Vedere un mondo
in un granello di sabbia
e un paradiso in
un fiore selvatico,
tenere
l’infinito nel palmo della mano
e
l’eternità in un’ora.
(William
Blake)
IL
GIOCO SI FA DURO!
Una
soluzione.
Era
l’unica cosa che cercavo in quel momento.
Sentivo
svariati tipi di emozioni in corpo: dalla frustrazione alla
rabbia, dal pentimento allo struggimento, ma più fra tutti
sentivo il senso di
colpa.
Senso
di colpa perché a causa della mia imprudenza mio fratello e
Hermione erano diventati due fantocci mielosi e, come se non bastasse,
adesso
rischiavano di rimanere tali per sempre.
Senso
di colpa perché avevo trascinato in questa mia follia anche
il
povero Harry che non centrava niente, poiché
quest’idea-per meglio dire pazzia!-era
tutta opera della mia testa picchiata e
demenziale.
Senso
di colpa perché, probabilmente, dopo
quest’avvenimento quando-e
soprattutto SE!-saremmo riusciti a
somministrare l’antidoto ai due, questi si allontaneranno
ancora di più,
imbarazzati all’idea di cosa potesse essere successo di
mieloso o
peggio….depravato tra di loro!
Mi
sedetti meglio sul letto della mia camera, deglutendo a fatica.
I
passi di Harry risuonavano nel silenzio tombale in cui questa era
caduta, mentre il giovane continuava a camminare avanti e indietro per
la
stanza con le mani incrociate dietro la schiena e il cipiglio profondo
e
pensieroso.
Continuai
a guardare la superficie della scrivania posta vicino
l’adiacente parete, la cui superficie era ormai ben delineata
nella mia mente,
siccome non avevo fatto altro che guardarla fino a quel momento.
Mi
massaggiai le tempie quando queste iniziarono a pulsare dolorosamente
per il troppo riflettere ma m’imposi di ignorarle continuando
a pensare a una
possibile soluzione al mio problema.
E’
il minimo che
possa fare…
Quella
frase si ripeteva nella mia mente come un mantra, mentre una
morsa dolorosa mi attanagliò lo stomaco quando i sensi di
colpa fecero
impudicamente capolino nella mia mente.
Sentii
i passi di Harry smettere di infrangere il silenzio della
stanza, al che alzai lo sguardo in sua direzione.
-Gin,
c’è poco che possiamo fare: potremo provare a
ricavare da soli
l’antidoto…oppure parlarne con i professori
e…-
-NO!-
Fermai
quella sua impensabile ipotesi dal nascere.
Non
potevamo parlare con i professori o ci avrebbero come minimo
espulso!
Non
potevo sopportare l’idea di far espellere Harry a causa mia.
Se
l’Amortentia fosse stata preparata solo dalla sottoscritta, a
quest’ora io mi troverei nell’ufficio di Silente,
spiegando la situazione ai
professori senza rimpianti o pentimenti perché era la cosa
giusta da fare.
Ma
la realtà era ben diversa: anche il povero Harry faceva
parte di
questo mio progetto e non potevo realizzare la sua espulsione per una
mia
mancanza.
-Gin,
è l’unica cosa che possiamo fare! Potremmo provare
a ricavare
l’antidoto ma, se le parole di Lumacorno sono vere, ci sono
pochissime
possibilità della riuscita di questa pozione ed io non me la
sento di rischiare
di nuovo…-
In
effetti, le parole di Harry erano vere: neanche io me la sentivo di
rischiare, non dopo il gran pasticcio causato dalla sottoscritta con
gli
ingredienti.
Con
la mente
picchiata che mi ritrovo, potrei benissimo sbagliare di nuovo gli
elementi
creando-al posto dell’antidoto- una bevanda balbettante,
oppure del distillato
della morte vivente!
Pensai
tra me, mentre lo stomaco mi si chiudeva al solo pensiero.
A
questo punto le possibilità di scelta si riducono ad una
sola…chiedere aiuto all’unico alunno in tutta
Hogwarts capace di ricavare
l’elisir: Draco
Malfoy.
Avevo
cercato un’altra soluzione al mio problema solo ed
esclusivamente per evitare di chiedere aiuto all’essere
più ignobile e perfido
di tutta la scuola.
Non
mi sentivo ancora in grado di sostenere un confronto con lui.
Molte
volte il mio subconscio si era chiesto il motivo di tale stato
d’animo, ma alla fine l’unica risposta plausibile-e, a mio parere, anche l’unica credibile-
era la seguente: provavo
un senso di gratitudine nei suoi confronti nato dalla ronda al Lago
Nero,
poiché lui mi aveva, in un certo senso,
“salvata” dalla piovra.
