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Autore: AleGritti92    15/04/2014    2 recensioni
Migliaia di anni prima della nascita del Sangue di Drago, una fiorente civiltà sta vivendo i suoi ultimi momenti di vita. Una minaccia sconosciuta avanza per le terre di Skyrim, portando morte e distruzione. Solo un'alleanza tra Dwemer ed elfi della neve può fermarla. Ma l'uomo potrebbe essere un nemico troppo grande anche per loro.
Genere: Drammatico, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Generale.- salutò Bold educatamente. L'armatura gli andava un filo stretta, soprattutto dalle parti della pancia, ma sapeva che entro poco non sarebbe più importato.

-Consigliere. Che piacere averla qui. Credevo che voi del consiglio aveste preferito mettere i vostri grassocci sederi al sicuro.-

-Non io.- rispose impassibile.

-Meglio, un bersaglio in più per le lame nemiche.-

-Qual'è il piano?- domandò ignorando la provocazione.

-Per quanto mi riguarda è sopravvivere. Ma se vuole qualche dettaglio, i nostri arcieri sfoltiranno le linee nemiche, prima di un assalto diretto.-

-Senza offesa, ma non mi sembra un gran piano.-

-Nessuna offesa. Purtroppo qualsiasi altra tattica ha fallito in precedenza, quindi tanto vale affrontarli di petto.-

-Capisco. È lei l'esperto.-

Un piccolo cenno con la mano del generale, e due ragazzini presero energeticamente fiato, soffiando in altrettanti corni. Il suono riempì la valle riecheggiando fino alle montagne più lontane.

Era il segnale. L'intero esercito dwemer si mise in marcia.

Le formazioni nemiche erano già visibili davanti a loro, già a portata delle frecce.

-Arcieri! Scoccate!- urlo il generale.

Per un istante il cielo si fece nero, oscurato dalle migliaia di frecce che puntavano dritto verso lo schieramento nemico.

Bold osservò affascinato la nube mortale abbattersi sul nemico.

Molti alzarono lo scudo in tempo, salvandosi dai dardi. Altri non furono così veloci.

Poche decine di metri separavano ora i due schieramenti, mentre i nani avanzavano a passo di marcia.

Arrivò una seconda salva di frecce, ma fu totalmente inutile. A quel punto fu dato un altro segnale. Due volte i corni si fecero sentire, ordinando ai soldati la carica.

Un urlo disumano si levò da entrambi gli schieramenti mentre i dwemer si lanciavano all'assalto.

Bold, al centro dello schieramento riuscì a sentire il boato delle prime linee che si scontravano, mentre la battaglia aveva inizio.

I due eserciti cominciarono a mischiarsi, formando un'unica massa di corpi che combatteva.

Ci vollero pochi secondi per amalgamare entrambi gli schieramenti in un unico tripudio di sangue e violenza.

Prima che se lo aspettasse Bold si trovò davanti il suo primo umano. Era molto più giovane di lui e indossava un'armatura di pelle e metallo. Nei suoi occhi c'era la furia animalesca, la sete di sangue di un guerriero.

Ma era inesperto e lasciò il fianco scoperto, permettendo a Bold di trafiggerlo con la spada.

Lo osservò mentre la vita lasciava i suoi occhi, accasciandosi a terra

Non era la prima volta che la lama del nano assaggiava il sangue, ma era la prima volta che provava quella soddisfazione nell'uccidere. Questa volta era per una buona causa.

Un altro nemico si avventò su di lui, brandendo uno spadone e vibrando un fendente dall'alto verso il basso. Bold schivò il colpo scartando a destra, prima che lo tagliasse in due. L'arma del suo avversario era pesante e prima che potesse alzarla per colpirlo di nuovo, il dwemer lo decapitò con un abile colpo di spada.

Accanto a lui un giovane soldato era stato buttato a terra stava per essere infilzato dal suo avversario. Reagendo d'istinto menò un fendente dal basso verso l'alto, mozzando il braccio del malcapitato, mandandolo a roteare in aria, tracciando in arco di sangue.

L'uomo cacciò un urlo di dolore, ma fu messo a tacere da un affondo del giovane atterrato.

Bold aiutò il ragazzo a rialzarsi, prima di rigettarsi nella mischia.

Attorno a lui amici e nemici cadevano in egual numero. Se fossero andati avanti così ancora a lungo sarebbero stati spacciati. I numeri non erano dalla loro parte.

