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Autore: f9v5    10/04/2014    4 recensioni
[Cross-over; Sonic Adventure 2/Powerpuff girls Doujinshi] [Nomi originali dei personaggi]
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In seguito al fallimentare tentativo di controllare Chaos, il Dr. Eggman escogita un nuovo piano per realizzare i suoi desideri di conquista del mondo, contando anche su un aiuto giunto dal passato.
Sarà compito di Sonic the Hedgehog e Blossom Utonium, insieme ai loro amici, riuscire a fermarlo, sempre che Sonic non stia dalla parte sbagliata della barricata.
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Mobius' War'
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-Ottimo lavoro, Shadow! Come previsto, quegli idioti non avevano nessuna chance contro di te e infatti mi hai portato il Chaos Emerald, come ti avevo ordinato!-
Rouge si lasciò scappare un verso stizzito al sentire l’ennesima lode che lo scienziato rivolgeva al riccio nero, quanto odiava non essere almeno un po’ al centro dell’attenzione.
-Quello lì sarebbe il dottor Eggman?! È ancora più patetico di quanto pensassi.- constatò Sam nell’osservare l’uomo baffuto che ancora si stava perdendo in elogi e celebrazioni verso Shadow.
Si lasciò andare ad un ben poco elegante verso di rabbia al pensiero di non essere riuscita a prendersi la sua tanto agognata vendetta contro Buttercup e, anzi, di averci ricavato solo altri cazzotti.
-Per quanto riguarda voi, invece…- la voce di Eggman mise in allerta Rouge e Bell, il tono era completamente diverso.
Da accomodante ed estasiato era diventato severo e deluso.
-… mi aspettavo di meglio da voi due, ragazze, se poi mi venite addirittura a dire che questi altri due (indicò Sam e Zim) si sono uniti a voi nella ricerca del Chaos Emerald, allora avrebbe dovuto essere un gioco da ragazzi prenderlo, ancora più facile di rubare le caramelle ad un bambino. E malgrado questo, vi fate fregare, da un cane, rosa per giunta, e tornate qui a mani vuote.-
-Ehy, quella palla di pelo aveva il pepe sulla coda, era un razzo.- sbottò acido Zim all’indirizzo dell’uomo.
-Tsk.- si limitò a rispondere questi.
D’altronde, dopo che aveva avuto a che fare con Sonic the Hedgehog per tanto tempo, tutti gli altri gli sembravano delle lumache.
Il pessimo umore dell’uomo durò comunque una manciata di secondi, per poi essere sostituito dal sorrisone che era ormai tipico sul suo volto in quegli ultimi giorni.
-Bè, pazienza, tanto, con Shadow dalla nostra, non abbiamo nulla da temere, al momento opportuno andrà lui a recuperarli. Adesso direi che possiamo tornare a concentrarci sull’obiettivo di distruggere Prison Island… assicurandoci che Sonic sia li dentro quando accadrà.-
 
 
 