Si!
Era l’unica giustificazione ragionevole.
Come
puoi essere
così egoista?! I tuoi amici potrebbero passare dei guai
seri, il tutto per
colpa tua…e tu ti rifiuti di procurarti l’antidoto
solo per uno stupido
confronto con l’uomo che te lo fornisce?!
Mi
chiese una vocina impertinente nella mia mente, ma la cosa davvero
inaccettabile era la veridicità di quelle parole.
Che
razza di
persona sono?!
Mi
chiesi, salvo poi prendere una decisione.
Avrei
messo da parte i miei dubbi e le mie insicurezze legate al
furetto, e avrei ottenuto da lui l’antidoto, con le buone o
con le cattive.
Non
potevo permettere all’egoismo di prendere il sopravvento in
una
situazione del genere, tanto meno per un mio puerile capriccio quando
l’incolumità dei miei amici era a rischio.
Guardai
l’orologio affisso alla parete e gemetti sorpresa quando
notai
l’ora: le 16:00.
Le
lezioni pomeridiane sarebbero terminate tra un’ora e gli
studenti
Grifondoro, una volta tornati nella Sala Comune, avrebbero
indubbiamente
scoperto, in un modo o nell’altro, del filtro
d’amore: dovevo fare in fretta!
Alzai
lo sguardo in direzione di Harry, guardandolo con uno scintillio
di decisione e fermezza che mai aveva attraversato il mio sguardo.
-Io
so cosa fare Harry, ma mi devi aiutare…potresti farmi ancora
due
favori?-
Il
moro mi guardò con fare scettico, ma quando notò
la risolutezza e
la tenacia che accompagnava quelle parole prese realmente in
considerazione la
mia proposta.
Si
portò le mani ai fianchi e alzò lo sguardo al
cielo, mentre
sbuffava sonoramente, per poi tornare a guardarmi con le sopracciglia
inarcate,
facendo un cenno d’assenso con il capo.
-Dovresti
prestarmi il tuo mantello dell’invisibilità e poi
dovresti
badare a Ron e Hermione fino a quando non tornerò con
l’antidoto!-
A
quelle parole vidi il giovane boccheggiare, sgranando gli occhi con
un ansito sorpreso che sembrò fuoriuscirgli naturale dalla
giugulare.
Avevo
preso la mia decisione!
Sarei
andata a parlare con Draco Malfoy!
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I
passi degli stivali che indossavo rimbombavano nel silenzio del
corridoio, unico sottofondo da quando avevo iniziato a camminare.
Portai
per l’ennesima volta una mano all’interno della
borsa a
tracolla, sospirando di sollievo solo quando sentii i polpastrelli
sfiorare la
seta morbida del mantello dell’invisibilità datomi
da Harry.
Il
ragazzo in questione aveva tentato non poco di scoprire cosa aveva
escogitato questa volta la mia mente picchiata, ma io non mi ero
lasciata
sfuggire nessuna informazione.
Ero
sicura che se Harry avesse saputo come ma soprattutto CHI mi
avrebbe fornito l’antidoto, non mi avrebbe mai permesso di
idealizzare questa
mia idea, preferendo mille volte la sua espulsione.
Sapevo
per certo che i Serpeverde non avevano lezione quel pomeriggio
e sarebbero sicuramente andati a fare delle passeggiate al lago o in
biblioteca.
Per
mia sfortuna, quasi tutte le serpi erano in tali posti, tranne
quella che cercavo io.
Adesso
rimaneva un solo luogo ove cercare: la Sala Comune
verde-argento.
Mi
fermai quando arrivai di fronte la scala a chiocciola scavata nel
marmo che mi avrebbe condotto nei sotterranei.
Mi
guardai intorno, puntando lo sguardo in ogni possibile
nascondiglio.
Quando
appurai l’assenza di anima viva-o
morta…sapete i fantasmi passano spesso per i corridoi!-estrassi
velocemente il mantello dalla mia borsa e lo indossai frettolosamente.
Iniziai
a scendere le scale in punta di piedi, cercando di fare meno
rumore possibile, per poi svoltare a destra, incamminandomi verso il
quadro del
Barone Sanguinario.
