipinse sul viso.

"Allora è questo  il famoso Tonante, era ora di conoscerci! Sono Stark, Tony Stark. Ho sentito molto parlare di te." Thor fissò perplesso l’uomo che ghignava soddisfatto, stringendoli la mano per riflesso.

"Thor Odinson"
Il moro annuì nuovamente "Ho sentito dire che c’è qualcun altro che si diverte a distruggere per sbaglio le città, finalmente il vecchio becchino non potrà prendersela più solo con me. Vuoi qualcosa da bere?"
Thor annuì seguendolo in un’altra stanza. Ogni scusa era buona per non pensare, per non ricordare, e quell’uomo sembrava la persona giusta.

"Allora, è vero che vieni da un altro pianeta?"

Il biondo annuì, accettando il bicchiere che gli veniva offerto "Sì, si chiama Asgard.E' più un immenso regno."

"E che ci fa l’erede al trono di Asgard qua sulla Terra in pianta stabile? Non mi dirai per faccende di cuore?" domandò incuriosito l’altro.
Thor scrollò le spalle, perdendosi a fissare il contenuto del suo bicchiere "Per così dire. Non sono pronto per il trono. Non lo sarò mai."

"Ma quanto pessimismo! Sei cresciuto principe, sei nato per ereditare il trono da tuo padre no?"
Tony lo osservò mentre irrigidiva la mascella e stringeva con forza il bicchiere

"Non sono riuscito a proteggere la persona che amavo di più nell’intero universo. Come potrei riuscire a proteggere il mio popolo?"

"Beh ecco- "
In quel momento Coulson irruppe nelle stanza, seguito da un paio di guardie ed un altro ospite  "Signor Stark, la pregherei di non lasciare in giro il suo ospite."

"Quante storie! Stavo solo studiano la vostra rete. E per informazione avete una falla grande come il Ginnungagap nel sistema di sicurezza!"
Tony sbuffò, roteando gli occhi mentre i due soldati dello SHIELD costringevano il suo ospite obbligato a sedersi.

"Ti avevo chiesto di tenere le mani a posto per cinque minuti! Non mi sembrava chissà cosa!"

"Non è colpa mia se mi annoio"
Il miliardario sbuffò nuovamente, tirando fuori dalle tasche il suo telefono e lanciandoglielo  "To’, gioca con questo. E no! Non provare a forzare ancora i sistemi dello SHIELD. Quella è una mia priorità se permetti."
L’altro sbuffò, alzandosi per poi sedersi sul tavolo giusto per dar fastidio a Coulson. Sembrava un tipo che non sopportava quel genere di cose.

"E allora mi dici che dovrei farci? Candy Crush l’ho finito."

"E’ per questo che ti ho scaricato Farm Hero saga."

"E dirlo prima?!!" lo maledì il suo protetto, fiondandosi sul gioco.
Tony scosse la testa, riportando l’attenzione sul dio del tuono  "Allora Thor, dicevamo che… Thor?..."

Il dio del tuono stava fissando con occhi sgranati il nuovo arrivato, non riuscendo a credere ai propri occhi "Lo…Loki!!!"
L’interessato rialzò lo sguardo dal cellulare  "Oh Thor, anche tu qua?" domandò freddamente per poi riabbassare lo sguardo sul display, senza calcolarlo minimamente sul serio, troppo intento a polverizzare ortaggi vari ed eventuali.

"Loki!!"

 "Si può sapere che vuoi?" ribatté con noia l’interessato, scoccandogli un’occhiata infastidita.
Thor si alzò dalla sedia facendola cadere  nell’ impeto , ma era troppo impegnato a raggiungere l’altro per curarsene.

“Loki” ripetè ancora Thor, forse perché da sempre era stata la parola che aveva di più sulla punta della lingua, forse perché in quell’ultimo periodo non aveva desiderato altro che ripeterla ancora e ancora, nella speranza che suo fratello lo sentisse anche nell’altro mondo in cui (non) era.

“Ma la vuoi-oufh” le parole gli morirono letteralmente in gola quando Thor lo abbracciò con fin troppo slancio.

“Ti credevo morto- sussurrò con voce spezzata contro i suoi capelli, stringendolo con più forza- mi dispiace, mi dispiace tanto Loki. Ho cercato, ma padre-“

“Lasciami” lo interruppe gelido l’altro, restando rigido tra le sue braccia.

“Loki io-“

“Smettila di toccarmi” sibilò spintonandolo.

“Ma cosa…”
L’altro alzò un sopracciglio, fissandolo con freddezza “Cosa pensi di fare con questa tua messinscena?”

“Ma che stai dicendo? Loki, io-“

“Improvvisamente ti sei ricordato della mia esistenza quando ti sei accorto che anche il tuo povero fratellino è quasi riuscito ad ucciderti?”

“Cosa? No! Heimdall sta continuando a cercarti da quando sei caduto, e anche Madre ha provato-“
Loki scosse la testa, alzandosi e cercando di uscire dalla stanza, ma Tony glielo impedì.

