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Autore: Zakarya    10/04/2014    2 recensioni
Luce, buio. Come fanno a coesistere cose tanto diverse, a riversarsi sul mondo in un così armonico miscuglio, ad illuminare ma allo stesso tempo mettere in ombra un oggetto, una persona, un sentimento? “E perché la mia faccia è sul bordo di una vasca da bagno?” - Non ricordare la serata appena passata, chi non ha mai avuto quest'esperienza? Dantalian però, dovrà fare i conti con la sua "piccola dimenticanza", più avanti...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 5: Un segreto da custodire





<< Oh. Mio. Dio. >>
 
Lo spettacolo di Thorfdir, nella saletta privata contenente un palco con un enorme e lucido palo, un tavolino con due sedie foderate di tessuto ed un letto matrimoniale ( “ Un letto. Matrimoniale. Nel privè di uno strip-club. Cazzo Thorfdir, me lo potevi pure dire che ti prostituivi: avrei portato più soldi! “ aveva pensato Dantalian, mentre con una nota di curiosità carezzava le coperte di velluto nero. “ Wow, un materasso ad acqua! Chissà com'è farlo qui sopra.. “ ), era a dir poco...

 
“ Se continua così, gli zompo addosso! “

 
I pensieri di Dantalian era tinti di rosso porpora, contenevano scene in cui il suo corpo nudo era intrecciato a quello muscoloso ( a dir poco scolpito, tanto da sembrare una statua di Ercole ) del moro dai lunghi capelli, mentre l’amico al suo fianco era avvampato tanto vistosamente da intonarsi alle pareti cremesi della stanza. Quando entrò un novello Thorfdir vestito da Cowboy, un ululato di approvazione proveniente dal biondo si levò alto sulla musica elettronica che sgorgava da amplificatori nascosti nel palchetto rialzato.
 

I lunghi capelli risplendevano alla luce dei riflettori di tinte rossastre e color oro, come color oro erano le pietre incastonate nei suoi occhi di mogano. Peccato che, però, di questi capelli solo una parte poteva essere ammirata, in quanto il resto era nascosto nel cappello scamosciato che indossava leggermente ripiegato sul lato, nella tipica aria dei mandriani nelle riviste pornografiche ( “ Se continua così “ cominciò a formulare Dantalian, nei suoi pensieri. “ Penso che non ci metterà molto a portarmi a letto, come aveva detto prima in macchina “ ).
 

La situazione sul torace non cambiava di molto: il moro sfoggiava un ventre perfettamente scolpito e curato, privo di qualsivoglia peluria indesiderata, coperto solo da un gilè di jeans, chiuso, da cui fuoriuscivano le braccia dannatamente muscolose e forti. Le gambe invece, erano racchiuse in jeans stracciati molto aderenti, che davano perfetta visuale di una “ discreta pistola”, al  cowboy, come pensò immediatamente un Dantalian imbambolato a fissare la “pistola” del mandriano e, quando quest'ultimo si accorse delle particolari attenzioni del biondo, si aprì in un grosso ghigno.
 

<< Siate clementi, è il mio primo privè... >> Si lamentò con tono quasi dolente Thorfdir, rovinando un  po' di quell'atmosfera carica di ormoni già impazziti ( provenienti, sicuramente, tutti dal biondo che si era fatto più avanti con la sedia).

 
<< Tu spogliati, e poi vediamo... >> Disse in tutta risposta il più piccolo, che aveva già quasi tutta la lingua di fuori.

 
Quando il vichingo, divenuto cowboy per il suo primo spettacolo in una saletta privata, si tolse il cappello, un piccolo applauso scaturì da un tremante Steven. In teoria, quello doveva essere un modo di incitare un amico... Ma il biondo lo interpretò come un “ Hey guarda, Dantalian sta per saltarti addosso. Continua così, che te lo porti a letto! “ e scoccò un'occhiataccia all'amico, che non durò più di 2 secondi perché, subito dopo, tornò a guardare il ragazzo muscoloso togliersi il gilè con gesti naturali, muovendo il prominente bacino e scoccando un lieve bacio in direzione di un piccolo trentenne tremante dall'eccitazione galoppante che lo costrinse ad avvicinarsi ancor di più con la sedia.
 

<< Se le cose si mettono bene, Steve >> Cominciò Dantalian << Esci subito dalla stanza, se non vuoi vedermi fare cose che nemmeno nei peggiori video in circolazione su Internet vedrai fare. >>

 
Una risatina preoccupata del povero Steven avvertì il trentenne che aveva recepito appieno il messaggio, compreso il pericolo e che era pronto a scappare, appena il biondino dagli occhi sgranati fosse zompato addosso al vichingo vestito da cowboy che stava ondeggiando sul palo da lap dance, strusciandosi con vigore e mimando un amplesso assai gradito ai presenti.
 