Avevo
scoperto l’anno scorso, per puro caso, qual era il quadro che
nascondeva dietro di se il passaggio per la Sala Comune Serpeverde:
stavo
camminando per conto mio lungo i corridoi e le mie orecchie
registrarono,
involontariamente, il discorso tra due studentesse della casa
verde-argento,
mentre discutevano animatamente, circa la testardaggine e
l’aggressività che
mostrava il Barone Sanguinario ogni volta che qualcuno desiderava
entrare.
Inoltre
sapevo perfettamente la posizione del quadro in questione
siccome, due anni prima a questa parte, il professor Piton mi aveva
dato
appuntamento nel suo ufficio per discutere della mia
“inqualificabile” media in
pozioni.
Io,
però, non ero mai scesa da sola nei sotterranei tranne
quando
dovevo dirigermi nell’aula di pozioni.
Fu
così che mi persi tra i corridoi scavati nella roccia che
altri non
erano se non le fondamenta della scuola stessa; ben presto,
però, arrivai
davanti al quadro del Barone.
Ricordavo
ancora adesso il percorso che avrei dovuto compiere per
arrivare dal ritratto in questione.
L’unica
cosa che ostacolava la riuscita del piano era il non essere a
conoscenza della parola d’ordine.
Dovetti
fare appello a tutto il mio acume e la mia astuzia per
riuscire anche solo a immaginare tale parola, ma la mia mente era
tabula rasa.
Queste
riflessioni erano accompagnate dal rumore che la suola dei miei
stivali produceva quando si scontrava con il duro pavimento di roccia,
provocando un eco assordante.
Ero
così presa dalle mie riflessioni che non mi accorsi di
essere
arrivata davanti al quadro del Barone.
Lo
guardai attentamente, costatando che non era per nulla cambiato
dall’ultima volta: la parrucca settecentesca gli arrivava
fino alle spalle,
riflettendo, anche con la fioca luce prodotta dalle torce, il suo
tipico colore
grigiastro, i baffi erano lunghi e ben curati, le catene, simbolo delle
sue
pene e dell’errore commesso nell’uccidere la Dama
Grigia, arrivavano fino in
terra, mentre lo sguardo perennemente altezzoso e gelido poteva
raggelare la
morte stessa.
Va
bene, Ginny!
E’ il tuo momento! Avanti rifletti…quale potrebbe
essere la parola d’ordine?
Forse…serpenti velenosi? Oppure rivoluzione?
Oppure…sì! Ci sono!!
-Pureblood-
Pronunciai
con voce altisonante, al che il quadro fece una vaga
smorfia di disprezzo ma si staccò, facendo scivolare di lato
l’intera parete di
pietra, consentendomi l’accesso in quella che era la Sala
Comune verde-argento-nel vero senso della
parola!-
Rimasi
incantata dalla struttura di tale ambiente, mentre il mio
sguardo si soffermava minuziosamente su ogni dettaglio: dalle ampie e
strette
vetrate si potevano ammirare creature marine di vario genere, era
arredata con
divani e poltrone di pelle nera, con cinque camini di pietra e con vari
ritratti
e dipinti sopra.
A
est vi era la biblioteca, manoscritti di merlino e libri alchemici
arricchivano gli scaffali.
Un
lungo tavolo abbelliva la camera dove tutti gli studenti vi si
recavano per studiare.
Per
l’accesso ai dormitori vi era una scala a chiocciola in
mogano,
come tutte le rifiniture vi sono serpenti intarsiati nel legno.
In
cima c’era un lungo corridoio dal quale si accedeva al
proprio
dormitorio annuale.
Mi
guardai attentamente attorno, mentre la parete in pietra tornava al
suo posto, sospirando di sollievo quando costatai che
l’intera Sala era
completamente vuota, probabilmente tutti gli studenti stavano svolgendo
diversi
tipi di attività al di fuori della Sala
Comune…tutti tranne uno.
Iniziai
a incamminarmi in direzione del dormitorio dei ragazzi di
sesto anno, con ancora il mantello indosso, fermandomi davanti ad una
porta di
mogano, dove la scritta “PREFETTO M.” faceva bella
mostra di se.
Presi
un respiro profondo, mentre poggiavo la mano tremante sul
pomello della porta, sentendo i battiti del mio cuore aumentare
vertiginosamente.
Aprii
del tutto l’uscio, entrando frettolosamente nella stanza, per
poi richiudermi la porta alle spalle con un lieve tonfo.
Mi
guardai intorno e sgranai gli occhi quando mi resi conto della
grandezza della stanza: era enorme!
