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Autore: Katherine Buffy Pierce    15/04/2014    1 recensioni
Il titolo parla già da se perciò non anticiperò nulla, nella trama. Questa FF è collocata alla fine, CHE IO HO IMMAGINATO, della quinta stagione, ovvero quando Damon viene ucciso da un viaggiatore per uno scontro a causa di una questione di Doppelganger. Quando vede Bonnie, per poterla attraversare e andare nell’altro lato, non succede nulla. Damon viene catapultato nella stessa dimensione in cui si trova Katherine Pierce. La storia che racconterò, partirà circa 4 mesi dopo la morte di Damon. Elena, Stefan e gli altri, sono riusciti a portare indietro Damon da quella dimensione infernale anche se non si sono portati indietro solo Damon... Elena e gli altri, escono una sera per festeggiare il ritorno di Damon ma avranno una piccola sorpresa riguardo uno dei due fratelli Salvatore. Il narratore di questa FF è un nuovo personaggio chiamato Alex Fell.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Katherine Pierce, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La storia di Alex'
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Il giorno dopo, uscii di casa molto presto a causa della scuola. Katherine venne con me e rimase tutto il tempo nella mia auto. Ne io ne lei, ci fidavamo molto di Stefan e gli altri e, quindi, temevamo per l’incolumità di Katherine. Dopo la solita giornata scolastica pallosa, mi diressi verso la mia macchina che si trovava nel parcheggio della scuola.
-Ehi.- le dissi entrando in auto.
-Ehi! Finalmente sei arrivato... Non ce la facevo più a stare qui dentro!- disse Katherine avvicinandosi a me per darmi un bacio.
-Ehm, pensavo che stasera potremmo uscire...- le dissi tra un bacio e l’altro.
-Oh, ok!- disse felice prima di darmi un altro bacio.
-Ehi, aspetta un attimo...- le dissi fermandola.
-Che c’è?- chiese sedendosi al suo posto.
-Beh, con tutte queste complicazioni, non siamo ancora riusciti a conoscerci come due persone normali che non hanno parenti, o conoscenti, sovrannaturali. Piacere, io sono Alex.- le dissi prima di porgerle la mia mano. Mi guardava un po’ confusa, ma poi accettò la stretta di mano con un sorriso.
-Katherine.-
-Oh, che bel nome! Ti andrebbe di uscire con me stasera?- le proposi con un sorriso.
-Ma certo. Passi tu a prendermi?- chiese ridendo. Io le risposi con una risata e poi misi in moto l’auto per tornare a casa. Una volta arrivati a casa, mangiammo un piatto di pasta e poi salimmo di sopra. Io avevo un test in classe il giorno dopo e, infatti, Katherine si annoiava molto.
-Ehm, se ti annoi... Potresti iscriverti anche tu a scuola con me. Non penso che ti piacerebbe, ma sarebbe un modo per stare insieme e per svagarti un po’.- le dissi dopo aver appoggiato la penna.
-Mmm, lo farei volentieri! Non saprei cos’altro fare, altrimenti. C’è un piccolo problema però...- disse alzandosi dal letto.
-Quale?-
-Beh, sono uguale a Elena Gilbert!- disse indicandomi il suo viso.
-Mmm... Potrei chiedere un favore a Stefan... Non penso che voglia aiutarti, ma forse lo farà se glielo chiediamo con gentilezza...- le proposi io avvicinandomi a lei.
Lei annuì e si avviò verso la porta. Una volta scesi in soggiorno, non trovai nessuno e quindi mi diressi verso la stanza di Stefan. Appena bussai, Stefan disse di entrare.
-Ehm, ciao.- gli dissi salutandolo con la mano. Katherine era dietro di me.
-Ciao Stefan.- disse Katherine tranquillamente.
-Oh, ciao. Che succede?- chiese prima di alzarsi dalla poltroncina su cui era seduto a leggere un libro.
-Beh, volevamo chiederti un favore...- gli dissi abbassando lo sguardo.
-Oh. E sarebbe?- chiese curioso avvicinandosi a noi.
-Beh... Siccome Katherine si annoia a starsene da sola per tutta la mattina, vorrebbe andare a scuola anche lei.- gli dissi con lo sguardo basso.
-Oh. Bene. E io cosa c’entro con tutto questo?- chiese confuso.
-Beh, sai... Tutti la vedrebbero come Elena, perciò ho bisogno delle tue capacità sovrannaturali.- gli dissi continuando a guardare il pavimento.
-Cosa? No no. Non se ne parla proprio!- disse facendoci segno di no, con il dito.
-Eh dai! Dovresti solo dire che è sua sorella minore e far credere a tutti che si somigliano moltissimo, ma che non sono completamente identiche, come le vediamo noi!- gli dissi implorandolo.