Beh si, perché Steven poteva dire ciò che voleva, ma nulla poteva ingannare il sesto senso di Dantalian. Infatti, dal primo momento che li aveva visti vicini, aveva capito: loro due avevano avuto una tresca, ed a Steven ancora piaceva l'altro.
 

“ Ma allora, se gli piace Thorfdir, perché non stanno più insieme? Che sarà successo tra 'sti d-Oh mio..! “

 
Il biondo accantonò per il momento i pensieri sulla relazione che, forse, avevano avuto lo spogliarellista ed il contabile alla sua destra, per concentrarsi sul rapido gesto con cui, con uno strappo, lo spogliarellista si era tolto di dosso i jeans aderenti.
 

“ Che diavolo, erano quei pantaloni strani che si tolgono con uno strappo! Li voglio anche io, mi tornerebbero utili in certe occasioni!

 
I pensieri cominciarono a farsi man mano sempre più scabrosi e proibiti, sempre più pieni di dettagli piccanti e vietati ai minori. “ Povero Steven” si disse, mentre si tratteneva con la mano sul bracciolo della sedia per non zompare sul palco e stappare gli slip bianchi e molto aderenti del moro dal lunghi capelli. “ Se non mi trattiene lui, me lo sbatto anche con testimoni presenti! “
 

Ma ecco che di nuovo a Dantalian si annebbiò la vista. Con una mano dovette tenersi la testa dolorante, perché le fitte che aveva provato lo stesso giorno nel bagno dell'ufficio, si erano impossessate di lui.
 

Di nuovo quella voce, quel ghigno agghiacciante nell'orecchio, e lo schiocco della frusta. No, c'era qualcosa di diverso...
 
 
*
 
 
<< Hey, Danny! >>
 
Steven stava praticamente saltellando in giro per il piccolo ufficio del biondo, con un foglietto di carta nella mano ed un sorriso a 32 denti sul volto olivastro. I capelli, di solito ordinati, erano a dir poco scompigliati, ed a giudicare dal gesto che il moro fece, questo era dovuto al passarsi la mano tra i fili color cioccolato tenuti su con la gelatina: un gesto che il trentenne riconobbe come un chiaro segno di eccitazione ed euforia. Da quel che sapeva, Steven non aveva più di 25 anni, e non ne dimostrava certo di più dato il suo volto gioviale ed i suoi grandi occhi da bambino che guarda ad un futuro favolistico.
 
<< Mi ha promosso! Finalmente, ho un contratto a tempo indeterminato anch'io! Ti prego, oggi dobbiamo dare una festa, mi devi aiutare! Ho già invitato tutto il piano! >>
 
<< …Steven, mi stai forse dicendo che hai invitato tutto il nostro piano ad una festa che stai organizzando ora?! >>
 
<< Che stiamo organizzando ora, perché anche tu mi aiuterai. >>
 
“ Ah beh, allora stiamo apposto! “ pensò Dantalian, con un sorriso amaro sul volto.
Ma il biondo ancora non sapeva che, per organizzare la grande festa che tanto voleva il moro, i preparativi erano immani: mentre quest'ultimo sistemava la propria casa ( << oddio, oggi non ho pulito! Devo correre subito a casa a mettere apposto, ti lascio la lista delle cose da prendere! >> aveva detto il venticinquenne, sparendo giù per le scale con la sua solita camicetta bianca perfettamente ordinata e stirata); il biondo dovette girarsi, a piedi, tutti i negozi del centro-città per trovare ciò che tanto desiderava l'amico. Cose come: pizzette, rustici, patatine, pop-corn, birra, vino spumante, vodka, rum, whisky, assenzio, sigarette ( << e che faccio se c'è qualcuno che fuma e non le ha? Non posso rovinargli così la festa! >> ), quantità industriale di caffè, mazzi di carte d'ogni forma e dimensione, cd, uno stereo e, cosa più importante, una gigantesca torta piena di panna montata. Naturalmente, con tutto questo carico di roba e privato del mezzo a motore rubatogli da ladri a dir poco idioti, dato che il cambio e la frizione facevano pena, pietà e compassione, il povero ragazzo dovette attrezzarsi come poteva: nel giro di poche ore, infatti, fece una ventina di telefonate ad altrettanti amici ( tra cui un suo ex fidanzato, con cui aveva passato solo 2 mesi insieme ) per chiedere vari favori con, in cambio, la possibilità di farsi invitare a questa fantomatica festicciola in casa di un...
 