Aveva
una forma rettangolare, le pareti erano interamente dipinte di
verde scuro tranne i bordi finali dove dei ghirigori argentati facevano
bella
mostra, c’era un letto a baldacchino a due piazze dalle
coperte verdi e
lenzuola argentate, c’era anche un piccolo balconcino dalla
quale si vedeva la
superficie del Lago Nero, mentre un camino dalla discreta grandezza era
stato
posto nell’angolo.
Maledetto
furetto! Le stanze dei prefetti non sono così grandi e
lussuose!! Sono certa
che è opera dei soldi di suo padre! Le banconote gli escono
dalle orecchie!
Pensai
con stizza, serrando leggermente i pugni lungo i fianchi.
Mi
tolsi il mantello di dosso, guardandomi come un turista che sta
visitando dei luoghi nuovi che, prima di quel momento, aveva visto solo
in
foto.
All’improvviso
sentii il rumore di una porta che si schiudeva, al che
feci la prima cosa che mi venne in mente: nascondermi!
Aprii
velocemente quel piccolo balconcino, per poi richiuderlo dietro
la sottoscritta, mentre mi nascondevo a ridosso della parete, ammirando
di
tanto in tanto la vista che il balcone mi forniva.
Nel
frattempo sentii il rumore della porta chiudersi, mentre dei passi
risuonavano nella stanza.
Mi
sporsi cautamente, cercando di intravedere qualcosa attraverso il
vetro del balconcino, scorgendo quasi subito Draco Malfoy che usciva da
una
porta posta al lato del camino.
La
porta in questione era nascosta dietro il focolare, per questo non
l’avevo vista prima…doveva essere la porta del
bagno.
Ma
tu guarda quel
riccone! Ha anche il bagno personale!
Trasalii
quando Malfoy si voltò in mia direzione, ma mantenne lo
sguardo basso.
Notai
solo in quel momento i suoi capelli bagnati, mentre si asciugava
il collo con un asciugamano e un leggero venticello, proveniente dal
balconcino
semischiuso, gli scuoteva la camicia completamente sbottonata,
lasciandomi
intravede il suo torace scolpito.
Sospirai,
sentendo la gola improvvisamente secca…mai ci fu errore
più
grande perché l’attimo dopo vidi il giovane
sollevare lo sguardo in mia
direzione, probabilmente attirato dal suono del mio sospiro.
Vidi
i suoi occhi sgranarsi, mentre boccheggiava e potevo leggere la
sorpresa e la confusione sul suo volto.
L’attimo
dopo tornò perfettamente posato e controllato, mentre io in
risposta arrossivo come un peperone, desiderando più che mai
un buco sotto i
miei piedi.
Lo
vidi avvicinarsi con passi lenti e calcolati mentre delle ciocche
sbarazzine gli ricadevano sugli occhi rendendolo estremamente
bello…bello come
un angelo…un angelo dannato!
Oh
Merda! Ma che
cazzo sto dicendo?! Devo essere impazzita…
Nel
frattempo il giovane si era avvicinato al balconcino, aprendolo
completamente, mentre sorrideva maliziosamente.
-Ma
tu guarda chi si vede…Weasley…sei certa di voler
finire ad Azkaban
solo per potermi avere tutto per te?-
Mi
chiese con le sopracciglia inarcate e un vago sorriso a incurvargli
le labbra, mentre mi sentii improvvisamente avvampare, ricordandomi
quanto
potesse essere logorante averlo intorno!
-E’
questa la favoletta che ti sei raccontato?...sono lusingata
davvero!-
Gli
risposi con voce che tentai di rendere calma ed equilibrata,
appoggiando anche le mani sui fianchi per rafforzare il concetto: non
volevo sottostare
alla sua figura.
Lo
sentii sogghignare con fare a metà tra il divertito e il
saccente,
per poi tornare a guardarmi con uno scintillio beffardo nello sguardo
di
madreperla.
-Un
giudizio così tronfio è
alquanto retorico ed ipocrita, se fatto da una persona che in questo
momento è
fuori il mio balconcino privato…-
Disse
con fare saccente, mentre alzava il
mento in mia direzione e incrociava le braccia al petto, guardandomi
come se
fossi il più divertente fra tutti i buffoni di corte.
Io
in risposta boccheggiai, arrossendo
lievemente, mentre il sorriso del giovane si accentuò e gli
occhi sembravano
scintillare vittoriosi, per poi alzare un sopracciglio con fare
stoicamente
altezzoso, facendo ricomparire sul suo volto aristocratico il ghigno
trionfante
che gli apparteneva almeno quanto il cognome.
Fu
allora che persi definitivamente le
staffe.
Chi
ti credi di essere, razza di moccioso viziato?!
