Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: simply_me    12/07/2008    2 recensioni
"E' stato allora che ho iniziato a capirlo. Sono riuscita a veder dietro la maschera e finalmente sono riuscita a sentirla: la voce dell’anima, la voce della sua anima. Una voce gentile, delicata… come il suono di un’arpa circondata da tamburi battenti: tu non la senti, ma se presti bene orecchio lo capisci… è lì! Io… l’ho sentita…"
la mia storia parte esattamente dalla fine del volume 42
Capitolo 23 up
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo X


L'ora di pranzo era già passata da una buona mezz'ora quando Masumi giunse alla villa al mare.

Si tolse la giacca subito dopo esser entrato nel grande salone, lasciandola cadere sulla poltrona di fianco alla libreria, e rivoltò le maniche della camicia lasciando scoperti gli avambracci.
Mentre rivoltava le maniche, si soffermò a guardare proprio quello scaffale della libreria e quei volumi dietro i quali era nascosto l'album di foto di quella ragazzina.

Tirò fuori i due volumi e prese in mano l'album. Sedendosi sul divano, cominciò a sfogliarne le pagine.
Guardava le foto e ricordava ogni evento, ogni rappresentazione...

Come gli piaceva guardarla sul palcoscenico!
Amava vedere sprigionarsi in lei tutta quella passione.

Passione...
Era proprio questo il punto: quella ragazzina aveva mostrato una passione tale da far ardere anche lui di passione nei suoi confronti.
Una passione travolgente, alla quale non era stato capace di resistere e che, dopo aver visto quelle foto, lo stava facendo impazzire.

Le foto, quelle foto...
Al solo ripensarci sentiva le vene sotto le gote gonfiarsi e cominciare a pulsare...
Doveva sapere la verità, doveva saperla a ogni costo.

Chiuse l'album e lo depose nuovamente dietro i due volumi dello scaffale.
Aprì le ante della finestra e uscì sulla terrazza.

Il panorama di cui poteva godere era davvero bello.
Nonostante fosse già settembre, il mare era sereno e una brezza tiepida e leggera permetteva a dei surfisti in lontananza di veleggiare speditamente.
I riflessi del sole del primo pomeriggio donavano ai suoi splendidi occhi verdi un riflesso acquamarina che ne evidenziava la profondità. Le ciocche di capelli, dai riflessi dorati, ondulavano seguendo il movimento del vento...

Picchettò con le dita della mano destra il cornicione.
Quanto ci metteva Hijiri?
Ogni istante passato in quell'attesa era una vera tortura...

Dalla loro telefonata il giorno prima, non era più riuscito a pensare a nulla che non fosse quello.

Mentalmente stanco, era tornato a casa la sera prima e, senza neppur cenare, si era diretto al salone nel quale, seduto sulla sedia a rotelle, al centro sala, aveva trovato Eisuke Hayami, suo... padre.

Padre...
Poteva davvero chiamarlo così?
Non era l'affetto paterno né l'amore filiale che lo aveva legato a quell'uomo e mai glielo avrebbe legato...
Ma il tempo era passato.
E adesso, finalmente, Masumi era pronto a muoversi per attuare la sua vendetta.
Già, una vendetta nei confronti di quell'uomo che aveva causato la malattia e la morte di sua madre.

Entrato nel salone il padre lo aveva subito osservato severamente.

– Ho saputo - aveva subito esordito quell'uomo - che hai annullato il pranzo con la tua fidanzata, Masumi, per lavoro... qualche problema con la Dea Scarlatta? -
– Perché me lo chiedi, padre? - gli aveva chiesto Masumi.
– Nessun motivo in particolare... sai bene che la Dea Scarlatta è il mio unico pensiero e il mio più profondo desiderio è impossessarmene, Masumi. -
– Si. - si era sforzato di rispondere impassibile - Padre... nessun problema con la Dea Scarlatta. Solo una improvvisa riunione per la programmazione dello spettacolo al teatro Daito. Una delle attrici ha deciso di lasciare per motivi familiari, quindi occorreva organizzare un'audizione per una sostituta. -
– Attrici! Sempre le solite! - aveva esclamato con disprezzo Eisuke – Piuttosto... Masumi, - aveva ripreso con occhi indagatori - hai ricevuto altre notizie di Maya Kitajima? -

Per un istante i pensieri di Masumi erano tornati a quella mattina. Alle foto di quella ragazzina con quel... quel Sakurakoji.
Suo padre sarebbe stato ben lieto venire a conoscenza di quelle foto.

– Nessuna.- aveva risposto prontamente - L'ultima volta che l'ho vista è stato alla cerimonia... -
– La cerimonia! - lo aveva interrotto il padre - Che assurdità presentarsi senza alcun invito per poi minacciarti a quel modo! - aveva aggiunto quasi nauseato, poi più serio – Quella ragazza... il suo odio verso la Daito potrebbe costituire un serio problema. Sai già cosa ti toccherà fare con quella ragazza nel caso non accettasse di legarsi a noi? -
– Non ancora, padre, - aveva risposto Masumi stringendo il pugno della mano destra per controllare la rabbia – ma non preoccuparti... penserò anche a questo. – aveva concluso celando il dolore, che avrebbe voluto gridare, dietro la solita fredda maschera.