“Ma come, voi vi conoscete? Che casualità” lo bloccò con molta poca innocenza e un ghigno più soddisfatto del solito in viso.
Loki socchiuse le palpebre, trattenendo a stento un ringhio irritato.
Rimasero così, a fissarsi. O meglio Loki stava ponderando le varie opzioni per togliere di mezzo il biondo; mentre Thor, beh è lui, gli bastava rivedere il fratello per essere al settimo cielo.

“ Cosa ci fai tu qui? “ gli ringhiò addosso il moro, lanciando il cellulare a Stark

“ A questo proposito – intervenne svelto Coulson – Fury ci sta aspettando. Signor Stark, l’agente Hill le sta portando quei documenti che vorremmo lui consultasse per noi. “ e senza aggiungere altro, scortò il biondo fuori dalla sala.
Percorsero un lungo corridoio, Thor troppo scombussolato e felice da poter parlare. Loki era di nuovo vivo, certo in quel momento lo odiava, ma era vivo. Però prima di entrare chiese

“ Come mai Loki è in compagnia di Stark? “ non era geloso, neanche un po’

“ E’ una faccenda lunga. “ tagliò corto l’uomo, aprendo poi una porta scura e con un gesto chiedergli di entrare
All’interno c’era un grosso tavolo ovale, in legno scuro massiccio, sei poltrone in pelle lo circondavano. Due monitor occupano un’intera parete, mentre dietro la poltrona più grossa c’era una bacheca, senza fogli appesi.
Davanti alla bacheca era seduto un uomo di colore, vestito interamente di nero e con una benda sull’occhio sinistro; quando Thor entrò, quello si alzò e con un gesto della mano disse

“ Benvenuto, prego siediti. “ indicando la poltrona più vicina a lui
Thor si guardò dietro, aspettandosi di vedere Coulson, ma non lo vide. Si sentì a disagio, quell’uomo gli infondeva sicurezza e tranquillità, mentre l’uomo in nero lo agitava. Si sedette, un po’ titubante, aspettando che l’altro iniziasse a parlare.

“ Presumo che l’agente Coulson ti abbia detto perché sei qui. “ parlò Fury, quando il biondo prese posto

“ Ha accennato ai problemi nel New Mexico, qualche mese fa. “ rispose quello, sperando di lasciare fuori dai guai Loki

“ Non solo per quello – a quell’affermazione il cuore di Thor perse un colpo – Abbiamo bisogno di te, nelle nostre file di difesa. La Terra è fragile, e i pericoli sono sempre in agguato. “
Il biondo lo guardò, non capiva a quali problemi si riferisse. Restò in silenzio, aspettando una qualche spiegazione. Che non arrivò mai.

“ Certamente ci vorrai pensare, ma non metterci troppo. Vedrò di fare in modo che Stark ti ospiti da lui. Ho bisogno di avervi reperibili e qui vicini, e caso vuole che lui ha una residenza a Washington. “

Dopo aver detto ciò, prese a chiedere al biondo di cosa fosse successo nel New Mexico. Thor parlò come in trance, ponderando le parole e omettendo alcune parti. Non voleva perdere nuovamente il moro.
Dopo circa mezz’ora, Fury finì di fare domande e si alzò prendendo il plico di documenti e la relazione di Thor. Il dio lo seguì fino alla porta, la quale si aprì e ne entrò Coulson che doveva scortarlo fuori.

“ Signore, ha acconsentito di ospitare Thor. Stranamente sembrava molto entusiasta. “

“ Quell’uomo non lo capirò mai. Prima si lamenta se gli affido Loki, e ora è felice di avere Thor – poi si rivolse al biondo –Thor, un’ultima cosa. Quando sarai da Stark, ti chiedo di sorvegliare bene Loki. Non mi fido molto del suo attuale baby-sitter, anzi sono dell’idea che anche lui abbia bisogno di essere controllato. “ detto questo uscì dalla stanza.
Coulson lo accompagnò all’ingresso, gli strinse la mano e l’unica cosa che disse fu, guardando i due mori che lo aspettavano

“ Auguri. “ poi so voltò e prese a salire le scale insieme a un collega
Quando Thor raggiunse i due, Loki sbuffò e uscì dall’edificio.

“ Ma che bello. Sarà una bellissima convivenza. “ parlò il miliardaro, uscendo anche lui seguito dal biondo
Salirono sulla macchina e un silenzio glaciale scese nell’abitacolo. La radio stava trasmettendo una canzone armoniosa che parlava d’amore, e di due persone che si sono lasciate, Loki con un colpo secco la spense e prese a guardare il paesaggio che si estendeva intorno a loro.