Dopo aver riaccompagnato a casa Courage e averlo ringraziato ancora per il suo aiuto (Buttercup dovette fare uno sforzo notevole per riconoscergli i suoi meriti), le due sorelle si aspettavano di trovare un clima allegro, una volta tornate a casa.
Nel loro immaginario, sarebbero state accolte con sorrisi felici da parte di Blossom e Tails e cenni affermativi di Dexter.
Gli avrebbero detto che anche loro avevano avuto successo e che i Chaos Emerald in loro possesso erano diventati tre e, con il morale alle stelle, avrebbero progettato un perfetto piano di fuga per aiutare Sonic ad evadere da Prison Island.
L’atmosfera che trovarono, invece, era così spessa che si poteva tagliare con un coltello, un clima di tensione generale, acuito dagli sguardi seri e concentrati di Dexter e Blossom che, al loro ritorno, non avevano perso tempo per cominciare a studiare un piano, attività i cui erano concentrati ancora.
Tails, invece, restava in un angolo, triste e abbattuto.
-Oh andiamo, questo riccio è davvero così potente?- chiese scettica Buttercup dopo che le venne spiegato com’erano andati i fatti a Sky Rail.
-Credimi sorella, lo è anche di più. Da quanto abbiamo potuto vedere, non è un avversario che possiamo sconfiggere, non senza un piano ben congeniato e, soprattutto, non senza Sonic ad aiutarci.-
Era la consapevolezza a cui i due erano arrivati subito: era vero che anche Sonic era stato sconfitto, ma era anche quello che sembrava averlo impegnato più di tutti, se lo avessero affrontato tutti insieme e con una strategia valida, allora avrebbero anche potuto avere una minima possibilità di stendere quel riccio apparentemente invincibile.
-E… cos’è successo a Tails?- chiese Bubbles, preoccupata per il volpino che non aveva ancora spicciato parola, restando nel suo angolino con le ginocchia al petto e le code ad avvolgerlo, come se avesse voluto creare uno scudo protettivo che lo separasse dal resto del mondo.
-Ragazzi… mi dispiace.-
Quando finalmente i volpino parlò, nella sua voce sentirono il rimorso e il dispiacere.
-Per cosa ti dispiace?-
-Per… per quello che è successo oggi pomeriggio. Non… non sono stato in grado di fare nulla, sono stato inutile e, quando quel riccio mi ha preso il Chaos Emerald, non ho neanche cercato di fermarlo. Ero… ero immobilizzato dalla paura. Vi chiedo scusa.-
Tutti e quattro i ragazzi compresero bene il senso d’impotenza che in quel momento stava attanagliando Tails, anche a loro era capitato.
Le sorelle Utonium si erano confrontate con esso tutte le volte che avevano affrontato un nemico che all’apparenza non credevano di poter sconfiggere e più volte erano rimaste affrante dalla prospettiva di non riuscire a proteggere Townsville e, seppur Buttercup non lo avrebbe mai ammesso, stavano provando quel sentimento anche in quel momento, al pensiero di quello stesso riccio nero che aveva ridotto, seppur involontariamente, Tails in quello stato.
E Dexter non era certo da meno, la morte di sua sorella non avrebbe mai smesso di tormentarlo e l’impotenza di quel momento, il non essere riuscito a salvarla, non si sarebbe mai liberato completamente dal senso di colpa e ne era consapevole.
Vedere Tails in quel momento li stava portando a confrontarsi con loro stessi e con la paura che, da un giorno all’altro, quel riccio nero avrebbe potuto ucciderli tutti e permettere a quel folle scienziato di dominare il mondo.
-Direi che è ovvio cosa fare: completiamo il piano d’evasione per Sonic e poi penseremo al resto.-
-Per una volta mi trovo d’accordo col nerd quattrocchi.-
Tails si alzò in piedi e si riunì agli altri, magari quel senso d’impotenza era dovuto al fatto di non avere Sonic vicino, senza contare che neanche…
-Ehy, ora che ci penso: dov’è Knuckles? Sarebbe dovuto tornare già da un pezzo.-
 
 
 
