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Autore: joellen    14/04/2014    0 recensioni
Adam è un vampiro che, in teoria, rientra nella tipologia classica della specie; Gilda è una cacciatrice di vampiri che invece NON rientra nella categoria delle classiche cacciatrici alla Buffy. I due s'incontrano nella cornice medievale di Bracciano e la loro storia NON sarà una storia qualsiasi ma soprattutto NON sarà una storia normale....
Genere: Dark, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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UN ANNO DOPO 

 

 

 

"Mia cara Eva,

non puoi immaginare quanto siamo felici per il tuo prossimo matrimonio con Adam e quanto invece ci dispiaccia di non potervi partecipare, ma vedo che anche tu ti sei resa conto che la nostra presenza non sarebbe stata possibile per la natura della nostra posizione e della nostra associazione. Per proseguire la nostra missione dobbiamo restare anonime e invisibili, tuttavia, noto con piacere che il nostro agire produce risultati superiori ad ogni aspettativa. La pericolosa razza dei vampiri sta lentamente scomparendo sotto i colpi inesorabili dell'amore e dell'analisi dell'anima. Altro che paletti, sciabole, teste mozzate e fiumi di sangue !

Quanto alla prodigiosa guarigione di Adam, credo sia arrivato il momento in cui saldi il mio debito di spiegazioni.

Non lontano da Osaka, in una piccola isola di cui non posso rivelarti il nome per motivi che conosci, c'è una villa, circondata da un magnifico giardino all'interno del quale si trova un ruscello la cui acqua, secondo una leggenda familiare, possiede proprietà di elisir di lunga vita. Bada: non immortalità, solo poteri di prolungare la vita di un essere umano in questo mondo.

Quando tu mi hai chiesto aiuto io ti ho mandato due fiale di quell'acqua, affinché una ne bevesse Adam, e l'altra la bevessi tu, altrimenti, soltanto Adam sarebbe vissuto a lungo, mentre tu saresti morta nei tempi previsti dall'orologio biologico umano, lasciando Adam solo a soffrire la tua perdita.

In quell'isola, e nel giardino di quella casa, solamente io ho accesso in quanto essi - casa e giardino - appartengono a colui che avrei sposato, ma che non ho potuto poiché non ho avuto tempo sufficiente per salvarlo dal suo triste destino. Si, Eva; anche il mio potenziale sposo era un vampiro e, prima di morire, mi ha rivelato di essere discendente da un'antica e nobile stirpe di samurai, proprietaria di quella casa, di cui un suo esponente, vissuto cinque secoli fa, scoperto il terribile segreto e sospettato di misteriose morti dagli abitanti del villaggio, si tolse la vita prima che fossero gli abitanti a togliergliela in modo crudele. La leggenda narra che, trovatolo nel giardino, la sua donna lo pianse per giorni e notti interi e le sue lacrime disperate generarono la sorgente miracolosa del ruscello che ora scorre fra le pietre del giardino.

A questo punto, ti chiederai come l'acqua di quel ruscello sia giunta a te, in Italia, in così poco tempo.

Sai che noi Giapponesi siamo legati alle nostre tradizioni, e fieri di esse, ma sai anche che siamo piuttosto abili ed avanzati nell'elettronica, nonché nella tecnologia, e sai anche che io ho lavorato vari anni al CERN di Ginevra in Svizzera, dove è stato installato l'acceleratore di particelle atomiche. Diciamo che l'idea mi è venuta lì e l' ho sviluppata a modo mio, sfruttando le mie conoscenze e la passione per le teorie di Einstein, che mi hanno aiutato ad individuare nell'etere comodi corridoi spazio-temporali.

Il gioco è stato semplice. Ho intercettato uno di questi corridoi nei pressi della mia abitazione e ti ho inviato le fiale mediante un dispositivo da me progettato, creato e brevettato, sfruttando un raggio di Sole, e "sparando" il sacchettino a velocità della luce.

Ti auguro miliardi di belle cose e una splendida vita con il tuo Adam. Recupera tu quel che io ho perso.

Tua Miko"

 

Diavolo di una giapponese! Esclamò Eva fra sé, leggendo la mail dopo averla decodificata.