“ Ehi, vedi di fare piano! – scattò Stark, guardando il dio moro – Comunque, Thor dov’è che abiti? Così andiamo a recuperare la tua roba. “
Il biondo, che stava fissando il fratello da quando aveva spento la radio, si girò verso l’altro e disse

“ Abito in Oklahoma. “

“ Questo è un problema. Facciamo così, compriamo qualcosa per i prossimi giorni, e manderò qualcuno a casa tua per prendere ciò che ti serve. “
Thor non disse niente, annuì soltanto, rimanendo poi in silenzio per tutto il viaggio. Una mezz’ora dopo arrivarono a Washington, si fermarono davanti a una palazzina di due piani, completamente bianca, con un piccolo giardino con degli scalini che portavano alla porta principale

“A che piano abiti? “ domandò il biondo guardando la costruzione. Stark lo guardò stranito, poi come se fosse la cosa più ovvia del mondo disse

“ Tutti. È tutta casa mia. Al pian terreno ci sono cucina, lo studio, una salotto e la sala da pranzo. – iniziò a descrive la casa, mentre cercava le chiavi nella borsa a tracolla che gli avevano dato allo SHIELD – le camere sono al primo piano, ce ne sono cinque, tutte con bagno. “ poi quando trovò le chiavi, attraversò il piccolo giardino e prese a salire gli scalini

“ All’ultimo piano c’è il mio laboratorio. Luogo che TUTTI e DUE dovete evitare.“ disse, guardando specialmente l’altro moro, che alzò gli occhi al cielo

“ Ho provato una volta sola ad entrare, e non è colpa mia se Jarvis mi adora e mi ha dato una mano. Mi stavo annoiando. “ replicò angelicamente quello
Thor sorrise a quell’affermazione, e per fortuna che Loki non lo vide, altrimenti erano botte. Poi prese a salire gli scalini seguendo i due; quando Stark accesa la luce, una voce metallica parlò

Ben tornato signore. La signora Pepper l’ha cercata giusto dieci minuti fa, ha detto che richiamerà più tardi. “

Thor era senza parole, non solo per la voce, ma anche per la casa in se. Certo era abituato ad Asgard, ma questa era fantastica. All’ingresso c’era una scala, ricoperta da un tappeto bordeaux e portava al piano superiore, sulla destra un corridoio che scompariva in un’altra sala, e subito vicino all’ingresso due porte, quella sulla sinistra era chiusa, mentre quella sulla destra aperte e mostrava lo studio del miliardario. Poteva passare per una bellissima stanza, se non fosse stato per tutti i libri buttati in giro a casaccio, i due divani pieni di carte e delle bruciature sui muri.

“ Loki! – quasi urlò il genio – Quando ti ho dato il permesso di utilizzare il mio studio, non pensavo che lo potessi trasformare in questo…coso. “

“ Avevo chiesto a ferrovecchio di pulire. “

“ Ferrovecchio non è tuo. E poi non fa quello che gli dico io, e già da tempo avevo intenzione di smontarlo, per capire perché non funziona. Questa è un’ ottima scusante per farlo.“  iniziò a salire le scale, poi quasi a metà scalinata si girò verso gli altri due per dire un’ultima cosa.
Notando che Loki si stava dirigendo verso il corridoio disse

“ Dove stai andando? “

“ Ehm, la cucina è da questa parte. Io ho fame. Mi faccio un panino. “ disse semplicemente, alzando le spalle confuso

“ No no. Prima si pensa agli ospiti. Fai fare un giro della casa a Thor, e fagli vedere le camere, così ne sceglie una. “ quando si girò gli apparve un sorrisino malefico in volto, poi prese a salire la scala.

“ Maledetto – disse a denti stretti il moro – Appena arrivi al piano di sopra, le prime due camere davanti alla scala sono occupate, le altre sono libere. Scegline una delle altre. Non p difficile da capire vero?” parlò, quasi meccanicamente, senza neanche guardare il biondo, per poi proseguire verso la cucina
Il biondo le fermò, prendendolo per un braccio e girandolo verso di se

“Loki, aspetta. Io…”
Ma quello liberò il braccio dalla presa dell’altro e con un filo di voce disse

“Non voglio sentirti. Lasciami stare.” poi scomparve dalla sua vista

Thor rimase li in piedi per qualche secondo, intontito, poi prese a salire le scale. Raggiunto il primo piano, si tenne ben lontano dalle due camere che aveva davanti a se e si diresse verso la porta che stava più sulla destra. Quando l’aprì si ritrovò in una camera rettangolare, la parete di fronte aveva quattro finestre, e ai lati di ognuna delle tende blu notte. Un letto in legno chiaro era poggiato alla parete sulla sinistra, sopra una mensola con dei libri e una piantina grassa, proprio davanti al letto un grande armadio a due ante, anch’esso di legno chiaro. Era molto semplice come camera, ma accogliente. E poi a lui non serviva altro, non ricercava lo sfarzo di Asgard. Prima di uscire lasciò su letto la sua felpa, e poi tornò di sotto.

Sapeva che sulla sinistra avrebbe trovato lo studio ridotto male, così decise di entrare nella stanza con la porta chiusa. Che si rivelò essere il salotto. Che salotto non era dato che c’era un televisore gigantesco, tra divani in pelle, e nell’angolo più lontano un tavolo da biliardo.
Il biondo, che non conosceva quel gioco, si avvicinò al tavolo prendendo in mano una palla colorata. Erano strane, alcune avevano solo una striscia di colore e un numero nero sopra, altre arano tutte colorate.

