Vorrebbe seriamente prenderlo a pugni, ma si trattiene, non tanto per la differenza d’altezza o per quella stramaledetta aurea che pare circondarlo come un mantello. Si trattiene perché non è qui per fare a botte con uno stronzo ma per giocare e fare bella impressione sui sempai, e per quanto le parole di Kageyama brucino, e facciano un male infernale, non sono sufficienti a spegnere la sua determinazione e la sua esuberanza.
Sono la miccia che gli accende un fuoco nel petto, un calore cupo che ruggisce e richiede considerazione, rispetto, riconoscimento. Li pretende. E Hinata ha solo iniziato a fomentarlo.

Quando, anni dopo, gli occhi strizzati chiusi e l’espressione più assurda sul viso contratto, Tobio si china e lo bacia, aprendo poi le palpebre per bisbigliargli il suo amore sulle labbra, il fuoco è ormai un incendio dirompente e Hinata non sa bene come fare per spegnerlo.
Ma non è che voglia esattamente impegnarsi a provarci.