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Autore: Blue Fruit    13/04/2014    4 recensioni
Kurt Hummel è il ragazzo perso che tutti vedono, ma di cui nessuno si preoccupa.
E' il ragazzo intelligente, ma che non ha nessuna possibilità di dimostrarlo.
E' il ragazzo che non ha un posto nel mondo e nessuna speranza di trovarlo.
La famiglia Anderson deciderà di dargli una possibilità, perchè ognuno di noi ne merita una.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Puck/Quinn
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo VIII
Gruppi
 

Kurt e Blaine avevano un buon numero di lezioni insieme, ma spagnolo non era una di queste.
Infatti, Blaine era stato designato alla classe di spagnolo avanzato, mentre Kurt era rimasto ad un livello inferiore.
 
Il ragazzo diede la colpa di tutto ciò ad un vecchio suo insegnante del Mckinley, un certo Schuester, che era una persona gentile e disponibile, ma sempre con la testa tra le nuvole e impegnata a studiare canti, arrangiamenti e balletti per il Glee della scuola.
 
Così ora Blaine stava cercando di lasciare la sua classe e scendere le scale il più velocemente possibile per riuscire ad intercettare Kurt all’entrata della mensa.
La miriade di studenti intorno a lui gli resero il compito molto più arduo del previsto, così decise di lasciar perdere. Avrebbe cercato Kurt più tardi, tra un tavolo e l’altro.
 
Una volta sceso dall’ultimo gradino di quelle imponenti scale Blaine si arrestò sul posto, facendo scaturire un paio di imprecazioni dai ragazzi presi alla provvista dietro di lui.
 
Era da un paio di giorni che la situazione tra lui e Kurt sembrava essersi stabilizzata, ma una parte di Blaine continuava a stare all’erta, pronta all’azione.
Per questo, quando vide la figura di Kurt in piedi, appoggiata al muro vicino all’entrata della mensa, fu preso alla sprovvista.
Kurt aveva il volto assorto di una persona in attesa, i suoi occhi scrutavano tra la folla alla ricerca di qualcuno.
 
Kurt stava aspettando lui, e questo pensiero lo investì completamente, facendolo quasi tentennare sul posto. Cominciò a sorridere, senza rendersene conto. Prese a camminare sicuro e impaziente nella sua direzione, con una strana sensazione di gioia, completamente inaspettata.
Non si era mai sicuri di nulla con Kurt, tanto meno della sua presenza. Con lui era sempre un rincorrere, cercare, trattenere e bisognava accontentarsi o arrendersi, a seconda dei casi.
 
Ecco perchè Blaine si sentì così felice nel trovarlo ad attenderlo.
 
“Ciao!” Blaine non riuscì a mascherare del tutto la contentezza.
 
“Ciao, Blaine.” Kurt abbozzò un sorriso, ma fu assolutamente sincero e decisamente gradito da parte del ragazzo.
 
“Mi hai aspettato.” Disse Blaine, tentando di contenersi.
 
“Sì?” Kurt inclinò la testa.
 
“Ok ok, non voglio rovinare tutto. Andiamo?” Blaine fece segno a Kurt di precederlo e lui decise di non ribattere, stava ormai cominciando ad imparare a convivere con il carattere di Blaine.
 
A mensa si sedettero con Nick, Jeff e Trent, come di consueto.
Quei ragazzi non infastidivano affatto Kurt, ma anzi erano sempre cordiali e simpatici nei suoi confronti, anche quando lui si dimostrava non essere troppo di compagnia.
 
“Questo pomeriggio iniziano i club extrascolastici, tu quale vorresti seguire?” Chiese Trent a Kurt.
 
“Non lo so, in realtà. È così importante? Nella mia vecchia scuola non ne ho mai frequentato nessuno.”
 
“Sono fondamentali per passare l’anno” Disse Nick.
 
“Davvero?! Oh, questo è strano. Nick ha ragione comunque, qui dovrai seguirne almeno uno.” Rispose Trent.
 
“L’elenco dovrebbe essere su qualche opuscolo della scuola, dopo andremo a prenderne uno in segreteria.” Si aggiunse Blaine.
 
“Ti piace cantare? Potresti provare ad entrare negli Usignoli.” Propose Trent.
 