Lei stessa era una leggenda. 40 anni di minuta bellezza orientale,  laureata in fisica quantistica, ingegneria elettronica, informatica e psicologia, i suoi studi erano arrivati ad oltrepassare la 4a dimensione. Ma si era anche dimostrata donna di sensibilità molto superiore alla media e l'incontro con lei, per Eva, era stato determinante. Miko era infatti riuscita ad estrapolare dai suoi neuroni la sua iper ricettività per i vampiri, arruolandola nell'associazione segreta da lei ideata e fondata dopo il matrimonio andato in fumo per le ragioni illustrate nella missiva, con lo scopo di individuare e neutralizzare le creature della notte tramite metodi di avanguardia. A quel punto, la regola stabilita all'interno dell'associazione era di lasciar morire i vampiri di vecchiaia, fatto che essi accettavano di buon grado, felici di uscire finalmente dal loro doloroso stato di vita/non vita eterna, e di sentirsi amati.

Tuttavia, in due casi: quello di Miko, e il suo, le cose non erano andate proprio come avrebbero dovuto.

 

Leggendo quelle righe, Eva non poté far a meno di commuoversi per la triste conclusione della love story della sua amica/collega/socia. Quando era capitato a lei di innamorarsi di un vampiro, non aveva ancora completato i suoi studi per poter intervenire nel cambiare il suo destino, ma non si era fatta pregare per favorire quello di lei e di Adam. Si parla tanto di solidarietà fra donne. In qualche angolo del mondo, esiste.

Eva si asciugò una lacrima che scivolava libera su una guancia, spense il tablet, lo appoggiò sul comodino e si accomodò sotto il piumone, distogliendo in questo modo Adam dalla lettura del suo libro. L'uomo posò il volume sul piumone e si girò verso Eva, ammirando il bel viso, incorniciato da onde dorate (quando Adam l'aveva incontrata per la prima volta, alla festa nel castello Odescalchi, per esigenza di costume, lei aveva i capelli rossi, ma in realtà era bionda) che in quel momento appariva turbato.

"Brutte notizie?" domandò, apprensivo.

Eva accennò un sorriso mesto.

"No. - rispose - Non esattamente".

"Cosa intendi dire?".

"Niente. - replicò lei, evasiva - E' solo che qualcuno è stato meno fortunato di noi, ma è vivo e ci ha aiutato".

"Sia benedetto questo qualcuno" sentenziò Adam, abbassandosi poi su Eva per baciarla.

"Come va il tuo studio?" domandò Eva dopo il bacio, alludendo al libro, oggetto dello studio, sulla cui copertina avana campeggiava il nome del celebre psicanalista austriaco Sigmund Freud.

Adam si ridistese nel letto e fissò un punto indefinito davanti a lui. Eva gli scorse un'espressione meditabonda.

"E' incredibile" rispose Adam, apparentemente molto assorto nelle sue riflessioni.

"Cosa?" chiese Eva, eccitata.

"La nostra specie ha sofferto atrocemente per anni... - iniziò Adam, continuando a fissare la parete di fronte a loro - Secoli. Forse millenni. E ha ucciso milioni di persone per colpa di un'idea sbagliata, quando la soluzione era a portata di mano".

Eva si sollevò sul cuscino girandosi verso Adam.

"La psicanalisi è stata scoperta e applicata da circa un secolo" lo giustificò.

"Troppo poco" dichiarò Adam in tono drammatico.

"Sufficiente per limitare i danni. - replicò Eva, sorridendo - Almeno qualcuno".

Adam si voltò verso di lei e si staccò dal cuscino per baciarla di nuovo.

"Solo una cosa" aggiunse poi, rialzando il busto e tornando a fissare un punto immaginario, aggrottando le sopracciglia.

"Cosa?" domandò Eva, curiosa di ascoltare ciò che Adam stava per dire.

"Devo capire bene la differenza fra inconscio e subconscio. - rispose Adam, serio - Secondo te dove risiedono questi nostri famosi presunti desiderio e bisogno incolmabile d'amore che ci spingono a mordere e uccidere le persone?"

"Pensaci bene, Adam - lo invitò Eva, con intrigante soavità, guardandolo dritto negli occhi - Quando mordevi, eri cosciente di farlo? Sapevi perché lo stavi facendo?". Adam drizzò il busto e corrugò la fronte.

"Non me lo ricordo. - confessò con sconcerto - Ma ricordo che ero furioso. Ce l'avevo col mondo intero e avrei compiuto una strage" terminò, realmente scosso da una forte emozione .

