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Autore: Aluah    15/04/2014    6 recensioni
Seven Years Later:
Raccolta di Missing Moments ZoNa ambientata dopo la conclusione di " Sette anni "; può essere letta da chiunque, indipendentemente dal fatto che abbiate letto la storia a cui fa riferimento.
Flashfic,Drabble and One Shot.
Genere: Comico, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Nuovo personaggio, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 4:
LA STRANA COPPIA





- Potrei cortesemente sapere cosa diamine ci faccio qui? -
Il fatto che sua figlia lo avesse trascinato in un ritorante poteva anche accettarlo e comprenderlo, era la festa del papà. Quel che gli sfuggiva era perchè l'avesse fatto agghindare quasi stessero andando ad un gran galà. Nora non era una principessina, non amava i fiocchetti e rifiutava di vestirsi di rosa se non in rare, rarissime occasioni.
Almeno in questo aveva preso da lui.
Quando quindi si era presentata in palestra vestita di tutto punto, aveva subito capito che c'era qualcosa che non andava o che, suo malgrado, sarebbe stato costretto a fare. Aveva capito che la lucina che aveva negli occhi di tanto in tanto era la stessa che per anni aveva visto in quelli di sua madre e che, così come era sempre stato, avrebbe perso tutte le battaglie anche con lei.
S'illudeva un minimo che un domani avrebbe vinto la guerra, ma lui stesso sapeva che erano solo frottole che si raccontava. Ammettere di esser stato sconfitto in partenza da una dodicenne pestifera non giovava al suo orgoglio di spadaccino.
- E' la festa del papà. -
Lapidaria, troncò la discussione sul nascere, addentando in barba al galateo un cosciotto di tacchino. Il detto " l'abito non fa il monaco " le sarebbe calzato a pennello come un guanto di velluto.
- E no, non potevamo rimanere sulla Sunny con zio Rufy perchè tu saresti finito in palestra ad allenarti - gli fece il verso - per alleviare il mal di testa ed io in camera a disegnare! -
Stizzita si lanciò sulle patate arrosto, ingurgitandole senza nemmeno masticare. Era strano vederla così, arrabbiata con il mondo e pestifera. O meglio, era insolito che lei adottasse questi comportamenti da bambina capricciosa con lui. Non che dialogassero un granchè, ma si era stabilito nel corso degli anni un rapporto di tacito rispetto ed affetto, nato soprattuto per colmare una mancanza che entrambi sentivano.
Guardò il suo piatto ancora integro e poi nuovamente sua figlia, vedendo che, come sempre faceva quando era triste, nascondeva lo sguardo dietro la frangetta rosso fuoco. Era triste, si capiva, e lui era un idiota. Si alzò, facendo attenzione a non farle capire che aveva tirato la sua conclusione, dirigendosi verso il bancone.
Chiese che una spremuta d'arancia gli fosse portata al tavolo e si congedò, tornando a sedersi.
- Hai ancora fame? -
Nora ancora non lo guardava in faccia. Scosse la testolina e si asciugò gli angoli della bocca con il tovagliolo. Sentiva i suoi piedini dondolare ritmicamente, segno chiaro che era nervosa e le sue unghie torturarsi a vicenda, nel tentativo di non piangere. C'erano giorni in cui quella mocciosa gli teneva testa, lo umiliava, lo sottometteva e lo rigirava a suo piacimento. Alle volte credeva che sarebbe arrivata dicendogli che aveva conquistato una nave della marina ed aveva mangiato chissà quale Frutto del Diavolo.
E poi c'erano quei rari ma tristi episodi in cui tornava alla sua età, una bambina, e piangeva per la mancanza della sua mamma.
- Sai cosa c'è in cima alla montagna che abbiamo visto prima? -
L'isola effettivamente era collinare, con un'altura ad un'estremità da cui si vedeva tutto il circondario.
Ancora la bimba scosse la testa.
