Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: Aliceclipse    16/04/2014    2 recensioni
Persone familiari. Troppo. Un abbraccio diverso, impacciato. Sapeva di casa. E quel profumo, quel dopobarba. Kurt non voleva andare a casa. Ovunque, ma non a casa. Non con due persone che chiamava famiglia, ma che erano estranee. Ormai erano estranee.
Mani, troppe mani. Kurt Non era più responsabile delle sue azioni, e se ne rendeva conto solo in quel momento. Tentando di bloccare quelle mani disperatamente, si stava affannando in cerca del verde. E poi lo afferrò, il verde. Disperatamente.
***
Non sembrava cattivo. Non sembrava vuoto.
Sembrava solo fuori luogo, nonostante il suo modo di vestire e tutti quei piercing non sembrassero strani, su di lui.
Si chiese da quanto li aveva. Si chiese che musica ascoltava, quali fossero le sue materie preferite.
E, improvvisamente, l’ora di storia non sembrava così noiosa.
Quella scuola non sembrava tanto spaventosa, nonostante le sue paure. Le paure a cui non voleva dar voce, ma che lo tormentavano nel sonno, senza tregua, ogni notte. Quelle che lo segnavano profondamente, la causa delle sue occhiaie pronunciate.

***
BadBoy!Kurt, Klaine, Kurt/Puck friendship, Quinn/Puck friendship, Faberry, Blaine/Santana friendship, Blaine/Rachel friendship.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 19

Combattente.

