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Autore: Lila May    14/04/2014    2 recensioni
Ehilà, bonjour a tout le munde!
Rieccomi ancora sul fandom con la mia prima fiction sui pokémon, spero possa piacervi!
Siamo nella 5° generazione.
Ash, Iris e Spighetto si stavano dirigendo verso la Lega di Fortevedepoli insieme ai propri pokémon, allegri e spensierati, quando l'intenditore, assetato, propone di fare una pausa.
Ma ...
sarà proprio la limpida acqua di un ruscello a scatenare fra i nostri 3 eroi (4 con l'aggiunta di un incontro speciale) una vera e propria corsa contro il tempo, di cui Iris in particolare ne rimarrà molto coinvolta.
Di che si tratta?
Che cosa è accaduto?
Sta a voi scoprirlo!
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Iris, Misty, Spighetto | Coppie: Ash/Misty
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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AL VILLAGGIO DEI DRAGHI
 

Iris passò una mano sotto il capo fragile di Spighetto con un sospiro e glielo sollevò con estrema cautela, poi gli portò alla bocca un'altro po' di medicina naturale. - Ecco, coraggio, bevi, così ... - sussurrò, sorridendo con dolcezza. Odiava vederlo conciato in quel modo, con la faccia scavata e gli occhi contornati di viola. Le mancavano molto la sua continua parlantina arricchita ogni giorno da nuovi termini ispirati alla cucina, le sue noiose ma pratiche e costruttive "Ore di valutazione", le sue affascinanti e colte "Ore dedicate al metrò" e il suo infinito spazio dedicato alla scienza, dove tutto ha una logica e un senso. Pensò con rammarico a tutte le volte in cui l'aveva fatta ridere e divertire e lo accarezzò con tenerezza fra i capelli. - Quando ti riprenderai andremo insieme al Villaggio dei Draghi. - gli disse, poi gli stampò un affettuoso bacio sulla fronte. Quella mattina si era occupata solo di raccogliere più erbimedio possibili. Era necessario che lui accumulasse un po' di forze, perchè lo doveva urgentemente portare al Villaggio dei Draghi; più aspettava e più le sue condizioni peggioravano. La giovane attese, attese e attese in una speranza fino a quando il sonno iniziò a farsi sentire. Socchiuse gli occhi e sbadigliò, esausta. Non ce la faceva più, erano le 3:00 di notte, se non si sarebbe riposata ora l'avrebbe sicuramente fatto dopo. Trascinata dal soave canto del sonno che la incitava a chiudere gli occhi appoggiò la schiena contro la parete rocciosa della grotta e, con la testa di Spighetto adagiata sulle gambe, si addormentò piena di dubbi e preoccupazioni. Poco dopo, a svegliarla fu una carezza, silenziosa e piacevole come il rilassante fruscio del vento.
 - Iris ... - la voce che la chiamò nel buio della notte era molto debole.
La ragazza aprì lentamente gli occhi e per istinto li portò su Spighetto. La gioia che provò nel vederlo a occhi aperti fu tale da farla quasi urlare di felicità. L'intenditore felice di vederla così gioiosa abbassò la mano, riappoggiandola sul suo ventre dolente. Sorrise con rammarico e tenerezza. - Ciao, Iris ... - Perlomeno era sveglio, ma soprattutto VIVO. Prima che potesse accennare un'altro sorriso Iris si chinò in avanti e lo abbracciò fortissimo, come se fosse un oggetto di estremo valore che per un momento aveva temuto di perdere. Perchè in effetti era andata all'incirca così. - Spighetto!! - esclamò, emozionata nel sentire il cuore del ragazzo battere un po' più regolarmente. - Che bello sapere che le mie medicine ti hanno fatto bene! -
Il ragazzo affondò il naso nelle spalle della giovane per tentare di non pensare all'intenso mal di testa che gli trapanava le tempie da ore e cercò affannosamente di non piangere, ma lacrime di dolore iniziarono ad appannargli la vista. Nonostante fosse felice di essersi ripreso, il male non era affatto diminuito. - Iris ... -
- Dimmi, Spighetto, dimmi ... -
- Iris ... - Spighetto all'improvviso avvertì come un possente calcio allo stomaco e cercò di scacciare via un inaspettato conato di vomito. Si sciolse dal quell' amorevole abbraccio, rosso in volto, e si allontanò un poco. - ... dove siamo ... - chiese, confuso. - Dov'è Ash ... -
- Siamo vicino a Forteverdepoli, e Ash è andato alla Lega ... - gli rispose Iris, lasciando che lui tastasse il terreno roccioso un po'ovunque per capire in che circostanze si trovasse.
