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Autore: monsieur Bordeaux    14/04/2014    2 recensioni
Attentati, sabotaggi e altri strani eventi stanno sconvolgendo la pace nelle Terre ninja. La tensione è tale che nessuno sa cosa potrebbe accadere in futuro, forse addirittura una nuova Grande Guerra ninja. Nel frattempo il Paese del Vento deve gestire un'altra emergenza: un fuga in massa di prigionieri da un carcere di massima sicurezza. E tra questi, due personaggi che saranno costretti a collaborare per farla franca ai loro inseguitori.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Capitolo 13 - Interrogatorio e confessioni


Dopo aver recuperato Naruto tra le macerie del terzo piano, i suoi compagni di team lo sollevarono da terra e più velocemente che potevano fecero a ritroso la strada fatta in precedenza, permettendo così al ragazzo di respirare un po' d'aria fresca. Una volta fuori, il ninja dai capelli biondi fu adagiato sull'erba e posizionato accanto a Hinata, che ancora tossiva per tutto il fumo respirato.
Con alle spalle la parte alta della torre già completamente bruciata, Yamato prese la situazione in mano e ordinò a Sakura di tenere d'occhio i due intossicati, mentre lui si occupava dei prigionieri rimasti coscienti sul campo di battaglia.
Grazie all'aiuto di Sai, il capitano catturò ben tre avversari, tra cui quello che in precedenza aveva attaccato Tomohiko al posto di blocco, e li intrappolò creando una fitta serie di rami, che immobilizzarono del tutto i suoi prigionieri. Lo sguardo di Yamato non prometteva nulla di buono, ma quel momento di tensione fu rovinato dall'ennesima litigata tra Tomohiko e Yuji: cercando di calmare la superbia dello spadaccino, che si vantava di aver salvato Hinata con un gesto a suo dire eroico, l'ex diplomatico lo provocò affermando che la sua evocazione era ottima solo come ingrediente per il sashimi. Il ninja del Villaggio della Nebbia si infuriò non poco con quel discorso, per lui era offensivo fare un paragone tra la sua creatura e un comune piatto a base di pesce!
«Ora statemi a sentire!» richiamò a gran voce Yamato, rivolgendosi ai prigionieri. «Perché vi siete camuffati da ninja di Iwa?»
Per un po' i tre imprigionati nei rami si rifiutarono di rispondere, ma cambiarono subito idea quando videro lo sguardo minaccioso del capitano. Uno dei tre ammise: «Noi... abbiamo ricevuto l'ordine di occupare questa vallata in maniera silenziosa, per non mettere in allarme quelli di Iwa.»
«E' stato il vostro leader a darvi questo ordine?»
«Sì! Lo Scorpione Bianco in persona!»
«E l'ordine comprendeva anche lo sterminio degli abitanti di quel villaggio?» domandò Sai, rimanendo impassibile. Se Yamato si limitò ad emettere una semplice esclamazione, la reazione di Yuji, che era l'unico ancora all'insaputa della notizia, fu molto più evidente. Divenne subito scuro in volto e con passo deciso si avvicinò ai tre prigionieri, mettendosi di fianco al capitano della squadra.
«Ho sentito bene?» esclamò lo spadaccino. «Avete massacrato gli abitanti del villaggio?»
«Si erano rifiutati di schierarsi dalla nostra parte!» si giustificò uno dei prigionieri. Un altro aggiunse: «Non ci vorrete condannare per questo, vero? Anche voi siete dei ninja, addestrati per attaccare qualsiasi tipo di nemico...»
La spiegazione del secondo prigioniero, piuttosto superficiale per giustificare il loro gesto, fu interrotta bruscamente da Yuji. Lo spadaccino aveva impugnato la katana, in una frazione di secondo, e con un veloce gesto delle mani aveva alzato l'arma verso l'alto, fermandosi solo quando la lama toccò la gola del prigioniero. Non era stato un gesto per spaventare l'interrogato, ma uno sfogo di Yuji e il suo volto rabbioso ne era la prova.
«Avete massacrato degli allevatori solo perché si sono rifiutati di collaborare? Solo per questo?!?»
Lo spadaccino non era di certo un santo, anche lui aveva ucciso diverse persone in passato, durante alcune missioni, ma il suo senso dell'onore gli imponeva di non alzare un dito contro chi non si poteva difendere. Senza ricevere alcuna risposta, Yuji rinfoderò la spada e tornò sui suoi passi, mormorando: «Avrei voluto sgozzarli come maiali...»