“Kurt ha una voce bellissima. L’ho sentito cantare solo una volta, ma per me sarebbe già stato ammesso nel gruppo.” Disse con entusiasmo Blaine.
 
“Sei tu che decidi, capitano!” Jeff finse di mettersi sull’attenti e portò la mano tesa alla fronte, imitando il saluto militare.
 
“Anche qui avete il Glee, me l’ero scordato.” Disse Kurt, ricordando ad un tratto il discorso avuto con Puck a casa Anderson.
 
“Ma perché Blaine sarebbe il capitano?” Aggiunse, guardando il moro in modo curioso.
 
“È la voce solista, il nostro leader.” Spiegò Nick, indicando Blaine con la forchetta.
 
“È lui che decide e approva le canzoni, le coreografie, chi canta quale strofa quando. È, appunto, il nostro capo.” Concluse Trent.
 
Blaine si nascose dietro un’improvvisa voglia di bere un bicchiere d’acqua stracolmo, con molta lentezza.
Era felice della sua posizione, onorato a dire il vero, ma faceva ancora fatica a sentirsi definire ‘capo’ o ‘leader’.
Sperava di riuscire ad essere una guida giusta e ben vista da tutti, così da far trionfare gli Usignoli a più gare possibili.
 
“Puoi unirti a noi, se ti va.” Disse Blaine, dopo aver preso fiato da quello che era stato più un’apnea che un sorso d’acqua.
 
“No, non credo faccia per me.” Kurt scosse la testa, ricordando a quante richieste di Puck aveva rifiutato negli anni precedenti.
 
“Oh, ok.” Blaine cercò di non mostrarsi troppo dispiaciuto. Non voleva fare delle pressioni a Kurt, non più.
 
“Che ne dici del club dei lettori e degli scrittori? Potrebbe essere il tuo genere.” Tentò ancora Blaine.
 
“Mmmh… Sì, potrei provare.” Annuì Kurt, pensando che probabilmente non avrebbe trovato nessun altro club abbastanza tagliato per lui.
 
“Si riunisce per la prima volta questo pomeriggio, terza sala del piano terra.”  Lo informò Jeff.
 
“Ci sarai anche tu?” Gli chiese Kurt.
 
“No, ma conosco il ragazzo che ne se occupa. È il mio compagno di stanza ed è un tipo ok.” Jeff gli sorrise, come per sostenere la sua tesi.
 

 
Il ragazzo in questione si chiamava Ben.
Era magro e minuto, aveva gli occhi azzurri e portava un paio di occhiali dalla montatura nera.
Sul naso aveva delle lentiggini molto chiare, quasi invisibili.
 
Gli altri ragazzi del gruppo avevano creato un cerchio con le sedie intorno a Ben, che invece si trovava in piedi e perfettamente al centro.
Aveva iniziato con il dire di essere molto felice di poter guidare il gruppo quest’anno, essendo diventato senior.
 
Kurt lo osservò attentamente, con l’intenzione di seguire il consiglio di Blaine:
Conoscere gli altri e ambientarsi al meglio.
Forse la sua idea iniziale di rivestire la parte dell’emarginato non era poi così buona, dopo tutto.
 
Ben era un ragazzo spontaneo e visibilmente emozionato per quella responsabilità, probabilmente sognava da un po’ di poter raggiungere quella carica nel suo ultimo anno. Voleva quel ruolo, lo voleva con tutto se stesso.
 
Kurt notò che il ragazzo sceglieva ogni parola con cura e cercava di mostrarsi disponibile a tutti.
 
Ben chiese ad ogni membro di presentarsi e dire due parole su di sé, ma tutti sembravano essere un po’ imbarazzi e nessuno sentiva il bisogno di prendere l’iniziativa.
 
Dopo qualche secondo di timidezza generale un ragazzo decise di alzarsi e raggiungere Ben al centro del cerchio, camminando in modo tranquillo e composto.
 
“Salve a tutti. Mi chiamo Thad Harwood, mi sono appena trasferito in questa scuola e sono un senior.”
 
