un ragazzo isolato dal mondo intero decide di trascrivere il suo disagio interiore in un quaderno. ma quanto può spingersi oltre una mente che non percepisce limiti di moralità, in quanto è libera e nascosta fra le pagine di un diario? e quanto la finzione può avvicinarsi alla realtà, se vista da una prospettiva che le confonde? lo stesso testo che ho scritto, attraverso i paragrafi, le ripetizioni, e altre spie, ha lo scopo di confondere il lettore, che - se l'effetto è riuscito - si perderà nel labirinto della storia.