Ghignò. Si alzò di scatto notando il cameriere che si avvicinava con la spremuta che aveva ordinato, spostò il tavolo e si issò sua figlia sulle spalle, a mo' di sacco di patate, iniziando a correre verso l'uscita.
Agguantò la bevanda nel tragitto e bevve tutto d'un sorso il contenuto del bicchiere, scaraventandolo a terra e frantumandolo. Il sapore di mandarino, di agrumi freschi, lo riportò al passato e gli fece trovare la forza, per una volta, di fare il buon padre. Si precipitò fuori, correndo verso quella che gli sembrava la direzione giusta.
- PAPA'! -
Nora lo richiamò, spaesata probabilmente dal suo comportamento. In effetti non aveva molto senso ciò che aveva appena fatto. Aveva pure i soldi per pagare la cena in fin dei conti, non si sarebbe nemmeno dovuto inventare qualche sorta di scusa balorda, finendo poi per bisticciare con il locandiere. Come tante volte in vita sua aveva agito d'istinto, perchè vedere la sua Nora piangere per qualcosa a cui lui stesso non poteva porre rimedio lo logorava più di una sconfitta in duello.
Nami gli avrebbe dato del cretino e lo avrebbe spedito a dormire in palestra, senza nemmeno una coperta.
Probabilmente lo avrebbe fatto anche sua figlia se non fosse stato che ora, finalmente, la sentiva ridere di cuore e spensierata.
- Ehm, papà! -
Grugnì qualcosa in risposta, svoltando in una stradina a destra.
- Non hai dimenticato nulla? -
Fece un attimo mente locale. Era un uomo, perciò fare più di una cosa per volta gli risultata difficile. In quel caso stava dando un notevole colpo al pregiudizio secondo cui gli uomini hanno un deficit mentale quando si parla di collegare mani e testa. Stava correndo e pensando. Sua figlia c'era, lui era presente e il conto non l'avrebbe comunque pagato. Sentiva alle spalle i passi di quelli che ipotizzò essere inseguitori o marines, dagli ordini che s'impartivano a vicenda.
Li aveva sempre considerati scimmie ammaestrate male.
- Papà, cosa pensi di sfoderare per mettere al tappeto quell'allegra brigata che ci insegue? -
Avrebbe voluto correre di faccia contro al muro. Il locandiere l'aveva avvertito che, causa leggi in vigore su quell'isola, avrebbe dovuto depositare le armi all'ingresso, in un pratico quando ridicolo porta ombrelli a forma di zucchina. Nella fretta di uscire da quel posto aveva dimenticato poi di riprenderle.
Se Mihawk l'avesse visto sarebbe stato il primo a rincorrerlo per prenderlo a calci. Ma questo capitolo della sua vita aveva omesso di racocntarlo a sua figlia finora, avrebbe potuto aspettare ancora un po'.
- Non hai una simpatia così disarmante! -
Lo pigliava pure per il culo la nanerottola.
- Ma fortunatamente hai una figlia bella, brava, intelligente, modesta e sveglia! -
Gli passò le tre katane da sopra alla testa, mettendosi più comoda ed indicandogli la direzione giusta da prendere con largo anticipo, cosicchè non si perdesse come sempre faceva.
Nami mancava a entrambi. E sarebbe sempre mancata.
Ma sapevano che se li avesse visti non avrebbe potuto far altro che amarli più di quanto già faceva da lontano.









Angolo della cosa:
Sono arrivate le vacanze di Pasqua, o cheggiogia. Vogliamo celebralre con una fan fiction? Si.
Allora, vorrei dire un paio di cose perciò cagatemi che non vi fa male. E' qualche settimana che su efp deposito solo recensioni negative che mi fanno sembrare un'acida schiavista incazzata. In realtà il mio diagio viene dal fatto che la grammatica sta scomparendo da questo fandom perchè viene uccisa, violentata e massacrata.
Il risultato? Ad un'autrice che scrive da più di un anno e ha più di 17 anni sale in nazismo.
La mia non è cattiveria nei confronti di nessuno. E' esasperazione.
Mia e di molte altre autrici.
Saluti,
Alu.
   
 
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