“Ci sai giocare?” la voce alle sua spalle lo fece sobbalzare

“No, mai giocato prima. Non so neanche di che si tratta.” rimise la palla al suo posto e si girò verso il miliardario

“Come mai qui da solo?” domandò, ma come risposta ricevette solo un’alzata di spalle

“Dai andiamo. Sto morendo di fame.”
Raggiunta la cucina, che probabilmente era grossa quanto il salotto, interamente bianca. Trovarono Loki seduto alla penisola intento a mangiucchiare un sandwich e guardare la televisione

“E così, il signorino si è preparato da mangiare, senza però pensare anche agli altri. E soprattutto che c’è anche un ospite.”

“ Primo, non sono un tuo servo. Hai le mani, usale per farti qualcosa da mangiare – parlò quello, senza distogliere lo sguardo dall’episodio di Sherlock – Secondo, c’è un ospite che solo tu vuoi, quindi non vedo il motivo per il quale mi debba scomodare a fargli un panino.”

“Thor non ascoltarlo. Solitamente è peggio di così. –iniziò a parlare il moro, aprendo il freezer e tirando fuori due pizze congelate – Ma sicuramente te lo sai, hai dovuto sopportarlo per centinaia di anni. E dimmi un po’, come hai fatto a non ucciderlo?”

“E’ mio fratello. Gli voglio bene.” parlò il biondo, guardando l’altro dio
Che improvvisamente si irrigidì, ma non disse nulla. Passarono così i minuti seguenti, a mangiare e non dire nulla. Quando Loki finì i suoi panini, mise il piatto nel lavandino, e senza guardare gli altri due uscì dalla stanza

“Forse – parlò il genio, prendendo l’ultima fetta di pizza – Oggi pomeriggio è meglio se lo lasciamo solo. Ti porto a comprare vestiti e tutto il necessario.”

Thor annuì forte. Non voleva diventare una poltiglia bionda fumante. Il pomeriggio, mentre  Loki era in salotto a guardare i cartoni e trangugiare una ciotola intera di pop corn, gli altri due uscirono, diretti al centro commerciale. Inutile dire che quello che fece più compere fu Tony; Thor aveva comprato il minimo indispensabile, l’altro invece fece ritorno con una quindicina di borse, riempite da altri sacchetti più piccoli.

“Cosa te ne fai di sette paia di occhiali?” domandò il biondo aprendo la porta di casa

“Ma non lo so. C’era lo sconto, meglio approfittarne.” replicò quello, lasciano le borse ai piedi della scala

“Lo sconto era se ne prendevi due. Credo che tu piacevi alla commessa”
Tony non replicò, perché in quel momento un Loki assonnato se ne uscì dal salotto sbadigliando

“Ma perché dovete fare tutto questo casino?”

“Che lagna che sei. Hai dormito tutto il tempo?”

“Considerando che ho iniziato a vedere i titoli di testa di “The New World” e mi sono svegliato con i titoli di coda. Direi che ho dormito per quasi tre ore. Quindi, per rispondere alla tua domanda, si.”  replicò analizzando le borse per terra

“Hai preso qualcosa anche per me?”

“Non credo proprio – disse il genio, strappandogli uno dei tanti occhiali – Fai una cosa utile, chiama il cinese e ordina il solito.”

“Non puoi chiederlo a JARVIS?”

“No, lui sta facendo dei calcoli per me. E poi hai le mani per distruggere qualsiasi cosa, le puoi usare per fare una telefonata semplicissima.” tagliò corto quello.

Thor li lasciò a discutere, portando le sue cose di sopra. Quella discussione lo fece tornare indietro con i ricordi, a quando lui e il moro bisticciavano per uno scherzo, oppure perché Thor voleva giocare e l’altro restare chiuso in camera a leggere.
Aveva raggiunto la camera, e sistemato la sua roba nell’armadio, quando Tony aprì di scatto la porta ed entrò come una furia.

“Dammi il permesso di ucciderlo. Ti scongiuro., sarà una cosa breve e indolore. Parola di scout.” parlava velocemente, andando avanti e indietro, senza consentire all’altro di rispondere.

“No, non è una buona idea. Poi con chi mi diverto? – in quel momento si sentì il campanello, e il genio si decise a guardare il biondo. – E’ arrivata la cena.”
Thor lo seguì ridendo. Stark riusciva a passare dall’uomo adulto al ragazzino nel giro di pochi secondi. Entrati in cucina videro Loki dividere i vari pacchetti, e qui Stark si accigliò.

“Come mai così poca roba?” guardando quella che poteva passare per la cena per un regimento

“Tu mi hai detto di ordinare il solito e io l’ho fatto.” rispose quello, iniziando a mangiare i ravioli e alzando le spalle

“Si, ma abbiamo un ospite. Pensavo che quel tuo cervello ci fosse arrivato.”

