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Autore: Tuna_salad    11/04/2014    1 recensioni
vi siete mai chiesti cosa è successo in quei 19 anni? come Neville sia diventato professore? avete mai immaginato il matrimonio di Harry e Ginny? la reazione di Ron nello scoprire che sarebbe diventato padre?
Ecco, io qualche volta ci ho pensato....Bhè forse più di una volta....ok, forse parecchie volte. Mi diverto ancora oggi a fantasticare su questa saga e spero che i miei personalissimi "film mentali" possano piacere anche a voi!
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Era appena scesa in cucina per fare colazione, quando una civetta ancora mezza addormentata, si posò sul tavolo della cucina. Legata alla zampa destra, un piccolo rotolo di pergamena, legato da un elegante nastro rosso. Prima ancora che la curiosità riuscisse a far breccia nella sua mente, ancora annebbiata, sua madre intercettò l'animale.

“ oh, Ginny cara, buongiorno” - la salutò, alzando appena gli occhi dal foglio. La ragazza osservò per un minuto le reazioni della madre. Anche se ormai era tutto finito, le cattive notizie sembravano non volersi arrendere a quel nuovo mondo di pace e serenità. La signora Weasley assunse dapprima un'espressione sorpresa, poi preoccupata, poi scandalizzata e infine si aprì in un sorriso come non faceva da parecchie settimane.

“ novità?” si azzardò a chiedere.

“ ottime, ottime”- le rispose continuando a sorridere – sembra che da gennaio tu possa finalmente tornare a scuola!” aggiunse.

Il cucchiaio le cadde di mano, con un tonfo. Guardò sua madre, non vedendo altro che una macchia rossa e marrone.

Evitò accuratamente di incrociare i suoi occhi, nel panico. Si rivide, nello spazio di un millisecondo, con la divisa della scuola, a salutare la sua famiglia dal treno in partenza. Solo che questa volta, fermo alla banchina, ci sarebbe stato anche lui. Lui, che non avrebbe avuto modo di incontrare per chissà quante settimane. Lui, che aveva visto la morte ed era tornato, da lei. No, tutto questo non poteva essere reale, non poteva essere giusto.

“ in che senso?” chiese alla madre.

“ nel senso che la scuola è finalmente agibile e tu devi ancora frequentare l'ultimo anno” le rispose sua madre. Il sopracciglio alzato, in attesa dell'inevitabile reazione della figlia.

“ ma è assurdo” sbottò infatti, ancor prima che la signora Weasley finisse di parlare.

“ no, non lo è. A gennaio salirai sul treno e a giugno di diplomerai signorina. Cascasse il mondo, almeno tu ti diplomerai”- disse, agitando in aria il cucchiaio di legno con cui stava cucinando.

Aveva usato lo stesso tono con cui un giorno si e l'altro pure, sequestrava quegli esperimenti di Fred e George che riteneva troppo bislacchi o pericolosi da tenere in casa. Era quel tono che usava quando non ammetteva repliche, quel tono che significava “ sarà così perché deve essere così, fine” indipendentemente dalla quantità di obiezioni, critiche, insulti o lamenti i suoi figli potessero rivolgerle.

Ginny si alzò di scatto, furiosa.. In quel suo essere testarda e ostinata, aveva sicuramente preso da sua madre. Quella discussione non era finita. No, non era finita proprio per niente.

 

 

 

“Voglio fare l'amore con Harry”, aveva esclamato così, senza preavviso,una mattina circa 2 settimane prima di Natale. Avevano appena di addobbare il piccolo abete che il signor Weasley era riuscito a procurarsi giusto la sera prima.

“ Che??” le rispose Hermione, rischiando seriamente di ustionarsi con la cioccolata che stava bevendo.

“ voglio fare l'amore con lui. Prima di partire” aveva ripetuto Ginny. Era arrossita leggermente, ma a parte questo, l'espressione sul suo viso era seria e risoluta.

“ e perché lo vieni a dire a me, scusa?” indagò Hermione. Più che un cattivo presentimento, una certezza.

“ perché ho bisogno del tuo aiuto, naturalmente” le rispose Ginny con un sorriso beffardo. “e forse- ma chi lo sa, visto che frequenti quel babbeo di mio fratello -forse tu, un giorno, avrai bisogno del mio” aggiunse pungente. Una frecciatina gratuita e chiaramente ricattatoria.

Hermione sospirò rumorosamente. “ suppongo tu abbia un piano....”