Pensai
con stizza, mentre cercavo di non
concentrarmi sulla mia vulnerabilità in quel contesto.
-E
levati quel ghigno dalla faccia!-
Sbottai
infine, alquanto irritata da quel
suo savoir-faire che tanto mi logoravo internamente, mentre lo spingevo
leggermente per entrare nella stanza.
Camminai
con passo incerto fino al centro
della camera, mentre il giovane alle mie spalle richiudeva il
balconcino, per
poi seguirmi con passo lento fino a porsi di fronte la sottoscritta.
Ciò
che mi colpì particolarmente in quel
momento fu quanto mi sembrasse incredibilmente alto, quasi un gigante e
quanto
io mi sentissi bambina, insicura e fragile, se in rapporto
all’uomo che adesso
avevo di fronte.
Mi
portai una mano tra i capelli,
riavviandoli, evitando di incontrare il suo sguardo, consapevole che
avrei
dovuto come minimo dargli una spiegazione del perché mi
trovassi fuori il suo
balcone.
-Dovrei
chiederti una cosa…-
Dissi
infine, tornando a guardarlo,
mentre mi portavo le braccia al corpo: sentii improvvisamente freddo.
Il
giovane, dal canto suo, rimase
impassibile, al contrario dei suoi occhi che invece
s’illuminarono di botto,
quasi stesse sorridendo interiormente e gioendo del fatto che io avessi
bisogno
del suo aiuto.
Rimasi
molto turbata da quello sfolgorio,
ma decisi di ignorarlo, smaniando per la risposta da parte del giovane.
-Mmmm…e
perché dovrei ascoltare ciò che
mi devi dire, Weasley?-
Ringhiai
per la frustrazione che quel suo
atteggiamento mi procurava, mentre sentivo i nervi tendersi, quasi fino
a
fuoriuscire da sotto la pelle.
Possibile
che tu non possa proprio fare a meno di questi
giochetti da poppante?!
Pensai
d’istinto e mi morsi la lingua a
sangue per non dare sfogo a tali parole: in fondo io avevo comunque
bisogno del
suo aiuto e insultarlo non sarebbe stata la strada giusta per ottenere
qualcosa
da lui, perciò mi limitai a commentare un...
-Sei
antipatico, Malfoy!-
-Oh
no! Come farò? Nessuno ora vorrà
stare con me!-
Disse
con tono pregno di sarcasmo e una
vocina puerile e infantile a dispetto del ghigno divertito che aveva in
viso,
mentre lo sguardo scintillava di gioia.
Per
un momento pensai che ciò fosse
dovuto al fatto che Malfoy fosse felice di stare con me, ma scacciai
immediatamente
quell’impensabile idea, per poi sciogliere la postura rigida
delle braccia.
-Almeno
so che nessuno mi romperà i
bolidi mentre faccio la doccia…-
Continuò
il biondo, ma per qualche
assurda ragione non m’irritai all’idea di essere
stata definita una “guardona
rompi-scatole”, anzi!
Quello
scambio di battute stava iniziando
a piacermi!
-Che
paroloni, Malfoy! Dovresti
vergognarti!-
Gli
dissi con un’aria fintamente
scandalizzata, mentre in risposta il biondino rise e, per la prima
volta in
vita mia, sentii Draco Malfoy ridere.
Non
di quella risata maligna e derisoria
che riservava dai tempi antichi alla mia famiglia, ma di una risata di
vero e
autentico divertimento.
-Mmm…farò
ammenda dei miei…pervertimenti!-
Rispose
l’attimo dopo con una mano sul
mento, quasi stesse rinvangando le sue straordinarie qualità.
Il
mio sguardo, nel frattempo, cadde
sulla sua camicia aperta, mentre la gola mi si seccò
all’istante quando il suo
torace entrò nel mio campo visivo, costatando che non era
per niente
mingherlino come mi ero immaginata, al contrario!
Era
piuttosto muscoloso!
La
sua carnagione dai riflessi lunari era
messa ulteriormente in risalto dal ciondolo raffigurante una spada
totalmente
argentata, della stessa sfumatura dei suoi occhi, con una pietra-del medesimo colore- e dalla discreta
dimensione, posta ove il manico orizzontale della spada si congiungeva
con la
lama.
Scossi
la testa quando un sogghigno
divertito arrivò ai miei timpani, mentre rialzavo
all’istante il capo,
rendendomi conto di essermi soffermata troppo nel guardare il suo
torace.
