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Autore: Lally30    13/04/2014    2 recensioni
Questa è la storia di Hinata e Naruto, una storia che racconta di due vite apparentemente distaccate ma che in realtà sono sempre state legate da una connessione profonda la quale, senza che se ne rendessero conto, li ha sempre tenuti uniti.
Due vite, dunque, inconsapevolmente intrecciate da un vincolo indissolubile, legate da un passato malinconico e riunite dal destino in un luogo dove avrebbero voluto in realtà dimenticare tutto. I due giovani invece dovranno fare i conti con i loro problemi, ma troveranno via via e sempre più nell'altro la forza di reagire ai tormenti del loro passato.
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Tratto dal cap. 14:
Lo stavo ferendo, se non avessi detto nulla avrebbe sofferto e lo avrei perso… lui mi aveva confidato probabilmente il più grande segreto che si portava dentro da tutta la vita dandomi la sua completa fiducia ed io? Come lo ripagavo? Dal momento che non sapevo dimostrargli il mio affetto e la mia compassione a parole, decisi allora di farlo con i gesti.
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Versione revisionata, modificata in alcune parti e corretta (Settembre 2016).
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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 Capitolo 11: Stammi vicino
 
“Tanti auguriiii a teeeee…” che strano “tantiii auguriiii a teeeee…” non avevo mai provato una sensazione tanto ambigua e dissonante “tantiii auguriii caro Rolaaand” ero parecchio confusa e spaesata, infatti nonostante il clima allegro e spensierato che riecheggiava all’interno della sala in cui stavamo mangiando, per via del festeggiamento di un compleanno, pareva proprio che invece al nostro tavolo girasse un’aria funebre e angosciosa. Era come se il solo nostro gruppo fosse circondato da un’aura cupa e piuttosto tetra in contrasto con la luce brillante che adornava il resto del luogo. Arrivati al dolce, con molta fatica riuscii a terminare di mangiarlo solo perché sarebbe stato un peccato sprecarlo e non volevo dare l’impressione di risultare poco attenta all’importanza che ha il cibo, ma in realtà avevo lo stomaco chiuso e mille pensieri che mi ribollivano in testa, perché mi sentivo così fuori luogo con l’impressione che tutto fosse sbagliato? Perché non si poteva passare allegramente una serata in compagnia come avrebbe dovuto essere? E perché Naruto e Sasuke non si erano degnati di uno sguardo per tutta la serata? Quali orribili trascorsi hanno avuto per odiarsi tanto? Anzi decisamente no, Naruto non lo odiava… lui ne aveva timore o forse compassione “tantiii auguriii a teeeeeeeee” e uno scroscio di applausi mi avvilì completamente.
Finalmente e sottolineo finalmente, questa serata che sembrava interminabile finì. Ero frustrata in quanto solamente i professori avevano trascorso del tempo chiacchierando amichevolmente cercando di coinvolgerci ogni tanto, ma Naruto rispondeva solo a monosillabi, mentre Sasuke nemmeno ci provava e io dopo un po’ mi ero stufata di sforzarmi di fare la carina con i professori e dunque ci lasciarono crogiolare nel nostro brodo per il tempo che rimaneva stanchi anche loro di trovare argomenti da condividere con noi. Non capivo perché quando cercavo di parlare con Naruto lui faceva finta di non ascoltarmi oppure rispondeva anche a me con monosillabi o frasi fatte modalità biscotto della fortuna e la cosa mi irritava alquanto, provai perfino ad intavolare un discorso con Sasuke da come mi stavo deprimendo e per lo meno lui alla mia domanda “ma tu di dove sei?” mi rispose anche se sinteticamente, ma almeno mi rispose “Konoha” disse e dopo di che non chiesi più nulla, se non ricordavo male Konoha è un paesello poco distante da Tokio. Non potevo credere al fatto di essere in compagnia di tre miei vicini, ma a quel punto ancora di più non potevo credere che tra quei due vi fosse semplicemente un’antipatia sorta a pelle. Naruto mi nascondeva qualcosa e in questa serata ne ho avuto la conferma, ma perché voleva nascondere tutto anche a me… pensavo che avessimo trovato un’intesa e che fossimo per lo meno buoni amici ormai.
Ero talmente seccata che decisi di non farmi accompagnare in camera in braccio da Naruto, mi sforzai di andare da sola con l’ausilio delle stampelle e lui non insistette più di tanto. Quando salimmo in ascensore nessuno disse una parola e quando io e la professoressa Mcfee arrivammo al nostro piano ci congedammo augurando una buana notte a tutti… le porte dell’ascensore poco dopo si richiusero, quasi a voler decretare la fine di un orribile serata. Perfino i professori si erano resi conto che qualcosa non andava e la Mcfee, in camera, mi chiese addirittura se i due ragazzi mi avessero fatto del male o se mi avessero importunata. I professori erano arrivati alla conclusione sbagliata, ma non ne ero meravigliata, in fondo nemmeno io ci stavo capendo poi molto.
Non riuscivo a dormire, i miei pensieri continuavano a tornare alla serata appena trascorsa. Continuavo a rimuginare cosa avrei potuto dire o fare per alleviare quel clima poco piacevole, ma in ogni caso non avrei potuto fare nulla di più… mi ero impegnata e avevo fallito ed era giunto il momento di dormire, domani sarà un altro giorno pensai.