 

 

Con l'annuncio della lieta novella, l'arrivo del figlio di Bill e Fleur, fu sempre più facile sfuggire al radar della signora Weasley. Il soggiorno sembrava invaso da gomitoli di lana di ogni colore, anche alcuni fra i più brutti e inconsueti, che venivano lavorati ad un ritmo incessante. La signora Weasley aveva letteralmente perso la testa in una nuvola di babbucce e bavaglini, tutine e improponibili berretti con tanto di pon -pon. Il vero problema, per cui nemmeno Hermione aveva soluzione, era quel formidabile orologio, che indicava, con quella precisione che solo la magia poteva dare, dove fossero tutti in ogni momento. In qualunque modo provassero a mettere la questione, il problema rimaneva sempre lo stesso: come ingannare quel fastidioso,vecchio quanto infallibile,controllore?

“ lo vorrei rompere” disse un giorno Ginny, mentre fissava quell'aggeggio appeso alla parete del soggiorno. La sua non era tanto una proposta, o una possibile soluzione, quanto piuttosto un desiderio di vendetta, un anelito di distruzione che cresceva giorno dopo giorno, insieme alla sua frustrazione.

“ non ci riusciresti” la avvertì Hermione, con quel tono da “ è un dato di fatto” che usava sempre a scuola e che le dava sui nervi.

“ lo so che non ci riuscirei” rispose stizzita, senza confessare che, in effetti, nell'ultima settimana ci aveva provato più di una volta.

“mmmm- si lasciò sfuggire Hermione, mentre girava le pagine di un vecchio libro con la copertina in pelle nera – forse....”

“ forse che?” chiese la rossa, controllando rapidamente che non ci fossero orecchie estensibili in vista.

“bhè, è chiaro che non possiamo liberarcene – disse, di nuovo con quel tono saccente – o almeno non da sole- precisò, mentre un sorriso le arricciava gli angoli della bocca. Quindi faremo in modo che sia tua madre a farlo per noi”

“ Hermione.. sei forse impazzita all'improvviso?” sbottò Ginny, al limite della sopportazione.

“Quando fai così sei tale e quale a tuo fratello! Irascibile, impaziente e …e....” esplose per un attimo, per poi riprendere un minimo di autocontrollo. “ imago fallax “ disse, facendo comparire una nuvoletta di fumo biancastro e poi muovendola, con la bacchetta, fino a coprire il quadrante dell'orologio. A prima vista sembrava tutto come sempre, ma ben presto Ginny si accorse che le facce dei suoi fratelli erano tutte nel posto sbagliato, e continuavano a cambiare, scambiandosi di posto senza una regola apparente” in una sorta del gioco delle sedie senza fine.

“ecco.- disse Hermione, approfittando dell'espressione sbalordita di Ginny – è un semplice incantesimo confundus, ma se nessuno ci farà particolarmente attenzione, dovrebbe servire allo scopo”.

Ginny era ancora incredula. “ Andiamo” disse Hermione, sbattendo le mani davanti alla sua faccia.

“ eh? - rispose come risvegliandosi da un sogno a occhi aperti - andiamo dove?”

“ A fare shopping ovviamente”.

 

 

Strap. Strap.

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH- urlò a squarciagola. Per fortuna erano sole in casa. Come ogni martedì mattina, i suoi genitori erano a lavoro. Per loro fortuna, in Australia i dentisti erano ancora più ricercati che in Inghilterra.

“shh”- le disse Hermione con tono secco, leggermente infastidita- “ l'hai voluto tu! Non è che mio mi stia divertendo” .

“ ma questa cosa è una barbarie” - le aveva ringhiato contro.

“ sono d'accordo, anzi – continuò Hermione – tutte le donne del mondo sono d'accordo”

In quel momento, stesa a pancia all'aria sul letto di Hermione, non riusciva proprio a ricordare perché, con tutti gli incantesimi a loro disposizione, avesse tanto insistito per farlo alla maniera dei babbani. Forse per vanità, alla ricerca di quella bellezza estetica, di cui sentiva il bisogno viscerale in quel momento della sua vita, e di conseguenza della sicurezza totale circa il proprio corpo e la propria sensualità. Eppure, non credeva possibile che le donne babbane si sottoponessero volontariamente a quella tortura. Se non fosse stato per il suo orgoglio e il desiderio di non darla vinta ad Hermione, se ne sarebbe andata da un pezzo.

In uno spasmo di dolore, si accorse di aver tirato un calcio dritto sullo sterno della sua carnefice.

“ ora basta” sbraitò Hermione, evidentemente al limite della sopportazione. Con un movimento fluido e rapidissimo, estrasse la sua bacchetta dalla tasca posteriore dei jeans. Le sentì chiaramente pronunciare “Petrificus totalus”, poi, il nulla.

 

 

 

“Bleah. Questa roba sembra davvero disgustosa” sentenziò Ginny. Il pentolone gorgogliava minaccioso nella piccola cantina a casa di Hermione. Un odore nauseabondo, un misto di carne bruciata e ammoniaca impregnava le pareti.