Kurt cominciò ad osservare anche questo nuovo ragazzo dai capelli scuri.
Thad sembrava essere naturalmente spigliato, non stava dando troppa importanza all’emozione di parlare davanti ad un gruppo di estranei.
Sembrava voler mettere il suo carattere bene in chiaro, senza preoccuparsi di dover piacere a tutti.
In più, possedeva anche un bel viso e un altrettanto bel sorriso. La sua pelle era leggermente ambrata, mentre gli occhi scuri sfoggiavano un taglio molto particolare.
 
L’unica cosa che tradiva quel quadro di sicurezza e tranquillità erano le mani, ben rintanate nelle tasche dei pantaloni della divisa.
Era sì tranquillo, ma non del tutto.
Kurt, con molta probabilità, fu comunque l’unico ad accorgersene.
 
“Grazie Thad per essere stato il primo. Il prossimo?” Questo secondo appello di Ben fu accolto con molto meno imbarazzo e pian piano tutti si presentarono, Kurt compreso.
 
Nessuno però ai suoi occhi si riverlò interessante come quel Thad, tanto che quando la campanella suonò Kurt non smise di osservarlo in silenzio, tentando di conservare un minimo di discrezione.
 
“Ciao.” Probabilmente non abbastanza però, visto che Thad si voltò e sorrise dritto nella sua direzione.
 
“Ciao.” Rispose Kurt, preso alla sprovvista.
 
“Mi è piaciuto il modo in cui ti sei presentato, prima.” Si complimentò il ragazzo.
 
“Oh, grazie.” Kurt tentò di mostrarsi disinvolto.
 
“Hai tempo per una chiacchierata? Vorrei chiederti un paio di cose sui libri che stai leggendo.” Domandò Thad.
 
“Mi piacerebbe, ma purtroppo per me devo cominciare a recuperare spagnolo.” Rispose Kurt, incerto. Nessuno gli aveva mai posto una domanda del genere prima d’ora.
 
“Problemi seri?” Si interessò Thad.
 
“No, sono solo indietro con il programma.”
 
“Lo spagnolo è la mia prima lingua, potrei darti una mano. Ho un libro in camera che potrebbe fare al caso tuo, se vuoi.” Propose il ragazzo.
 
“Sei molto gentile.” Rispose Kurt, stordito da tutta quella disponibilità.
 
“Mi accompagni alla mia stanza? Te lo do subito.”
 
Kurt raccolse le sue cose e lo seguì, osservandolo più da vicino. Era un ragazzo sicuro eppure gentile e disponibile, ma sicuramente anche con un forte carattere.
Un tipo interessante, concluse il ragazzo.
 
Arrivati alla porta Thad lo invitò ad entrare e Kurt acconsentì, senza pensarci troppo.
Se ne pentì nell’esatto secondo in cui potè osservare l’interno della stanza.
 
“Mi vieni a cercare addirittura in camera, Kurt? Sarebbe bastato un sms, sarei venuto io a dare spettacolo in camera tua, giusto per insegnare qualcosa a quel nano che ti sta sempre addosso.” Sebastian si girò sulla sedia, con quel suo sorrisino furbetto.
 
“Nessuno con un po’ di buon senso ti cercherebbe.” Kurt alzò gli occhi al cielo, seccato.
 
“Non fare caso a lui. Abbaia, ma non morde.” Disse Thad, mettendosi a frugare tra i suoi libri.
 
Sebastian lo guardò in modo accurato e tranquillo, ma non gli rispose.

Riportò velocemente i suoi occhi su Kurt.
 
“Io e Blaine ci siamo chiariti.” Sentì il bisogno di puntualizzare Kurt.
 
“L’hai già perdonato? Wow, ti facevo un osso più duro.”
 
“Abbiamo parlato, abbiamo discusso e siamo giunti ad una conclusione. Tenergli il broncio sarebbe stato un comportamento infantile.” Disse Kurt, cercando di mostrarsi più maturo di lui.
 
“Non durerà, e lo sai.” Rispose Seb, in modo sicuro.
 
“E con te una tregua durerebbe?” Azzardò Kurt.
 
“Abbastanza da rendere le cose veramente interessanti.” Lo stuzzicò Sebastian.
 
“Bene, l’ho trovato.” Thad porse il libro a Kurt e gli aprì la porta.
 
