CAP
2: CONTINUA A GUARDARE SEMPRE E SOLO ME!
La
mattina trascorse tra i vari professori che
presentavano noiosissimi programmi, compagni che tentavo di fare
amicizia e
velocissimi cambi dell’ora. Per fortuna avevo il banco vicino
alla finestra,
così potevo guardare fuori quando volevo…e
abbandonare con la mente quell’aula
soffocante.
Non
appena la campanella del pranzo suonò il
bellissimo ragazzo dai capelli argentei mi venne vicino. Non era molto
alto…ma
questo non gli impediva di lasciare a bocca aperta tutte le ragazze
della
classe.
“Ciao!”
esordì con un meraviglioso sorriso
“C-ciao!”
balbettai goffamente mentre arrossivo
guardando quegli insoliti occhi del colore del cielo
“Sbaglio
o io e te siamo gli unici a non avere il
cestino del pranzo?”
“Che?”
risposi goffa ancora estasiata di fronte a
tanta bellezza
“Il
pranzo…che ne dici di cercare assieme il chiosco
dei panini. Non ho la minima idea di dove si trovi!”
“Ok!
Però nemmeno io ne ho idea…vorrà dire
che lo
cercheremo assieme!” gli risposi tentando di sfoderare uno
dei miei soliti
sorrisi che scioglievano chiunque
Lui
rispose al sorriso.
“Piacere
io sono Shinichi Okazaki ma dato che odio
le formalità chiamami pure Shin” mi disse
porgendomi la mano
“Risa
Terashima…ma chiamami semplicemente Risa!” e
presi quell’ossuto ma sicuro arto che mi stava porgendo.
A
differenza del suo aspetto era un gran
chiacchierone. Aveva una voce infantile ma sensuale…ne
rimasi davvero
estasiata. In poco tempo riuscimmo a trovare il chiosco dei panini e ci
mettemmo seduti in terrazza a mangiare
“E
così prima frequentavi una scuola per sole
ragazze…deve essere stata una vera rottura!” fece
lui mentre si accendeva una
sigaretta
“Ma
tu fumi?” urlai mentre lo guardavo sconcertata.
Lui scoppiò in una meravigliosa risata. Rimasi a guardarlo
in silenzio…era
diverso dal principe azzurro che mi ero creata nella mia
testa…anzi quel
ragazzo sembrava tutto fuorchè un principe, ma andava bene
così…
“Eh,
il tuo ragazzo non si arrabbierà a vederti con
un altro?”
“Il
mio ragazzo?”
“Ma
si, il biondino con cui questa mattina guardavi
le classi…”
“Ma
quello è Nobu, mio fratello!” gli risposi
ridendo
“Beh…un
ragazzo ce lo avrai…sei carina!”
Arrossì,
proprio uno come lui, veniva a dirmi che
ero carina? Tra una chiacchiera e l’altra non ci accorgemmo
del tempo che passò
veloce come il vento e scivolava tra i nostri capelli e le nostre
parole
azzerando sempre di più la distanza che c’era tra
noi.
Mentre
sempre più tediati dall’infinita giornata di
scuola, camminavamo per recarci in aula, mi venne spontaneo chiedergli:
“Ma
perché oggi sei venuto a parlare proprio a me?”
Lui
continuò a camminare e senza guardarmi rispose
alla mia domanda: “Beh…appena ti ho visto hai
attirato subito. Insomma oggi
mentre eri vicino a tuo fratello sorridevi come una normalissima
ragazza…ma in
classe guardavi gli altri in modo freddo e distaccato, come se in
qualche modo
ti sentissi superiore a loro. Quella doppia personalità mi
incuriosì, così
durante l’ora, quando ti sorpresi ad
osservarmi…beh ho pensato che ne valeva la
pena conoscerti”
Rimasi
senza parole. La mamma me lo diceva in
continuazione…se non stavo vicino a Nobu tenevo il
broncio…ma non credevo che
Shin con un semplice sguardo riuscisse a capirmi così a
fondo…
Come
ero solita fare nel pomeriggio, aiutavo sempre
mia madre nella gestione della pensione. A differenza di mio fratello
che
odiava tutto quello che era collegato all’attività
di famiglia a me piaceva
molto occuparmi del nostro piccolo albergo. Mi piaceva vedere le
persone che se
ne andavano con il sorriso sulle labbra e il volto
disteso…inoltre adoravo il
profumo di sapone e pulito
A
fatica salii le scale per raggiungere la camera di
mio fratello e consegnarli la biancheria appena stirata. Come era mio
solito
entrai senza bussare e rimasi un po’ stupefatta e imbarazzata
quando mi accorsi
che non era solo. Assieme a lui c’era Nana, una sua vecchia
amica e cantante
della band in cui Nobu suonava e altri due ragazzi che era la prima
volta che
vedevo ma che molto probabilmente sarebbero dovuti essere gli altri
componenti
del gruppo
Arrossì
“Ti ho portato le tue cose…sono pulite e
stirate” ostentai indifferenza mentre posavo il cesto a terra
Lui
scattò in piedi e al settimo cielo mi disse:
“Abbiamo anche scelto il nome della band! Black
Stones… che ne dici? Un nome
che fa effetto, no?”
