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Autore: steph808    13/04/2014    1 recensioni
Un nuovo cadavere attende Beckett e Castle. Un tranquillo signore di mezza età viene ucciso nel suo appartamento. La caccia all’assassino avvicinerà tra loro lo scrittore e la detective e incrocerà più volte un altro tipo di incontri ravvicinati: quelli del terzo tipo.
Tutti i personaggi principali della serie televisiva compaiono in questa indagine che si aggiunge idealmente alla prima stagione.
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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Capitolo5Capitolo 5

«Ehi ragazzi, guardate cos’ho trovato.»

Beckett e Castle si voltarono verso il detective Ryan.

«Mi sono procurato le registrazioni di sicurezza del semaforo all’angolo del palazzo. Questo è il giorno del delitto, un paio d’ore prima che l’alieno facesse fuoco con la sua pistola protonica.»

Ryan mimò un colpo sparato con una pistola.

«Ha usato una calibro 38, non una pistola protonica.»

«Beckett, non essere sempre così puntigliosa» replicò Castle. «Forse la pistola protonica era scarica, in quel momento.»

Lo scrittore scambiò un gesto d’intesa con il detective di origini irlandesi.

«Vieni al punto, Ryan.»

«Sì, Beckett. Vedi questa macchina? Appartiene a Susan Mack.»

«È passata davanti alla casa del suo ex proprio il giorno in cui è morto?»

«Non solo. Ha parcheggiato poco più in là. È un parcheggio custodito a pagamento, abbiamo le prove.»

«Tutto lascia pensare che sia andata a trovare il suo ex.»

«Ci ha mentito» specificò Castle. «Aveva detto di averlo visto l’ultima volta alcuni giorni prima della sua morte.»

Javier Esposito arrivò giusto in tempo per introdursi nella conversazione.

«C’è di più. Ho controllato le telefonate di Susan. Ha chiamato molto spesso negli ultimi giorni un certo numero di cellulare. Appartiene a Michael Forrester. Non indovinerete mai quello che ho scoperto. Il signor Forrester ha precedenti per violenza aggravata e rissa. E la sua macchina è passata a quello stesso semaforo un’ora prima e un’ora dopo la morte di Paul Mack.»

«Probabilmente hanno fatto una riunione di famiglia» osservò Castle. «Tutti loro e l’alieno» aggiunse soprapensiero.

«Bene, ragazzi, finalmente qualcosa si muove» disse Kate. «Convocate di nuovo Susan e trovatemi questo Forrester. Io chiamo il procuratore e gli dico che abbiamo ufficialmente dei sospettati.»

 

Si divisero gli interrogatori. Beckett e Castle avrebbero parlato con Michael Forrester, Ryan ed Esposito con la signora Mack.

I sospettati arrivarono accompagnati dagli agenti. Senza manette ai polsi, per il momento. La signora Susan passò con gli occhi bassi mentre la portavano in sala interrogatori.

Michael Forrester, invece, lanciava occhiate sprezzanti in giro per la sede del distretto. Era un trentacinquenne alto e magro. Lo condussero alla sala degli interrogatori e lui sedette al tavolo come fosse stato a casa sua.

«Perché sono qui?» domandò subito a Beckett. «Ho i miei diritti.»

«Abbiamo ragione di credere che lei fosse sulla scena di un delitto.»

«Ah! Quali prove avete?»

«I movimenti della sua auto davanti alla casa della vittima.»

«Migliaia di auto passano davanti a tutte le case di New York in ogni secondo, detective.»

«Abbiamo le sue telefonate con la signora Susan Mack, l’ex moglie della vittima.»

«Non posso telefonare a chi mi pare e piace?»

L’interrogatorio non stava andando bene. Beckett se ne rendeva conto alla perfezione. Forrester reagiva con arroganza e lei non aveva prove schiaccianti per incastrarlo.

«Quali sono i suoi rapporti con la signora?» domandò.

Kate non pensava che fossero amanti, a causa della differenza d’età, ma non si può mai dire.

«Siamo amici.»

«Dove vi siete conosciuti?»

«A un gruppo teatrale. È il mio hobby. Non sono un attore professionista, ma mi piace recitare, faccio parte di una compagnia dilettantistica. Anche Susan dopo il divorzio ha scoperto questa passione. Tutto qui.»

«Perché la sua macchina è stata inquadrata dalle telecamere davanti al palazzo di Mack proprio il giorno dell’omicidio?»

«C’è una lavanderia cinese da quelle parti. Sono andato a ritirare i miei vestiti.»

«Signor Forrester, deve ammettere che la cosa è sospetta. Lei ha dei precedenti per violenza e rissa…»

«La fermo subito, detective. Ho fatto delle stupidaggini quando ero giovane, ma ho pagato per questo e oggi sono cambiato. Quei precedenti risalgono a più di dieci anni fa. Non può accusarmi per quello.»

«Le stiamo solo chiedendo di collaborare.»

«È quello che ho fatto. Ho collaborato. E adesso o mi arresta oppure mi lascia tornare a casa mia.»

 

Nel frattempo, Ryan ed Esposito interrogavano Susan.

«Sono in arresto?» domandò lei.

«Signora, lei ha mentito. Sappiamo che ha parlato con il suo ex marito il giorno della sua morte.»

«Sì, è vero. Ci siamo visti e ho avuto paura di dirlo. Ma non l’ho ucciso io. Quando me ne sono andata era ancora vivo.»

Susan guardò a turno i due detective.

«Non mi credete, vero? Pensate che sono stata io a sparargli?»

Iniziò a piangere. Faceva quasi pena.

«Deve raccontarci la verità.»

«Ve l’ho già detto. Non l’ho ucciso io!»

Continuava a piangere e non rispondeva più alle domande.

Ryan ed Esposito uscirono dalla stanza per consultarsi e lì incontrarono Castle e Beckett che avevano terminato l’altro interrogatorio.

«Nulla di fatto.»

«Anche noi. Non possiamo trattenere Forrester.»

«Che dici, Beckett? Arrestiamo la signora? Ci ha mentito già una volta e, in più, è reticente.»

Kate rifletté per qualche secondo.

«Torchiate ancora per un po’ la signora e poi, se non vi dice altro, lasciateli andare entrambi. Non abbiamo niente per accusarli. Metteremo sotto sorveglianza le loro chiamate. Per adesso, non possiamo fare altro.»

  
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