“Ti lascio al tuo studio, ma se ti dovesse servire qualcosa non esitare a chiamarmi.”
 
“Grazie, Thad. Ciao!” Kurt sorride al ragazzo e fece un cenno a Seb, il quale ricambiò con un occhiolino.
 
 


 
Quella mattina la professoressa di letteratura cercò di smuovere le coscienze dei suoi alunni.
La signora Bales poteva sembrare più adatta al ruolo della nonna che a quello dell’insegnante vista l’età, ma nonostante la prima impressione lei rappresentava per tutti il vero senso della parola ‘autorità’.
 
Infatti, bastava un suo sguardo per ammutolire la classe. Mai aveva avuto bisogno di alzare la voce con i suoi studenti, neanche una volta.
Il suo sguardo serio non aveva mai lasciato spazio a nessun tipo di replica.
Anche il Preside pareva essere assoggettato a quella donna.
 
Allo stesso tempo però era una donna estremamente tenera e teneva molto a quei ragazzi, forse perché proprio li vedeva come suoi possibili nipoti.
 
Quella mattina in particolare li guardò con gli occhi carichi di aspettativa:
“Ragazzi, tra un paio di giorni sarete chiamati ad esprimere la vostra preferenza per il rappresentante di Istituto, vorrei poter ricevere da voi il massimo della serietà.
Inoltre, voi siete una parte dei senior di quest’anno, qualcuno tra di voi è intenzionato a candidarsi?”
 
Dal fondo della classe si levò una timida mano.
 
“Buona fortuna, Erik!” Sorrise la donna, mostrando tutti i segni che il tempo aveva scolpito sul suo viso.
 
Qualche ora più tardi anche il professor Hilde decise di dire due parole:
“Ragazzi mi raccomando, dovete saper dare la giusta importanza a queste lezioni. Quando sarete chiamati a votare ricordatevi questo:
Il ragazzo che sceglierete sarà quello da cui andrete a lamentarvi per tutto il resto dell’anno.
Tenetelo bene in mente e fate la scelta giusta.”
 
Insomma, gli insegnanti cercarono di portare all’attenzione degli alunni l’importanza di queste elezioni, ma purtroppo non ottennero l’effetto desiderato perché, proprio quel giorno, il Glee club della scuola sarebbe ricominciato e avrebbe dato il via alle selezioni per trovare nuovi membri.
Le menti di tutti quindi erano ben lontane dal posarsi sul prossimo rappresentante della scuola.
 
Alla Dalton gli Usignoli erano un gruppo importante e apprezzato da tutti, si sarebbero presentanti un buon numero di aspiranti performer per dare spettacolo.
 
Blaine era decisamente nervoso.
Indossò la sua spilla da Usignolo sul blazer e si aggiustò i capelli, cercando di respirare a fondo per far sparire un po’ di tensione.
Voleva essere il leader, voleva quella responsabilità e quella carica dritta stampata sul suo curriculum per il college, ma avvertiva anche su di sé il peso della responsabilità.
 
Fece un cenno di saluto a Kurt, intento a studiare storia, e si avviò verso l’aula canto, stracolma di spettatori e di nuovi possibili usignoli.
 
La lista riuscì a scorrere abbastanza velocemente, ma tra gli ultimi tre nomi rimasti Blaine lesse quello di Sebastian e sbiancò.
 
Seb venne invitato ad esibirsi e, purtroppo per Blaine, quel maleducato era un ragazzo veramente talentuoso.
La voce era buona e intonata, ma ciò che incantò realmente tutta la sala furono le sue movenze fluide e sensuali, alle volte provocanti ed esagerate secondo Blaine, ma per nulla forzate. Era come se gli venisse naturale ballare in quel modo.
A fine esibizione scoppiò un grande applauso, cosa che fece ovviamente sogghignare Sebastian.
Compiaciuto della sua performance decise di fare anche un inchino molto aggraziato.
 
Blaine avrebbe veramente voluto lasciarlo fuori dagli Usignoli, ma dopo un’esibizione del genere sarebbe stato additato come pazzo, perché  un elemento così avrebbe fatto la differenza nelle gare future.
 