“Ospite, ripeto, che solo tu vuoi.” continuò l’altro, prendendo un altro raviolo

“Non ti preoccupare Tony. – iniziò il biondo, guardando male il fratello – Non ho mai mangiato cinese, magari non mi piace.”

“ A te che non piace qualcosa da mangiare? Saresti capace di mangiare le pietre. E per come ragioni, credo che tu ne abbia mangiate.”

“Loki! Finiscila.” sbottò Stark, che pazzo il cartone di riso al biondo
Restarono in silenzio per un po’, mangiando e sentendo le deboli lamentele del dio moro. Quando a Stark venne un’idea.

“Dimmi Thor. Come mai, appena arrivato sulla terra, non sei andato a cercare la Foster? “
A quel nome, Thor quasi si strozzò con l’acqua. Ci mise un paio di secondi prima riprendere a respirare come si deve.

“ Ehm… “

“Ah non ti preoccupare, so tutto. Fury mi ha informato del macello del New Mexico, quando mi ha affidato questo qui. “ indicando Loki, che si era bloccato appena era stato pronunciato quel cognome

“Ecco io, non ci ho pensato.” non era assolutamente vero. Ci aveva pensato eccome, ma non l’aveva ritenuta una buona idea. E Tony c’entrò il punto

“Si vede che non era vero amore dopotutto.” parlò, con un sorrisino malefico, che nascose bene, bevendo un sorso di birra.
Dopo la cena, il genio si alzò, stiracchiandosi e venne chiamato dall’AI che gli disse che aveva completato i suoi calcoli. Prima di uscire disse

“Loki, sta sera tocca a te la spazzatura.”
Il moro sbuffò, ma prese un sacco nero e prese a raccattare tutte la scatole e lattine di birra vuote. Thor gli si avvicinò, per aiutarlo, ma venne scansato in fretta

“Ti ho detto di lasciarmi stare.” parlò, fulminandolo con lo sguardo

“Ma voglio aiutarti. Non ho niente da fare.” insistette quello

“Ce la faccio benissimo da solo. Non sono una femminuccia, come quella Midgardiana.” quasi urlò il moro, strattonando il sacchetto che teneva in mano

“Lascia Jane fuori da questa discussione.”

“Se ti da tanto fastidio che parlo così di lei, perché non la raggiungi e mi lasci stare?”scaraventò la spazzatura a terra, fissando male l’altro

“Perché …” non finì la frase. Si rese conto che erano a circa cinque centimetri, distanza il biondo ridusse prendo l’altro e abbracciandolo.

Thor sorrise mentre stiracchiava lentamente le gambe e aumentava al contempo la stretta sull’altro.
Loki mugolò contrariato, scivolando fuori dal suo abbraccio per potersi distendere a pancia in giù, abbracciando un cuscino.
Sbagliando Thor si riavvicinò, passandogli un braccio attorno alla vita e baciandogli la schiena.

“Buon giorno anche te” mormorò raggiante, cercando le sue labbra. In vano.

“Ma si può sapere che cazzo hai la mattina?” ringhiò Loki, agitandosi per toglierselo di dosso e mettendosi seduto sul bordo del letto.
Thor si mise a sedere alle sue spalle “Non mi sembra che ci sia niente di male. In fondo non è niente rispetto la notte scorsa” mormorò malizioso il biondo,  baciandogli il collo mentre tentava di trattenerlo ancora per un po’ sotto le coperte.

“Ma la vuoi finire?!” scattò il moro, alzandosi dal letto ed iniziando a recuperare i suoi vestiti.

“Ma Loki…”
L’interessato si decise a voltarsi verso di lui, e Thor sentì una spiacevole fitta allo stomaco davanti a quell’espressione di gelido deriso.
Loki alzò un sopracciglio “Cos’hai Thor? Credevi davvero che sarebbe cambiato qualcosa? Perché abbiamo fatto sesso?”
Thor strinse i denti “Smettila”

“Di far cosa? Di dire una verità che tutti scambiano per menzogna?”

“Di comportarti così! Come se non fosse successo niente di che!”
Il moro alzò un sopracciglio “Ma è stato  niente di che”

“E io dovrei anche crederti?” Non può farlo, non può essere vero dopo quella notte, dopo che tutto finalmente era perfetto e lui aveva potuto ricominciare a respirare. Non poteva perdere tutto, non di nuovo.

“No, ovvio che no, quando mai mi hai ascoltato dopotutto? Quindi continua pure le tue elucubrazioni mentali senza capo né coda. Io personalmente, vado a fare colazione”
Regalandogli un ultimo sorriso da schiaffi, Loki finì di vestirsi uscendo dalla stanza.
Thor trattenne a stento un ringhio di rabbia, sbattendo con forza sul comodino e mandandolo in pezzi “Fanculo!”
 
“Posso sapere di grazia, cos’è successo?”

“Di cosa stai parlando per curiosità?” domandò con fare noncurante Loki, girando una pagina del tomo che aveva davanti.

