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Autore: Jade Tisdale    14/04/2014    2 recensioni
Una terrestre che non è riuscita a sottrarsi al destino che il Dottor Gelo aveva previsto per lei.
Un androide che si è fatta assorbire da Cell e che da quel giorno ha iniziato a sognarlo.
Una moglie che non riesce a dimostrare il proprio affetto verso il marito.
Una madre che si chiede se sua figlia potrà avere una vita serena.
Un cyborg che sta cercando di progettare un futuro da umana.
Ma C18 che cos'è davvero?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 18, Altri, Crilin, Marron | Coppie: 18/Crilin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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12. Un compleanno speciale!

 

 

«Mammaaaa!!!»
Aprii gli occhi di scatto, riconoscendo immediatamente quella voce.
Per prima cosa, mi voltai verso Crilin, nella speranza che fosse sveglio. Al contrario, mio marito stava tranquillamente dormendo e pareva non essersi nemmeno accorto della voce di sua figlia. 
Mi alzai di malavoglia, sbadigliando e stiracchiandomi un po'. In fondo, anche se Crilin dormiva, andava bene comunque: nostra figlia aveva chiamato me perché sapeva che l'intervento di suo padre, in quel frangente, non l'avrebbe aiutata.
Una volta entrata nella sua camera -che non era niente meno che la vecchia stanza degli allenamenti- vidi Marron, come suo solito, rannicchiata nel suo letto con le lacrime che scendevano ad una velocità indescrivibile sul suo volto.
La abbracciai da dietro e la strinsi a me.
«Tesoro, è stato solo un brutto sogno... E' tutto finito, sta' tranquilla...»
La piccola tirò su col naso.
«No, non è finita! Lo sogno di continuo... Il mostro rosa...»
Avevo smesso di sognare Gelo e Cell dopo la nascita di Marron. Ma dopo la sconfitta di Majin Bu, nonostante lui fosse diventato buono e fosse anche simpatico a mia figlia, Marron non riusciva a dimenticare la parte "negativa" di lui, ovvero quella parte che ci aveva trasformati in cioccolatini.
Mi chiedevo se avesse ereditato l'abitudine di fare brutti sogni da me oppure se si trattasse di semplice casualità.
«E' stato solo un incubo.» ripetei, accennando un sorriso. «Adesso ci sono io qui con te. Non devi più avere paura. E poi, domani sarà una giornata importante. Pensa a questo.»
La piccola iniziò a ridurre i singhiozzi, smettendo anche, piano piano, di piangere. 

 

Quel pomeriggio avevamo ultimato i preparativi della festa di Marron. Crilin era andato alla Città dell'Ovest per prendere la torta e gli stuzzichini e Muten aveva allestito i tavoli sulla spiaggia. Io invece, dopo aver dato una piccola ordinata alla casa, iniziai a preparare la bambina per la festa.
Le avevo comprato un vestitino fucsia che le stava davvero bene, simile a quello che indossava abitualmente.
«Mamma...» iniziò a dire la piccola, abbassando lo sguardo.
«Sì, tesoro?» dissi io, raccogliendole i capelli coi soliti nastri rossi.
«Verrà anche il signor Bu alla festa?»
«Sì. Tuo padre ha voluto invitare anche Mr Satan.»
Purtroppo... pensai.
La piccola scese dalla seggiola e mi guardò.
«Cos'hai sognato questa notte?» chiesi accovacciandomi davanti a lei. 
«C'era il mostro rosa che... Portava via te e papà...»
I suoi occhi iniziarono a diventare lucidi. Di lì a poco il suo bel viso sarebbe diventato una cascata di lacrime e di paura.
La abbracciai e la strinsi forte a me, come facevo spesso.
«Marron, io e tuo padre non ti lasceremo mai. Ciò che abbiamo vissuto è stato terribile, lo so, soprattutto per te. Però...» Sorrisi. «Adesso qui con noi c'è anche Goku e non ci lascerà più. Ci sarà anche lui a proteggerci. E poi, credimi, Majin Bu non ci farà del male.»
«Lo so che il signor Bu è bravo.» rispose lei, asciugandosi gli occhi con le mani. «E' il cattivo mostro rosa che sogno. Quello che ci ha trasformati.» disse ingenuamente.
In quel momento, il rumore della navicella di Bulma attirò la nostra attenzione.
«Sono arrivati! Evviva!» esclamò la piccola, correndo fuori dall'abitazione per accogliere gli invitati. 
Io invece uscii con calma, sorridendo e guardando da lontano il mio piccolo scricciolo che saltellava da una persona all'altra tutta contenta. 
«Signor Bu! Che bello, ci sei anche tu!» esclamò felice, abbranciandolo.
«Ma certo Marron. Non potevo non venire a festeggiare il tuo compleanno.» rispose lui.
Mia figlia aveva paura della parte negativa di Majin Bu, ma le stava molto simpatica la parte buona. Per me era un controsenso.
Mi avvicinai al gruppetto, restando però in silenzio.
«Urca! Ci sono un sacco di cose da mangiare!» disse Goku eccitato, guardando i tavoli posti nel mezzo della spiaggia.
«Piantala, Kaarot. Possibile che tu debba sempre pensare a mangiare?» chiese il principe dei sayan.
«Già, infatti! Ti ricordo che alla festa di Goten ti sei mangiato tutti i biscotti alla cannella! Non vorrai fare lo stesso anche qui, non è vero?» continuò Chichi.
«A proposito di Goten, ma lui e Trunks dove si sono cacciati?» chiese il maestro Muten.
«Stanno arrivando.» rispose Goku, addentando uno spiedino. «Dovrebbero essere assieme a Gohan e Videl. Hanno deciso di venire volando.»
Mia figlia, nel frattempo, era finita tra le braccia di Bulma, spostata qualche metro più in là.
«Tesorino, ma lo sai che sei proprio bella, vero?» disse la turchina, riempiendo di coccole Marron. «Sei stupenda, una meraviglia, zuccherino!» 
Avrei tanto voluto vomitare. Da quando Marron era entrata nella mia vita mi ero addolcita, certo, ma Bulma secondo me era troppo esagerata.
Avevo notato che anche quando mia figlia era nata si era comportata più o meno allo stesso modo, così come aveva fatto tutte le altre volte che l'aveva vista.
«Sai, C18...» iniziò a dire. «Io non so il perché, ma tutte le volte che vedo Marron, improvvisamente mi rallegro. Eppure non è nemmeno mia figlia! E' strano, no?»
La guardai impassiva, anche se dentro di me sapevo benissimo il motivo di tutta quella dolcezza.
«Tu volevi una figlia femmina, non è così?»
Quella frase la lasciò di stucco. Avevo fatto centro.
«Beh... Sì, lo ammetto.» Mise mia figlia a terra. «Voglio molto bene a Trunks, mi pare ovvio. Però, è sempre stato il mio sogno fin da ragazzina avere una figlia femmina. Non so il motivo... Forse perché vorrei che mi somigliasse o per poterci scambiare i vestiti quando sarà grande.» 
«Io non farò nulla di tutto questo.» dissi accarezzando la mia bambina sulla testa.
«Già, so come sei fatta!» Rise. «Eppure, malgrado il tuo carattere, tua figlia ti vuole molto bene. Perciò, devo ammettere che sei una brava madre.»
Arrossii di colpo. 