- Iris ... - sussurrò di nuovo il ragazzo dopo un attimo di silenzio, prendendole le mani. La guardò negli occhi con intensità, quasi come se la volesse ipnotizzare, poi la accarezzò fra i capelli violacei. - Iris, come sei bella, hai degli occhi meravigliosi ... peccato che non possa assaporare la tua bellezza, in questo momento ... - la ragazza, commossa e lusingata, lo abbracciò di nuovo e lui trovò la forza di ricambiare. - Aiutami, ti prego ... - i due ragazzi rimasero abbracciati per un tempo che parve infinito, e mentre Spighetto tentava di non vomitare, Iris lo coccolava per tranquilizzare il suo stato confuso, frastornato e agitato. - Voglio andarmene via di qui ... desidero rimettermi in sesto al più presto, dobbiamo raggiungere Ash alla Lega ... -
- Ehi, rilassati, solo un'attimo fa eri svenuto ... ti sei ripreso adesso, con calma faremo tutto, te lo prometto ... ma prima è necessario che tu ti rimetta in forze. -
- Sono svenuto ... - Spighetto iniziò ad ansimare e un dubbio s'impossessò della sua mente traumatizzata. Tutto d'un tratto cominciò ad agitarsi. Si sollevò in piedi, barcollando, e iniziò a camminare avanti e indietro. Sembrava un ubriaco. - Come sono svenuto?! Iris, che cosa mi è successo?!?! - gemette, sgranando gli occhi. Lo spavento, la fretta di muoversi, l'ansia e il nervoso furono così tali da causare dentro di lui un senso di nausea insopportabile. Questa volta il calcio allo stomaco fu potente e deciso.
- Sì, ma è tutto finit ... - Iris non riuscì a finire che l'intenditore iniziò a vomitare, imbarazzatissimo. - Spighetto! - la ragazza gli venne vicino e gli avvinghiò con dolcezza le spalle, poi gli appoggiò una mano sull' addome contratto e cercò di calmarlo. Spighetto gli strinse le dita con debolezza e scoppiò in lacrime dal dolore. Basta, era inutile nascondere l'evidenza. Soffriva, non riusciva a reggersi in piedi, la testa gli pulsava troppo forte, le mani e il corpo gli tremavano ininterrottamente e il male che sentiva allo stomaco era a dir poco allucinante. In quel momento avrebbe preferito essere rimasto svenuto, il dolore che lo sorprese non appena svegliato sembrò subito soffocarlo, provocandogli una reazione impossibile da contenere, e cioè quella di rimettere fino all'estenuazione. - ... va tutto bene, Spighetto, tranquillo, è finita, sei qui con me ... - gli sorrise Iris, sperando di rilassarlo almeno un poco con quelle parole. - ... ho tutta la situazione sottocontrollo ... -
- Mi dispiace ... - si rattristò l'intenditore, preoccupato sia per Ash, che ora per fortuna aveva raggiunto la Lega, sia per Iris, per averla fatta agitare in modo osceno e assurdo. Si mise a sedere e guardò in basso, cercando in tutti i modi di nascondere l'imbarazzo. - Mi dispiace tanto ... -
- Di cosa ... -
- Di averti fatta preoccupare ... -
Iris sgranò gli occhi e si sentì arrossire, le venne voglia di baciarlo. Amava quando si assumeva le colpe, ma questo non era il momento di pensare a quanto lo adorava, a quanto lo stimasse e lo ammirasse, a quanto lo amava anche se lo nascondeva sempre rispondendogli male. - Spighetto, non essere triste ... - disse, coprendolo con il gilet per fermare la sua tremarella. Fu tutto inutile, non era di freddo che tremava. Spighetto la guardò, riconoscente, e fece per abbracciarla, quando un'altro conato iniziò a premere ininterrottamente sulla sua gola infiammata. Disperato si corpì la bocca con una mano, gattonò velocemente in un angolo della grotta per evitare di vomitare sopra Iris e rigettò ancora. Il male che lo colpì alla gola, allo stomaco e alla mascella fu così micidiale da farlo addirittura urlare. La ragazza volle andare ad aiutarlo, ma lui le fece cenno di allontanarsi, dopodiché scoppiò di nuovo a piangere, questa volta di disperazione, non di dolore. - Spighetto ... - lo chiamò lei, agitata. - Non c'è più tempo, se continui a rigettare in quel modo vuole dire che la cosa è grave ... dobbiamo andarcene via di qui, ADESSO ... -
- Sì ... - mormorò lui, asciugandosi le guance bagnate e pulendosi la bocca con la manica della camicia. In quel momento gli venne il forte desiderio di avere accanto a lui non solo Iris, ma anche Maisello e Chicco, che in quelle situazioni lo aiutavano sempre. Gemette di nostalgia.