“Del fatto che tuo fratello se ne va in giro con un’aria da futuro serial killer. Credevo che quella fosse una priorità”

“Oh, quello. Io non centro”

“Tu centri sempre, purtroppo per me- sbuffò l’uomo concentrandosi sul suo drink mattutino- soprattutto se si tratta di Thor e ancora di più perché hai passato la notte con lui”

“Quindi?” domandò sbadigliando Loki, continuando a prestare più interesse al libro che a Tony.

“Come sarebbe a dire quindi?! L’avete fatto sì o no?!”

“Ah quello. Sì”
Tony alzò un sopracciglio “E…?” lo spinse a continuare.

“E cosa? Il libro è arrivato solo stamattina, e ieri sera mi serviva qualcosa per occupare il tempo”

“E l’hai fatto con Thor solo per passare il tempo?!”

“E allora?”

“Come sarebbe e allora? Non è che normalmente si fa sesso con il proprio fratello solo per passare il tempo! Cioè… sempre se non si è Lannister, in quel caso tutto è relativo. Comunque non è una cosa che si fa!”

Loki finalmente si decise a guardarlo in viso, alzando un sopracciglio “Ti decidi ad arrivare al punto o devo farti provare l’ebrezza di sfondare la finestra un’altra volta?”

Tony incrociò le braccia sul petto “Il punto è che, arrivati alla conclusione che non si fa sesso con il proprio fratello, o fratellastro che dir si voglia, vuol dire che hai fatto sesso con lui per un qualche motivo preciso. Sempre se si vuole parlare di sesso e non di altro tipo…amore?”
Il dio lo fisso per un istante, prima di scoppiare a ridergli in faccia.

Io innamorato di Thor? Ma per chi mi hai preso?”

“E dovrei credere che ci hai fatto sesso tanto per?! Con Thor- la-persona-che-odi-di-più-al-mondo? Dovrei crederti, sul serio? Persino Thor ci arriva che è una buffala!”
L’altro sospirò, stiracchiandosi e alzandosi in piedi “Tu e Thor potete pur pensare quel che vi pare. Ma se pensate che io possa perdonarlo per ciò che mi ha fatto in tutti questi secoli, vi sbagliate di grosso” spiegò gelido, prima avviarsi verso l’uscita con il libro sottobraccio.

“Non lo perdoni ma ci fai sesso? Questa scusa non regge!- gli urlò dietro- e lo proverò, costi quel che costi” aggiunse tra sé e sé, incrociando le braccia sul petto.

Poi, lentamente, un ghignò gli apparve sul viso. Più tardi quella mattina, dopo che Tony passò tutto il suo tempo nel laboratorio, ne uscì trionfante e tutto allegro quando il campanello suonò. Una volta la pian terreno urlò, in direzione della cucina.

“Ehi biondo fatti bello!!”

Thor rialzò confuso lo sguardo dalla tazza di caffè “Come?” mormorò debolmente.
Tony sbuffò, avvicinandolo “Un po’d’animo su! Il mondo non è ancora finito e vedrai che le cose miglioreranno… anche perché peggio di così non possono andare” aggiunse tra sé e sé, spintonando il dio verso la porta.

“Tony davvero non sono in vena di…” la parole gli morirono in gola.
Sulla porta c’era Jane.
 
La giornata di Loki era stata incredibilmente fruttuosa. L’aveva rovinata irrimediabilmente a Thor, già questo era un buon punto per iniziare.
Poi era arrivata la sera, la voglia di uno sputino era salita e tutto era crollato.
C’era solo Thor, Thor e il suo sorriso luminoso, Thor con gli occhi brillanti che lasciavano trasparire tutto ciò che provava, Thor… abbracciato a Jane.

 “Su, su, questo non è il posto giusto per festeggiare la felice riunione. Anche se Thor non lo sa, ha prenotato un tavolo per voi nel miglior ristorante della città. Vi stanno aspettando, dai, tanti auguri e figli maschi” ruppe il momento Tony, sospingendo Thor e Jane verso l’uscita.

Poi si girò ghignando vittorioso verso Loki “Allora Bambi? Niente in contrario spero, sai com’è, a me piacciono i lieto fine”
Loki provò un profondo istinto omicida. Istinto che decise di assecondare immediatamente sul collo di Tony-genio-miliardario-playboy-filantropo Stark.
 
Loki’s turn
Loki camminava, le mani serrate a pugno e spinte con forza all’interno della felpa troppo grande.
Ignorava tutto e tutti, le persone che scontrava, la pioggia che cadeva, tutto aveva la consistenza di quelle ombre in cui era restato immerso per fin troppo tempo.

Poi Thor aveva cercato di salvarlo, di fargli conoscere il calore e la luce, ma si era arreso troppo presto per riuscire ad ottenere qualche risultato diverso dall’alimentare l’oscurità in Loki.
Il ristorante migliore della città, aveva detto Tony.  Ed era lì che Loki era diretto, involontariamente o meno non lo sapeva neppure lui.
Li intravide attraverso una delle grandi vetrate, che davano sulla sala.
Jane che gli stringeva la mano sopra il tavolo, felice di averlo ritrovato. Ma non era lei il problema, ma il biondo che stringeva di rimando la presa dell’altra.
Loki sentì qualcosa di molto fastidioso animarsi nel suo stomaco, facendogli provare l’impellente necessità di vomitare. O distruggere il mondo.
Il dio del Caos scelse la seconda opzione voltandosi di scatto mentre gli occhi pungevano per sentimenti che non voleva ammettere neanche con se stesso.
 