“ togli pure il sembra” replicò Hermione. “ la pozione polisucco ha un sapore veramente orribile. Ma tanto è inutile che fai quella faccia disgustata, avrai modo di scoprirlo da sola” aggiunse guardando Ginny, un pizzico di perfidia nella voce.

“ che vuoi dire, scusa?” chiese la rossa, improvvisamente in allarme.

“ credo sia il caso di apportare una piccola modifica al piano. Faremo un doppio-scambio” - disse.- “ sarebbe tutto più semplice se tu tornassi a casa con le mie sembianze. Usciremo in giardino con una scusa e ci scambieremo di nuovo” concluse.

“ fammi capire. Tu prendi la pozione e diventi me per la notte e il giorno successivo. Poi io torno a casa, facendo finta di essere te. Poi io e te, tu come me e io come te prendiamo di nuovo la pozione per tornare di nuovo te e me” disse Ginny, un sopracciglio alzato e le braccia incrociate sul petto.

“ se lo dici così lo fai sembrare più complicato di quello che è” sbottò Hermione.

“ è molto più che complicato” - disse Ginny. - E' assolutamente geniale”.

 

 

 

Ancora una volta, avevano passato il pomeriggio e la sera a Grimmauld Place. Ormai era tutto pronto e quel pensiero non le dava tregua. Si insinuava in ogni battuta di spirito, ad ogni minimo sfiorarsi. Lo guardava camminare per casa, piegarsi per raccogliere qualcosa da terra, scherzare con Ron. Niente di più normale, se non fosse stato per quel costante capogiro e per il rumore assordante del proprio cuore nelle orecchie. Era tutto pronto, lei, era pronta. Si voltò verso Hermione, nella speranza che lei e solo lei, potesse dare un significato a quelle sue mani tremanti sotto il tavolo e a quel rossore che sentiva sul viso. Ma Hermione, dopo che il mondo intero l'aveva acclamata per la sua prontezza di spirito e di cervello, quella sera sembrava completamente scollegata. Alla fine fu costretta a darle un piccolo calcio sugli stinchi anche solo per richiamarne l'attenzione.

“ ehm...allora io vado”- si congedò Hermione.

“come? Di già?” disse Ron.

“ beh sapete com'è...l'Australia, la scuola, la scuola, L'Australia”- balbettò guardando Ginny. D'un tratto si fece paonazza. Era talmente agitata che, alzandosi, andò a sbattere contro lo spigolo del tavolo da pranzo.

Si trattene miracolosamente dall'alzarsi e strozzarla, così, su due piedi. Ma alla fine l'eccitazione ebbe la meglio sul nervosismo. Harry li accompagnò al solito lampione che usavano come “stazione”, come l'aveva ribattezzato Ron. Non riuscì a trattenersi e sommessamente, sperando che solo lui lo notasse, mormorò “aspettami qui”.

In pochi millesimi di secondo, il buio l'assalì, così denso da impedirle persino di respirare. Quando riaprì gli occhi si trovò davanti il giardino della Tana. Ron e Hermione erano già qualche passo avanti, quando il fratello si voltò verso di lei, che nel frattempo si era tesa a terra.

“ tutto bene?” le urlò.

“ si, tutto bene- gli rispose – credo di essermi slogata la caviglia però” aggiunse, così come avevano concordato.

Prima ancora che Ron potesse registrare mentalmente la situazione, Hermione lo baciò dolcemente.

“ non ti preoccupare, vado io. - gli disse allontanandosi – tu rientra in casa, tanto noi ci vediamo domani” e così facendo, si avviò a passo svelto verso Ginny. Fin qui tutto tranquillo, pensò.

Le due ragazze restarono ferme per qualche minuto, in attesa, poi, Hermione estrasse dalla sua borsetta, una boccetta ormai ben troppo familiare.

“ vai” le disse mentre le strappava una piccola ciocca di capelli rossi. E lei non se lo fece ripetere due volte, scomparendo con un crack, mentre il suo doppione prendeva vita.

 

 

 

 

Angolo dell'autrice: mi dispiace di averci messo così tanto per questo capitolo, ma non è stato facile. Temo di aver mirato troppo in alto per le mie abilità, ma spero che vi piaccia comunque....

Dunque, è chiaro ora il ruolo della nostra cara pozioncina? Alla fine credo di aver solo estremizzato un po' il concetto di avere una amica che “ti copre”, per farti stare col tuo ragazzo.

Credo che gli aggiornamenti da ora in poi saranno come minimo settimanali, un po' per mancanza di tempo, un po' perché non so ancora bene quale, delle tante idee che mi vengono durante il viaggio in treno di 1 ora ogni giorno, mettere nero su bianco. Voi avete suggerimenti? Che ne direste se Ginny venisse scelta per giocare a Quidditch da professionista? E se Ron diventasse un giornalista? O magari un netturbino part-time? O ancora e ancora e ancora....Alla prossima!

  
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