-Generale! Ci serve l'aiuto dei falmer! Generale!- urlò con quanto fiato avesse in corpo, ma fu tutto inutile. Il generale, impegnato in un duello, lo ignorò completamente.

Improvvisamente la situazione degenerò. Un manipolo di uomini, in sella a delle gigantesche bestie, che avevano poi scoperto chiamarsi cavalli, irruppe nella battaglia, travolgendo chiunque si trovasse davanti a loro.

-Ritirata! Ritirata!- urlò il generale spaventato.

Ma fu tutto inutile. In pochi istanti lo schieramento fu totalmente circondato. Con la fuga tagliata i nani si fecero prendere dal panico e in un attimo la battaglia fu persa.

 

***

 

Bold tentò di liberarsi dalla corda che lo teneva legato. La fronte gli pulsava nel punto in cui era stato colpito, mandandolo nel mondo onirico.

Attorno a lui decine di prigionieri giacevano nella gabbia. Qualcuno piangeva, altri pregavano, altri ancora riversavano immobilizzati dalla paura.

A intervalli regolari arrivava una guardia, prendeva un soldato e lo portava via, per interrogarlo, per giustiziarlo. Non lo sapevano, nessuno faceva ritorno.

Ormai erano rimasti una ventina, probabilmente gli ultimi venti nani del mondo. Questo pensiero accompagnò Bold tutto il tempo, man mano che i dwemer sopravvissuti venivano prelevati.

Ebbe un tuffo al cuore quando vide il generale costretto ad alzarsi e condotto fuori, verso morte certa. Per un attimo volle urlare qualcosa. Parole di rispetto, di conforto. Ma questo l'avrebbe tradito, rivelandone il grado, e quindi garantendogli attenzioni speciali.

-Spero solo che sia rapido e indolore.- sussurro un soldato di fianco a Bold. Il nano si girò a guardarlo in faccia. Aveva il volto rigato dalle lacrime, gli occhi spenti, fissi nel vuoto. Gli occhi di chi ha perso la speranza.

Verso sera erano rimasti solo in due, nella gabbia. Bold, che attendeva il suo turno paziente, e un altro, che piangeva scosso dai singhiozzi.

Quando la porta venne aperta Bold fissò i suoi aguzzini. Quella lunga attesa del suo turno di morire era stata la tortura peggiore. Ormai desiderava la morte più di ogni altra cosa.

Ma gli uomini lo ignorarono completamente, dirigendosi verso il dwemer singhiozzante.

Quando lo sollevarono di peso, cominciò a urlare e a dimenarsi, pregando i suoi carcerieri di lasciarlo andare.

Lo trascinarono fuori e Bold poté udire le sue grida di aiuto ancora per poco prima che furono fatte cessare di colpo.

-Ecco che tra poco tocca a me... Sarei dovuto andare anche io nel Black Reach.- sbuffò sottovoce.

In quel momento la porta della gabbia venne aperta ancora un volta.

Prima che potessero afferrarlo e trascinarlo via, Bold si alzò in piedi.

-Vogliamo andare?- chiese sorridente ai suoi aguzzini.

Un po' sorpresi lo condussero attraverso l'accampamento fino ad una piccola piazza.

Il sangue impregnava il terreno, tanto che non riusciva più a defluire. Oltre ad una piccola folla di soldati c'era un trono, dove sedeva un anziano con la barba bianca ed un uomo con un'ascia bipenne in mano. Ai suoi piedi un ceppo di legno.

Bold fu fatto inginocchiare davanti ad esso.

-Come si accede alla tua città, mostro?- chiese severo il vecchio seduto sul trono.

Bold non rispose. Rimase zitto, certo che il suo fato non sarebbe stato diverso.

-Non vuoi rispondere? Bene. Che gli dei abbiano pietà della tua anima.-

Qualcuno spinse in avanti il dwemer, costringendolo ad appoggiare il collo sul ceppo.

-Un ultimo desiderio, mostro?- chiese il boia.

-Vorrei sapere il nome del mio uccisore.- chiese pacato.

-Ysgramor.- disse.

Poi l'ascia calò.



L'ultimo capitolo della mia FF "la fine dei dwemer secondo me" spero vi sia piaciuta, e di leggere, magari, qualche altra versione sulla fine di questo affascinante quanto misterioso popolo.

  
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