Si sistemò meglio la cravatta, che minacciava di strozzargli il collo.
Chi diamine li aveva inventati quegli strumenti di tortura? Se l’avesse scoperto, non ci avrebbe messo un attimo a cercarlo.
Però, in fondo, ne valeva la pena di sopportare un tale fardello d’abbigliamento, visto che si trattava del giorno più bello della sua vita.
E poi non stava neanche tanto male in smoking, magari avrebbe cominciato ad indossarlo più spesso.
Ad un tratto partì la musica nuziale e la vide, lì all’ingresso.
Era bellissima, più del solito.
La felicità che stava provando in quel momento era un qualcosa di unico, forse anche più delle sue folli corse intorno al mondo… ok, ora non esageriamo.
Felicità che svanì in un attimo quando si rese conto di una cosa: lui stava tra gli invitati, non era li sull’altare ad aspettarla.
Quando Amy Rose giunse dinanzi a colui che sarebbe diventato suo marito, Sonic sgranò gli occhi… lui?!
-Io vi dichiaro marito e moglie. Ora può baciare la sposa.-
Cosa? E dov’era finita tutta la tiritera del “Siamo qui riuniti oggi per ecc.” e, soprattutto, dov’era “Se qualcuno è a conoscenza di un motivo per cui questo matrimonio non debba essere celebrato, parli ora o taccia per sempre!” perché lui lo conosceva eccome un motivo: su quell’altare, lì con lei, doveva esserci lui, non “quello lì”.
-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!-
Sonic the Hedgehog si svegliò sul freddo pavimento della sua cella con un urlò belluino e grondante di sudore.
-Accidenti, sono chiuso qui dentro da troppo tempo, ora ho anche gli incubi!- constatò tirandosi comicamente le orecchie.
Quanto tempo era passato da quando era stato buttato in quel freddo spazio angusto? Una settima? Un mese? Un anno?
-Ma da quanto sono qui?- stava ufficialmente sclerando. Ormai pure i sogni lo torturavano.
Diamine, aveva appena fatto un sogno in cui c’era Amy, Amy!
Cosa non avrebbe dato per essere in aperta campagna, così da poter dare finalmente sfogo al suo desiderio di velocità, sentire il vento carezzargli il viso e vedere il paesaggio sbiadire, troppo lento per tenere il passo con lui.
Quanto gli mancavano quelle emozioni.
Stava seriamente prendendo in considerazione l’idea di fregarsene di non saper nuotare e sfondare la porta della sua cella.
Non appena l’acqua avrebbe cominciato ad entrare… avrebbe improvvisato.
Ma che cosa andava pensando? Non gli andava proprio di morire giovane, il cupo mietitore avrebbe aspettato ancora parecchio prima di venire a prendere la sua anima.
C’erano ancora tante avventure da vivere, nuovi amici da incontrare,nuove sfide da affrontare e limiti da superare, non poteva permettersi di morire in una squallida cella come un criminale, che non era.
Si sdraiò di nuovo per terra e cominciò a picchiettare col dito indice a ritmo.
Che poi stare in una cella era una vera noia, non c’era mai niente da fare, non solo non gli permettevano di correre, non gli avevano neanche portato qualche passatempo (leggere qualche fumetto non gli sarebbe dispiaciuto, chissà cos’era accaduto nell’ultimo numero de “Gli amici della giustizia”)e, la cosa peggiore, il rancio faceva schifo. Dov’erano i suoi amati chili-dog?
Le disperazioni del riccio si interruppero all’improvviso al sentire un suono che ricordava vagamente il tintinnio di un oggetto che cadeva a terra.
Si voltò verso la fonte del suono e rimase sinceramente stupito quando, vicino ai suoi piedi, vide rotolare un Chaos Emerald, quello rosso.
Come aveva fatto la gemma a finire lì?
Era troppo strano che fosse arrivato lì improvvisamente, i Chaos Emerald non si potevano muovere da soli, l’unica eccezione era quando si disperdevano dopo essere stati usati, ma non era assolutamente quello il caso.
E poi perché gli stava apparendo solo in quel momento? La cosa puzzava quasi, anzi, sicuramente, di trappola, come se qualcuno avesse gettato lì la gemma di proposito, perché voleva che Sonic la trovasse.
Ma pensate che tali riflessioni possano avere anche solo sfiorato il cervello di Sonic?
La tipica impulsività, unita al sempre più premente desiderio di tornare a respirare aria pura e vedere la luce del sole lo portarono a prendere la gemma senza farsi tante domande.
Il riccio rimirò il sasso magico, che ora stringeva nel palmo della mano, e ghignò trionfante.
Col potere del Chaos Emerald sarebbe stato in grado di schizzare a velocità folle fuori da quel postaccio e poter riassaporare la libertà che tanto gli era mancata in quei giorni.
E infatti, circa pochi secondi dopo, Sonic the Hedgehog stava schizzando più veloce di un missile per i corridoi della prigione, sfondando muri e sbaragliando la strada da eventuali guardie che lo intralciavano, senza mai andarci troppo pesante, ovviamente.
Quando arrivò al portone centrale lo buttò giù con un’azione rotante, la cui forza era stata notevolmente amplificata dal Chaos Emerald.
Incurante degli allarmi ripetuti che erano scattati, il riccio blu si fermò un attimo per osservare gli agenti di sicurezza che correvano verso l’uscita nella vana speranza di raggiungerli.
-Alla prossima, sfigati!- li salutò il riccio blu con una pernacchia, per poi riprendere la sua folle corsa.
Mentre le sue gambe lo portavano sempre più avanti, il riccio blu non faceva che aspirare a pieni polmoni la fresca aria dell’alba che stava sorgendo.
-FINALMENTE, SONO LIBERO!-
Poi dovette fermarsi di colpo per non rischiare di cadere giù dalla scogliera.
Solo in quel momento a Sonic tornò in mente che si trovava su Prison Island che, come diceva il nome, era un’isola.
-FANCULO!-
La libertà avrebbe dovuto aspettare ancora un po’.
 
