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Autore: Miss Loki_Riddle Gold    13/04/2014    1 recensioni
Il vostro insegnante di Diritto di quest'anno sarò io. Chi sono, mi chiedete? Perché non lo cercate su un vostro stupido sito? Ah, non lo trovate? Bene, allora, sarò costretto a dirvelo! Mi chiamo Severus Snape, sono stato l'insegnante di Pozioni ad Hogwartz... bella materia quella, se non fosse altro che avevo delle teste di legno per alunni, sarebbero stati gli anni più belli della mia straordinaria esistenza. Cosa ci faccia in una insignificante scuola italiana, ad insegnare Diritto? Beh, non lo so nemmeno io, a dir la verità! Se non fosse stato per un vecchio pazzo che insisto a chiamare "Preside", non ci sarei proprio! Per capire come sia caduto tanto in basso temo che dovrete leggere questa, com'è che le chiamate, voi? Ah, sì...FF! Stupido nome, come tutto, d'altronde, qui! Non permettetevi a lasciare delle recensioni: le odio! Non intendo rispondervi, come, invece, mi costringerebbero a fare!
Genere: Comico, Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Oh, finalmente se ne sono andati entrambi. Potrò pubblicare l'ultimo capitolo primo che qualche stupido lettore abbia il tempo di recensire!



 
Ho temuto e sperato che se ne sarebbe andata via. Ho temuto di perderla per sempre. Così, però sembra molto smielato. Lo desideravo, è vero... e non lo desideravo. Lei doveva restare con me. Come sempre stamattina sono rimasto per un certo periodo ad osservarla, mentre lei continuava a dormire. Niente di strano, in tutto questo, se non fosse stato per il minuscolo particolare che ieri sera mi ha ridato la mia bacchetta. Mentre osservavo la Cremini dormire ho pensato a tutto quello che avrei perso se lei non fosse più stata qui, con me. Se se ne fosse andata, sapete che liberazione? Una goduria! Però, insomma! Mi sarebbe mancata, avrei dovuto ricominciare a vivere come un tempo. Come avrei fatto a ricominciare a vivere come un tempo senza quella maledetta Malandrina sempre addosso? Non ne avevo idea. Ero dipendente dalle sue labbra, dai suoi modi infantili di fare, ma soprattutto dal suo sorriso e dalla sua risata. Sarebbe stato bello non dover sopportarne più la vista, ma non mi sarebbe sicuramente piaciuto non dover più saggiare il sapore delle sue labbra, di non poter più attirarla a me e  morderla per farle capire che lei era mia, che se lo doveva mettere in testa. Non le avrei sicuramente permesso di andarsene in giro a scodinzolare come un cucciolo di cane! Mi aveva fregato la bacchetta ed ora ne doveva pagare le conseguenze. Ecco perché la baciavo ogni volta che potevo, come uno stupido studente con la sua stupida prima cotta. Non l’avrei più dovuta aspettare al varco, ora. Non avrei più dovuto sopportarla mentre parlava con uno dei due insopportabili Malandrini ancora in circolazione. Non l’avrei più dovuta sopportare con  il suo maledetto carattere, uguale al padre… quel maiale di un Potter… però dovevo ammettere che non era tanto vanesia. Finalmente se ne sarebbe andata, che liberazione! Però… non riuscivo a sopportare l’idea che non mi avrebbe più voluto far impazzire. Ok, mi piaceva la cosa, ma perché non avrebbe dovuto volerlo come sempre? Lei non era forse quella che andava controcorrente come Black? Lei era la Serpeverde fra i Potter, era la ragazza fra i Malandrini, era la strega che viveva fra i babbani, era la strega che usava oggetti babbani, era quella che preferiva il mio aspetto di Severus Piton a quello di Carl Prince. Perché non avrebbe dovuto restarmi comunque accanto, proprio perché io non la volevo? Ma era davvero così? Allora perché le permettevo di dormire con me? Se non la volevo perché le lasciavo portare le mie camicie per scuola e lasciandola gridare: “visto, anche il professor Snape ha camicie di colore diverso dal nero”? Perché quando si metteva la famosa maglietta con la mia immagine sul davanti mi veniva da ridere e non da arrabbiarmi? Perché tutte le mattine la lasciavo andare alle cucine a chiedere di mandarmi la cioccolata al latte extra dolce al posto del caffè amaro solo per vedermi fare una faccia schifata anche se lo sapevo perfettamente? Perché con la scusa di bere il caffè, finivo di bermi quella brodaglia anche se non l’avevo mai potuta soffrire solo per vederla sorridere? Perché quella brodaglia mi faceva ricordare a lei e per questo ne ero contento e non schifato? Perché non volevo che se ne andasse se non la volevo neanche al mio fianco? E ancora per quale assurda ragione avevo quasi appeso Black per i pollici fuori dalla Torre di Astronomia quando aveva tentato di privarmi di quella fastidiosa presenza della mocciosa se la detestavo tanto? Come diamine era riuscita a cambiarmi così tanto?