Così ora il leader degli Usignoli si trovava a dare il benvenuto in squadra a tutti quelli che ce l’avevano fatta, Sebastian incluso.
Questo non aveva smesso un secondo di osservarlo con un’aria di sfida e strafottenza e Blaine stava cominciando a stufarsi di quel suo sorrisetto vittorioso.
 
“Come solista vi do il benvenuto in squadra, compagni. Quest’anno il nostro obiettivo sono le Nazionali di New York e sono sicuro che ce la faremo, se riusciremo a lavorare insieme, come squadra.”
 
Tutti i ragazzi applaudirono, alcuni fischiarono e altri si impegnarono per fare un gran rumore, ma Sebastian no. Egli rimase impassibile, con le mani incrociate al petto e lo sguardo di sfida dritto su Blaine.
 
“Posso esternare il mio disappunto per questo discorso?” Sebastian si alzò con la sua solita grazia e pronunciò quella frase in modo troppo formale.
 
Blaine emise un sospiro frustrato, ma questa volta non si trattenne.
Forse perché realmente non poteva più sopportare l’arroganza di Sebastian, forse perché non voleva che qualcuno minasse la sua posizione, forse perché era stufo di quel suo ghigno da imbecille.
Forse per le troppe attenzioni date da quel tipo a Kurt.
 
Blaine sbattè le palpebre e deglutì, inondato per un secondo da un senso di panico.
Stava perdendo il controllo della situazione, ma anche di se stesso e così agì, sperando di mettere a tacere quei pensieri e quella strana emozione.
 
“Ora basta, Sebastian! Io sono il leader degli Usignoli e se vuoi rimanere qui con noi in questa stanza devi iniziare a portarmi rispetto! Chiaro?!”
 
Tutti i presenti raggelarono sul posto, nessuno si sarebbe aspettato un’esplosione di quel genere da parte di Blaine, il solare e gentile Usignolo.
Probabilmente apparì anche una reazione decisamente esagerata.
 
Dal canto suo Seb si fece cauto e guardingo, ma non trattenne un sonoro sogghigno:
“Va bene capo, ai tuoi ordini!” Disse, facendo l’ennesimo inchino esagerato.
 
Blaine continuò a guardarlo di sbieco per un po’, giusto per assicurarsi che il messaggio fosse stato ben recepito.
 
Quando suonò la campanella il moro si trattenne nella sala canto più degli alti, per raccogliere tutti gli spartiti di cui aveva bisogno.
Seb prese la sua tracolla e gli si avvicinò non appena il resto del gruppo si fu dileguato.
 
“Dov’è Kurt?” Chiese, in tono serio.
 
“Sta studiando, in camera.” Blaine non lo degnò di uno sguardo.
 
“Da solo?” Incalzò Sebastian.
 
“Sì, con chi credi che possa essere?!” Blaine rispose in malo modo.
 
“Oh, non lo so.” Sebastian scrollò le spalle.
 
“Ma non avere fretta di tornare in camera Anderson,  io e Kurt potremmo bloccarti la crescita che, lasciatelo dire, non sta comunque facendo un gran lavoro.”
 
Blaine fece finta di non averlo sentito, giusto per non dargli alcuna soddisfazione.
 
“Tu lo lasci sempre solo.” Tornò serio Sebastian.
 
“Scusa?!” Blaine lo guardò con incredulità.
 
“Tu cerchi solo di correggerlo e sei una palla allucinante, ma alla fine lui si sente comunque solo.” Continuò imperterrito Seb.
 
“Io e Kurt abbiamo trovato il nostro equilibrio.” Affermò con sicurezza Blaine.
 
“Questo non toglie che quando Kurt è sicuro che nessuno lo stia osservando assume quell’aria triste e malinconica che tanto tu stai cercando di debellare.”
 
“Non conosci la sua storia e in realtà neanche io, non per intero. Ci vuole del tempo per queste cose, Sebastian. Kurt ha bisogno di tempo, spazio e pazienza e io sto facendo del mio meglio. Tu invece?” Lo sfidò Blaine.
 
Seb si limitò a sorridergli in modo furbo e sicuro.
 