 
 
-Sentite, voi mi conoscete e sapete che, se bisogna andare a mollare quattro sberle ai nemici, ci vado con piacere fregandomene di come ci arrivo. E posso anche capire che, per arrivare a Prison Island, non possiamo usare l’aereo di Tails perché gli apparecchi volanti rilasciano un segnale che verrebbe localizzato, o andare direttamente in volo perché ci avvisterebbero… ma andare in questo modo era proprio necessario?- sbottò furiosa e imbarazzata Buttercup.
Alla fine, la sera precedente, il gruppo era riuscito ad architettare un piano per attuare l’evasione di Sonic. Grazie a ciò, erano andati a dormire tutti con l’animo un po’ più sereno, anche Tails era riuscito a risollevarsi il morale, la speranza di poter presto riabbracciare il suo fratellone lo aveva motivato quel tanto che bastava per convincerlo ad alzarsi dal suo angolino e fare la sua parte.
Era anche un buon piano il loro, e non era previsto il correre rischi eccessivi o incontrare qualcuno di poco raccomandabile; infine il gruppo, al fine di evitare che gli agenti di sicurezza del G.U.N. gli fosse addosso sin da subito, aveva scelto all’unanimità di usare un mezzo semplicistico per raggiungere l’isola.
-Continuo a chiederlo… PERCHE’ COSI’?-
-Andiamo Buttercup, poteva capitarci qualcosa di più imbarazzante.-
-Più imbarazzante?! Cosa c’è di più imbarazzante di un pedalò a forma di cigno?!-
La mora aveva protestato fin da subito sulla scelta di ricorrere a quello, ma Tails e Dexter si erano giustificati dicendo che era tutto ciò che erano riusciti a trovare.
L’avevano convinta a salire a bordo solo perché aveva promettere a tutti che, per il ritorno, avrebbero ricorso al volo.
Una cosa che poi li aveva incuriositi sin dall’inizio era il rumore che ricordava il verso di un allarme provenire dall’isola che, una volta arrivati alla scogliera, appurarono essere proprio quello.
Non appena raggiunsero la cima, il suo sembrò ancora più forte.
Sembrava che l’intera isola fosse in subbuglio.
-Ma si può sapere che sta succedendo qui?- Alla domanda di Dexter seguì un’esplosione nei pressi della struttura che attirò la loro attenzione.
-Ok, sto zitto.-
-Sarà il caso di andare a vedere, ma stiamo attenti a non farci scoprire.-
 
 
 