-Weasley…evita
di consumarmi, te ne
prego!-
Disse
con voce divertita, mentre io
avvampavo più per la rabbia che per l’imbarazzo.
No!
Questo no! Posso sopportare tutto, ma di certo non
questo!
-Sta
tranquillo furetto, non stavo certo
ammirando il tuo torace piatto, bensì la
suggestività di un avada
kedavra…proprio lì!-dissi
indicando il
lato sinistro del suo torace-dove dovrebbe
esserci il tuo minuscolo cuore-
Proclamai,
calcando sul “dovrebbe” per
rendere più chiaro il concetto.
Lo
sentii ridere, scuotendo leggermente
la testa, lambendosi, in un gesto quasi impulsivo, il labbro con fare
quasi
eccitato, mentre sentivo un brivido intenso lungo la spina dorsale.
-Ti
consiglio di abbottonarti la
camicia…potresti ammalarti..-
Inventai
sul momento…in fondo non potevo
certo dirgli “abbottonati la camicia
o
non riuscirò a ponderare un discorso completo con la gola
secca che mi ritrovo”.
Il
giovane, però, sembrò carpire il reale
motivo di quella richiesta, infatti, mentre si abbottonava la camicia,
proclamò:
-E’
normale che i tuoi ormoni ruggiscano
alla mia vista…d’altronde sono molto bello, sexy,
seducente, affascinante e…-
-Modesto
anche…-
Conclusi
io per lui, mentre lo guardavo
con le sopracciglia inarcate, le braccia incrociate al petto e una
smorfia di
disprezzo che mi fece arricciare il naso, mentre lo guardavo quasi
indignata.
-E
sono un amante focoso!-
Finì
come se non l’avessi mai interrotto,
al che sentii un verso a metà tra lo scherno e
l’indignato fuoriuscirmi dalle
labbra.
-Ne
dubito seriamente!-
Mi
sentii dire con voce altezzosa e
tagliente.
Questa
volta il verso di scherno
fuoriuscì dalle sue labbra mentre si avvicinava
pericolosamente a me.
-Piccola
peste!-
Disse
quando ormai la distanza tra noi si
era completamente estinta, al che poggiai le mani sul suo petto,
fermandolo,
quando il mio principale obiettivo fece capricciosamente capolino nella
mia
mente.
-Malfoy...
adesso basta…ho bisogno del
tuo aiuto!-
Proclamai
con voce che mi uscì calma e
naturale, al contrario del mio orgoglio che invece avrebbe ridotto la
mia voce a
un sussurro nervoso.
-Cosa
c’è? Il tuo ragazzo non è bravo a
letto e sei venuta a vedere un professionista?-
Mi
disse, ammiccando, mentre le sue
braccia mi avvolgevano la schiena, attirandomi a se.
Io,
dal mio canto, rimasi immobile tra le
sue braccia come una bambola di pezza, non tanto per lo shock del suo
gesto,
bensì per il suo sguardo di madreperla.
I
suoi occhi dal naturale colore del
ghiaccio sembrarono avvolgersi di una fiammata improvvisa, divampando
violenta e
inarrestabile, scurendole e ispessendone l’iride, mentre
restavo senza fiato,
incapace di muovere un arto o un muscolo, sentendo un roco gemito
uscirmi dalle
labbra.
Il
giovane interpretò il mio silenzio
come una risposta affermativa alla sua domanda e mi strinse
maggiormente a se.
-
Una
volta tanto hai perso il vizio di usare quella linguaccia per scopi
inappropriati-
Commentò
suadente e soddisfatto, mentre
aggrottavo le sopracciglia, ribollendo di rabbia.
-Tu
la usi in modo lecito?-
Domandai
sferzante, al che lo vidi
sorridere in modo ancora più suadente.
Trasalii
con un gemito, quando sentii le
sue dita spingermi sul letto, mentre lui si distendeva su di me e
sentii il mio
corpo tremare mentre una violenta cascata di brividi caldi e freddi mi
scosse
la spina dorsale, inducendomi a inarcarla.
Una
parte remota di me si chiese per
quale motivo la vicinanza di Malfoy scaturisse dei brividi
così profondi.
-Non
ci metterò molto a dimostrartelo-
Sussurrò
con voce roca, mentre sentivo le
mie gambe immobilizzarsi e con un gemito strozzato, lo vidi abbassare
lo sguardo,
cercando la mia mano con la sua, accostandosi.
-No-
Quella
parola fu pronunciata in un soffio di voce appena percepibile,
mentre mi scostavo da lui, alzandomi in piedi, guardandolo leggermente
intontita da quei profondi brividi che ancora mi scuotevano il corpo.