Nel
vedere Nobu così felice fui colta da un enorme
tristezza…a me sembrava che lui non sorridesse
così calorosamente quando era
con me. Ma da brava bambina ben educata sfoderai un bel sorriso falso e
mi
complimentai con tutti e quattro. Nobu mi conosceva troppo bene e
sapeva che
quella mia piccola sceneggiata sarebbe stata seguita da un mio lungo
broncio.
“Ah
Risa ti presento Ren il ragazzo di Nana e Yasu
il nostro batterista”
Mi
presentai con un inchino, come mi era stato
insegnato da sempre, forse al tempo esagerai anche un pò.
Anche
quei due ragazzi erano illuminati da una
qualche strana luce. Una luce che me non toccava nemmeno in
lontananza…mi
sentii di troppo e con la scusa di dovermi occupare di altre faccende
li
salutai e me ne andai.
La
cena andò come al solito. Il papà si lamentava di
Nobu che a parte suonare la sua chitarra non faceva nulla per la
pensione e la
mamma che mi rimproverava di togliere i polsi dal
tavolo…tutto nella normalità.
Dopo
cena decisi di godermi ancora quei caldi
tramonti che tra breve ci sarebbero stati portati via
dall’autunno. Mi sedetti
sull’ altalena che avevamo in giardino e guardai il cielo
vermiglio. Quando ero
piccola, mi ricordo, che stressai parecchio il papà
affinché mi costruisse
quell’altalena...e come ogni cosa che chiedevo, non riuscendo
a dirmi di no,
ottenni anche quello…e il mio ennesimo capriccio fu
soddisfatto
“Hei..che
fai qui? Sta per iniziare il nostro
telefilm preferito…non vieni a vederlo?” non avevo
bisogno di girarmi verso la
voce…sapevo già chi fosse
“No,
non ne ho voglia. Guardatelo da solo Nobu!” gli
risposi secca
Allora
lui da dietro mi diede una piccola spinta e
la giostra cominciò a fare su e giù. Rimasi in
silenzio…non volevo dargliela
vinta e ovviamente lui non era tipo da cedere così facilmente
“Su
avanti…dimmi che hai!” sbuffò mentre si
sedeva
sull’altalena affianco alla mia. Lo guardai…era
bello, come sempre..anzi forse
più bello…si era appena fatto la doccia e il
capelli bagnati li cadevano sulla
fronte…li preferivo quando erano così semplici,
piuttosto che impiastricciati
di gel.
“Io
non ho proprio nulla…”
“E
allora perché mi tieni il broncio?” mi disse
ridendo
Fermai
l’altalena piantando i piedi a terra…tanto
valeva dirglielo: “Mi sembra che con la storia della band tu
ti stia
allontanando da me…”
“Ma
come fai a dire una cosa del genere?”
“La
musica sembra la tua unica ragione di vita…”
frignai nella speranza che lui negasse
“Ma
che scema…se non ricordo male, a chi ho dedicato
il primo brano che ho composto?”
Già,
lo aveva dedicato a me…
Arrossii,
ero proprio una sciocca…ma non avevo
intenzione di cedere…volevo che lui mi porgesse le sue
attenzioni ancora per un
po’
“E
allora che mi dici di quando diventerete famosi?
Di certo te ne andrai da questa stupida cittadina…”
“Ah
ah ah famosi, ma non farmi ridere…ne abbiamo di
strada…e comunque, anche se un giorno raggiungessimo il
successo, credi davvero
che me ne andrei lasciandoti qui? Ti porterei via con me
Risa!”
Feci
un mezzo sorriso arrossendo ancora di più. Si,
quelle parole erano proprio del mio perfetto fratello e mi facevano
ricordare
perché lo adorassi così tanto. Mi alzai e mi posi
davanti a lui
“Tu
dici parole troppo belle e sincere…con una
leggerezza tale…che fai innamorare le ragazze di te senza
nemmeno
accorgertene!” lo dissi quasi rimproverandolo
“Risa…tra
tutti i miei amici, io sono quello che ha
meno successo con le donne!” mi rispose un po’
rammaricato
“Beh…io
ne sono felice…ma tanto so che non è la
verità!”
“Non
è possibile avermi tutto per te!” mi rispose
scherzando..lo sapevo…lui non era di mia
proprietà…e il mio terrore più grande
era che prima o poi avrebbe trovato la ragazza che gli avrebbe fatto
perdere la
testa…
“Risa…il
mio sogno più grande…adesso è suonare
la
chitarra accompagnando la voce di Nana mentre tu sei davanti a me che
mi guardi
con occhi sognati!”
“
è perché dici frase di questo tipo che il cuore
delle ragazze batte forte in tua presenza! Sia ben chiaro, queste frasi
melodrammatiche non si addicono ad un ragazzo bassetto, mingherlino e
biondo
finto!” e così dicendo gli feci la linguaccia e
corsi via
Lui
scattò in piedi per rincorrermi…
All’epoca
il mio desiderio più grande non era
trovarmi un fidanzato…
…ma
che Nobu continuasse a guardare solo
me…eccezione fatta per la sua chitarra…
Anche
se non mi sembra che la ff abbia riscosso un
così grande successo…io pubblico anche il secondo
cap! ^^ spero che vi sia
piaciuto! Ringrazio tutti quelli che l’hanno letta ma in
particolar modo coloro
che hanno recensito…ovvero Oresama e Daygum