Nel frattempo Yamato riprese l'interrogatorio, ma subito si rese conto che due dei prigionieri si stavano confidando qualcosa in segreto e immediatamente li richiamò. Anche Sai intervenne per calmare la situazione e alla fine uno dei prigionieri manifestò il suo disagio alzando la voce. «Togliete quell'individuo dalla mia vista!» gridò, indicando col dito Tomohiko. «Io non parlo con i traditori!»
«Come hai detto?» esclamò l'ex diplomatico, mostrando inizialmente un leggero disagio davanti a quell'affermazione. Intuendo il perché di quella reazione, Tomohiko ribattè: «Ah, credo di aver capito... mi hai riconosciuto e hai subito pensato che sia un traditore perché un abitante di Iwa non può collaborare con quelli di Konoha, giusto?»
«No!» rispose con forza il ninja nemico. «Tu hai tradito la fiducia che noi seguaci dello Scorpione Bianco avevamo in te! Sei un fottuto bastardo!!!»
La rivelazione del prigioniero prese alla sprovvista tutti i componenti del team, ma il più esterrefatto da quella frase era paradossalmente Tomohiko, che non provò nemmeno a nascondere la sua perplessità.
«Io un seguace dello Scorpione Bianco?» ribatté il ragazzo del Paese della Terra. «Ma tu sei completamente fuori di testa!»
«Neghi l'evidenza, eh? Ma in fondo me lo aspettavo una risposta del genere, da un amico di Deidara!»
«Che intendi dire?»
«Quel maledetto bombarolo era visto di buon occhio dallo Scorpione Bianco... ma all'ultimo ci ha traditi e ha abbandonato il Paese della Terra senza dire niente a nessuno. Almeno ha avuto il buon senso di andarsene da questo mondo!»
Anche se Deidara era stato un criminale d'alto rango, Tomohiko lo riteneva un suo amico e non poteva accettare un'offesa del genere. Quando rispose al prigioniero, a fatica trattenne la sua rabbia. «Sei solo un folle!»
«Se ti avvicini, ti ammazzo!»
Evitando che scoppiasse una rissa, Yuji da una parte e Sai dall'altra, calmarono i due litiganti con forza. Dopo averlo trascinato per qualche metro all'indietro, lo spadaccino cercò di calmare Tomohiko a parole.
«Che diavolo ti è preso?»
«Niente! Ho solo parlato ad alta voce!» si giustificò l'ex diplomatico. Ma Yuji non era in vena di fare lo spiritoso, a differenza del suo compare.
«Ora stammi a sentire, perché non te lo ripeterò due volte: smettila di trattarci come dei cretini!»
«Che vuoi dire?»
«Sai benissimo di cosa sto parlando. Da quando ti conosco, racconti solo la verità che ti fa comodo... e ciò è veramente irritante!»
«Non è vero che faccio sempre così! Capita ogni tanto, ma...»
«Insisti?»
A quel punto lo sguardo di Tomohiko cambiò e divenne molto serio. «Se vuoi sapere tutta la storia, io e i miei amici eravamo convinti che lo Scorpione Bianco fosse un eroe, ma questo succedeva anni fa! Ero ancora un ragazzino quando credevo in lui, ma poi sono cresciuto e ho capito che in realtà era solo un vecchio pazzo.»
«Tutto qui?»
«Te lo posso giurare! E poi avevo solo dodici anni, non avevo ancora una chiara visione della vita!»
Nel frattempo Yamato proseguì con le sue domande. Approfittando del fatto che il prigioniero stava ancora litigando con Tomohiko, il capitano sfruttò quel momento di poca lucidità per strappargli qualche informazione.
«Perché avete ricevuto l'ordine di controllare i confini? Temete un invasione da un Paese straniero?»
«No, il nostro compito era di isolare la regione da occhi indiscreti...»
«Perché? State progettando qualcos'altro nell'ombra? Rispondete!»
Davanti alle minacce verbali di Yamato, il prigioniero rimase impassibile, ma quando il capitano tirò un violento pugno su uno dei rami, il ninja rivale iniziò a temere per la sua incolumità. Fu quasi incredibile che quel pezzo di legno rimase integro, dopo quel colpo, e alla fine il ninja parlò, ma rispondendo con foga alle domande di Yamato.
«Ormai ogni tentativo di fermarci è inutile! Iwa è destinata a cadere per mano del Paese delle Torri!»
«Come?!?» esclamò il capitano.
«Una nostra spia si è infiltrata nel villaggio e ci aprirà le porte per il nostro esercito! Entro pochi giorni il nostro sogno diventerà realtà!»
«Patetico...» mormorò Sai, scuotendo la testa. Grazie ad un po' di astuzia, Yamato era riuscito a convincere il prigioniero a parlare, ottenendo delle informazioni vitali per la sua missione.