-Sta
lontano…-
Commentai
con voce che avrei voluto apparisse autoritaria e secca ma
fu un bisbiglio appena percepibile.
Sorrise
ancora più suadente, quasi ammiccante, mentre lo scintillio
dello sguardo era ancora animato, ben percepibile malgrado le luci
tenue della
stanza.
-Prima
volta che lo sento dire da una donna-
Sogghignò.
Mi
scostai di un altro passo e questo sembrò far scintillare
maggiormente il suo sguardo e quel sorriso tracotante.
-Adesso
vedi di tacere…non sono qui per i tuoi deplorevoli
exploit sessuali, bensì perché ho
bisogno delle tue
capacità di pozionista…puoi preparare
l’antidoto dell’Amortentia?-
Gli
chiesi, abbassando lo sguardo, non avendo il coraggio di
guardarlo.
Sentii
il letto cigolare, da che capii che si era alzato.
-E
per quale motivo dovrei farlo?-
Mi
disse con voce strascicata e annoiata, mentre affondava le mani
nelle tasche.
-Questi
non sono affari tuoi…ma ti giuro che è
urgente…puoi farlo?-
Gli
chiesi, guardandolo dritto negli occhi, mentre estinguevo la
distanza tra noi, stando attenda a utilizzare un tono quasi
supplichevole,
malgrado il tono iniziale.
-No,
credo proprio che non mi disturberò…-
Disse
infine, al che mi sentii quasi morire.
-Andiamo,
cosa ci perdi?...Dracuccio…-
Sbaglio
o era più
o meno questo che gongolava Pansy quando parlava di lui o con lui?
Evidentemente
sì, perché, infatti, la sua espressione
diventò leggermente
furiosa ed io cominciai a pensare che scappare non era una brutta
idea...
-Come
hai detto scusa?-
-
Io ho parlato chiaramente e tu non sei sordo...Dracuccio...-
Aggiungo.
-Weasley…-
-Tesoruccio…-
-…giuro
che io…-
-…amoruccio…-
-…dacci
un taglio o...-
-…piccoluccio…-
-Giuro
che questa me la paghi, piccola vipera...-
Proclamò
con tono rabbioso mentre contraeva la mascella per la rabbia.
-Ma
perché? Non lo trovi così dolce? A me fa venire
la pelle d'oca...e
poi queste non erano le parole della tua dolce innamorata?!-
Gli
chiesi, sentendo un sapore amaro sul palato quando feci
riferimento a quell’oca giuliva della Parkinson.
-Aspetta
che ti prenda e ti faccio vedere io...-
Disse
mentre si avvicinava a me, mentre io in risposta indietreggiavo.
-Avresti
davvero il coraggio di farmi del male?-
-Dopo
tutto questo? CERTO CHE SI’!-
-Io
invece dico di no…Dracuccio…-
Proclamai,
ma non feci in tempo a finire la frase che un urlo
strozzato mi fuoriuscì naturale quando lo vidi iniziare a
rincorrermi, mentre
in risposta correvo per la stanza come una pazza, ridendo ogni volta
che, dopo
averlo chiamato con uno di quei mielosi nomignoli, ringhiava
sommessamente.
Iniziai
a ridere fragorosamente dei suoi inutili tentativi di
acciuffarmi, mentre scavalcavo il letto, per poi continuare a correre
ma, per
mia sfortuna, il giovane era stato più furbo e aveva
raggirato il letto per
bloccarmi quando sarei scesa da esso.
Urlai
quando mi ritrovai, letteralmente, tra le sue braccia, mentre
Malfoy rideva a sua volta dei miei inutili tentativi di ribellione: era
troppo
forte per me.
-Lasciamiiiii…-
Proclamai,
per poi scoppiare a ridere insieme a lui, mentre con un
movimento fluido riuscivo a sfuggire alla sua presa, ridendo della sua
imprecazione:
-Merlino!
Ma sei un’anguilla malata di iperattività!-
Urlò
alche scoppiai a ridere con lui al seguito, iniziando a correre
di nuovo per la stanza, tentando di sfuggirgli, ricominciando a
chiamarlo con i
nomignoli della Parkinson.
All’improvviso
sentii le sue mani stringersi con forza intorno al mio
polso, per poi spingermi bruscamente sul letto, mentre lui cadeva
disteso sopra
di me.
Le
nostre labbra smisero immediatamente di ridere, mentre i nostri
respiri ansanti per la corsa si scontravano a mezz’aria e i
nostri occhi s’incatenarono
irrimediabilmente.
