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Autore: Gulliver_    10/04/2014    4 recensioni
-Hai paura?- 
Annuisco. Perché diavolo non riesco a pronunciare nemmeno un miserabile ‘Sì’. Perché cavolo, tutti i miei sogni e le mie aspettative finiscono nel cesso a causa della mia timidezza? Perché ho sofferto così tanto, con la promessa che un giorno avrei cacciato le palle mostrando a tutti che l’amore non mi spaventa? Perché non sono cambiata, non sono mai stata forte e le promesse le ho sempre infrante. Perché infondo le promesse vengono fatte per non essere mantenute.
-Di cosa?-
Apro la bocca, finalmente decisa a rispondere sonoramente. E lui accenna un sorriso, felice del fatto di poter udire la mia voce per la prima volta. Altri versi strozzati, poi la dura verità.
-Di un rifiuto da parte tua.-
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla mia migliore amica, che sta soffrendo per amore.
Ti voglio bene, Simona. Io ci sarò sempre.
 
 
E se arrivasse ora la fine che sia in un burrone, 
Non per volermi odiare,
Solo per voler volare.
E se ti nega tutto quest'estrema agonia.
E se ti nega anche la vita respira la mia. 
E stavo attento a non amare prima di incontrarti, 
E confondevo la mia vita con quella degli altri. 
Non voglio farmi più del male adesso 
Amore.. 
Amore.. 
 
Ti voglio, come non ho mai desiderato nessuno.
 
Perché deve essere sempre così dannatamente difficile? Perché tutte a me? Perché devo soffrire così tanto per amore, quando in realtà siamo tutti illusi da questo sentimento che unisce le persone? Siamo consapevoli di essere illusi, ma non abbiamo la capacità – o forse la voglia – di lasciar tutto perdere. Sembra l’unica cosa giusta per noi, quando invece non fa altro che trafiggerci il cuore, non fa altro che farci congelare il sangue nelle vene quando scopriamo di non essere abbastanza per la persona che per noi è tutto.
Lui è il mio tutto, lui è la ragione per cui continuo a vivere. Lui ha avuto l’abilità di farmi palpitare il cuore al mille anche solo con uno sguardo da lontano, anche solo con un sorriso ingenuo. Senza emettere alcuna parola, perché parole dolci per me non sono mai state dette. Ho sempre sofferto, facendo soffrire le persone che mi stavano accanto. Ho lasciato tutte le persone che volevano provare un’esperienza nuova con me, solo per lui. Ma lui non è come gli altri, lui non vuole una nuova esperienza con me. Lui vuole stare solo, e divertirsi con gli amici, senza il bisogno di sesso o smancerie con le donne. Lui preferisce la popolarità all’amore, lui preferisce non aver problemi a cui pensare, preferendo allontanare tutte le persone che gli sembrano di troppo.
Louis, questo è il suo nome. Il nome di una persona, che alla sola pronuncia, mi fa smuovere le farfalle nello stomaco, mi fa sentire viva. Fin quando, però, non mi rendo conto che tutte quelle farfalle non stanno facendo altro che agitarsi per riuscire a liberarsi dal mio stomaco. Perché lì dentro hanno paura, vogliono vedere la luce. Ed è così che mi sento quando non lo vedo, cioè sempre. Mi sento buia, spenta, insensata. Perché tutti noi viviamo per procreare, per mandare avanti delle generazioni sempre più evolute, fin quando questo Pianeta non decide di scoppiare, facendo esplodere tutti i nostri cuori e le nostre paure, dandoci la possibilità di poter vivere in un altro mondo dove forse i nostri cuori saranno immensamente più grandi, più comprensivi. E questo non accadrà mai, o meglio accadrà quando ormai sarà troppo tardi. Quando la morte mi avrà già trascinata nell’oltretomba, e le mie ossa saranno già cibo per dei parassiti, e il mio sorriso non esisterà più, e il mio cuore sarà già sciolto, e la mia anima soffrirà sempre di più.
