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Autore: Katherine Buffy Pierce    10/04/2014    1 recensioni
Il titolo parla già da se perciò non anticiperò nulla, nella trama. Questa FF è collocata alla fine, CHE IO HO IMMAGINATO, della quinta stagione, ovvero quando Damon viene ucciso da un viaggiatore per uno scontro a causa di una questione di Doppelganger. Quando vede Bonnie, per poterla attraversare e andare nell’altro lato, non succede nulla. Damon viene catapultato nella stessa dimensione in cui si trova Katherine Pierce. La storia che racconterò, partirà circa 4 mesi dopo la morte di Damon. Elena, Stefan e gli altri, sono riusciti a portare indietro Damon da quella dimensione infernale anche se non si sono portati indietro solo Damon... Elena e gli altri, escono una sera per festeggiare il ritorno di Damon ma avranno una piccola sorpresa riguardo uno dei due fratelli Salvatore. Il narratore di questa FF è un nuovo personaggio chiamato Alex Fell.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Katherine Pierce, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La storia di Alex'
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Chiedo anticipatamente perdono a chi troverà degli errori grammaticali, e non, in questo capitolo, ma siccome dovevo pubblicarlo di fretta, non sono riuscito a controllarlo! Grazie a tutti! :)

Il giorno successivo alla scoperta del mio dono, iniziai a cercare delle risposte partendo dalla mia vecchia casa a Lynchburg. Stefan e Katherine mi accompagnarono per aiutarmi. Una volta entrato in casa, mi accorsi che Stefan era entrato senza invito.
-Ma cosa?- chiesi io stupito.
-Beh, penso che io possa entrare perché, ormai, questa casa è abbandonata.- disse sorridendomi.
-Oh...- risposi io.
Quando mi girai verso la cucina, sentii un rumore strano.
-Stefan. Usciamo di qui.- sussurrai.
-Perché?- chiese lui sussurrando.
-Qui c’è qualcuno.- risposi appena prima di sentire una folata di vento dietro di me.
Le porte scorrevoli della cucina, si erano chiuse, sbattendo.
-Che cosa è stato? Un vampiro?- chiesi io a entrambi.
-Non lo so. Non l’ho visto.- disse Katherine. Stefan si mise in ascolto per sentire se, effettivamente, c’era qualcun’altro in casa oltre a noi 3.
-No. Non c’è nessuno. Magari era un po’ di corrente d’aria.- disse Stefan guardandosi in giro.
-In effetti qualcuno c’è- disse un uomo che apparve in un secondo dietro a Stefan.
Non avevo mai visto quell’uomo, ma capii subito che era un vampiro.
-Chi sei tu?- chiese Stefan.
-Io sono Jason. Tu devi essere Alex!- disse guardandomi.
-Come fai a sapere chi sono? Io non ti conosco.- gli risposi indietreggiando.
-Oh, ma io conosco te. E tua madre... Amanda.- disse sorridendo.
-Cosa vuoi da lui? Perché sei qui?- disse Stefan arrabbiato.
-Ehi, voglio solo divertirmi un po’. Come feci con sua madre.- disse ridendo.
-Cosa?- gli chiesi io.
-Era piuttosto arrapata. Appena mi ha conosciuto, mi ha invitato ad entrare per fare sesso.- disse ancora ridendo.
-Che cosa? Non è vero! Quando sarebbe successo, scusa?-
-Mmm, il 16 dicembre 2013 mi sembra.- disse sorridendo di nuovo.
Appena sentii quella data, il mio cuore si fermò. Nella prima mattina del 16 dicembre 2013 trovai mia madre in soggiorno in fin di vita.
-Tu! Assassino! Bastardo! Come hai potuto!- dissi avvicinandomi a lui con le lacrime agli occhi. Stefan si mise in mezzo, ma io lo scansai un pochino per poter passare. Appena fui abbastanza vicino a Jason gli tirai un pugno, facendolo cadere a terra. La mano mi fece male, ma non quanto il dolore psicologico che stavo provando in quel momento.
-Cosa pensi di fare, ragazzino! Ahah! Ti ucciderò! Proprio come ho fatto con quella oca di tua madre!- mi disse ridendo mentre si alzava.
Iniziai a urlare dalla rabbia e poi iniziai a cantare.