 

Quando Gohan e Videl ci raggiunsero, più o meno dieci minuti dopo, il loro arrivo fu molto cauto e silenzioso, a differenza di quello di Trunks e Goten, che fu alquanto turbolento: per poco non distrussero l'isola.
Stando a ciò che ci aveva detto la figlia di Mr Satan, i due bambini, durante il tragitto, avevano improvvisato una lotta senza significato e Goten, trasformatosi in Super Sayan, avrebbe scagliato un'onda energetica potentissima contro l'amico, talmente potente da catapultarlo ad una velocità indescrivibile sino alla Kame House, facendolo sbattere contro uno dei tavolini.
Bulma si precipitò da suo figlio per assicurarsi che stesse bene, ma dopo ciò, sia lei che Chichi fecero una bella ramanzina ai due bambini.
Fortuna che io, con Marron, non avevo questi problemi.
Mentre le due donne sembravano avere i fumi che gli uscivano dalle orecchie, Goku e Crilin scoppiarono a ridere di gusto e iniziarono a raccontare tutti i pasticci che avevano combinato loro due quand'erano bambini.
«Se non fosse che è la festa di una vostra amica, a quest'ora sareste già in camera vostra a guardare il soffitto!» li minacciò furiosa Chichi.
«Beh, di certo non possiamo lasciarli divertire così facilmente!» commentò la turchina. «Oltre ad essere in punizione per due settimane, passerete tutto il pomeriggio laggiù senza muovervi!»
I due bambini sbuffarono, ma subito dopo, probabilmente ripensando al tono che aveva usato Bulma, si allontanarono e si sedettero in riva alla spiaggia.
Non passò neanche mezz'ora che la festeggiata -seduta sulle gambe di Bulma-, da tanto felice e pimpante che era, divenne cupa e triste. 
«Tesoro, come mai quel muso lungo?» chiese la donna dai capelli blu.
«Perché... A me dispiace tanto per loro...» rispose la piccola, indicando i due piccoli sayan.
Bulma fece una breve risata.
«Oh Marron, se la sono meritata! Tu non puoi capire perché i tuoi non ti hanno mai messa in punizione, visto che non hai mai fatto nulla di male.»
Marron non riuscì a staccare gli occhi da Goten e Trunks. Avevamo invitato anche le loro famiglie, ma a lei importava la loro presenza e invece, loro erano obbligati a stare lontani da tutti. 
Ad un tratto però, saltò giù dalle gambe di Bulma e si sedette sulle mie.
«Mi porti da loro?» mi chiese all'orecchio. «Se Bulma vede che mi porti tu non dirà nulla, perché tu sei la mia mamma!»
Bulma non poteva farmi niente, era vero. E poi, lei aveva detto che i bambini non potevano muoversi, non che noi non potevamo andare da loro.
In realtà, non mi dispiaceva affatto per loro due, anzi, mi dispiaceva per mia figlia.
Quando ci alzammo, né Bulma né gli altri ci diedero troppa importanza, visto che erano occupati ad ascoltare le stupide storie di Muten di quand'era giovane lui.
«Goten! Trunks!»
I due bambini si voltarono, mentre mia figlia gli corse incontro.
«Marron! Che ci fai qui?» chiesero i due all'unisono.
«Voglio giocare con voi!» esclamò lei.
«Non puoi! Se Bulma se ne accorge si arrabbierà tantissimo!» commentò il figlio di Goku.
«Potete stare tranquilli, bambini.» dissi io, col mio solito tono glaciale. «Nessuno vi dirà nulla finché io resto qui con voi.»
I due marmocchi si alzarono di scatto e si guardarono felici.
«Potete giocare con Marron...» iniziai a dire guardando negli occhi prima uno, poi l'altro. «Sappiate però, che se improvvisate un'altra delle vostre stupide lotte, vi procurerò delle lesioni che nemmeno in ospedale riusciranno a guarirvi. Sono stata sufficientemente chiara?»
Deglutirono entrambi, annuendo così velocemente che, giuro, credevo gli si sarebbe staccata la testa.