Eva lo fissò, dapprima seria poi, stirando le belle labbra in un sorriso in cui Adam si perse con infinito piacere.

"Credo che la tua rabbia dovesse aver invaso sia inconscio che subconscio, Adam. - rispose lei, compunta e compresa - La tua immensa sofferenza ha dilagato ovunque nel tuo essere. E ne avevi tutte le ragioni. Essere in grado di amare, e non sentirsi ricambiati, è la condizione psichica peggiore che si possa sperimentare. Adesso però, non pensarci più. - si fermò per accarezzare l'uomo - E' finita. - riprese - Io ti amo e domani mattina ti spiego tutto per bene, okay?" e nel dirlo, lo baciò. Ma Adam non si accontentò del bacio e, per quella notte, Sigmund Freud dovette proseguire il suo eterno, meritato riposo sullo scendiletto su cui rotolò rovinosamente a causa di una grande passione trattenuta per secoli, e riposta, senza tanti segreti, sia nell'inconscio che nel subconscio di un ex vampiro in robusto credito d'amore.

Per motivi terapeutici professionali, Eva non si sottrasse ai suoi doveri, impegnandosi nella cura con diligenza e gusto.

 

 

Adam ed Eva si sposarono un mese dopo, scegliendo di legalizzare la loro unione in municipio davanti al Primo Cittadino di Bracciano e non in chiesa davanti ad un sacerdote, con pochi intimi come invitati, ma la cerimonia fu ugualmente densa di emozione e, al momento di firmare il grosso registro dalla rigida copertina foderata di velluto rosso scuro, Adam sembrò voler cancellare il suo passato con una spugna, limitandosi a scrivere solo il suo nome ed il suo ultimo cognome italiano: Salinari, mentre Eva scelse di firmarsi come Eva Conti Salinari.

Saliti in macchina, una bella sfolgorante Jaguar grigio metallizzato, uno dei pochi possedimenti di Adam, oltre la villa, avendolo notato, Eva azzardò a chiedergli perché. Non glielo aveva mai chiesto prima, né lui ne aveva mai parlato.

Al volante, senza rallentare, Adam rispose con una velata tristezza.

"Contrariamente a quanto tu possa credere, - svelò - i miei cognomi non sono indice di nobiltà. Non sono nobile, Eva. Sono uno zingaro, figlio, nipote e pronipote di zingari, e quei cognomi sono solo una testimonianza di riconoscimento di paternità dei miei antenati. Presso il nostro popolo, i legami familiari sono importanti - smise di parlare, ma non di guidare e si girò un attimo verso la sua sposa - Mi ami ancora?"  le chiese, ironico. Tuttavia, vedendo Eva imbronciata, iniziò a preoccuparsi. Avrebbe forse dovuto nasconderle la verità per sempre? Poi Eva si girò verso di lui, mantenendo sempre un cipiglio serio, ma nei suoi occhi, Adam scorse la luce di un sorriso furbo che stava per arrivare. E infatti, dopo due secondi, il sorriso arrivò, radioso, stupendo.

"Ma... - domandò poi Eva - la villa?".

Adam alzò le spalle con gesto indolente.

"Forse è stata occupata dalla mia tribù più di 500 anni fa durante uno dei suoi spostamenti. - rispose - Poi...beh...sai come succede nei paesi. La voce si diffonde. Gli abitanti hanno saputo che erano vampiri e.... hanno considerato la casa, maledetta. E' strano che non le abbiano dato fuoco".

"Per fortuna! - esclamò Eva, gongolante - Adesso abbiamo un bel tetto gratis".

Adam sorrise. Un bel sorriso normale, senza più canini aguzzi.

"Adam..."lo interpellò Eva, tornando seria.

"Si?"

"Quando torniamo a casa, - continuò Eva - se vuoi, possiamo fare ricerche sulla tua vita"

"No. - tagliò corto Adam, deciso - Il passato appartiene al passato. Ora mi sento come se fossi appena nato e voglio un'altra vita. Una vita nuova e normale".

"D'accordo. - capì e acconsentì Eva - Come vuoi".

Essendo giugno, per il viaggio di nozze avevano programmato di immergersi nelle calde, pulite e trasparenti acque della Baia Domizia, nel Basso Lazio. La Jaguar continuò veloce a macinare i chilometri che li separavano dalla meta della loro luna di miele e dalla loro vita nuova e normale.

   
 
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