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Autore: _Arika_    13/07/2008    10 recensioni
Nel mondo del futuro è inverno. Mirai no Trunk e Mirai no Bulma mandano avanti le proprie vite, Trunks con il liceo e Bulma con le invenzioni.
Ma un giorno arriva una terribile notizia.
I Cyborg stanno cominciando a distruggere i cimiteri.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: 17, 18, Bulma, Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SOFFIA IL VENTO by Chiara ( lealidiicaro@libero.it o http://lantrodidedalo.iobloggo.com )



RATING:

Per alcuni riferimenti alla morte e alcune scene di violenza la lettura è sconsigliata ad un pubblico inferiore ai 13 anni d'età. Chiunque continui a leggere questa storia ammette implicitamente di avere l'età sospracitata.

Nessun passaggio o idea di questa storia può essere utilizzato senza l'esplicito consenso dell'autrice.



PARTE PRIMA: NEVE

Ci sono cose che bisognerebbe sapere, prima di comprarsi un posto in cimitero.

E la prima di queste è che un cimitero vicino alla cittadina non è una scelta saggia, in tempi di cyborg.

Trunks rientrò a casa da scuola all'una e un quarto, si sfilò le scarpe sul tappetino dell'ingresso, appese la tracolla con i libri in corridoio e si diresse in cucina.

-Ciao Mà, sono io- disse sulla soglia, immaginando la madre da qualche parte nelle altre stanze.

In cucina tutto era pronto per il pranzo, una pentola fumante gorgogliava sul fornello mentre un'altra più piccola con un coperchio sopra stava in centro al tavolo sul poggiapentola.

Non c'era traccia di sua madre, nemmeno la tv accesa, eppure tutto lasciava pensare fosse in casa, dato che il fuoco sotto il fornello era stato lasciato acceso.

Trunks si tolse la giacca e la posò sulla sedia.

-Mamma! Ci sei?-urlò in direzione del laboratorio e del piano di sopra.

Anche questa volta non ottenne risposta.

L'unico rumore della casa era quella pentola gorgogliante sul fornello. Emanava un odore acre e dolce allo stesso tempo. O marmellata o frutta cotta, delle mele del cortile raccolte e surgelate a ottobre, probabilmente.

Trunks uscì di nuovo in corridoio e si diresse verso il garage. Come immaginava la macchina della madre non c'era, e per lui non c'erano biglietti in nessun posto.

Esaminò ancora una volta il garage in cerca di qualche indizio poi si arrese, si voltò e tornò in cucina.

La casa era pulita e in ordine, doveva aver pulito tutta la mattina, la mamma.

Non se la immaginava intenta a strofinare e passare l'aspirapolvere, ma con quella neve era l'unica cosa logica da fare oltre guardare i disastri dei cyborg in tv.

Dev'essersi scordata qualcosa facendo la spesa, pensò Trunks prendendo tre pezzi di carne dalla pentola sul tavolo. Magari aveva cominciato a fare la marmellata poi aveva visto che era finito lo zucchero, o forse qualcuno dei conoscenti si era sentito poco bene.

Ad ogni modo non aveva lasciato biglietti quindi non doveva essere nulla che l'avrebbe tenuta fuori casa troppo a lungo. Al massimo se alle cinque non fosse ancora rientrata le avrebbe telefonato sul cellulare.

Trunks finì la carne in silenzio e accese al tv mettendo sul fuoco un pentolino d'acqua per il tè.

Non era il tipo da bere le tisane della madre, ma con il vento gelido che tirava quell'inverno qualcosa di caldo poteva solo fargli bene.

Al telegiornale era tutto come sempre: attacco dei cyborg, freddo polare, incidente dovuto ai cyborg, west capital city stretta nella morsa del freddo.

Fine della trasmissione.

Non c'era nulla che suonasse nuovo o mai sentito.

Trunks si rese conto con rammarico di essersi ormai abituato a quelle decine di morti giornaliere, e che da quando era morto Gohan pensava non valesse più la pena di darsi tanto da fare.

Pensò soprattutto alla cosa peggiore di tutte, di cui si vergognò subito dopo averla pensata.

Che in fondo a lui non importava salvare qualcuno, lui voleva solo uccidere i cyborg.

Bulma Brief rientrò a casa alle tre, visibilmente infreddolita e con un diavolo per capello.

-Giuro che la prossima volta mi porto un fucile!- strepitò mentre cercava di togliersi gli stivali grondanti di neve.

Trunks era appena andato in camera a cambiarsi, quando udì le urla della madre. Si infilò in fretta una tuta presa dalla armadio e scese le scale.

Trovò la madre paonazza che stava cercando di sfilare uno stivale senza slacciarlo facendo perno sulla sporgenza di uno scalino.

-Ciao tesoro...dannazione...toglitiii

-Ciao mà...un mano?

-No, non ti preoccupare- disse Bulma, continuando ad armeggiare con le proprie calzature -è una questione tra me e queste dannatissime trappole per piedi.

Trunks andò in cucina a preparare un tè sorridendo di nascosto.

Lo spettacolo di sua madre infuriata in quel modo con delle scarpe era senza prezzo, aggiungendo i capelli inaccettabilmente spettinati e la giacca macchiata di bagnato simbolo di una bella caduta sulla strada ghiacciata.

Bulma Brief era l'unica persona che conosceva capace di fare delle questioni d'orgoglio con una scarpa, e la cosa lo riempiva di allegria ogni volta.