Per preparare al meglio la squadra per il viaggio verso Iwa, il capitano decise di fare una sosta per la notte, accampandosi in una zona non troppo lontana dalla torre. Ma non tutti erano andati a dormire: approfittando di quella pausa e della tranquillità del posto, il cielo era pieno di stelle e una leggera brezza soffiava lungo la valle, Yuji si accomodò vicino al fuoco acceso in precedenza da Yamato e con molta cura iniziò a pulire le sue tre spade, in particolar modo la katana che aveva usato in combattimento. Poi prese una pietra levigata dal sacco da viaggio e con dei movimenti decisi e continui affilò le lame delle sue armi, completando quel lavoro nel giro di qualche minuto.
Ma poco prima di rifoderare le sue spade, Yuji percepì qualcuno alle sue spalle e immediatamente capì che non era l'unico ad essere rimasto sveglio quella notte. Un po' sorpreso lo spadaccino vide davanti a sé i quattro ragazzi che avevano combattuto nella torre e constatò, con suo grande sollievo, che Hinata e Naruto si erano completamente ristabiliti dopo l'incidente all'ultimo piano della torre. Fu proprio quest'ultimo a prendere la parola per primo.
«Ho una cosa urgente da chiederti.»
«Ti ascolto» rispose Yuji.
«Riguarda il tuo amico Tomohiko...»
«Chiariamo subito un concetto: lui non è un mio amico! Al massimo è un compagno di viaggio, nient'altro!» affermò lo spadaccino, in maniera netta. Non essendoci Tomohiko in quel momento, stava dormendo come un ghiro in un sacco a pelo, Yuji poté liberamente sfogarsi con i ninja di Konoha.
«In ogni caso, sei quello che tra di noi conosci da più tempo» ribatté Sai, rimanendo impassibile.
«D'accordo, cosa volete sapere?»
Fu Naruto a rispondere alla domanda. «Sakura mi ha riferito che uno dei prigionieri lo ha chiamato traditore, perché una volta era un loro alleato. Tutto ciò è vero?»
«Sì, me lo ha confermato lui subito dopo!»
«A questo punto, credi veramente che ci si può fidare di lui?» chiese Sai. Il dubbio che Tomohiko potesse fare il doppio gioco aveva creato non poche perplessità nel gruppo, ma Yuji davanti a quella domanda si lasciò scappare un sorrisetto ironico.
«Lo ammetto, anch'io all'inizio non riuscivo a comprenderlo, ma vi assicuro che di lui ci si può fidare. E' un gran bastardo e litighiamo su tutto, ma almeno su una cosa siamo simili...»
«E cioè?» domandò Sakura.
«Tomohiko ha l'anima del combattente, anche se usa metodi poco ortodossi. Lo avevo intuito quando siamo evasi di prigione, ma ho avuto la conferma solo più tardi.»
«Siete evasi di prigione?!?» esclamò Hinata, che rimase molto sorpresa dalle parole dello spadaccino.
«E' una lunga storia, lascia perdere...» la rassicurò Sakura.
«Lo sai Naruto cosa significa avere l'anima del combattente?» chiese Yuji.
«Bhe, ecco...»
«Significa lottare fino alla fine, anche quando non hai più niente da difendere, se non te stesso. Tomohiko, come me del resto, quando è evaso di prigione non aveva nessun amico da cui nascondersi o un posto in cui poteva rifugiarsi, ma nonostante tutto si è preparato al meglio per attraversare il deserto e sopravvivere. Ha aspettato il momento giusto e ha dimostrato una determinazione degna di un guerriero, rimanendo calmo anche in mezzo ad una folla completamente impazzita. Forse è stato per questo motivo che l'ho inseguito, chi lo sa...»
«Se le cose stanno così, allora Tomohiko merita un po' di fiducia!» commentò Naruto, trovando d'accordo anche i suoi amici.
«Però rimane uno stupido!» aggiunse lo spadaccino, cercando di non elogiare troppo il suo compare.
«E perché?»
«Da quando lo conosco, ho come l'impressione che continui a rinnegare il suo passato. Sarà per questo motivo che non prova molte simpatie per noi ninja, ma in fondo io sono il meno adatto a criticarlo... pure io, in qualche modo, ho rinnegato le mie origini scappando dal Villaggio della Nebbia. Ho sempre odiato quella mentalità così rigida e brutale dei veterani e ad un certo punto non ho più voluto accettare le loro regole. Ecco, questo forse è il secondo punto in comune che abbiamo io e Tomohiko: siamo due ragazzi che stanno scappando.»


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