Eisuke Hayami era parso abbastanza soddisfatto della risposta del figlio e non gli aveva chiesto altro. Masumi si era congedato e diretto verso la sua camera da letto...

Era entrato in camera palesemente distrutto, dopo quell'ultimo colpo infertogli dalla conversazione col padre...
Si era sbottonato la camicia rapidamente, strappandosela quasi a forza di dosso: i pettorali e l'addome scolpito, i trapezi e i dorsali erano fortemente contratti per la tensione accumulata in quella giornata.
Si era diretto verso il bagno in camera, al quale si accedeva da una porta nella parete a destra di fianco al letto; aveva aperto l'acqua della doccia facendola scorrere, in attesa che si riscaldasse. Aveva slacciato la cintura, sfilato via pantaloni e biancheria intima e si era posizionato sotto il gettito fumante della doccia.
Aveva lasciato che l'acqua scorresse sul suo capo, scivolando dai capelli nocciola chiaro sul suo volto, i cui occhi, chiusi, erano segnati dalle lunghe ciglia, e poi più giù lungo tutto il corpo.
Anche i muscoli delle gambe erano contratti…
Concentrandosi sullo scrosciare dell’impatto dell’acqua sulla sua pelle, aveva lasciato scivolare via ogni pensiero per poter finalmente godere di un breve istante di rilassamento…
Era rimasto sotto il getto d’acqua sino a quando non si era ritenuto sufficientemente calmo; aveva girato la maniglia dell’acqua ed era uscito fuori, indossando il morbido accappatoio in cotone.
Rientrato nella stanza, si era seduto alla poltrona, coi capelli ancora gocciolanti, e si era versato da bere un bicchiere di scotch, che aveva sorseggiato lentamente, lasciando che la forte bevanda scivolasse lungo le sue labbra sino in gola e poi giù infuocandogli il ventre.
Dopo essersi asciugato aveva aperto un cassetto del comodino ai piedi del letto e aveva estratto un pigiama pulito…
Aveva immediatamente riconosciuto il pigiama di seta blu a righe azzurre che aveva lasciato indossare a quella ragazzina qualche anno prima: lo aveva indossato, aveva spento la luce e, al buio, era tornato a sedersi sulla poltrona osservando dalla vetrata dell’imposta l’oscurità notturna del giardino.

Non era riuscito a dormire...
I pensieri che lo avevano tormentato durante tutta la giornata avevano ripreso a farsi spazio nella sua mente lì al buio

Aveva fatto l’alba, seduto a quella poltrona, e, alla fine, si era addormentato vinto dalla stanchezza proprio lì seduto, il busto adagiato allo schienale, il capo leggermente inclinato verso destra.
Quando i raggi del sole del mattino illuminandone il viso lo avevano destato, erano già le 8:00.
Aveva fatto colazione e, dopo essersi preparato, si era diretto al suo studio nel palazzo della Daito.

La signorina Mizuki, portandogli la solita tazza di caffè caldo, gli aveva chiesto quali fossero le sue direttive: aveva intuito che il presidente era ancora fortemente turbato…

- Non si preoccupi – aveva risposto il signor Hayami – io… ho bisogno di dedicarmi al lavoro stamattina. -
- Cercherò di impiegarle la mattina non lasciandole tempo per pensare… - aveva risposto la segretaria, poi aveva sorriso ed era uscita dallo studio.

Aveva trascorso tutta la mattina immerso nel lavoro, giungendo così all’ora di pranzo. Solo a quel punto aveva abbandonato l’ufficio, impartendo istruzioni alla signorina Mizuki affinché gli lasciasse il pomeriggio privo di impegni.
Non aveva avuto appetito: aveva girovagato con l’auto aspettando che si facesse l’orario stabilito e poi si era diretto alla villa.


Era ancora sulla terrazza quando finalmente Hijiri fece il suo ingresso: mancava un quarto alle 15:00

- Buon giorno signor Masumi. – disse l’uomo - non abbiamo molto tempo… alle 16:00 devo raggiungere la signorina Maya. –

Masumi lo osservò aggrottando le sopracciglia.
Non sapeva ancora nulla dell'addestramento della ragazza.

