Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: OmegaHolmes    14/04/2014    1 recensioni
[...] Ebbe un flashback:
Si ritrovò seduto, di fronte lo psicologo della scuola…quest’ultimo parlava e Sherlock lo osservava apatico…
-Sai Sherlock, anafettività significa che fai fatica a provare sentimenti e creare affetti. La gente ti definisce, solitamente, apatico [...]
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: John Watson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sherlock rimase inerme per alcune ore sul divano.
Che cosa aveva fatto?
Perché…era stato così..stupido.
Come se abbracciare John avesse potuto cambiare qualcosa!
Invece…non aveva provato nulla. Per l’ennesima volta.
Sospirò e si mise a fissare il soffitto.
 
John, uscito dal 221B, salì su un taxi più turbato del solito.
Quando…aveva abbracciato Sherlock…aveva sentito un turbine di emozioni, sentimenti che non avrebbe mai immaginato che il detective fosse in grado di fargli provare…
Eppure…Sherlock non aveva provato lo stesso.
Non era riuscito a farlo respirare,ad aiutarlo.
Eppure ci doveva essere un modo.
Una cura…
Non poteva essere, così…
Sì, lui avrebbe aiutato Sherlock.
Lo avrebbe salvato…sarebbe riuscito a farsi amar-…
“John, cosa pensi? Sei sposato!” gli balzò alla mente.
Ma in cuor suo, il dottore, sapeva bene quanto prima di Mary avesse amato Sherlock: le sue cattive abitudini, il suo profumo, i suoi esperimenti, la sua voce, la sua risata, il suono del suo violino, la sua figura slanciata e longilinea che si stagliava dalla finestra…
Il medico sospirò, passandosi una mano sul volto.
Avrebbe aiutato anche Sherlock, ma prima doveva guadagnarsi i soldi necessari per allevare la futura piccola Watson.
John adorava pensare alla bambina: ai suoi occhi, alle sue prime parole, i suoi primi passi e come sarebbe stato bello portarla da Sherlock. Sicuramente, ne era certo, alla piccola Elizabeth (si, era questo il nome che voleva donarle) sarebbe stato simpatico Sherlock… e forse gli avrebbe fatto bene.
Tutti sanno che i bambini hanno un effetto positivo su chiunque.
E mentre pensava a ciò sorrideva…ma…non riusciva a pensare positivo con Mary.
Quale sarebbe stato il loro futuro..lui la amava…ma il fatto di essere stato imbrogliato da sua moglie…beh non gli era andato ancora giù del tutto.
Cercava di farsene una ragione. John Watson cercava sempre di farsene una ragione su tutto: la guerra, la morte del suo migliore amico (con ritorno teatrale), la moglie spia… era la sua vita. Non poteva più cambiarla.
Aveva scelto lei.
Eppure…se avesse scelto Sherlock…come sarebbe andata?
Ci pensava spesso.
Molto spesso.
Ma si rese conto in quel momento che con lui non avrebbe mai avuto possibilità anche se avesse voluto: non avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti.
 
-Sherlock caro! Che cosa ci fai ancora coricato a letto! E’ mezzogiorno!-
Il detective fu improvvisamente svegliato dalla voce acuta e rimproverante della padrona di casa, mentre tirava le tende.
Si mise a sedere, stropicciandosi gli occhi e bofonchiando insulti incomprensibili per la signora.
-Che…giorno è Miss Hudson?-
-E’ il 15 Aprile, Sherlock. E’ da quando se n’è andato John che dormi. Devi trovarti un caso.-
-Se la gente si decidesse a morire, Signora Hudson, sarebbe tutto più facile.-
-oh, Sherlock! Sei sempre così poco gentile. Non porta bene augurare la morte agli altri! Una volta la mia amica Betty…-
-Signora Hudson, dovrei cambiarmi le DISPIACEREBBE SLOGGIARE?-
-Oh oh!- ridacchiò la signora –Ho visto così tanti uomini nudi in vita mia, non mi sbalordirei nel vedere pure te, Sherlock caro. Mi hanno detto che anche la Regina ti ha visto nudo!- ridacchiò civettuola.
-SIGNORA HUDSON FUORI DA QUI’!- urlò il detective spaventando la signora.
-Parlerò con tua madre prima o poi, sappilo!-
-Al diavolo quella donna…- sbuffò ributtandosi le coperte fin sopra i capelli.
 