Thor’s turn
Tony lo aveva messo in un guaio che non immaginava. Loki era riuscito, come sempre, a rovinargli il momento più bello di sempre; ma di certo non si sarebbe aspettato che il genio potesse invitare li da loro Jane.

Lei era li, sulla porta, con un bellissimo vestito rosso fuoco e il suo sorriso smagliante, anche se aveva un che di rimprovero nello sguardo. Non riuscì a dire niente, che Stark lo spinse tra le sue braccia e chiuse la porta con tripla mandata; aveva fatto appena in tempo a vedere Loki, un’espressione indecifrabile sul suo v viso.
Ad aspettarli in strada c’era una limousine nera, l’autista aprì loro la portiera e fece cenno di salire. Una volta dentro, quello la richiuse.

“Caspita, hai fatto le cose in grande.” Jane lo guardò, poi con un sorrisino gli fece l’occhiolino

“Si, avere come amico Stark è una cosa positiva”
Restarono un po’ in silenzio, Thor era decisamente a disagio e impacciato. Fortuna che in poco tempo raggiunsero il ristorante.

“Wow, ristorante italiano” si lasciò sfuggire Jane eccitata. Thor non capiva tutta quella felicità per un ristorante
Una volta dentro vennero accolti da un ragazzo che, dopo aver preso i nomi, li portò al loro tavolo, che era vicino alla finestra, dalla quale si poteva avere una bellissima vista del parco. I due si sedettero, un cameriere portò un cestino del pane e due menù.

“ Sai, quando Tony mi ha chiamata, dicendomi che eri tornato ci sono rimasta male.” Quella parlò, guardando il menù
Thor non sapeva cosa dire, poi quando lei gli prese la mano si sentì in imbarazzo. Lo stava guardando felice, non sembrava assolutamente arrabbiata perché lui non l’aveva avvertita. L’unica cosa che riuscì a fare era sorridergli debolmente, non sapendo che una certa persona li aveva visti.

Ma in quel momento si sentì in ticchettio sui vetri. Aveva iniziato a piovere molto forte. Solitamente pioveva quando si sentiva agitato o preoccupato. Ma in quel momento non riusciva a capire perché potesse essere agitato o altro. Quando una chioma nera, due occhi color dello smeraldo con una luce furba e intelligente gli attraversarono i pensieri. Scosse per un secondo la testa, poi sottrasse in fretta la mano da quella della ragazza. Jane, a quel gesto, lo guardò stranita

“Scusami. Davvero” iniziò a farfugliare il biondo

“Non capisco questo tuo comportamento. Ho accettato il fatto che non sei venuto subito da me, perché non sapevi dove fossi. Ma adesso ti vedo assente, è come se fossi stati costretto a venire con me questa sera” la sua voce era più alta del solito, tanto che alcune persone nei tavoli vicini li stavano guardando

“Jane non voglio che ti arrabbi – cercò di calmarla il biondo – Non è per te…”

“ Ah non ci provare sai? A finire quella frase! – quella lo stava guardando furiosa – tutti così dite, non è per te sono io, sai cosa ti dico? Sono stufa di queste cose, dimmi la verità”

“ Va bene.- disse, prendendo poi un grosso respiro- Io amo Loki”
Jane rimase a bocca aperta. Non si aspettava una risposta simile, e in effetti il problema non era lei.

“Loki? Quel Loki? Quello che ha cercato di ucciderti?”

“Sembra strano, ma… si” disse il dio, con un sorrisino timido
Era sicuro di aspettarsi delle urla spacca timpani, piatti che volavano, ma non fu così. Anzi, Jane sembrava calma. Rimase per un po’ seduta, in silenzio, poi con calma disse

“Se ti rende felice, lo sono anche io per te. Ormai la mia possibilità l’ho avuta, e non è andata buon fine.” Si alzò e lo abbracciò forte e uscì dal ristorante.

Thor restò di stucco. Per qualche secondo rimase seduto al tavolo, guardando fuori dalla finestra. Aveva smesso di piovere. Una volta fuori ritrovò la limousine ad aspettarlo; voleva tornare a piedi, per schiarirsi le idee e trovare un modo per affrontare Loki. Ma non conoscendo la strada, forse era meglio accettare il passaggio, a Loki ci avrebbe pensato una volta a casa.
Così salì sulla macchina, e dieci minuti più tardi arrivò a destinazione. Ad aspettarlo, davanti a casa c’era Stark, seduto sui gradini davanti alla porta d’ingresso

“Come mai qua fuori?”

“Beh il mio intento era quello di farmi gli affari tuoi, una volta tornato a casa. Cosa che sarebbe dovuta accadere da qui a qualche ora, se non addirittura domani mattina – parlò quello guardando l’orologio – aveva già avvertito il mio sedere che sarebbe rimasto attaccato a quei gradi per molto tempo. Quindi? Come mai a casa così presto?”

