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Autore: acchiappanuvole    11/04/2014    0 recensioni
La prima volta che ho scritto una canzone avevo dodici anni. Forse parlava delle nuvole e di come le cose non vanno mai nel verso giusto. Immagino che qualcuno la definirebbe un'ode rancorosa all'adolescenza. In vero era un gran casino.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nobuo Terashima, Ren Honjo, Shoji Endo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Nobuo -Under the Pink-


La luna non mi è mai piaciuta. Forse è solo un retaggio della mia infanzia, una superstizione sciocca legata ad una favola che leggevo da bambino. Non ricordo bene la trama, so soltanto che la luna era una spettatrice crudele della sorte dei protagonisti.
Questa sera la luna è enorme, sembra talmente vicina che hai l'impressione debba caderti addosso da un momento all'altro.
Potrei scriverci sopra una canzone .Ma sono stanco di far cantare a Nana tutte le paranoie e le delusioni su cui barcolla la mia vita. Talvolta mi sento come un funambolo ubriaco che si è scordato che sotto non ha alcuna rete di protezione a salvarlo dallo schianto.
Anche se, dopotutto, schianto più schianto meno non dovrebbe fare molta differenza.
- Si può sapere perchè hai quel broncio?-
Asami è appena uscita dal bagno avvolta in una nuvola di vapore caldo. Il viso struccato, il corpo protetto dall'accappatoio rosa fragola e quel profumo di caramella che si sposta insieme a lei ad ogni passo.
E' bella così Asami. Svestita del suo ruolo e avvolta semplicemente da se stessa. Talvolta vorrei farglielo notare ma ho paura che finirei per renderla più vulnerabile. Mi abbraccia un po' lasciva e un po' bambina qual'è. Poi si abbandona sul letto al mio fianco e arriccia le labbra.
- A che stavi pensando?-
-Alla luna-
Sbatte veloce le cilia prima di sorridermi sorniona - Il mio piccolo Nobu è sempre un romanticone-
E vorrei dirle che in vero sono un pessimista più che un romantico ma dissimulo come meglio mi riesce.
- Che vuoi farci è una patologia cronica la mia-
Asami non mi guarda, nemmeno quando appoggio la guancia sul suo petto morbido e caldo e mi faccio cullare dal suo respiro.
- La luna è ambivalente- dice d'un tratto -Un po' come l'amore-
Non ribatto aspettando che prosegua.
- Se ci pensi la luna è la temibile portatrice di cattivi presagi nei film dell'orrore ed è l'emblema del romanticismo in quelli romantici. Quale sarà la faccia giusta?-
- Entrambe probabilmente- mormoro baciandole il collo.
- Esatto. Ma la luna è semplicemente la luna, siamo noi ad attribuirle due facce, siamo noi ad umanizzarla, a vederne il lato luminoso e quello oscuro. E' una prerogativa umana dopotutto-
- Come mai questi discorsi?-
-E' colpa tua che hai tirato in ballo quella maledetta pallina nel cielo. E del tuo broncio che detesto!-
D'improvviso si scosta da me rizzandosi a sedere. - Dimmi a cosa stavi pensando realmente!-
- Te l'ho detto, pensavo alla luna-
- Nessuno pensa alla luna, Nobu. La luna può essere solo una metafora. La vedi là, bella, raggiungibile solo da qualche astronauta attrezzato e ti viene la rabbia di non aver fatto nessuna accademia per poterlo diventare-
Riconosco di essere perplesso. -Asami ma che…-
- E' come con lei, no? E' la tua luna irraggiungibile perché qualcun’altro ci ha piantato la bandiera prima di te-
D'improvviso capisco, travolto come spesso succede dalla gelosia di questa donna. Una donna che non assomiglia ad Hachi.
Forse mi sbaglio.
Asami ha un lato frivolo che riflette pallidamente quello di Hachiko. Eppure, paradossalmente, Asami non pare essere volubile.
Asami dice di amarmi e quando lo fa  sono tentato di crederle. Mi aggrappo a lei per non pensare, invento sentimenti che non esistono e mento. Mento come non ho mai mentito in vita mia. Mento a me e mento a lei.
- Ti giuro che non capisco-
-Ah smettila!- si alza, d'improvviso donna segnata da molti più segni di quanto ne abbia io. - Mi credete tutti una stupida perché vivo mercificando il mio corpo e ho più rossetti che libri ma.. Ma la sai una cosa? Io non sono una stupida, Nobu. Accetto la mia vita e vado avanti senza commiserarmi o nascondermi dietro paraventi egoistici come la maggior parte della gente sta facendo in questo dormitorio-
- Asami..-
-Cosa? Non è forse vero? Quelli da biasimare siete voi nessuno escluso! Ne ho fatti tanti di errori Nobu ma non ho mai preteso di spacciarli per turbe depressive o un  accanimento della vita contro di me. In questo dannato posto siete tutti delle vittime e nessuno osa però farsi una fottuta analisi di coscienza-
Respira con affanno ora. Le guance sono arrossate e conosco  quell'espressione. Ma nonostante i suoi occhi siano lucidi Asami non piange. Asami non si abbandona alla disperazione.
Asami non ha lati oscuri.
Asami non è come me.
E' questa improvvisa consapevolezza ad ammutolirmi. Scoprire che non posso ribattere, che non ho barricate di scuse dietro le quali nascondermi.
Avrei potuto combattere per riavere Hachiko ma non l'ho fatto.
Avrei potuto impormi per sapere se il bambino è mio ma la paura  di saperlo me l'ha impedito.
Sputo veleno contro un uomo che in vero mi ha tolto il fardello di una vita che non ho idea se sarei stato in grado di gestire.
Sono un ipocrita. E sì, anche un egoista.
- Mi dispiace- lo sussurro. A lei, forse anche ad Hachiko e a me stesso. Sono stato io il primo a toglierci ogni possibilità.
Mi dispiace.
Mi dispiace davvero. Ma nonostante questo non ho il coraggio per cambiare le cose.

 

  
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