Ed è con lui che io voglio avere una famiglia, perché io voglio lui e nessun altro. Perché nessuno è mai riuscito a farmi pensare al futuro come una famiglia, nessuno. Voglio una famiglia da amare e accudire. Voglio studiare all’università con la voglia di tornare a casa per stare un po’ con lui e fissarlo mentre cerca di memorizzare quelle tante parole incise sul libro di economia, voglio lavorare con la voglia di poterlo incontrare fuori dal negozio, voglio fare l’amore con lui, voglio avere lui accanto quando il bambino avrà le condizioni necessarie per uscire da me, voglio andare a prendere nostro figlio da scuola il prima possibile per poi tornare a casa e vederlo lavorare sui suoi fogli per portare avanti un progetto importante che ci permetterà di vivere ancora a lungo insieme, voglio stringergli la mano nell’ultimo istante della sua vita, voglio andarlo a trovare tutti i giorni quando ormai non ci sarà più, voglio raggiungerlo nella sua stessa tomba per stare insieme in eterno.
Ma tutto questo non è possibile, perché lui non mi vuole. Perché non mi conosce. Se solo avesse la voglia di conoscermi, capirebbe che in realtà siamo fatti l’uno per l’altra. Capirebbe che senza di me tutto è perduto, che senza di me non avrà un’esperienza nuova, che senza di me tutto sarebbe monotono, che senza di me non esisterà un domani. Vorrei tanto che queste parole scritte colpissero i suoi occhi, vorrei tanto che le parole pronunciate al vuoto arrivassero alle sue orecchie, vorrei tanto che il mio cuore arrivasse a lui per fargli capire il disperato bisogno che ho di lui. Vorrei tanto che un giorno smettessi di soffrire, perché sono sicura che questo periodo finirà, questo periodo buio e complicato che mi sta lacerando il cuore senza nemmeno accorgersene.
Ma presto tutto finirà, devo solo mettere da parte l’orgoglio che ho nel non andarci a parlare per il desiderio che lo faccia lui, e mettere davanti il mio bisogno di sentire la sua voce. Ed eccomi qui, davanti al bar, dove lo vedo da solo ad un tavolo per due. Dove fra poco quel posto non sarà più vuoto. Finalmente, dopo tanto tempo, sono riuscita a rintracciarlo anonimamente, senza che sapesse la mia vera identità. E spinto dalla curiosità, si presenta puntuale, per incontrare gli occhi che hanno versato tante lacrime, per osservare delle labbra che hanno supplicato il suo amore, per farsi ascoltare da delle orecchie che non hanno mai udito la sua voce, per farmi battere il cuore come non mai. E so che questa volta, il mio cuore vorrà uscirmi dalle costole, non sopportando il troppo peso della sua perfezione. Perchè lui è la perfezione, fatta persona.
Mi avvicino al suo tavolo, mentre lo vedo raccogliere la sua tracolla da terra, mentre lo vedo alzarsi e facendo per andarsene, esausto di aspettare una persona che secondo lui non sarebbe mai arrivata. Mi avvicino in tempo, e lui sente la mia presenza, posso percepirlo. Lui mi da le spalle, ma è lì immobile con la paura nelle vene di girarsi e scoprire chi tanto l’ha desiderato, chi tanto l’ha amato, chi tanto può essere così pazzo da ridursi in questo modo. Si volta lentamente, con il terrore negli occhi che hanno la speranza di non trovarsi una persona che tanto teme. I suoi occhi si addolciscono, i suoi occhi azzurri come il ghiaccio mischiato ad un po’ di cielo. Quegli occhi che non avevo mai visto prima d’ora, e che stavano per farmi cadere per terra perdendo i sensi della ragione. Le sue labbra sottili – ma non troppo – sorrisero, mostrando dei denti così bianchi da far invidia al bianco stesso. Si siede nuovamente, più rilassato che mai, come se incontrando i miei occhi avesse trovato casa sua. Mi siedo di fronte a lui, senza staccare un attimo la vista da questa tanta bellezza. Le mie gambe tremano, la mia voce scompare, le mie mani sudano. Ed è impossibile come un ragazzo possa mettermi così a disagio senza nemmeno aprire bocca.
-E così, sei tu.- dice facendomi ribollire dentro. Un calore che non avevo mai provato prima, una voce così unica e sensuale da farmi avvampare in un solo istante.
Io apro la bocca per rispondere, ma l’unica cosa che vi esce sono un miscuglio di suoni strozzati. Annuisco, non riuscendo a fargli sentire la mia voce, che sembra tanto voler gustare.
-Che c’è? Il gatto ti ha mangiato la lingua?- chiede malizioso.
Scuoto la testa.