- Il signor Kuronuma ha deciso di sottoporre la ragazza ad un allenamento speciale… - proseguì Hijiri - Sembra che conosca il proprietario del circo Wagner, il circo su ghiaccio che di recente si trova in periferia a ovest di Tokyo. La signorina Maya da stamani è seguita dal direttore del circo e dai suoi membri sino allo scadere della prossima settimana. Si addestrerà al circo tutte le mattine dalle 6:00 sino alle 16:00 e poi alle 17:00 riprenderà le prove agli studi di recitazione. Mi sono offerto di scortarla tutte le mattine dicendole che sarebbe stata cosa gradita al suo ammiratore esserle d’aiuto… -
- Hai fatto bene… - disse Masumi poggiandosi sulla balaustra della terrazza, poi si voltò nuovamente a guardare il mare – avete... parlato a lungo? –

Hijiri fece una breve pausa studiando il profilo dell'uomo che aveva innanzi.
Sapeva cosa significava quella sua domanda.

- Sufficientemente... - gli rispose distogliendo lo sguardo - La signorina Maya è innamorata. - aggiunse concentrandosi di nuovo sulla figura del signor Masumi.

Masumi chinò il capo e chiuse gli occhi.
Con le mani aggrappate alla balaustra, si protese in avanti, come quasi a volersi gettare giù da quella scogliera.
Cercò di riprendere il controllo: era volata via, non avrebbe più potuto afferrala…

Quantomeno quel ragazzo l'amava, si sforzava di ripetersi.
Doveva lasciarla andare.

- Sono... contento per lei… - disse con infinita tristezza - quel ragazzo saprà renderla felice. - proseguì voltandosi a guardare Hijiri.

Fu allora che Hijiri sorrise.

- È sorprendente… - disse ancora sorridente.
- Cosa? – chiese Masumi distrattamente, troppo immerso nel proprio dolore.
- La descrizione che quella ragazza mi ha fatto dell’uomo che ama. È davvero sorprendente… -
- Tutti gli innamorati parlano con ardore del proprio amato – lo interruppe bruscamente Masumi in un impeto di gelosia.

L'uomo ombra della Daito rise apertamente.
Masumi rimase lì a fissarlo sconvolto.
Si stava forse prendendo gioco di lui?

- Signor Masumi, la prego, mi ascolti senza interrompermi – gli disse l’uomo con fare confortante - La signorina Maya è innamorata, è vero… ma non del signor Sakurakoji. -

Masumi Hayami strabuzzò gli occhi perplesso.

- Come?! – fu l'unica cosa in grado di chiedergli.

Hijiri sorrise ancora.

- Lei... è innamorata di un uomo… che crede non la ricambi. - riprese Hijiri soppesando le parole – Di un uomo che a lungo in passato ha creduto di odiare, che ha una bellissima fidanzata… e che la considera… una ragazzina. - studiò il volto del suo interlocutore un breve istante - Le ricorda forse qualcuno? - chiese con un pizzico di malizia.

Masumi rimase immobile, occhi spalancati e increduli, come pietrificato.
Possibile?

- H-Hiji... - esitò sconvolto.
- Si guardi allo specchio signor Masumi! - lo interruppe allegramente e fiduciosamente Hijiri – Quella ragazza è innamorata di lei. Di lei, Masumi Hayami… non del signor Sakurakoji o dell’ammiratore di rose… Di lei e di nessun altro! -
- DI ME!!! – era impazzito: non lo riteneva possibile.
- Si, di lei e di nessun altro! – gli ripeté l'uomo ombra, poi, dopo una breve pausa aggiunse - Adesso è meglio che vada, così potrà riflettere in pace. -

Ancora sorridendo fece un breve inchino e si voltò, abbandonando la terrazza.

Masumi Hayami si voltò di nuovo verso la scogliera ancora incredulo.
Chiuse gli occhi, chinò il capo... sorrise.
Lo alzò di scatto aprendo gli occhi con un'espressione, un'espressione di gioia che pervadeva ogni centimetro del suo corpo.
Guardò il mare e rise.
Rise scuotendo la testa per l'assurda, stupenda verità che aveva appena appreso.

- Ragazzina... - sussurrò con gioia ancora sorridendo.

Lo amava. Come lui amava lei... lo amava.
Proprio lui... solo lui.





nota dell'autore: come promesso eccovi il capitolo su Masumi, che spero possa esservi piaciuto quanto a me è piaciuto risistemarlo e postarlo. Dite che si nota la particolare attenzione che dedico a ogni particolare di questo personaggio? XD
Finora in capitoli hanno avuto per protagonista principalmente un solo personaggio alla volta, ma da questo momento in poi la storia comincerà a procedere saltando da un personaggio all'altro procedendo con un ritmo che credo di poter definire via via più spedito.
In un certo senso si potrebbe dire che il bello della storia comincia da qui in poi...
Beh! non mi dilungo oltre, vi ringrazio per aver letto questo capitolo e vi dò appuntamento a domani al prossimo capitolo. (^__^)/

P.s. Vorrei ringraziare tantissimo BLUREI che continua a leggere e commentare... Spero tanto che questa storia possa continuare a piacerti. Per il circo non preoccuparti... vedrai altro... e non solo lì XDD
A domani!
  
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