Perchè anche se è brutto dirlo, lui si sentiva terribilmente fortunato a vivere in quella situazione, con quella madre strana e assurda in giro per casa.

Era sempre meglio che lasciarsi andare alla valle di lacrime che c'era là fuori.

Era bello che almeno in casa si potesse per un attimo dimenticare e fingere di essere normali.

Bulma raggiunse il figlio in cucina brandendo lo stivale come la testa di un nemico.

-E' stata una lunga lotta- disse Bulma con tono solenne - ma alla fine la Regina della Capsule Corporation ha sconfitto l'insidioso nemico del pianeta Stivaletto 2.

Trunks sorrise spegnendo il fornello sotto l'acqua.

-Per un attimo ho temuto che stessi per soccombere- disse, porgendo alla madre la tazza con il contenitore delle bustine.

Prima di prendere la tazza Bulma di sporse in corridoio e tenendolo per i lacci lanciò lo stivale fin nell'ingresso, facendolo ricadere con un colpo sordo proprio davanti alla porta.

-Grazie- disse Bulma, prendendo con due mani la tazza dalle mani del figlio.

-Prego.

Bulma sedette in silenzio al tavolo ancora apparecchiato. Indossava ancora la giacca inzaccherata di gocce di neve sciolta.

-Tu NON HAI IDEA, Trunks, di che carnaio c'era al supermercato.

Trunks posò la biscottiera al centro del tavolo.

-C'era tanta gente?

Bulma intinse tre volte-non una di più-la bustina di tè nella tazza e poi la lasciò gocciolante nel piatto sporco del pranzo di Trunks.

-Sembrava di essere all'inferno: tutta Westway City c'era...

-Cyborg?

-Già, ho sentito una donna alla cassa che ne parlava con una che doveva essere la sorella. Hanno attaccato il centro commerciale distruggendo tutto il reparto alimentari, e quello era l'unico negozio rimasto aperto per via della neve.

-Bastardi...

Bulma sospirò e bevve una sorsata di tè.

-Se fossi dello spirito giusto ti direi di non parlare in quella maniera, ma bastardi è l'unica parola abbastanza gentile che mi viene per definirli.

Trunks tacque, il volto della madre aveva cambiato espressione, facendo sparire l'aspetto da macchietta di poco prima.

-Io davvero non capisco che senso abbia- altra sorsata- attaccare un reparto alimentari.

-E' senza senso.

-No, non è senza senso, è semplicemente crudele. E io la crudeltà non riesco a capirla.

Madre e figlio tacquero. Finirono di sorseggiare il tè e poi si dedicarono ognuno alle proprie occupazioni.

Fuori di casa infuriava il vento.

---

Il mattino seguente si alzarono presto, molto presto.

C'era da spalare la neve prima che Trunks andasse a scuola, se volevano che Bulma potesse uscire ad andare a far scorta di medicinali per entrambi.

La regola a casa Brief era diventata "Una volta, ma che si faccia tutto". Andavano in farmacia solo quando avevano finito tutte le medicine, alla spesa quando non c'era più nulla da mangiare e ai negozi d'abbigliamento solo nei cambi di stagione.

Quella era la mattina della farmacia, sia perchè Trunks starnutiva da diversi giorni, sia perchè con quei cyborg in giro il motto era "Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi, perchè domani potresti essere a marcire".

Quindi quella mattina Bulma e Trunks si alzarono alle cinque, fecero colazione con cioccolata calda e biscotti- panna per Bulma che dava un tocco di classe- si infilarono i vestiti più pesanti dell'armadio- Bulma si legò accuratamente i lunghi capelli per non bagnarli- e uscirono nel vialetto con le pale in mano.

Per fortuna la strada era coperta da una strato soffice che aveva coperto il ghiaccio, così riuscirono a non scivolare sul vialetto fino al cancello.

-Facciamo che io tolgo la neve e tu spargi il sale per il ghiaccio- disse Trunks- ok?

Bulma annuì e brandendo la pala disse: -Diamoci dentro!

Spalarono e sparsero sale fino alle sette, giusto il tempo che tornati in casa Trunks perdesse il colorito rossastro della fatica e poi per lui di nuovo fuori e a scuola.

Bulma appese le giacche sull'asciugatore a muro dell'ingresso.

-Hai dei test oggi?

Trunks stava bevendo un bicchiere d'acqua.

-No.

-Allora se sei stanco puoi restare a casa.

Trunks scosse la testa stringendo coi denti il bicchiere.

-Non ti preoccupare, non sono così debole.

Bulma sorrise e prese un biscotto al cioccolato.

-E ci credo...noi Brief siamo dei pezzi d'acciaio!

Trunks posò il bicchiere e sorrise.

-Pezzi d'acciaio. Ben detto.

Bulma guardò gli occhi azzurro ghiaccio del figlio e pensò che le somigliavano solo nel colore.

-Dai, adesso riposati due minuti, se no poi a scuola ti addormenti.

Trunks annuì e si sedette sul divano, prese il telecomando e accese la tv sul notiziario.

E fu allora che sentirono la notizia.

I CYBORG COLPISCONO ANCORA. DISTRUTTI 7 CIMITERI NELLA ZONA WEST DELLO STATO. IL PROSSIMO SARA' LA CAPITALE.

Mentre la scritta scorreva in sovraimpressione, Bulma e Trunks videro sullo schermo quello che non avrebbero mai voluto vedere.

Il cimitero di Westway city con l'80% delle tombe scoperchiate.

Quelle delle vittime dei cyborg.

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