- Al Villaggio dei Draghi scopriranno sicuramente che cosa hai e ti cureranno, ne sono certa. - gli spiegò Iris, avvicinandosi per aiutarlo a sollevarsi da terra. Il ragazzo la guardò, stupito, poi le passò un braccio dietro al collo e lei gli strinse con amore la mano. Con delicatezza, dopo averlo alzato, iniziò a farlo procedere verso l'uscita della grotta. Spighetto non sapeva nemmeno dove metteva i piedi, camminava con incertezza, paura e fretta. - Vai piano, Spighetto ... ce la fai? -
- Sì, sì, con te accanto sì ... grazie ... -
- Dai, smettila di ringraziarmi ... - arrossì Iris. Con calma risalirono tutta la collina, e all'aperto Spighetto prese un po' di colore in quel suo viso scarno e bianco come il latte. Ogni tanto veniva a mancare, ma grazie a Dio si risvegliava quasi subito. Una volta raggiunta la stradina, Iris fece sedere l'amico su una roccia. Il ragazzo inchiodò gli occhi in un punto morto immerso nel buio e iniziò a boccheggiare un po' d'aria fresca, tenendosi aggrappato come più poteva per non scivolare. Stava malissimo, e se non si sbrigavano le sue condizioni sarebbero sicuramente peggiorate. L'unica cosa positiva era che la febbre almeno gli si era abbassata di 3 C°. - Stai qui e non ti muovere. - gli ordinò Iris, preoccupata per il modo in cui respirava.
- Dove vai ... -
- Vado a cercare qualcuno di passaggio al Villaggio dei Draghi, non possiamo raggiungerlo a piedi, perchè mi moriresti a metà percorso. - Iris stava per andarsene, quando Spighetto allungò un braccio e le afferrò una mano, bloccandola e stringendosela a sé quasi come se volesse darle un bacio.
- Iris, ti prego ... - mormorò, debole. - Non lasciarmi solo ... -
Iris venne colta da un profondo senso di tristezza. Lo abbracciò forte e scosse il capo, quasi piangendo. - Spighetto, no, non pensarlo neanche, sai che non succederà. Devo solo ... -
- Almeno portami con te ... -
- Ma ... -
- Non voglio che ti allontani, per favore ... - l'intenditore aggrottò le sopracciglia e le strinse le mani, mentre il vento ormai lo buttava per terra da quanto era debole. Una lacrima gli rigò il volto e Iris si stupì nel vederlo piangere di nuovo, dato che si era sempre dimostrato un ragazzo maturo e forte. - ... ho bisogno di saperti accanto a me, Iris ... -
- Si tratterà solo di pochi minuti, vedrai che tornerò presto ... -
Spighetto tentò in qualche modo di ribattere, quando l'aria gli venne a mancare e svenne di nuovo. Scivolò di peso all'indietro e Iris, scandalizzata, lo afferrò agilmente per un braccio, salvandolo da una caduta che per lui sarebbe stata sicuramente spiacevole. - Spighetto, ti prego, non svenirmi adesso!!! ... - lo tirò su con forza e se lo strinse al petto, proteggendolo dalle trasparenti insidie della notte. Anche lei aveva paura. Paura di perderlo. - ... dannazione, ma che cosa hai ... spero che l'acqua che hai bevuto al lago non c'entri nulla con questi svenimenti, perchè non riuscirei mai a perdonarmelo ... - in quel momento per pura fortuna proprio davanti a loro passò un carro agricolo carico di fieno, trascinato da due Rapidash guidati a loro volta da un uomo magro e barbuto, che andava in direzione del Villaggio dei Draghi. Iris sgranò gli occhi. Era l'unica occasione che aveva per raggiungere il villaggio. Stese Spighetto sul bordo della strada, lo baciò lievemente sul collo sudato e fece una rapida corsa per raggiungere il carro, poi si posizionò in mezzo alla strada e stese le braccia. - Si fermi!! - I due Rapidash impuntarono gli zoccoli e, con loro grande stupore, si fermarono e iniziarono a sbuffare fumo dalle narici.
