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Autore: joellen    10/04/2014    0 recensioni
Adam è un vampiro che, in teoria, rientra nella tipologia classica della specie; Gilda è una cacciatrice di vampiri che invece NON rientra nella categoria delle classiche cacciatrici alla Buffy. I due s'incontrano nella cornice medievale di Bracciano e la loro storia NON sarà una storia qualsiasi ma soprattutto NON sarà una storia normale....
Genere: Dark, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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5a parte                                                                                                         IL RIMEDIO

 

 

 

Il resto della notte fu speso in dimostrazioni più pratiche e ardite delle teorie di Eva, ma le prime luci dell'alba riservarono una terribile sorpresa: Adam cominciò ad invecchiare e a consumarsi a velocità fotonica.

Già. La passione le aveva fatto dimenticare che il vampiro, "svampirizzato" con l'amore, perdeva la sua condizione di "non morto" e, divenendo normale, diventava anche mortale.

Cercò con affanno la borsetta in cui c'era il cellulare e, per fortuna, la trovò nel cassetto del comodino accanto al letto. Purtroppo però, scoprì che lì non c'era campo e cominciò a girare per la casa nel tentativo di individuare una zona buona per la ricezione. La trovò solo uscendo nel giardino, ma dovette cercarsi un riparo dalla pioggia torrenziale che stava scendendo.

Al riparo sotto un patio, contattò le sue socie. Le rispose Miko Sakura alla quale spiegò la situazione. Miko le consigliò di continuare a tenerlo al buio e idratarlo, bagnandogli il corpo e dandogli da bere qualunque cosa, ma non sangue, né alcool mentre lei avrebbe fatto di tutto per inviarle al più presto possibile il rimedio per quel tipo di situazione.

Eva rientrò nella villa, domandandosi, nel frattempo quale fosse il rimedio, corse nella camera in cui Adam l'aveva portata e notò, con orrore e sgomento, che Adam, steso a terra, stava diventando uno scheletro. I capelli erano ormai radi e bianchi, la pelle del viso, assottigliata, rugosa e rinsecchita, stava iniziando a staccarsi a brandelli dalle ossa degli zigomi, portandoli a vista e gli occhi scuri si perdevano dentro le grandi orbite vuote del teschio. Volò alla ricerca di un bagno; trovatolo, prese un secchio, lo riempì d'acqua, tornò nella stanza, gli rovesciò mezzo secchio addosso e cercò di fargli bere l'altro mezzo. Il processo di invecchiamento parve arrestarsi, ma quanto avrebbe resistito? Le pesanti tende alle finestre erano tirate, tuttavia, sottili fili di luce sfuggivano attraverso le fessure fra le doghe delle persiane. Ma più buio di così, era difficile ottenere, sicché Eva si piazzò fra la finestra e Adam per impedire a quel poco di luce ribelle di arrivare all'uomo, sorprendendosi a pregare chiunque fosse di passaggio dai regni ultraterreni di far arrivare il rimedio miracoloso prima possibile. E mentre pregava, un gemito strozzato dell'ormai ex vampiro le straziò l'anima. Guardandolo con infinita pena, le sembrò scorgere un lampo di luce vitale negli occhi, che oscillavano, senza più sostegni nel vuoto nero e sidereo delle orbite ossute.

La pena aumentò in modalità esponenziale.

Sarebbe stata disposta a fare qualsiasi cosa, anche la più folle e assurda, per alleviarla sia a lei che a lui. Malgrado le sue condizioni, si chinò su di lui, trovò il coraggio di accarezzargli la fronte e sentì le lacrime salire fra le ciglia. Fissava le gengive scoperte da cui scendeva la fila dei denti che sarebbe stata regolare senza i canini ipersviluppati e d'improvviso si rese conto che non voleva perderlo. Realizzò che la sua vita senza di lui non sarebbe stata più la stessa.

"Resisti, Adam! - lo implorò fra le lacrime - Fra poco arriverà la medicina per te. Starai meglio, vedrai, ma tieni duro!". E intanto si chiedeva cos'altro avrebbe potuto fare per alleviare le sue sofferenze.

Fuori diluviava.

IDEA!

Adam era steso su un tappeto.

S'infilò il telefono dentro la scollatura del vestito, si coprì con il mantello di Adam,  richiamò a sé tutto il coraggio e le forze di cui sentiva essere in possesso e cominciò a trascinare il tappeto, con Adam sopra, fuori dalla stanza,  giù per le scale che portavano a piano terra e infine fuori dalla casa, sotto l'acqua che veniva giù a secchiate. Un modo diretto e continuativo per tenere Adam idratato. Pochi minuti dopo, all'aperto, il cellulare emise un piccolo scampanellio che segnalava l'arrivo di un messaggio. Era Miko che le annunciava l'invio del farmaco. Quanto avrebbe impiegato per giungere in Italia anche con un mezzo di trasporto supersonico? Qualche ora di sicuro; troppe per salvarlo! Ma Eva era ignara delle risorse di Miko e rimase allibita allorché, dopo forse cinque minuti, vide materializzarsi, in un breve guizzo luminoso azzurro, un sacchetto nero, legato con un cordino di seta, accanto al corpo di Adam quasi esanime. Lo prese, avida e tremante, lo aprì, e dentro ci trovò due fialette colme di liquido trasparente, avvolte in un foglietto di carta in cui era scritto qualcosa.

Lesse frenetica. Le istruzioni le comandavano di bere il contenuto della fialetta e di far bere ad Adam il contenuto dell'altra. Seguì le istruzioni senza porsi molte domande, ma promettendosi di chiedere lumi all'amica e socia del Sol Levante, quando l'avesse rivista o sentita.

L'acqua della pioggia e della fialetta parve sortire il miracolo: il corpo di Adam ricominciò a ricostituirsi. La pelle tornò a ricomporsi sulle ossa e a riprendere colore, passando dal grigio, al bianco e, per finire, al suo vero colorito leggermente olivastro. Le orbite tornarono a riempirsi ricollocando gli occhi alla loro posizione originaria e ridonando loro l'espressione acuta e penetrante che fissò la donna, incuriosita e interrogativa. I capelli tornarono folti e neri incorniciando piacevolmente il bel volto dell'uomo che parve addirittura ringiovanito. Eva lo accarezzò sorridendo e lo baciò.

"Che ci facciamo sotto il diluvio, Eva?" chiese Adam.

D'istinto, Eva si sdraiò su Adam, pensando con ingenuità adolescenziale di ripararlo dalla pioggia col suo corpo. Era troppo felice per partorire un'idea più intelligente.

L'oscurità della notte lasciò il posto al grigiore plumbeo di un'aurora nascosta oltre le nubi, infradiciata da una pioggia che cadeva in modalità biblica, ma in quel momento, per Eva era l'ultima delle preoccupazioni. Fu Adam ad invitarla a rientrare fra le mura domestiche, consigliandole di non sfidare ulteriormente la fortuna.

   
 
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