Non
mi ero mai resa conto di quanto fossero profondi quegli occhi.
Sembrò
inchiodarmi sul posto, con la sola potenza espressiva dello
sguardo perlato.
Registrai
vagamente quella presa di posizione perché tutto il mio
sistema nervoso si era improvvisamente teso in modo quasi febbrile e
spasmodico.
Rilasciai
un ansito gutturale, mentre avvertivo, in modo netto e ben
reale, l’alone del suo profumo e la consistenza del suo
respiro.
Il
giovane mi guardò intensamente, per poi alzare la mano,
ponendo una
mia ciocca di capelli dietro l’orecchio mentre
un’altra cascata di brividi
intensi si propagandava in tutto il mio corpo: dalla porzione di pelle
che
aveva sfiorato con le dita fino alle terminazioni nervose.
Il
mio corpo era teso nel tentativo di contenere e gestire quei
brividi sottopelle che non credevo sarebbero vibrati mai, con tanta
violenza.
-Ogni
cosa ha un suo prezzo, Weasley…se vuoi che io prepari
l’antidoto
dovrai darmi qualcosa in cambio, qualcosa che ti chiederò io
in futuro…quando e
come vorrò!-
Sussurrò
il giovane, mentre il suo fiato caldo mi sfiorava le labbra
in un lascivo presagio.
Quella
proposta-o ricatto!
Questione di punti di vista!-era rivolta alla sottoscritta e,
di
conseguenza, il suo sguardo avrebbe dovuto essere puntato sui miei
occhi, ma
così non fu, perché il giovane stava fissando le
mie labbra con un’intensità
inimmaginabile, quasi le bramasse con tutto se stesso.
Deglutii
a fatica, per poi annuire lievemente.
Il
giovane si rialzò dal mio corpo, per poi aiutarmi a
rialzarmi,
porgendomi la mano destra per suggellare il patto.
Io
non ci pensai due volte: strinsi la mano del biondo con fare fermo
e sicuro, mentre una parte remota di me era mesta all’idea di
dovermi
allontanare da lui….
***************************************************************************************
Ron
e Hermione erano seduti sul divano della Sala Comune con in mano
un enorme calice colmo di burrobirra mischiato all’antidoto
preparato da
Malfoy.
Sospirai
quando, al pensiero del giovane, vi associai inevitabilmente
il ricordo di quel pomeriggio.
Scossi
la testa e tentai di concentrarmi sull’immagine di mio
fratello
e la mia migliore amica che bevevano-con
non poche proteste!-l’antidoto del filtro
d’amore.
Scambiai
un fugace sguardo con Harry, in piedi al mio fianco, per poi
tornare a guardare i due.
Ron
e Herm bevvero la bevanda tutta d’un fiato, per poi gemere di
dolore all’unisono, mentre entrambi si massaggiavano le
tempie.
-C-cosa
è successo?-
Chiese
mio fratello, al che Harry ed io ci guardammo, sorridendoci
furbescamente, per poi tornare a guardare i due con dei sorrisi
innocenti
mentre pronunciavano in coro:
-Nulla!-
Sorrisi
interiormente salvo poi ricordarmi a quali condizioni ero
riuscita ad ottenere l’antidoto da Malfoy: avrei dovuto
restituirgli il favore…
Quando?
Perché?
Come? Cosa mi chiederà?
Pensai,
rendendomi inevitabilmente conto che a partire da quel
giorno….IL
GIOCO SI FA DURO!
To
be continued…
Buon giorno delle palme a tutti!
Ecco qui l’aggiornamento,
avvenuto con non poche difficoltà
visto le interrogazioni finali del terzo trimestre, ma alla
sottoscritta i
ritardi non sono mai piaciuti, per questo farò
l’impossibile per essere sempre
puntuale. Un capitolo abbastanza intenso, eh? Finalmente Draco e Ginny
si
avvicinano inesorabilmente, e sarà proprio questo il motivo
che spingerà Ginny
a guardare diversamente il giovane Malfoy. Spero tanto che questo
capitolo vi
sia piaciuto e non abbia deluso le vostre aspettative. Io mi sono
divertita un
mondo nel scrivere quest’ultimo XD. Adesso cosa
succederà secondo voi? Cosa
chiederà Malfoy? Sarà una cosa che
chiederà subito o ci vorrà del tempo? Quante
domande…mi raccomando, lasciatemi una recensioncina. Vi
ringrazio tutti per il
vostro sostegno, un bacio
Bimba (^.^)