L'uomo scese giù dal carro, disturbato, e le puntò una torcia addosso. - Ehi, ragazzina, che ci fai sveglia a quest'ora, togliti dal mezzo della strada!! -
- La prego, mi aiuti ... un mio amico sta malissimo, ho bisogno di portarlo al Villaggio dei Draghi al più presto ... -
- Non se ne parla. E ora, con permesso, ma ho fretta. -
- COSA?! - Iris scoppiò a singhiozzare come una bambina di 2 anni a cui avevano rubato le caramelle. Non si sarebbe spostata di lì nemmeno a frustate. - La prego, è questione di vita o di morte! -
- Ah ... allora dimmi ... dov'è il tuo amico ... -
Iris prese l'uomo per la manica della maglietta e lo trascinò dove prima aveva lasciato Spighetto. Il ragazzo era ancora a terra, più morto che vivo, con la bocca semiaperta e l'espressione dolorante. - Oh, che Zekrom mi fulmini ... povero ragazzo, non è messo benissimo. Ehi, lo conosco, mio figlio lo ha sfidato e ha vinto la sua prima medaglia, mi sembra si chiamasse ... ehm ... medaglia tris ... non è il Capopalestra di Levantopoli? -
- Sì! -
- Va bene, allora ... montate dietro. - si decise ad aiutarli l'uomo, dopodiché ritornò alla sua postazione. Iris si chinò in ginocchio e in quel momento Spighetto aprì gli occhi. Le sue condizioni peggioravano sempre di più. - Iris ... - le labbra, rosse come il fuoco e secche come un'arida savana senza vita, si muovevano a fatica, e il ragazzo fece uno sforzo immane per pronunciare il nome dell'amica.
- Dobbiamo salire su questo carro ... forza, aggrappati a me ... -
Una volta che i due ragazzi, assonnati, si furono sistemati comodamente sul carro, i due Rapidash ripartirono immediatamente, cercando di andare il più veloce possibile, e le buche sul terreno ben presto provocarono in Spighetto indigeribili conati di vomito. Il ragazzo si slanciò in avanti e iniziò a vomitare una sostanza violacea e un po' di schiuma bianca. Iris lo abbracciò da dietro evitando così che scivolasse, mentre un dubbio iniziò ad accenuarsi nella sua testa preoccupata. - Spighetto, cerca di resistere ... -
- Iris, sto tanto male ... - si lamentò Spighetto, ormai sul punto di crollare dalla stanchezza. Appoggiò con dolcezza il capo sulle spalle dell'amica e esausto tentò di addormentarsi, facendosi forza e ignorando le buche, che gli ribaltavano lo stomaco. La ragazza emise un gemito e lo abbracciò forte, poi si coprirono con un po' di paglia e crollarono dal sonno in pochi minuti. Dormirono teneramente abbracciati l'uno all'altro, e quando finalmente arrivarono al Villaggio dei Draghi, fu l'uomo a svegliarli.
- Siamo arrivati. - disse, togliendo loro di dosso i ciuffi di paglia.
- Davvero? - chiese Iris massaggiandosi il collo, incredula, assonnata e anche un po' stordita. Vedere Spighetto ronfare distrutto sopra di lei la fece diventare rossa.
