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Autore: Saysomething97    15/04/2014    1 recensioni
KURTBASTIAN
Kurt come tutti i giorni scappa da Karofsky e dalla sua banda. Un semplice livido sulla guancia lo farà avvicinare a Sebastian e magari un semplice aiuto da uno sconosciuto si trasformerà in altro.
Dal primo capitolo: *“Okay, comunque sono Sebastian Smythe e sai dovresti metterci qualcosa su quel livido o continuerà a gonfiarsi”
“Cosa sei ora la mia infermiera?”
“Se per te va bene” mi rispose Sebastian facendomi l’occhiolino.
Mi prese per un braccio e mi fece uscire dal locale.
“Comunque non mi hai detto come ti chiami”
“Kurt, Kurt Hummel” risposi.
Non sapevo per quale motivo lo stessi seguendo ma tanto ormai la situazione non poteva peggiorare.*
Genere: Angst, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dave Karofsky, Hunter Clarington, Kurt Hummel, Sebastian Smythe, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Appena arrivai a casa, la trovai vuota. Erano le sei del pomeriggio, minuto più, minuto meno. Papà doveva ancora rientrare dall’officina, quindi avevo un po’ di tempo per me.

Andai in camera e mi fermai davanti allo specchio per esaminare i danni che quel gorilla di Karofsky mi aveva procurato. Lo zigomo era gonfio anche se ci avevo applicato del ghiaccio, o meglio Sebastian lo aveva fatto.

Tendeva ad essere viola e giallo verso i bordi, era decisamente disgustoso ed aveva decisamente rovinato la simmetria del mio volto. Decisi di farmi una doccia per calmarmi e per pensare a qualche scusa da dare a mio padre, avevo constatato che quella riguardo la porta non avrebbe retto.

Mi misi sotto il getto d’acqua caldo e per un momento sembrava che tutti i miei problemi fossero spariti, come se l’acqua se li portasse via con sé. Rimasi in quello stato di trance per una quindicina di minuti fino a quando decisi di uscire. Mi vestii con vestiti comodi: un pantalone della tuta ed una t-shirt decisamente non della mia taglia.

Non era un look da Kurt Hummel ma ultimamente il vecchio Kurt sembrava scomparire sempre di più. Con le mani cercai di sistemare i capelli, anche se il risultato non fu dei migliori ed andai a prendere il cellulare per sentire a che ora sarebbe rientrato mio padre. Il cellulare fece un paio di squilli fino a quando non sentii la voce della persona che amavo di più al mondo.

“Pronto, officina Hummel. Le serve aiuto?”

“Papà sono io, Kurt”

“Ehi figliolo! Cosa c’è che non va?”

“No niente, volevo semplicemente sapere quando rientrerai” mentii spudoratamente, almeno nella prima parte.

“Non lo so Kurt, ti stavo per chiamare proprio per dirti che molto probabilmente farò tardi. Abbiamo avuto un cliente molto importante e dobbiamo finire la sua macchina entro domani. E un lavoro molto lungo”

“Okay, quindi penso che mangerò da solo stasera…”

“Si ragazzo, mi dispiace molto. Mi farò perdonare”

“Non ti preoccupare papà, sopravvivrò. Poi stai fuori per lavoro, mica ti stai divertendo, anche se mi piacerebbe che lo facessi”

“Beh a proposito di questo, oggi la mamma di quel tuo compagno di scuola, com’è che si chiama? Finn? Beh comunque Carole ,quella donna che mi hai presentato all’incontro con i genitori. Oggi è venuta in officina ed io ho preso l’occasione al balzo e le ho chiesto di uscire. Ed indovina un po’? Ha accettato!”

Mio padre era entusiasta e felice, ed io non potevo che esserlo per lui. Anche se gli avevo presentato la mamma di Finn solo per avvicinarmi a quest’ultimo. Cosa che trovo terribilmente stupida ora che è passato un po’ di tempo.

“Fantastico papà! Scusa ma ora ti devo lasciare devo andare a studiare e cominciare a preparare la cena per stasera. E poi anche tu hai molto lavoro da fare, ci vediamo più tardi se non mi sono addormentato”

“Okay figliolo, a dopo”

“Ciao papà”

Finì così la mia conversazione con mio padre, ero davvero molto contento e orgoglioso di lui per aver invitato Carole ad uscire. dopo la morte della mamma non ha più avuto esperienze con l’altro sesso, e neanche le voleva avere. Era un grande passo per lui ed ero sicuro che si doveva sentire molto nervoso, e questa cosa mi divertiva.

Cenai, feci quei pochi compiti che avevo per il giorno dopo e mi misi sul divano a vedere la televisione.

Canale dopo canale trovai solamente qualche telenovela spagnola, che non capivo come abbiano fatto ad avere successo. Talent show, che di talentuoso i partecipanti avevano solamente l’orribile gusto in fatto di vestiti, e qualche vecchio film strappalacrime. Decisi che non era la giornata giusta per vedere un film del genere, quindi andai a dormire, mi coricai nel letto con il pensiero che era meglio non aspettare mio padre sveglio, così almeno quella sera non avrebbe notato il livido.