 

«Trunks, sei sicuro di non esserti fatto male durante la caduta?» chiese Marron, lanciando la palla nella sua direzione.
«Certo che no Marron! Io sono un sayan, difficilmente mi faccio male!» rispose lui in tono beffardo.
«Un sayan?» ripeté la piccola. «E che cos'è un sayan?»
A dire il vero, nonostante avesse sentito quella parola un milione di volte, Marron non aveva la benché minima idea del suo significato.
«Beh...» cominciò il bambino dai capelli viola, ricevendo nuovamente la palla dal suo amico. «I sayan sono una stirpe di uomini, solo molto più potenti dei terrestri. Quando si trasformano poi gli vengono i capelli biondi, gli occhi azzurri e la loro forza aumenta raggiungendo il limite!»
«Uhm...» borbottò mia figlia, stringendo la palla a sé e accovacciandosi a terra. «Perciò, anche la mia mamma è una sayan?»
In quel momento avrei voluto sprofondare dalla vergogna. Fortuna che non eravamo vicino al resto degli invitati...
«Non lo so.» ammise Trunks, grattandosi la testa. «Tu che ne pensi Goten?»
«Mmh... Non ne sono sicuro, ma una volta ho sentito mia madre dire che un tempo C18 era un cyborg.»
Ecco. Quello era il momento in cui avrei voluto sprofondare nella sabbia per davvero.
«E cos'è un cyborg?» chiese ancora la bambina.
«Boh!» esclamò il sayan più grande. «Comunque non è una sayan di sicuro!»
In quel momento Crilin venne a chiamarmi, dicendomi che la torta era appena stata portata fuori. E mentre i piccoli mocciosi riflettevano riguardo alle mie origini, Marron si diresse dagli altri con suo padre.
Trascorsero trenta secondi buoni prima che ritornassero alla realtà.
«Aspetta un attimo Goten... Ma dov'è andata a cacciarsi Marron?»
«Non lo so!» rispose l'altro. «Era qui un attimo fa!»
«Stupidi.» commentai, alzandomi in piedi. «Eravate così presi per delle stupidaggini che non vi siete neanche accorti della torta.»
Quella parola fece immediatamente scattare i due bambini verso i tavoli. E per scattare, intendo volare alla massima velocità.
Si bloccarono appena in tempo per evitare di prendere in pieno Marron, ma caddero contro il tavolo facendo volare la torta contro la sua faccia.
Fantastico! pensai. Ora come minimo si mette a piangere...
I miei pensieri però, si rivelarono errati. Marron si leccò le labbra e subito dopo scoppiò a ridere, contangiando tutti tranne me, Chichi e Bulma che, al contrario, eravamo più che arrabbiate.
Crilin prese la macchina fotografica e prima di premere il pulsante disse: «Buon quinto compleanno, principessa!»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E dopo circa una settimana, eccomi qui ad aggiornare col primo capitolo della seconda parte di questa fanfiction!
Spero che l'idea del compleanno di Marron non vi sia risultata banale, ma se devo essere sincera, per introdurre questa parte non mi sono venute altre idee...
Vi avviso in anticipo che per le prossime due settimane potrei avere dei ritardi con la pubblicazione dei capitoli, in quanto ho diversi compiti da fare nelle vacanze. Volendo riuscirei benissimo a scrivere un paio di capitoli in questo arco di tempo, ma volevo anche dedicarmi alle altre due storie in corso.
Farò il possibile, ma se non ce la facessi, credo che per il prossimo aggiornamento dovrete aspettare i primi di maggio...
Comunque sia, ci tenevo a farvi gli auguri di Pasqua in anticipo :) 

   
 
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