- Sì ... forza, ti aiuto a far scendere il Capopalestra Spighetto ... -
A sentire il suo nome il ragazzo si svegliò di soprassalto, sgranando gli occhi. - No, ce la faccio da solo ... - mentì, non riuscendo a sopportare tutte quelle meravigliose attenzioni. Si tolse da sopra il corpo morbido di Iris e scese faticosamente dal carro con un salto agile, ma quando scontrò la suola delle scarpe con la terra gli vibrò inaspettatamente tutto il corpo. Cadde miseramente in ginocchio, rosso in volto per tale umiliazione. Iris gli appoggiò le mani sulle spalle, lo sollevò con forza e lo aiutò a sostenersi. Ringraziò l'uomo e, lasciandosi il carro alle spalle, cominciò ad avanzare lentamente per permettere all'intenditore di adeguarsi all'andamento.
- Come ti senti ... - gli chiese, guardandolo affannarsi per cercare di mostrarsi il meno debole possibile davanti a lei.
- Più o meno ... - mormorò lui con fatica, biascicando le parole. I due raggiunsero la casa della vecchia saggia in assoluto silenzio, sia per godersi la pace della notte di cui il cielo stellato andava via via velandosi di un rosa opaco e incerto, sia perchè lui faceva molta fatica per parlare, e ogni volta che apriva bocca il dolore alle mandibole gli impediva di continuare a chiacchierare, propagandosi in poco tempo per tutta la testa. - Vecchia saggia!! - la chiamò Iris una volta arrivata, bussando alla porta. L'anziana andò ad aprire, e quando vide il modo in cui era conciato Spighetto il sorriso e la stanchezza le svanirono dal volto rugoso e espressivo in un battito di ciglia.
- Mi dispiace averla svegliata alle 4:00 di mattina, ma è urgente!! -
- Che succede, Iris. - domandò la vecchia, confusa.
Iris fece per risponderle, quando Spighetto ebbe un improvviso malore, perse l'equilibrio e cadde precipitosamente in avanti. - Spighetto!! - urlò l'amica, spaventata.
L'anziana per fortuna lo afferrò prima che potesse cadergli addosso e senza esitazione alcuna lo abbracciò con dolcezza, iniziando a coccolarlo teneramente fra i capelli per placare i suoi ansimi deboli. Dopo un attimo di meditazione finalmente capì che cosa aveva Spighetto e perchè continuava a svenire. - Ho capito cosa gli causa tanto dolore. -
- Davvero?! -
Il ragazzo posò il capo sulle spalle della vecchia e chiuse gli occhi in una smorfia di dolore, voltando le spalle a Iris.
- Che cosa gli succede, vecchia saggia! - si allarmò la ragazza, stupefatta.
- Iris, non adesso ... - fece la vecchia in un sussurro pensieroso, per poi dividere i due ragazzi semplicemente sbattendole la porta in faccia. Iris rimase lì, ferma immobile, a bocca aperta.
Appoggiò una mano sul legno liscio della porta e abbassò lo sguardo. I suoi occhi marroni si riempirono improvvisamente di lacrime. - Spighetto, andrà tutto bene ... - mormorò, quasi sperando che con quel gesto potesse condividere la sua forza con quella debole del ragazzo, a cui serviva sicuramente. Si arrampicò con rammarico su un albero di mele e liberò il suo amato Axew dalla pokéball, poi staccò una mela da un rametto frondoso lì vicino e gliela consegnò perchè la mangiasse. Il pokémon se la divorò in un minuto, poi, sazio, si sedette di fronte a lei. A vedere la sua padroncina distrutta intuì tutto.
- Ax? - chiese, inclinando il capo.
La ragazza lo prese in braccio e se lo strinse a sé senza rispondere, poi pianse in silenzio per un tempo indefinito. Si addormentò con la testa piena di confusione, pochi minuti prima dell'alba
.

Angolino_Eterno
Altri 3 capitoli e questa fic dovrebbe concludersi. Spero di avervi messo al meno un po' di suggestione (anche se molti di voi sperano sicuramente che nel prossimo capitolo Spighetto muoia D:), ci tengo a tenere sulle spine! Ringrazio tutti quelli che stanno seguendo la fanfic e tutti quelli che l'hanno letta e hanno avuto pietà di me XD!!

Lucy

   
 
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