-Hai paura?-
Annuisco. Perché diavolo non riesco a pronunciare nemmeno un miserabile ‘Sì’. Perché cavolo, tutti i miei sogni e le mie aspettative finiscono nel cesso a causa della mia timidezza? Perché ho sofferto così tanto, con la promessa che un giorno avrei cacciato le palle mostrando a tutti che l’amore non mi spaventa? Perché non sono cambiata, non sono mai stata forte e le promesse le ho sempre infrante. Perché infondo le promesse vengono fatte per non essere mantenute.
-Di cosa?-
Apro la bocca, finalmente decisa a rispondere sonoramente. E lui accenna un sorriso, felice del fatto di poter udire la mia voce per la prima volta. Altri versi strozzati, poi la dura verità.
-Di un rifiuto da parte tua.-
Lui sembra sorpreso, il sorriso non c’è più. È sparito. Rimpiazzato da dello stupore, negli occhi e nelle labbra.
-Se avessi voluto rifiutarti, non mi sarei mai presentato.- sorrise, mozzandomi il fiato.
-Perché non te ne sei andato, prima?- chiedo credendo che fosse la scelta giusta per evitare di farmi andare nel pallone, assieme alla mia sofferenza e al mio pentimento nel vederlo allontanarsi da me senza che io lo avessi fermato.
-Perché sapevo che eri tu.-
Adesso lo stupore, il terrore, l’imbarazzo e tutte le emozioni possibili e immaginabili che non riesco nemmeno ad elencare, prendono il sopravvento su di me. Divorandomi all’esterno, per poi entrare dalla bocca schiusa e sgranocchiarmi gli organi. Il mondo mi crolla addosso.
-Come sarebbe a dire?- chiedo flebile, senza forze a causa della mia decomposizione interna.
-Io ti osservo, Jane.- inizia incrociando le dita delle mani e appoggiandole sul tavolo, per poi farsi sempre più vicino –Io ti guardo, ti sento.- sussurra come se quelle sue parole fossero sacre, come se non dovessero essere pronunciate perché segrete, come se quelle parole le dovessi ascoltare solo io –Io ti sogno, io ti voglio.- continua mentre le mie ossa diventano delle gelatine.
Non posso riuscire a trattenermi dallo sbattere a terra, dallo scoppiare a piangere. Non riesco a guardarlo negli occhi, mentre lui cerca in tutti i suoi movimenti di trovarli. I miei sono bassi, senza la dignità di guardare in faccia alla realtà. Quella realtà che tanto ho sognato, quella realtà che ho tanto desiderato e voluto. Adesso c’è l’ho davanti e non riesco ad affrontarla, non riesco a prenderla tra le braccia e portarmela a casa.
-Ti ho cercata in tante ragazze, ma nessuna ha la tua purezza. Ho cercato di non pensare alla tua sbadataggine, ai tuoi occhi così scuri ma così sinceri. Ho cercato di non vaneggiare pensando a come i tuoi capelli biondi potessero accarezzarmi la pelle mentre facevamo l’amore. Ho cercato un’altra come te, ma non esiste. E questo sai perché?- mi chiede mentre sento che i miei occhi stanno per pizzicare.
Allora anche lui mi ama! Allora tutto questo tempo a cercare di farmi notare attraverso stupidi inseguimenti e controlli, sono serviti a qualcosa. Anche lui vuole fare l’amore con me, anche lui mi pensa costantemente, anche lui mi vuole.
Scuoto la testa.
-Perché sono un vigliacco. Sono una persona orgogliosa che vuole essere cercata. E sono sicuro che se non mi avessi cercato tu, probabilmente io non mi sarei mai fatto avanti. Avrei continuato a vivere soffrendo della tua assenza. Avrei vissuto con il rimorso di non averci provato e di vederti tra le braccia di un altro che sa renderti felice, ciò che non ho potuto fare io.- mi accarezza la guancia. E le mie guance vengono rigate da una marea di acqua, che ho trattenuto per troppo tempo e che sono esplose scatenando uno tsunami.
Il suo primo tocco. La sua prima carezza. Mi sento felice, viva. Grazie solo a quel contatto che mi da luce. Mi asciuga una lacrima caduta sulle labbra. Il suo tocco è così delicato e semplice.
-Adesso sono qui, Louis. Non me ne andrò. Sarò tua, se vuoi. Rimarrò tra le tue braccia, se vuoi. Per sempre, se vuoi.-
-Lo voglio, piccola.-
   
 
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