Dopo alcuni minuti sentì la signora Hudson parlare con qualcuno…non un cliente…ma qualcuno di familiare…
-Ciao Sherlock…la signora Hudson mi ha detto che sei particolarmente irascibile quest’oggi.- John entrò nella stanza con ancora il fiatone causato dalle scale. Si sedette a fondo del letto, poggiando una mano sulle gambe di Sherlock.
Quest’ultimo irritato per l’errata osservazione della padrona di casa, si scoprì arricciando il naso:
-Non sono irritato, John. Non tollero i suoi modi…così…civettuoli…-
Il dottore si morse un labbro sorridendo leggermente:
-Stai dormendo da due giorni Sherlock…-
-19 ore per la precisione.-
-Sì…19 ore…hai intenzione di essere il prossimo cadavere per Molly o vuoi alzarti?-
-Alzarmi non cambierà nulla John.- si ributtò a letto. –non mi darà né un caso né un senso a tutto l’universo…-
-Senti, Drama Queen, io mi sono preso una giornata libera… Mary è da sua zia… e vorrei passarla con te, ti va?-
Il detective lo guardò accigliato:
-Perché dovresti passarla con me?-
-Perché..sei il mio migliore amico?-
-Uhm…risposta accettabile, ma non esaustiva-
-…voglio aiutarti, Sherlock.-
-Io non ho bisogno di aiuto. Ti sembro uno che ha bisogno di aiuto? Anderson ha bisogno di aiuto. Dio…avresti dovuto vederlo l’ultima volta..lui e il suo grottesco fan club…-
-Sherlock…- il dottore lo guardò profondamente. –…sai a cosa mi riferisco. E’ curabile. Con la terapia… se tu me lo permettessi, potrei aiutarti.-
-IO NON VOGLIO FARE LA TERAPIA.- lo fulminò con uno sguardo gelido.
-Sherlock…non fare il bambino…- sospirò.
-John, sono un sociopatico. Sono un bambino per sintomatologia.-
-A te fa comodo così, Sherlock! Le persone cambiano, si evolvono. Tu sembri tanto intelligente, ma non hai nemmeno un’unghia di buon senso. Perciò ora ti alzi, ti cambi quel tuo fottutissimo pigiama e vieni in salotto. Ora.- disse minaccioso.
-Non sono un soldato del tuo reggimento, John.-
-Perché deve sempre essere tutto così DANNATAMENTE  difficile con te, Sherlock?- Il dottore lo guardò quasi ferito e Sherlock si sentì in colpa.
..era…senso di colpa quello?
Sherlock non aveva mai provato senso di colpa. Nemmeno sapeva cos’era…e ora.
Il detective strinse la mandibola, abbassò lo sguardo e sosprirò:
-Cosa devo fare, John? Non voglio alzarmi sto bene qui…dimmi solo cosa devo fare…per…hai capito.-
Il biondo sospirò e si sedette accanto a lui:
-Devi aprire il tuo cuore, Sherlock. Devi parlare con me, di qualsiasi cosa…del tuo passato. Queste cose si dovrebbero fare con degli esperti, ma so che non sopporteresti l’idea di parlare con uno sconosciuto di cose tanto personali, per te…perciò se ti va bene. Ci sono io.- sorrise incoraggiante.
-Io non ho nulla da dire, John. Non c’è nulla di sbagliato in me, non vedo perché dovrei parlare di cose che non ho.-
-Sherlock…- gli strinse una mano –cosa senti…ora?-
Guardò le loro mani intrecciate e sentì un tuffo al cuore e le lacrime salirgli nuovamente agli occhi, tolse di scatto la mano, quasi ansimante.
-Non mi toccare, John…-
Il dottore rimase sbalordito e ferito da quella reazione:
-Perché ti fa tanta paura il contatto fisico, Sherlock?-