Sonic the Hedgehog fece una capriola all’indietro per evitare che il gancio destro di Bell gli frantumasse una mascella.
-Te lo scordi Sonic. Non ti permetteremo di scappare, tu salterai in aria insieme a quest’isola!- lo minacciò il dottor Eggman con un ghigno arrogante stampato in faccia.
-Tsk, questo è quello che vedremo, doc.- lo sfidò apertamente, cercando di apparire sicuro di se, ma dentro era furente per come si era svolta quella mattinata.
Aveva passato tutto il suo tempo a correre a vuoto, perché non vi erano ponti di terra o strutture naturali che collegassero Prison Island alla terraferma e non c’era la minima intenzione da parte sua di prendere uno dei battelli dei G.U.N. per andarsene da lì, non sapeva pilotarli.
Pensava sinceramente che quella giornata fosse stata uno schifo, quando poi la sua strada si incrociò quella di Eggman cambiò il pensiero… quella giornata era stata una merda.
L’unica cosa che lo consolava era il fatto che solo quella misteriosa ragazzina albina stava combattendo contro di lui, mentre Shadow se ne stava in disparte come se non fosse interessato a nulla.
A scapito di fraintendimenti, non aveva paura di confrontarsi col riccio nero, in quei giorni passati in cella aveva fatto molto esercizio al fine di affinare la sua resistenza.
Ma, per quanto desideroso di vendicarsi di lui, aveva capito che anche quella ragazzina albina era un avversario di tutto rispetto e gestirli tutti e due sarebbe stato alquanto difficile.
Il Dr Eggman invece si lisciava i baffi compiaciuto per poi rivolgersi a Sam e Zim.
-Voi due, venite con me! Andiamo a piazzare le bombe!-
I due non se lo fecero ripetere, estasiati all’idea di causare un’esplosione con i fiocchi.
“Non ho nulla da temere, Bell terrà impegnato Sonic per tutto il tempo necessario e, con Shadow a tenerla d’occhio, anche se tentasse qualche colpo di testa lui la fermerebbe all’istante e Rouge e sempre appostata nelle vicinanze per bloccare eventuali interferenze.”
Sembrava che lo scienziato avesse previsto ogni eventualità, per cui si addentrò dentro la struttura carceraria tranquillo e sicuro, senza incontrare alcun ostacolo da parte delle guardie, tutte messe al tappeto da Sonic quando questi era uscito da lì dentro… involontariamente il suo nemico gli aveva spianato la strada.
Tornando al riccio blu, questi tentò di colpire Bell in azione rotante, ma la ragazzina portò le mani avanti e lo afferrò.
Ma la forza di Sonic non era da sottovalutare, infatti il suo impeto non venne rallentato e i piedi dell’albina cominciarono lentamente a scavare solchi nel terreno.
Trattenne anche un verso di dolore e dovette lasciare andare via la palla rotante blu quando questa, col suo roteare frenetico, aveva cominciato a scorticarle le mani.
Sonic atterrò a pochi metri da lei, distraendosi un attimo per rivolgere uno sguardo sprezzante al riccio nero poco più in la, come a volergli dire -Visto, sono più forte di prima. Non sottovalutarmi!-
Quell’attimo di distrazione fu rischioso, il calcio laterale di Bell rischiò di colpirlo sul volto, ma si difese in tempo alzando le braccia e parandolo, ma sentendo ugualmente un brivido lungo la schiena per il contraccolpo.
“Per Bacco, la ragazzina picchia forte!”
-Non è una buona idea prendermi sottogamba!- lo avvertì questa facendogli una pernacchia derisoria, imitata dal piccolo GIR, sempre appostato sulla sua spalla.
Un ghignò arrogante apparì sul volto di Sonic.
-Hai ragione, mi auguro però che questo errore non lo commetta tu.-
In seguito si arrotolò su se stesso e sembrò sul punto di partire in azione rotante, ma la direzione presa non fu quella della sua avversaria.
Sonic si diresse sparato verso il muro della prigione, sfondandolo col suo attacco.
In un primo momento Bell non capì il significato di quel gesto, le fu tutto chiaro quando il riccio blu cominciò a calciare le rocce staccatesi dal muro come fossero state palloni da calcio, lanciandole verso di lei a velocità folle.
Avendo anch’essa una grande agilità dalla sua parte, schivò la grande maggioranza dei sassi, quelli che si avvicinavano troppo venivano frantumati dai suoi pugni.
Eppure, malgrado Sonic stesse dimostrando una maggior tenacia e capacità di sfruttare l’ambiente, Shadow non sembrò molto interessato a quella lotta.
-Allora, Rouge?- si rivolse alla ragazza pipistrello appena atterrata vicino a lui.
-Non si riesce proprio a sorprenderti alle spalle eh, dolcezza?! Comunque, ci sono gli amichetti di Sonic diretti qui: tre ragazzine, un nerd e una volpe.-
-Ho capito… ci penso io!-
-Perché? Pensi possano crearci qualche problema?- chiese questa, per niente spaventata dallo sguardo serio del riccio.
-No… semplicemente mi sto annoiando. Da che parte stanno arrivando?-
-Vai dritto e li incrocerai a breve.-
 
 
 