<< Collega di lavoro? >> Disse l'ex fidanzato, Michael, sospirando e ridacchiando nel vedere il biondino caricare a fatica una grossa quantità di bottiglie di vino nel bagagliaio della propria auto. << Magari! Così gli chiedo come fa a sopportarti, quando ti vengono le tue cose. >>
 

<< Piantala Michael! Lo sai che sono meteoropatico! >>

 
Ad ogni cambio ambientale, infatti, l'umore di Dantalian si faceva più scostante: quando il tempo stava per cambiare, cominciava ad essere facilmente irritabile ( << Ed irritante >> come dicevano colleghi di lavoro e ex fidanzati ) e nervoso, mentre quando cominciava la perturbazione, diveniva apatico, quasi depresso, e pensava che tutti ce l'avessero con lui perché era basso, od altre volte pensava che il capo l'odiasse perché era biondo, e chiedeva consiglio a tutti sul se farsi la tinta o meno. Per fortuna, era stato scoraggiato perché il colore dei suoi capelli era tanto innaturale da sembrare qualcosa di magico: infatti, erano color biondo oro, molto brillante, e sembravano perennemente colpiti dai raggi del Sole. Una caratteristica che, a suo dire, lo rendeva “ Un raggio di Sole in voi nuvole grigiastre che non siete altro. “
 
 
*
 
 
Ma non era questo il pensiero che lo stava tormentando, perché da subito un altro si affacciò sulla sua mente, oscurando il breve colloquio con il rosso Michael.
 
 
*
 
 
<< Stai fermo! >>
 
Un ringhio ruppe il breve silenzio nella mente del biondo, assecondato da un furente colpo, probabilmente un pugno, contro una porta
 
 
*

 
. Non c'erano immagini in quel ricordo, ma era tanto vivido da sembrare reale a Dantalian, che cominciò a tremare vistosamente, sostenuto dalle possenti braccia di Thorfdir.
 
*
 
 
<< Che ci fai qui? Chi sei, che cosa vuoi? >>
 
<< Non sei tu che devi fare le domande, hai capito?! >>
 
Una stretta, forte, decisa contro il collo, e subito dopo un colpo, un forte pugno poco al di sotto di una scapola. “ Ecco cosa l'ha causato “ pensò il biondo, con un flebile sorriso in quella piccola pausa tra una frase e l'altra, tra la forte emicrania e le urla dell'uomo che lo stava stringendo forte per il polso, tanto forte che sentiva le ossa scricchiolare.
 

<< Tu non sai chi sono io, non è vero? Ma io so benissimo chi sei tu! Pagherai per i tuoi peccati! >>

 
Uno strappo, ora il biondo ricordava qualche confusa immagine: una maglietta veniva strappata, ed i resti della stessa gli ricadevano vicino al volto... Ma dov'era? Quella superficie...un letto?

 
“ Quella maglia! È quella che avevo quando ho incontrato Michael! “ pensò la dolorante mente del trentenne, mentre ancora altre immagini gli apparivano, ed altre sensazioni gli si paravano davanti: la schiena nuda contro il freddo della stanza, delle voraci mani forti, possenti, che lo colpivano freneticamente, e poi... Il violento schiocco dell'abbattersi della frusta sulla la carne viva, ed il pungente dolore provocato.

 
<< Te la farò pagare... >> La voce era quasi ovattata. Il dolore lo stava per far svenire, e così ogni sensazione sembrava  scemare fino al non sentire più i colpi della frusta, e sentire ancor più lontana la voce del muscoloso uomo di cui non aveva visto il volto, ma che lo stava continuando a colpire furioso continuando a dire:
 
<< Tu sai cos'hai fatto! Tu l'hai fatto soffrire! Tu... Tu sei un mostro! >>
 
 
*
 
 
<< Merda Thorfdir, che diavolo è successo? Perché è svenuto?! >>
 
Steven si era alzato appena aveva visto l'amico ricadere lì davanti, ma il moro dai lunghi capelli era stato più veloce,  l'aveva afferrato al volo e stretto contro al petto.
 
<< Non lo so, Steve, non lo so... >>
 
La sua voce era a dir poco preoccupata, per non dire che faceva intuire quanto dolore dovesse provare nel constatare quella situazione. Ma Dantalian non poteva sapere di cosa discutevano i due, perché giaceva svenuto tra le braccia del muscoloso uomo che ora lo stava portando sul letto dalle lenzuola nere, che il biondo aveva carezzato appena entrato.
 
<< Pensi che se lo sia ricordato? >>
 
La voce di Steven era quasi rassegnata ad un ineluttabile destino. Ma cosa voleva dire con “ pensi che se lo sia ricordato “ ? Che il moro dai capelli a spazzola sapesse cos'era successo alla schiena del biondo che giaceva ora inerme sul letto usato dagli spogliarellisti per prostituirsi ai clienti? Che conoscesse l'uomo che l'ha seviziato?
 

<< Non lo so, Steve... Ma speriamo non l’abbia visto in faccia. >>





Eeeeed eccoci qua! Piaciuto il colpo di scena? Io dico di no... Qualcuno mi odierà dopo questo, ma tutto ha una sua logica, e vedrete che ne varrà la pena!

Alla prossima, lettori!

 
  
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