Mi svegliai di soppiatto in preda ad un incubo veramente assurdo, c’era Naruto che correva disperato verso di me chiedendo di aiutarlo, ma proprio mentre ero sul punto di prendergli la mano mi sentii afferrare da dietro e venni così allontanata da lui. A quel punto non riuscii più a riprendere sonno e se il buon giorno si vede dal mattino, avevo già idea da quel momento di come sarebbe terminato. Quel giorno scoprii che la Mcfee fosse piuttosto mattiniera, erano appena scoccate le cinque e lei probabilmente era già uscita dalla camera per non disturbare il mio sonno e stava magari preparando altrove l’itinerario che avremmo dovuto seguire lo stesso giorno.
“Tok-tok” sentii bussare alla porta, mi alzai un po’ titubante perché mi sembrava strano che qualcuno mi cercasse a quell’ora, magari avevano semplicemente sbagliato… in ogni caso indossai velocemente la mia vestaglia, presi una stampella e mi accinsi ad aprire traballante e ancora intontita dal sonno.
Non credevo ai miei occhi “Nn-Naruto?” era lui, notai subito che mi guardava con un sorriso birichino quasi come se avesse in mente di combinare una marachella “il professor Collins si è svegliato molto presto stamattina, credo si sia allontanato con la Mcfee da qualche parte, ho sentito le loro voci prima che si allontanassero chiudendo la porta della camera” mi informò sempre con quel sorrisetto furbesco “pensavano che dormissimo, ma io ero sveglio e li ho sentiti” continuò ghignando un pochino aspettando una qualunque mia risposta “in effetti mi sono resa conto poco fa che la Mcfee non fosse in camera, ma non pensavo che… be ecco… fosse uscita con il professore” lo guardai imbarazzata e non riuscii a trattenere lo sguardo verso i suoi occhi scintillanti “hem secondo te da quanto tempo sono usciti?” chiesi guardando insistentemente il pavimento. La cosa era abbastanza ambigua… non ne sapevo del tutto la ragione, ma pensare che Naruto fosse di fronte a me mi dava un strana sensazione che era veicolata per di più dal fatto che non vi fosse nessuno su quel pianerottolo a parte noi due in piedi sull’uscio della porta “ormai sono usciti da due ore buone” – “coosa? Ma veramente?” ero sbigottita, ormai era evidente che tra quei due fosse scoccata la scintilla e che la cara vecchia Midori fosse solamente un ricordo lontano per il professore “secondo me non si faranno vivi ancora per un bel pezzo, per la colazione ci siamo messi d'accordo di scendere verso le dieci e secondo me non li rivedremo fino ad allora” non capivo dove Naruto volesse arrivare con quella frase, per me significava che avevo ancora speranza di dormire qualche ora e farmi passare quel mal di testa che mi portavo dalla serata precedente “Naruto hai bisogno di qualcosa? Ti vedo un po’ strano sai?” non riuscivo a guardare al di sopra del suo petto, non volevo scontrami con il suo sguardo.
Fui sorpresa quando appoggiò la sua mano al lato della porta, avvicinò il suo volto verso il mio orecchio e in un sussurrò mi disse “ho solo bisogno di stare un po’ con te” a quel punto spiazzata, sobbalzai leggermente facendo cadere la stampella e rimasi immobile. Passò un istante e delicatamente appoggiò la mano libera sul mio fianco, mi spinse dolcemente con il corpo dentro la stanza sollevandomi un pochino per non far sforzare troppo il piede leso e chiuse la porta con l’altra mano poco prima appoggiata alla porta.
Non capivo cosa stesse succedendo o meglio ero intontita e il cuore mi batteva all’impazzata… non riuscivo a muovere un muscolo perché avevo idea di quali fossero le sue intenzioni ed ero spaventata… si avevo paura, forse... forse perché lo volevo anche io.
Guardavo ancora verso il basso, ma avvertii che qualcosa era cambiato. L’intensità di Naruto nello stringermi  raccontava un’emozione diversa rispetto a poco prima, il suo portamento non riconduceva più ad un desiderio passionale… piuttosto raccontava il disperato bisogno di un abbraccio.
Quasi automaticamente risposi alla sua richiesta di conforto stringendolo e appoggiando il capo al suo petto “ti chiedo scusa per il mio comportamento, scusami se ti ho ignorata tutta la serata” ascoltai in silenzio e molto attentamente tutto ciò che voleva dirmi “tu sei l’ultima persona al mondo che dovrei far soffrire” a quelle parole lo strinsi ancora più forte, stavo così bene tra le sue braccia “devo parlarti di una cosa importante” continuò “spero solo che dopo tu abbia ancora il coraggio di starmi vicino”.

 

Spazio dell’autrice:
Ciao a tutti!!! ^^ mi rendo conto di non aggiornare ormai da molto, moltissimo tempo… vi chiedo scusa di questo e spero che non vi siate dimenticati di questa storia. Ringrazio tutti coloro che hanno seguito e che seguiranno la mia storia e tutti coloro che hanno recensito e che, spero, recensiranno. Ok dovrete stare ancora per un po’ con il fiato in sospeso, la verità sta per essere svelata, spero di non deludervi. Un grande bacio e al prossimo capitolo, ciao ciao.

  
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