“Ci vediamo Anderson, stammi bene!” Alzò la mano in segno di saluto e, continuando a sorridere, uscì dalla sala.
 
Blaine sospirò, un misto tra l’arrabbiato, il curioso e il confuso.
Il fatto che Sebastian avesse scelto di provocarlo parlando di Kurt non poteva essere un fatto casuale.
E questa scelta a Blaine non piacque per nulla.
 


 
“Ehi, Kurt!” Thad corse nel mezzo del corridoio.
 
“Oh, ciao anche a te Blaine.”  Aggiunse, notando il moro.
 
I due ragazzi sorrisero, rispondendo al saluto.
 
“Come procede con lo spagnolo?” Si informò Thad.
 
“Molto meglio, grazie a te. Posso tenere il tuo libro ancora per un po’?”
 
“Ma certo, non è un problema. Spero di vedervi all’assemblea di oggi, mi candido come rappresentante di Istituto.”
 
“Ci saremo.” Rispose Blaine
 
“Bene! A dopo!” E detto questo il ragazzo sparì nel mezzo della confusione.
 
“Lo conosci? Anche lui fa parte degli Usignoli.” Chiese Blaine.
 
“È anche nel mio club del libro. Si è offerto di darmi una mano con spagnolo, è stato disponibile sin da subito con me.” Spiegò Kurt, stupendosi ancora per quella gentilezza ricevuta.
 
Blaine sorrise raggiante e con una certa dose di dolcezza, cosa che fece subito abbassare lo sguardo di Kurt.
 
“Cosa c’è?” Gli chiese allora, leggermente imbarazzato.
 
“Niente, è che…” Blaine pensò per qualche secondo prima di aprire bocca, scegliendo le parole con cura.
 
“Vorrei che tu ti potessi vederti da fuori in questo momento, perché così potresti pienamente apprezzare tutto ciò che sei riuscito a fare in pochi giorni, a piccoli passi. Così potresti ammirarti, come sto facendo ora io.”
 
“G-grazie.” Rispose semplicemente Kurt, non sapendo in che altro modo replicare.
Le sue guance si tinsero di un leggero color pesca e gli occhi mostrarono tutto l’imbarazzo di quel momento, ma apparivano anche sereni, contenti per le parole di Blaine.
Kurt non aveva mai sentito sprigionarsi un calore simile dentro di lui, quelle parole gli erano arrivate dritte al cuore e lo avevano colpito con forza, facendolo battere più forte, togliendogli il fiato.
Lo fecero sentire bene.
Stranamente bene.
 


 
L’unico intervento degno di attenzione all’assemblea, neanche a dirlo, fu quello di Thad.
 
Dopo il terzo discorso di circostanza e infarcito di promesse impossibili Kurt decise di averne abbastanza. Si alzò e silenziosamente uscì, in cerca di un po’ di aria fresca.
 
Appoggiato al muro e con un pacchetto colorato in mano trovò Sebastian, che appariva stranamente placido e pacifico.
 
Kurt decise di raggiungerlo.
Si appoggiò al muro della scuola al suo fianco, in attesa di una reazione.
 
“Sigaretta?” Sebastian spezzò subito il silenzio, con un sorriso beato sul viso.
 
Kurt lo guardò con aria divertita.
 
“Ma è una caramella a forma di bastoncino.” Trattenne a stento un sorriso.
 
“Sì, amo le caramelle. Mi tranquillizza mangiarne un paio quando sono nervoso.” Rispose lui, effettivamente più pacato del normale.
 
“Problemi?” Chiese Kurt, ora curioso.
Afferrò la caramella offerta dal ragazzo e cominciò a rosicchiarla.
 
“Una ragazza sta facendo delle storie perché vorrebbe ancora uscire con me, è veramente assillante.” Spiegò Seb, sbuffando.
“Pensavo ti piacessero i ragazzi.”
 “Ragazzi, ragazze… Sotto le lenzuola del letto di Smythe regna l’uguaglianza, non piacciono le discriminazioni.
 A te invece piacciono i ragazzi, lo capisco da come mi guardi.” Ed eccolo, quel sorriso furbetto tornò lesto.
 
“Sei entrato nel Glee.” Cambiò discorso Kurt.
 