Appena chiusi gli occhi per cercare di addormentarmi due enormi occhi verdi mi vennero in mente. Capii subito a chi appartenevano quei fantastici occhi. A Sebastian, era assurdo pensare a lui visto che era stato semplicemente gentile a darmi del ghiaccio, ma non riuscivo a farne a meno.

Il pensiero del suo tocco sulla mia testa mentre cercava invano di consolarmi mi faceva venire uno strano calore nel petto. Era stato un gesto dolce e molto delicato, c’era tensione nel suo tocco come se pensasse che fosse qualcosa da non fare ma che alla fine era la cosa giusta da fare in quel momento.

Quella sera mi addormentai con il pensiero degli occhi di Sebastian nei miei, e non ci fu risveglio più dolce di quello del giorno dopo.

Ero stranamente di buon umore molto probabilmente il pensiero di Sebastian mi aveva aiutato, ma non dovevo pensarci visto che quasi sicuramente non ci saremmo più rivolti la parola.

Riesaminai il livido e notai con mio grande stupore e felicità che quella parte del viso non era più gonfia e che il livido si era decisamente rimpicciolito dalla sera prima.

Poteva essere facilmente coperto con un po’ di trucco.

Mi misi seduto davanti lo specchio e con il fondotinta e la cipria che di solito usavo per gli spettacoli del Glee club cominciai a coprirlo. Aggiungendo vari strati di quei prodotti il livido poteva sembrare davvero che me lo fossi procurato con una porta in faccia. Soddisfatto del mio lavoro scesi in cucina, dove trovai mio padre preparare pancakes con i mirtilli, i miei preferiti!

“Buongiorno papà!” dissi mentre respirai a pieni polmoni quel profumo così familiare e buono.

“Buongiorno Kurt, te l’avevi detto che mi sarei fatto perdonare quin-“ la sua frase si interruppe quando si voltò e vide il mio viso.

Io ero tranquillo, avevo una buona scusa.

Passai gran parte della mattinata prima di scuola a cercare di convincere mio padre che quel livido non era niente di che, non era molto convinto ma mi lasciò andare solamente perché stavo per fare tardi a scuola.

La giornata passò tranquillamente, qualcosa di davvero inusuale. Capii cosa stava succedendo solamente quando Santana mi disse che Karofsky stava male.

Adesso capivo lui non c’era quindi la sua banda non mi dava il tormento, ho passato il resto della giornata a sperare che la sua malattia durasse molto.

Dopo scuola decisi di andare al Lima Bean, questa volta non per rifugiarmi ma semplicemente speravo di rincontrare Sebastian.

Quando entrai nel locale, lo vidi seduto ad un tavolo e davanti a lui c’era un ragazzo con la stessa divisa della Dalton, era abbastanza alto, aveva occhi verdi ed un ciuffo castano chiaro.

Pensai subito che fosse una delle sue nuove conquiste, passai accanto al loro tavolo e feci un cenno a Sebastian, tanto per dire . Passando accanto al loro tavolo notai che l’altro ragazzo mi stava fissando in modo strano con un sorriso che incuteva terrore, davvero metteva ansia.

Notai che Sebastian aveva una sguardo corrucciato mentre lo guardava, sprizzava rabbia da tutti i pori, non riuscivo davvero a capire cosa stesse succedendo.

Mi misi al mio solito tavolo, cercando di non pensare alla scena che mi si era appena mostrata davanti, e mentre sfogliavo il libro di letteratura inglese. Sentii qualcuno sedersi davanti a me.

“Ehi Kurt! Vedo che il livido sta nettamente meglio” disse Sebastian con un sorriso.

Cavolo quel sorriso avrebbe potuto curare il cancro.

Smettila Kurt!

“Già grazie al trucco, non è davvero così”

“Oh, capisco. Quindi oggi com’è andata a scuola?”

“Tutto bene, Karofsky sta male, quindi non è venuto a scuola”

“Quindi anche quel tizio si ammala, beh meglio per te. Comunque ho pensato che potrei farti da bodyguard”

“Bodyguard?” 

“Si, bodyguard. Quando esci da scuola potrei venire a prenderti, ovviamente tu poi andrai con la tua macchina. Ma almeno ci sarò io e magari quei tizi non ti daranno fastidio”

Era la cosa più dolce che qualcuno avesse mai fatto per me ma anche la più stupida.

“Lo sai che Dave è tipo il doppio di te? Per non parlare del fatto che ha degli scagnozzi che stanno sempre con lui”

“Mica devo picchiarlo, sarò solo una figura. Per fargli capire che tu non sei da solo e poi non mi sottovalutare”

Mi tese una mano e con un sorriso mi disse “Abbiamo un accordo?”

Non sapevo cosa fare mi sono sempre detto che non volevo mettere le persone in pericolo per i miei problemi ed ora invece lo avrei fatto molto volentieri per avere Sebastian vicino.

“Si abbiamo un accordo”

Sei un egoista Kurt.
 


*Ciao a tutti! Eccomi qua, lo so che vi sono mancata, ecco il nuovo capitolo, come sempre spero vi piaccia. Ringrazio a tutti, chi ha messo la storia tra preferite/seguite/ricordate, chi ha recensito ed anche a voi lettori muti, lo so che ci siete! In questo capitolo Sebastian si è visto poco ma nei prossimi avremo più interazioni tra i due ed anche più Hunter. Detto questo vi saluto ed alla prossima! Dì*

 
  
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