-In effetti, io sono più carina.- disse Katherine alzando un dito. Stefan la guardò ma non commentò.
-Non lo so. Ci devo pensare. Katherine, posso parlarti un attimo in privato? E’ una cosa veloce, tranquilli.- disse Stefan sorridendoci.
-Ok. Alex, ci vediamo tra poco.- disse Katherine con un sorriso.
Dopo essere uscito dalla stanza, rimasi in ascolto con l’orecchio attaccato alla porta.
-Oggi ho riflettuto parecchio e ho capito di dover ridimensionare i miei standard protettivi con Alex. Voglio dirti che mi sto impegnando molto ad accettare questa cosa e che sto cercando di perdonarti.- disse Stefan lasciandoci all’improvviso.
-Che cosa?- disse Katherine incredula.
-Già. Oggi mi hai dimostrato per l’ennesima volta, da quando sei tornata, che c’è del bene in te. Ho capito che non stai usando Alex, ma che ti stai affezionando molto a lui. Sono felice di poterti dire che ti credo, quando mi dici che gli vuoi bene e che lui ne vuole a te. Insomma, la vecchia Katherine non si sarebbe mai voluta iscrivere a una scuola superiore, per poter frequentare il suo ragazzo.- disse Stefan.
-E’ qui che ti sbagli Stefan. Tu non conosci la vecchia Katherine che è morta a 17 anni, più di 500 anni fa. Forse perché la vecchia Katherine che intendi tu, è ancora qui. Non sono cambiata. Io ho sempre saputo amare! Solo che ora ho l’occasione per dimostrarlo a tutti!- disse Katherine un po’ infastidita.
-Oh. Beh, è ovvio che tu possa essere ancora una manipolatrice vendicativa, ma intendevo che non hai mai dimostrato di avere un cuore senza averci pugnalati alle spalle.-
-Beh, lo facevo per proteggere me stessa. Ma ora, non lo so. Quando sto con lui, io mi sento... Non saprei come descriverlo. Forse... Al sicuro... Non solo dai miei nemici, ma da ogni evento che potrebbe succedere nella mia vita. Penso che sia qualcosa di più di una semplice cotta.- disse Katherine sospirando.
-Oh. Capisco. Beh, spero che sia così. Se gli farai del male, sai a cosa andrai incontro, vero?- disse Stefan prima che Katherine si avvicinasse alla porta.
-Chiaro. Non gli farò del male, Stefan. Ho finalmente trovato una persona a cui piacciono sia i miei pregi che i miei difetti, non sarò così idiota da ferirlo.- disse Katherine piuttosto inacidita.
-Lo spero.- disse Stefan prima che Katherine aprisse la porta.
-E, Katherine?- disse Stefan prima che Katherine potesse vedermi.
-Si?- disse lei voltandosi nella sua direzione.
-Vi aiuterò con la questione della scuola.-
-Grazie.- disse Katherine con un sorriso.
Io ero riuscito a non farmi vedere e finsi una camminata verso la stanza di Stefan.
-Ehi, tutto apposto?- chiesi quando Katherine chiuse la porta.
-Si. Abbiamo parlato un po’.- disse con un sorriso.
Dopo aver trascorso il pomeriggio in giardino, guardammo un film che non riuscimmo a finire a causa del sonno. Dovevamo dormire per il primo giorno a scuola di Katherine Pierce.
 
Ci svegliammo in ritardo e dovemmo sbrigarci per prepararci in tempo.
-Ehi, sono già stato a scuola!- disse Stefan entrando in cucina, dove io e Katherine stavamo mangiando di fretta, la nostra colazione.
-Hai già soggiogato tutti?- chiesi io stupito.
-Si! Buona scuola a entrambi! Non mettetevi nei guai.- disse Stefan con un sorriso prima di andarsene. La storia che raccontò Katherine, a scuola, era che il suo cognome era Pierce, così come quello di Elena, anche se lei fu data in adozione perché i loro genitori non erano pronti per una figlia. Katherine avrebbe avuto 3 anni in meno di Elena e raccontò di averla trovata grazie al suo profilo facebook. I suoi genitori erano morti a causa di un incidente in barca e quando trovò dei documenti riguardanti Elena, tra le scartoffie dei suoi genitori, decise di venire a cercarla. Kath disse che viveva con Elena ora, anche se non andavano molto d’accordo. Questa storia era stata ben progettata e tutti se la bevvero. Era strano averla seduta accanto a me a biologia, ma ero felice. Quel giorno aprirono le iscrizioni alle selezioni per diventare Cheerleader e Katherine, firmò subito il foglio appeso in bacheca.
-Devo seguire le orme della mia sorellona, non credi?- mi disse, dopo aver firmato, con un sorriso.
  
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