“E tu nella lega dei nerd. Avrei dovuto immaginarlo che fossi un sorcio da biblioteca. Comunque, non smentisci?”
 
“C’è poco da smentire.” Rispose Kurt, in modo secco.
 
“Potremmo divertirci, io e te.” Sebastian sfoggiò un gran sorriso.
 
“Sei un tipo curioso, potrei insegnarti un sacco di cose. Più cultura si ha al mondo d’oggi meglio è, no?”
 
“Mi dispiace Seb, ma non sono interessato.” Rispose Kurt, non sapendo se ridere o sentirsi imbarazzato.
 
Seb portò lo sguardo al cielo e con voce seria disse:
“Ah, non c’è niente di più irritante di un verginello che vuole rimanere nell’ignoranza. Il sapere nella vita è fondamentale, caro Kurt.”
 
Il ragazzo non si trattenne e rise di gusto, un po’ più imbarazzato di prima. Sebastian lo aveva inquadrato fin troppo bene:
Sapeva quanto Kurt adorasse la cultura e stava usando questo suo amore per flirtare alla sua maniera.
Sebastian era un ragazzo sveglio e interessante, e Kurt lo pensò senza alcun tipo di reticenza.
 
Smythe sembrò contento di sentire Kurt ridere, come se avesse portato a termine una personale missione.
 
“Era ora che ti sciogliessi un po’ anche con me. Non so se te ne sei reso conto, ma stai permettendo a quel coso che ti scodinziola intorno di abbassare le tue difese, da un po’ di tempo a questa parte.”
 
“Si chiama Blaine.” Kurt smise di ridere all’istante.
 
“Oh, gli hai dato anche un nome?” Ironizzò Sebastian.
 
Kurt scosse la testa.
 
“Grazie per la caramella, ci vediamo Seb.” Gli fece un cenno e si allontanò.
 
“Sì, come se non sapessi da chi stai andando.” Lo canzonò Smythe, alzando la mano in segno di saluto.
 


 
In realtà Kurt non andò da Blaine dopo essersi congedato da Seb. Preferì optare per i giardini della Dalton, dove avrebbe potuto avere la sua sana dose di solitudine quotidiana.
 
Dopo qualche minuto passato a camminare tranquillamente tra gli alberi sentì il bisogno di sedersi e di appoggiarsi sul tronco di uno di essi.
Tirò fuori l’ennesimo libro dalla sua tracolla e si mise a leggere, ma la tranquillità non durò a lungo.
 
Dopo qualche minuto,infatti, Kurt sentì una sequenza molto ravvicinata di ‘click’nella sua direzione.
 
Alzò lo sguardo e incrociò quello di un ragazzo, decisamente troppo grande per frequentare la Dalton.
 
“Oh, scusami! Non era mia intenzione disturbarti, ma la tua espressione assorta era qualcosa di troppo perfetto per non meritare di essere immortala.”
 
Kurt rimase senza parole, non sapendo se sentirsi violato o lusingato per quel gesto.
Optò per la seconda, subito dopo essere stato abbagliato dal bellissimo sorriso di quel misterioso ragazzo.
 
 
 
Ciao a tutti! :D

Sì, lo so che ho tagliato il capitolo nel momento meno opportuno, ma poi sarebbe diventato veramente troppo lungo. Sono aperte le scommesse quindi, chi è il ragazzo misterioso che decide di fotografare Kurt? :)

In questo capitolo entra in scena Thad, come vi sembra il caro Usignolo? :) Torna anche Sebastian, che comincia ad essere anche lui molto attivo nei confronti di Kurt e Blaine. Ditemi voi se questo personaggio vi piace o meno, io ormai ci ho preso gusto a scrivere di lui :)

Ringrazio tutte le persone che hanno aggiunto la storia tra preferite/seguite e ricordate, ma un grazie speciale va sempre a chi recensisce: ItsColdOutside, Leana e Giin.
Oh, e ringrazio tanto anche Kurt Hummel_Smythe, che mi scrive sempre il suo commento su questa storia :)

Spero veramente che questo capitolo vi sia piaciuto,perchè sono soddisfatta di com'è venuto fuori. Fatemi sapere la vostra ;D

Buona settimana :D
   
 
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