Stavo ancora elucubrando in questa maniera quando quella insopportabile di una mocciosetta si sveglia e mi guarda. Non avevo neanche fatto in tempo a scrollarla come facevo di solito.
- Cremini, come mai posso avere il piacere di vederti già sveglia a quest’ora? Non è un po’ troppo presto?- L’ho presa in giro, dato che come al solito si era svegliata alle undici e mezza. Fortuna che era domenica.
- Come mai mi osservavi?- Mi ha chiesto. Mai possibile che quella mocciosa dovesse sempre dire cose assurde? Sicuramente non le avrei potuto dire che lo facevo ogni mattina, né che mi aspettavo che se ne andasse. Così non le ho risposto subito.
- Stavo pensando che ormai è finito il tempo in cui sono stato costretto a sopportarti. Ora te ne potrai anche andare.- Era una mezza verità, anche se detto in modo ironico, solo per farla irritare.  Aveva sgranato gli occhi. Come mi aspettavo non se ne sarebbe mai andata tranquillamente.
- Già... ma... non siamo ancora andati all’appuntamento assieme!- Aveva risposto. Perché che diamine era quello di un mese prima? Potevo sbuffare ad una domanda del genere?
- Come la consideri la cena che abbiamo fatto circa un mese fa a quel ristorante italiano dove volevi andare da tanto tempo?- Ho ghignato, prima di aggiungere:- Comunque non credo che ieri sera mi avresti ridato la mia bacchetta se non pensavi che avevi ricevuto quanto desideravi.- Mi ha guardato. Oh, perfetto ora anche in lacrime si ritrovava! Possibile che non riconoscesse quando la volevo fare irritare e quando ero serio? Quella mocciosa della Cremini non se ne doveva neanche essere accorta dato il sussurro che aveva fatto quando le avevo asciugato una guancia.
- Cremini, da quand’è che piagnucoli come la ragazzina che ti ritrovi ad essere?- Le ho detto, ghignando. Mi divertivo a stuzzicarla, lo dovevo ammettere.
- Io... Non volevo, Professore... credevo che finalmente provasse qualcosa per me.- Oh, certo... Povera la nostra Cremini che prima mi fa impazzire e poi spera di essere amata... pfui! Tutte fandonie! Non volevo che se ne andasse, certo. Comunque non l’avrebbe fatto dato che qualsiasi cosa avessi sempre detto non ero mai riuscito a scrollarmela di dosso.
L’avevo osservata per qualche secondo. Aveva tirato fuori la valigia con cui era arrivata nel mondo magico, mentre piangeva come un’idiota e ora aveva preso in mano il soprammobile che mi aveva regalato qualche mese prima. Che accidenti stava facendo? Boh. Non le capivo proprio le donne e men che meno la Cremini, così non ne diedi peso.
- Per te?? Preferirei andare a letto con Black e Potter Senior, piuttosto di provare qualcosa per te.-
Era stata sicuramente un idea stupida, che diamine mi era passato in testa di fare? Fare ironia con una mocciosa in lacrime! Mi chiesi, quando fece crollare il soprammobile che finì con uno schianto a terra, distruggendosi in miliardi di pezzi.
La vidi iniziare ad ammontare abiti su abiti dentro alla valigia in un incredibile confusione. Non si sarebbe capito assolutamente nulla di quello che aveva preso con se. Fare la valigia in quel modo alla babbana e senza piegare i vestiti! Assurdo! Quella valigia non si sarebbe più chiusa una volta piena!
- Cremini, che stai facendo?- Le avevo domandato, dopo qualche minuto.
Aveva alzato lo sguardo per qualche attimo, senza rispondere, prima di tornare alla sua occupazione. Quando si comportava in quella maniera mi faceva saltare i nervi.
- Cremini, ti ho fatto una domanda! Rispondi!-
- Io... me ne vado, perché?- Aveva chiesto. Le avevo rifilato un’occhiataccia. Grazie al cavolo! Quello me ne accorgevo anche da solo!
- Una valigia non si fa così, è tutto in disordine, non riuscirai a metterci dentro nemmeno la metà degli oggetti che hai con te.- Le avevo risposto, con ovvietà.
Aveva iniziato a riordinare i vestiti, piegandoli prima di metterli via. Teneva gli occhi bassi, probabilmente era in lacrime. Proprio non la capivo la mocciosa. Che diamine aveva da frignare in quel modo? Cosa, magari si aspettava che le dicessi delle parole dolci e che le giurassi eterno amore? Beh, per quello avrebbe continuato ad attendere. Non avevo un solo motivo per farlo!
- Lo sa, vero, che non la lascerò andare via...- poi abbassai la voce –in questo modo, per lo meno.- Le avevo detto, continuando ad osservarla.
- Perché? A lei non interesso, tanto.- Aveva iniziato a borbottare mentre continuava a muoversi per la stanza, alla ricerca dei vari vestiti sparsi per terra. Non alzava nemmeno gli occhi per guardarmi, mentre parlava. Immaginai che stesse singhiozzando silenziosamente per come parlava. Poi mi accorsi di cosa aveva detto.