“Come hai detto te, non era amore vero”

“Ah perfetto. Chiarito questo punto, e anche che io ho sempre ragione, vorrei passare al secondo punto di serata – e così si girò verso le finestre dello studio, dalle quali venne sparato fuori un intero scaffale pieno di libri – Potresti dirmi come mai, c’è un Loki incazzato a morte, bagnato fradicio fino al midollo che mi sta distruggendo lo studio?”

Thor guardò prima lo scaffale vicino ai suoi piedi, la finestra distrutta e poi Tony con aria preoccupata. Si avvicinò cauto alla finestra, per vedere il moro cosa stesse combinando. Quello era seduto, con il respiro affannoso, sul divano. Libri sparsi ovunque, la scrivania con il computer rovesciata a terra e un cuscino del secondo divano era squarciato. Fortuna che quello aveva gli occhi chiusi, altrimenti avrebbe ucciso a vista il biondo.

Nonostante il rischio di morte imminente, Thor decise di entrare in casa, anche con Tony che gli diceva che non era un’idea brillante. Lo ignorò e aprì la porta dello studio, il moro non diede segno di aver sentito la porta cigolare, neanche quando Thor la richiuse, un po’ troppo pesantemente.
Restarono così, uno seduto con gli occhi chiusi, l’altro in piedi.

“ Sarai felice.” Gracchiò il moro

“E di cosa? Di vederti così?”

“ Ti sei vendicato di tutti questi secoli, finalmente” Loki si decise a guardare in faccia l’altro
Thor si avvicinò, non troppo, conosceva bene il moro. Poteva scoppiare da un momento all’altro.

“Pensavo che fossi tu quello intelligente. Ancora non hai capito?”

“Dove l’hai lasciata? Non sarà felice di sapere che sei tornato solo per non permettermi di far fare brutta figura al tuo mondo per colpa mia.”

“L’ho lasciata e basta. E in questo momento, poco mi importa di Asgard. E comunque ancora non mi hai risposto”

“Non c’è niente da rispondere. Perché non c’è niente e basta. Ci sono solo io e l’oscurità” ma sapeva che invece dentro di lui c’era stato il calore, la felicità e il sole

“Sei incredibile lo sai?! Non ci sei solo tu, siamo in due a dover affrontare questa cosa” Thor quasi urlò, mentre iniziava a camminare avanti e indietro per la stanza. Tony all’esterno origliava tutto, nel caso dovesse intervenire (sisi proprio per quello)

“Non è vero – Loki si alzò, per fronteggiare l’altro – te puoi tornare ad Asgard, ti riaccoglieranno come se non fosse successo niente, anzi ti acclameranno perché li hai liberati dal mostro cattivo”

“Smettila di dover fare sempre l’incompreso, quello che viene messo da parte. E questa cosa del mostro cattivo è solo una scusa, che ti sei inventato da quando hai scoperto chi sei veramente. Pensi che a me importi? Assolutamente no!!”

“E tu invece non hai ancora capito che questa tua ossessione verso di me non durerà a lungo. Sei solo confuso principino d’oro. “
Thor odiava quando lo chiamava così. Fortuna che era vicino al muro, perché tirò un pungo che fece un buco enorme formando varie crepe intorno.

“ Se fosse veramente una cosa passeggera, sarei mai venuto qua, cercando rifugio in questo mondo perché il nostro mi ricordava troppo te, e il tempo passato insieme? Se fosse stato così, sarei andato subito da Jane, e ti avrei dimenticato – quello si girò nuovamente verso il moro- Non avrei passato tre mesi, a crogiolarmi nel rimorso che è stata tuta colpa mia, che se io fossi stato più presente e meno avido del trono a quest’ora eravamo ad Asgard, insieme finalmente!”

Bruciò la distanza tra loro, gli prese il viso tra le mani, scoprendo una piccola lacrima che tentava disperata di liberarsi. Il moro l’asciugò veloce, sottraendosi alla presa dell’altro, ma ben presto venne riafferrato e tenuto stretto. Il biondo affondò il naso tra i suoi capelli, respirando a pieno il suo odore.
Il calore li avvolse, portando con se la speranza di una nuova vita. Entrambi sapeva che non sarebbe stato facile, ma ci avrebbe provato , e poi Thor poteva sempre riportare a galla la luce che si trova nel moro, ogni volta che questa veniva sopraffatta dall’oscurità e solitudine; mentre Loki avrebbe fatto di tutto perché ciò avvenisse , con ogni mezzo a sua disposizione.




Angolo autrici
Si, per questo capitolo siamo in due.
Devo dire che è stato divertente scriverlo, anche perché insieme a un'altra pazza come Roby_Lia era inevitabile xD
Ci abbiamo messo un po' di tempo, ma speriamo che sia venuto comunque bene :)
Buona lettura e a presto da 
__avatar__ e Roby_Lia
  
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