Jason si piegò in 2 dal dolore e dopo vari minuti che cantavo, iniziò a emettere del fumo. Jason stava letteralmente bruciando. Il fuoco divampò su tutto il suo corpo e non si spense finché Jason morì. Smisi di cantare solo in quel momento. Il suo corpo continuava ad ardere sotto quelle fiamme che stavano diventando altissime e che si stavano avvicinando a me.
-Vieni via, dai.- disse Stefan prendendomi per un braccio e portandomi fuori.
Katherine era già uscita e mi guardava con preoccupazione.
-Ci penso io qui. Katherine, portalo a casa... Io torno da solo.- disse Stefan lanciando le chiavi della macchina a Katherine.
-Dai, sali.- disse mentre si avvinava alla macchina.
Il viaggio verso Mystic Falls fu silenziosissimo. Nessuno dei 2 parlò per tutto il tempo. Una volta arrivati, corsi subito in camera mia senza salutare nessuno.
Katherine mi stava seguendo, quando si fermò a parlare con Damon ed Elena. La mia camera non era molto insonorizzata e, perciò, riuscii a sentire tutto.
-Cosa è successo?- chiese Elena preoccupata.
-Beh, ha scoperto che sua madre è stata uccisa da un vampiro di nome Jason che abbiamo incontrato prima.- disse Katherine con un triste tono di voce.
-Oh. E che fine ha fatto questo Jason? Lo voglio proprio pestare a sangue!- disse Damon arrabbiato.
-Non ce ne è bisogno. Alex l’ha ucciso. Ha usato il suo dono e, talmente forte era la sua rabbia, oltre a fargli venire un aneurisma, l’ha fatto andare a fuoco.- disse Katherine.
-Oh, wow. E’ veramente forte.- disse Damon stupito
-Oh, poverino. Sta scoprendo molte cose ultimamente... E non tutte sono belle.- disse Elena.
-Beh, si. Se posso, vorrei andare da lui a vedere come sta.- disse Katherine.
-Mmm, va bene.- disse Elena dopo averci pensato un attimo.
Dopo un attimo, Katherine bussò alla porta.
-Avanti.- dissi io.
-Ehi.- disse sorridendomi.
-Ehi.- le risposi io rimanendo sdraiato sul mio letto.
-Non ti chiedo come stai, perché sarebbe una domanda stupida.- disse Katherine sedendosi in parte a me.
-Già.- dissi io con lo sguardo perso nel vuoto.
-Sai, posso solo immaginare come ti senti. E’ troppo presto per farlo, ma ti aiuterò ad uscirne.- disse sorridendomi.
-Cosa?-
-Non devi essere triste. E’ vero... E’ uno shock per te, ma avevi già affrontato la morte di tua madre. Non devi rattristarti di nuovo. Almeno ora sai che il suo assassino è morto.- disse sdraiandosi in parte a me.
-Già... Ma sentirsi dire che tua madre era una sgualdrina, non è bello.- le risposi io.
-Oh, ma dai! Anche a me mi hanno sempre dato della sgualdrina, ma non lo sono. E nemmeno tua madre lo era. Beh, è rimasta incinta a 15 anni, ma fa niente.-
-Mmm, ok. Sai, spero che sia finita qui. Non voglio avere altre brutte novità nella mia vita. Non voglio essere Elena Gilbert numero 2.- le risposi accennandole un sorriso.
-Vedrai che andrà tutto bene. Ne abbiamo già una che è talmente sfigata da essere presa di mira da tutti da vari anni, non ce ne serve un altro!- disse Katherine ridendo. Quella ragazza era così solare e simpatica. Era anche molto dolce e anche molto bella. Dopo aver riso insieme per quella battuta, ci guardammo negli occhi. Eravamo entrambi sdraiati di lato sul mio letto, rivolgendo i nostri visi uno davanti all’altro. Eravamo molto vicini e ad un certo punto, ci avvicinammo di più fino a essere quasi attaccati. Ci fissammo negli occhi fino a quando decisi di darle un bacio. Un bacio che lei non rifiutò affatto, anzi. Katherine mi fece rotolare a pancia in su e si sdraiò sopra di me, continuando a baciarmi. Era una sensazione bellissima. La ragazza più bella, dolce e simpatica che io abbia mai conosciuto, mi stava baciando. Ad un certo punto ci fermammo e continuammo a fissarci negli occhi.
-Katherine, io.- le dissi prima che venni interrotto dal suo dito che si posò sulle mie labbra. Si avvicinò a me e si accoccolò contro di me fino ad addormentarsi. Katherine era riuscita a trasformare quella giornata orrenda, nel giorno più bello della mia vita.
  
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