Dopo alcuni istanti di corsa, il riccio nero decise di fermarsi nel mezzo della boscaglia che circondava il penitenziario e iniziò a guardarsi intorno con circospezione.
C’era qualcosa di strano in quella situazione e quel silenzio quasi innaturale non gli piaceva affatto.
Se Rouge gli aveva detto il vero, avrebbe dovuto incrociare gli amichetti di Sonic già da un po’, eppure non se n’era vista l’ombra.
Che Rouge gli avesse mentito? Era una possibilità che non andava esclusa, non sapeva se poteva fidarsi ciecamente di quella ragazza.
Mentre si concentrava sulle sue riflessioni non manco di tenere i sensi sempre all’erta, nel caso qualcuno avesse cercato di colpirlo alle spalle, ma nessun suono giunse alle sue orecchie.
Eppure continuava a non interpretare quel fatto come un qualcosa di positivo.
All’improvviso tre paia di raggi laser (verde, giallo e rosa) partirono da tre alberi diversi e andarono tutti in direzione del riccio nero, causando un’esplosione.
Il punto era stato centrato, Blossom, Bubbles e Buttercup uscirono allo scoperto e osservarono la colonna di fumo che si innalzava verso il cielo.
-Bella mossa sorelle, lo abbiamo annientato.- Buttercup si passò fieramente un dito sotto il naso.
-Non abbassate la guardia, ho visto di cosa è capace quel riccio e posso dirvi per certo che, malgrado il nostro attacco combinato, non è ancora sconfitto. Anzi, non mi sorprenderei se ne uscisse illeso. L’importante comunque è che Dexter e Tails riescano a raggiungere la prigione.-
Approfittando infatti dell’occasione presentatagli, il ragazzo genio e il volpino avevano continuato la loro corsa per raggiungere il penitenziario e mettere in atto la parte successiva del loro piano.
-Guardate!- Bubbles indicò un punto al centro della quasi diradata colonna di fumo, dalla quale uscì fuori la figura di Shadow.
Il riccio nero stava dando le spalle alle tre sorelle, cosa che causò le ire di Buttercup: cos’era? Quel tizio le stava sottovalutando o era un trucco per colpirle a tradimento.
-Non c’è verso che voi vi arrendiate, dico bene?-
-Puoi dirlo forte, brutta copia di Sonic che solo un daltonico non riuscirebbe a distinguere.- Buttercup gli rispose di rimando, sgranchendosi le nocche e preparandosi a combattere, si preannunciava una lotta molto impegnativa.
-Uccidere degli innocenti e dare la colpa a qualcun altro è stato un gesto spregevole. Anche per questo noi oggi ti daremo una lezione.- lo avvertì Bubbles.
Ma se le tre sorelle cercarono di sembrare minacciose, il riccio nero trovava divertenti le loro rampogne.
-Vedo che voi eroi siete degli inguaribili ottimisti. Voglio vedere come reagirete quando…- non appena si voltò verso di loro, sgranò gli occhi per qualche secondo.
Cosa le tre supereroine notarono ma a cui non seppero dare un perché.
Non ebbero neanche il tempo di chiederselo, che Bubbles si ritrovo sbattuta per terra con Shadow che le premeva una mano sulla gola.
La biondina cercò di liberarsi ma, malgrado la sua superforza, non riusciva a spostare di un millimetro la mano del riccio, che la fissava con uno sguardo che sembrava indemoniato.
Mentre la teneva con la mano sinistra, alzò la destra, tenendola aperta e con le dita unite, e la circondò di un’inquietante aura elettrica.
Non riuscì a compiere l’affondo perché Buttercup scattò verso di lui e lo colpì con un calcio laterale sul volto che lo allontanò di qualche metro, ma senza infliggergli danni.
Blossom intanto aiutava la sorella  rialzarsi, mentre questa tossiva per la mancanza d’aria.
Shadow alzò di nuovo la testa verso di loro, il suo sguardo era sempre più furioso.
Con un gesto secco, si tolse i bracciali che aveva i polsi.
-Non ve ne andrete vive da quest’isola!-
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Allora , che ve ne pare, dite che è venuto bene questo capitolo?
Io non mi ritengo pienamente soddisfatto, ma evidentemente doveva venirmi così.
Insomma, pare che il piano di evasione di Sonic non sarà più necessario, lui è già fuori dal carcere e le cose non sono migliorato di molto, però.
Come avete avuto modi di vedere, Sonic è tenuto impegnato da Bell con Rouge che li osserva, ma Tails e Dexter potrebbero presto giungere in suo aiuto, anche se credo che saranno le Powerpuff girls ad avere più bisogno d’aiuto, Shadow si è tolto i bracciali fin dall’inizio.
Cosa ha provocato il suo scatto d’ira? Quasi sicuramente vi siete già fatti un’idea.
Vi auguro una piacevole attesa fino al prossimo capitolo.
Arrivederci.
 
  
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