Come, come, come?? In quale assurdo universo non mi interessa la mocciosa?? Come le devo spiegare che lei è la Mia mocciosa??
Come se niente fosse continuò ed io non potei fare altro che ascoltarla mentre mi parlava. - Per lei resterò sempre e comunque una mocciosa che la infastidisce e che lei detesta.-
Assolutamente vero! Dieci punti a Serpeverde!
-Io... non voglio restare qui se lei non mi vuole.-
Mmm… hai di nuovo fatto perdere i punti che avevi guadagnato, mi dispiace, Signorina Potter. Deve rivedere le regole, le studi meglio la prossima volta!
-Non sono... capisco che preferisce… persino i Malandrini…, a me e che non ha mai dimenticato mia madre. La ca…pisco e non posso dire nulla. Lei era... bella, simpatica, aperta, solare e sapeva farsi amare. Io... non ho nessuna di queste qualità.-
Sì, blablabla! Sempre la solita storia. Come sempre ti piace fare finta di essere la vittima, Potter! Voi della vostra famiglia non cambiate proprio mai!
-L’unica cosa che ho fatto è stato scrivere e pubblicare la nostra storia... e farla arrabbiare.-
Unica? Non direi proprio... è brava in un sacco di altre cose... come per esempio a letto.
-Me ne vado, così la lascio in pace.-
Oh, grazie al cielo! Così potrò riprendere la mia vita da morto che cammina! Grazie mille, eh!
-Torno al mondo babbano. Almeno lì ho un posto tutto mio... farò un lavoro che odio, vivrò una vita in solitudine. Lo so quanto detesta che io veda qualcun altro. Speravo che questo sogno potesse continuare ancora un po’... ma va bene. Forse mi comprerò un cane o un gatto e vivrò con lui. Morir sola, ma non ha importanza... lei non mi vuole, perché dovrei restare a questo punto?-
Ma non so… forse perché tu sei Mia? Ma probabilmente è troppo poco, vero?
Mentre parlava mi ero alzato e l’avevo raggiunta per poi abbracciarla, stringendola a me dalla vita, impedendole di continuare a fare qualsiasi cosa che stesse facendo.
- Cremini, - Le avevo sussurrato all’orecchio.- Non potrei mai lasciarti andare via, perché...- Presi un respiro profondo, prima di continuare. Cosa mi toccava fare! -…ho bisogno di te per potermi sentire vivo. Sei una mocciosa insopportabile, è vero, ma sei la Mia mocciosa.- Avevo calcato sull’aggettivo possessivo in modo tale che le entrasse in quella testa bacata che si ritrovava. -Non ti permetterò mai di andartene... perché se no, poi, chi mi invierà ogni giorno cioccolata calda al latte super dolce per rendermi più dolce e vedermelo sputacchiare ovunque? Chi camminerà per la scuola con le mie camicie che non uso solo per poter dire a tutti quelli che incontri: “visto, anche il professor Snape ha camicie di colore diverso dal nero”? Chi mi farà esplodere almeno due calderoni al giorno, solo per ricevere qualche mia parola? Come potrei mai fare, senza tutto questo, Cremini? Non mi puoi abbandonare, vedi? Non puoi andartene, Cremini.- Le avevo davvero detto tutto quello che pensavo? Mi accorsi di sì per come mi guardava. Probabilmente non avevo mai parlato con tanta convinzione in vita mia. Maledizione, ora come facevo a tornare alla mia vita di rinunce?
- Davvero?- Aveva chiesto, mentre i nostri volti si avvicinavano sempre di più. Pochi millimetri ci separavano.
- Davvero!- Poi avevo avvicinato maggiormente il volto al suo, permettendole di baciarmi e baciandola. Sapevo che da quel momento in poi avrebbe iniziato a sorridere come un’ebete, ma cosa ci potevo fare?

Auuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu!!! Auuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu!!!
Che hai da ululare alla luna di pieno giorno, stupido cagnaccio?
Sarà triste perchè hai pubblicato senza di noi!
No, sono felice perchè finalmente vi siete decisi a baciarvi!
Io, invece, sono triste perchè la mia storia è definitivamente finita... Avevo iniziato a prenderci gusto nella consapevolezza di avere gli ultimi capitoli di "Il Mio Professore di Diritto" da pubblicare e poi perchè... Beh, sono cambiata nel corso della storia!
Oh, che noiosi che siete... Ma non potevate certo essere sentimentali nell'altro capitolo, eh? Cremini, non pianga, santo cielo!!
Ma... vabbeh, spero di avervi fatto almeno nascere un sorriso durante la mia storia, di esservi stata simpatica perchè per me voi siete stati molto. Ho vissuto con questa storia tre anni meravigliosi e per questo ne sarò sempre grata!
Ok, ora che i piagnistei vari sono finiti ce ne possiamo anche andare via!
   
 
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