Il moro deglutì… un flash back lo portò alle elementari.
Sherlock aveva più o meno 7 anni, stava giocando con una farfalla quando…un gruppo di ragazzini lo accerchiarono.
Prima lo derisero…poi…in cinque…calci, pugni, sputi.
Rimase a terra a piangere, in vano. Nessuno accorse in suo soccorso.
Tornò alla realtà...:
-Non ne ho idea.-
-Sherlock…lo sai che a me non le conti…-
-John…io…-
-Sherlock non andiamo da nessuna parte se tu non mi vieni in contro.-
Il detective prese un respiro profondo:
-Bullismo…-
-A scuola?-
-Sì.-
-…i tuoi, Mycroft…lo sapevano?-
-Sì, ma facevano finta di nulla.-
-Quando la prima volta?-
-6…7 anni…-
John si morse un labbro nell’immaginare Sherlock bambino calpestato dai suoi compagni. Sentì quasi sanguinargli il cuore.
-Vuoi..parlarne?-
-No.-
-Okay…- si alzò –vuoi …un the, un caffè?- disse con voce rotta.
-John…ti sei commosso?- lo guardò accigliato il moro.
-N-no…ho solo mal di gola…-
-John, non devi provare pena per me.-
-Non mi piacciono le ingiustizie, Sherlock. Va bene? E mi dispiace non averti potuto conoscere già allora per proteggerti. Forse…ora saresti diverso…- così dicendo sparì in cucina.
Sherlock si alzò a sua volta e lo seguì.
-Penso che questa cosa sia inutile.-
-che cosa?-
-La terapia… non mi serve…ho 37 anni, John. Sono sopravvissuto senza sentimenti fino ad ora…posso continuare a vivere. Forse lo stai facendo più per te stesso che per me, John.-
A quelle parole il dottore si voltò incredulo…
-Per…me stesso?-
-Sì.-
-Sei incredibile…anzi è incredibile quanto tu sia idiota ed egoista, Sherlock.-
-…credo di essermi perso un pezzo della discussione.-
-No, no hai ragione…hai ragione- portò le mani in alto.
-John… tu sei un dottore, anzi un medico militare…tu vuoi salvare tutti, ma non puoi. Non puoi cambiare il mondo, né un sociopatico…-
Il biondo profondamente ferito da quelle parole si morse un labbro e poggiò i pugni sul piano della cucina.
-Sai cosa vorrei tanto Sherlock?...uhm? Sai cosa? – domandò guardandolo con lo stesso sguardo che aveva lanciato a Sherlock nella sua comparsa al ristorante:
-Essere amato…essere fottutamente amato da qualcuno. Ah… tu al mio matrimonio, nel tuo bel discorso hai detto…-si morse un labbro mentre la voce gli si spezzava in gola –hai detto di amarmi Sherlock…uhm? …lo hai detto…Mary ha promesso di amarmi…e sai meglio di me la vicenda. Dimmi…dimmi che cosa cazzo ho fatto di male per non meritarmi nemmeno un po’ di amore, Sherlock. Tu che sai tutto. Dimmelo.-
Il detective lo osservava accigliato…come poteva pensare quelle cose…lui… aprì la bocca per parlare, ma John gli fece cenno di tacere.
-Hai ragione, come sempre hai ragione tu, Sherlock. E’ meglio che vada…-
Stava per andarsene, quando il moro lo bloccò per un polso.
-Lasciami andare Sherlock o ti arriva un pugno.-
-Uno in più sul mio naso non farà la differenz- …- vide gli occhi di John lanciargli saette e fulmini. -…John… io…-
-Non dire cose delle quali potresti pentirti, Sherlock.-
-…io ti amo, John. Ti amo. Non posso provarlo, ma so di amarti.-
 
Il dottore lo fissò immobile e a Sherlock…pareva di essere morto.
 
  di EFP.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: OmegaHolmes