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Autore: YOUSHOULDLETMEBE    14/04/2014    2 recensioni
Il mondo di glee trasferito in quello di Hunger games.
La storia d'amore tra Brittana e Santana proiettata nell'arena.
***
Dal testo: «Faremo capire a Capitol City che non possono trattarci come se fossimo loro, noi siamo nostre, e di nessun altro.»
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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Quando mi sveglio la mattina sono sopraffatta dal terrore: lei non è accanto a me.
Esco da sotto le coperte e salto in piedi, in un secondo sono già alla base dell’albero.
Non le è successo niente, mi sarei svegliata al suono di un colpo di cannone, mi dico per rassicurarmi. Non funziona.
Sono  un fascio di nervi e senza preoccuparmi di tutto il rumore che faccio cerco Brittany; non ci sono impronte nella neve, non so dove andare.
«Brittany!»
Chiudo le mie mani a cono attorno alla bocca e grido il suo nome, una, due, tre volte e poi tante ancora.
Le lacrime mi inondano il viso, non m’importa del freddo, non m’importa essere trovata, non ha più senso sopravvivere se lei non c’è.
«Brittany!»
Grido ancora, sempre più forte, con la gola in fiamme e le parole che mi si spezzano in bocca.
«Stai zitta! Vuoi farci trovare!? Muoviti, torna indietro, ci staranno già raggiungendo tutti a quest’ora!»
La voce di Brittany mi rimprovera ma io non presto ascolto alle sue parole.
E’ viva. E’ dietro di me. Sta bene.
Le corro incontro e la chiudo tra le mie braccia, accanto ai nostri piedi, Brittany ha posato un enorme gruppo di pesci.
Appoggio la testa sulla sua spalla e singhiozzo.
«Non farlo mai più! Ho avuto tanta paura!»
Lei mi accarezza i capelli e mi rassicura.
«E’ tutto apposto… Ma ora dobbiamo andare via di qui prima che arrivi qualcuno»
Mi stacco da lei e annuisco asciugandomi le lacrime.
Io continuo ad essere sempre più debole mentre lei diventa sempre più forte, perché sono diventata fragile solo in pericolo di morte?
Prendo dalla neve qualche pesce e torno verso l’albero tana velocemente.
Io mi arrampico prima di Brittany e lei mi segue a ruota.
Una volta nascoste io poso i pesci in un angolo accertandomi che non cadranno e mentre ho le mani ancora nel mucchio lei mi abbraccia.
«Mi dispiace tanto, non avrei dovuto farlo»
Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare da quel momento.
Mi costringo ad aprirli solo quando sentiamo il rumore di passi sotto di noi.
«Muoviti Puckerman! Le grida venivano da qui!»
Quinn grida rivolta ad un gruppo di alberi dietro di lei.
Brittany si sporge leggermente indietro silenziosamente accertandosi di essere nascosta agli sguardi del gruppo di favoriti.
A quanto pare, li guarderemo sempre dall’alto.
Ben presto il resto del gruppo attraversa un ammasso di cespugli e affianca la bionda.
Sam ha uno sguardo terrorizzato, sa benissimo che se ci trovassero non avremmo speranza, ucciderebbero Brittany e me in meno di un secondo, la cosa che non sa però è che non ci troveranno.
Giusto?
Sbagliato.
«La sentite questa puzza di pesce?»
«Finn, la vedi l’acqua accanto a noi oppure no?»
La bionda è ostile e acida, la paura che ho provato nel vedere i suoi occhi in Tv il primo giorno la risento adesso, dieci, cento e mille volte amplificata.
«No, no, non è quello… E’ più vicino…»
Il ragazzo è proprio sotto di noi, adesso.
Potrei ucciderlo con il rapido gesto di una mano, ma non sono sicura di volerlo, di voler dare ai favoriti ovvia dimostrazione di dove siamo, di volerlo uccidere.
Per fortuna non può vederci da lì giù, ma se il suo fiuto è così affidabile potrebbe decidere di arrampicarsi… E in quel caso?
Serro le dita della mano destra attorno al manico di un pugnale, Brittany posiziona il suo arco e una freccia.
Entrambe siamo spaventate, ma nessuna delle due dimostra di esserlo.
Siamo davvero diventate pronte a uccidere così in fretta?
Basta mettere la nostra vita in pericolo per trasformarci in brutali assassine?
No. Basta mettere in pericolo la vita dell’altra.
«Viene dall’albero!»
Un brivido mi attraversa completamente, Finn ha appena scovato il nostro nascondiglio.
Con voce tremante Sam cerca di dissuaderlo
«Saranno degli uccelli appena usciti da un delizioso pasto, credete davvero che non sarebbero corse via dopo essersi fatte trovare?»
Finn alza le spalle.
«Beh, lo sapremo subito»
Fa per arrampicarsi ma ai primi passi scivola sulla neve e cade a terra.
Il gruppo scoppia a ridere e io e Brittany ci troviamo a sopprimere la stessa risata.
«Lascia stare, vado io»
Sam sposta il ragazzo appena rialzato e si arrampica sull’albero.
In qualche secondo è davanti ai nostri occhi, con le armi puntate addosso.
Io e Brittany abbassiamo la guardia.
«Non c’è nessuno qui su!»
Sam grida verso il basso.
Mimo un «grazie» con le labbra e lui è già a terra, che si dirige verso il punto da cui veniva seguito dai favoriti.
Io e Brittany posiamo le armi solo quando non sentiamo più alcun rumore e ci lasciamo sfuggire un sospiro di sollievo.
«E’ già la seconda volta che ci salva la vita, non sopravvivremmo un solo giorno senza di lui qui dentro!»
Entrambe scoppiamo a ridere.
«Sai, Brittany, per quanto possa piacermi il pesce, ti prego, non pescarne più»
Lei sorride e poi ripone con cura il suo arco in un angolo.
«Come lo mangeremo?»
Scuoto la testa, poi accenno un sorriso e guardo verso l’alto:
«Sai Will, forse adesso potresti mandarmi un forno a microonde»
Faccio l’occhiolino e torno a concentrarmi su Brittany, agli spettatori sarà piaciuto, magari verremo premiate, in qualche modo.
Continuiamo a scherzare e quando arriva la sera, insieme alla pioggia, decidiamo che è il momento adatto per accendere un fuoco; tra le nuvole, il buio e l’acqua, nessuno farà caso a noi.
Silenziosamente scendo dall’albero e raccatto qualche rametto, mentre dall’alto Brittany tiene l’arco pronto per ferire chiunque mi si avvicini troppo.
Accendo il fuoco nella nostra tana in pochi secondi, Brittany resta sbalordita.
«Sai, questo è il genere di cose che impari quando cresci nel 7, come tu hai imparato a pescare nel 4»
Le sorrido ed inizio ad arrostire i pesci; li cuocio tutti, non so quando avremo l’occasione di accendere un fuoco di nuovo.
Per la prima volta da quando siamo nell’arena abbiamo un pasto decente: due pesci a testa e acqua a volontà.
Questa sera, quando il cielo si illumina e parte l’inno di Panem, vediamo solo il sigillo di Capitol City, nessun viso, nessun numero, nessun morto.
Giornata fiacca per gli strateghi, domani sarà più difficile, se non ci saranno morti, troveranno il modo di farne qualcuno.
   
 
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