Kurt parcheggiò all'angolo di una strada secondaria a cui Blaine non aveva mai fatto particolarmente caso. Di fronte a loro, c'era un'insegna di legno, rifinita in rosso, che recava la scritta "Thrill Volture Tattooing".  Blaine guardò Kurt aprire la portiera, guardarlo con un ghigno che gli sembrò piuttosto malefico sul viso, e poi uscire dalla macchina, chiudendosi la portiera alle spalle. Solo allora si decise a muoversi, a bocca aperta, slacciandosi la cintura e catapultandosi fuori dalla macchina.
Kurt era già di fronte alla porta del negozio, quando Blaine lo prese per un braccio bloccandolo.
-Aspetta, Kurt!- Kurt si voltò verso di lui, un sopracciglio alzato e l'espressione molto soddisfatta.
-Cosa?- mormorò, voltandosi completamente verso di lui. Era su uno degli scalini dell'ingresso, quindi Blaine sembrava molto più basso di lui. Allora abbassò la testa, avvicinandosi all'altro ragazzo.
-Perchè siamo davanti ad un tatuatore, se posso saperlo?- Kurt scoppiò a ridere. Blaine, invece, sembrava semplicemente molto perplesso.
-Beh, di solito è in questi posti che si fanno i tatuaggi, Blaine, non lo sai?- Blaine aggrottò la fronte, dandogli una piccola spinta giocosa sul braccio.
-Smettila di prendermi in giro. Volevo dire, perché siamo qui? Cosa vuoi che faccia?- Rispose, tentando di rimanere calmo, mentre l'altro continuava a ridacchiare. In quel momento l'avrebbe volentieri preso a schiaffi.
-Calma, tigre. Voglio solo farmi un piercing, tu non devi fare assolutamente niente, solo starmi a guardare. A meno che non lo voglia fare anche tu..- Sussurrò, facendogli l'ennesimo occhiolino. Blaine alzò gli occhi al cielo. Poi si bloccò un secondo.
In realtà, c'era un tatuaggio che voleva fare da parecchio tempo. Più o meno dall'aggressione, a dire il vero. Non ne aveva mai avuta occasione, in realtà, e, se era per questo, non aveva nemmeno mai avuto amici disposti ad accompagnarlo.
Si sentì di colpo molto, molto solo.
Kurt continuava a guardarlo adesso, curioso. Sembrava aver notato un cambiamento nello sguardo di Blaine, così non parlava, non chiedeva. Si limitava ad aspettare.
-Ok, quale piercing vuoi fare?- Disse infine il ragazzo, lasciando perdere i suoi pensieri. Però, trovarsi lì, in quel momento, e avere l'opportunità di fare quello che da un po' desiderava, era parecchio allettante.
-Beh, pensavo di farlo al capezzolo. Sai, mi è sempre piaciuto. E che tu ci creda o no, manca all'appello. - Kurt gli sorrise, poi, prendendolo per mano, lo trascinò dentro prima che l'altro potesse anche solo avere il tempo di chiudere la bocca.
Inutile dire che la sua mascella era caduta all'immagine di Kurt Hummel con un piercing al capezzolo.
Di sicuro non si poteva dire che  quella "gita" non si stesse rivelando interessante.
Così, Blaine lo seguì all'interno dello studio.
La stanza era interamente rossa, con i muri tappezzati di splendidi disegni. Al centro della stanza c'era un banco pieno di anelli e piercing. Seduta lì dietro c'era una ragazza dai capelli scuri e l'aria stanca, con il collo completamente tatuato. Quando il campanello suonò, lei alzò gli occhi e sorrise.
-Ciao Kurt!- Esclamò, alzandosi in piedi. - Come posso esserti utile?- Kurt le fece un cenno con la testa, separandosi dalla mano di Blaine e guardandolo.
-Volevo fare un piercing al capezzolo, Emily, se Matt non è occupato.-
Emily gli sorrise di rimando, poi tornò a sedersi.
-Tesoro, mi dispiace, è il suo giorno libero, per i piercing devi tornare in settimana. Vi serve altro?- Kurt fece una smorfia rassegnata.
-No, grazie. Tornerò in settimana, magari con Quinn.- La ragazza gli fece un cenno con la mano, poi sorrise a Blaine, mentre Kurt si voltava per tornare alla porta.
-Aspetta Kurt.- Blaine lo bloccò di nuovo, tenendolo per la spalla. Kurt si bloccò, corrucciando la fronte.
-Ci.. ci sarebbe un tatuaggio che voglio fare.- mormorò. Kurt, perplesso, si avvicinò di più a lui. Blaine si aspettava un’occhiata storta, o, più probabilmente, un sorrisetto strafottente. Eppure Kurt non fece niente di tutto questo. Si limitò a fissarlo intensamente negli occhi. Blaine s’incantò per un secondo, perso in quel mare azzurro e lucente che stava negli occhi dell’altro.
-Spiegati.- Kurt si fece più vicino, alzando leggermente un sopracciglio. Sembrava solo confuso, adesso. Sapeva che da lui non se lo sarebbe aspettato. Così provò a fargli capire.
-Prima, in macchina. Ti ho detto che faccio boxe, ti ho detto anche il motivo. Per una serie infinita di motivi, nella mia vita sento sempre di dover lottare contro qualcosa per ottenere quello che voglio. Sempre. La lotta è la metafora della mia vita, quell'episodio probabilmente è stata la lotta più dura. Ma ne sono uscito, no? Eccomi qui. Sono sopravvissuto a quel ballo scolastico, sono sopravvissuto al Mckinley, almeno per ora. E ad altre cose che per te risulterebbero molto noiose. E se c'è una cosa che voglio ricordarmi, che voglio segnarmi sulla pelle, è questa.- Blaine sputò fuori tutte queste cose come un'automa, e se ne stupì. Non era da lui lasciarsi andare così, non era da lui spiegare tutte queste cose. Però voleva assicurarsi che Kurt capisse. Lo voleva davvero. Voleva che capisse che non era una decisione del momento, non era un'idea che gli era balenata in mente per fare lo spavaldo con lui. Voleva che capisse che quel momento per lui era importante, perché lo segnava. - Voglio un tatuaggio che mi ricordi tutto questo. - Sussurrò infine, lentamente.
Kurt era impallidito. Blaine, ovviamente, non poteva avere idea di cosa l'altro stesse pensando.
Sotto a tutti quei piercing, sotto a quel ciuffo verde, la mente di Kurt viaggiava.
Kurt pensava, in quel momento, che Blaine rappresentasse tutto ciò che lui non era in grado di essere. Blaine aveva il coraggio di gridare al mondo di essere un combattente. A Kurt questo spirito era passato, ma, dannazione, ora che stava imparando a conoscere quel ragazzo, voleva disperatamente ritrovarlo.
-Fighter.- Disse, guardando Blaine negli occhi. L'altro avvampò.
-Cosa?-
-Un combattente, Blaine. Sei forte. Sei un combattente.- I loro sguardi rimasero incatenati per alcuni secondi. Poi Blaine si portò una mano tra i capelli, e distolse lo sguardo per rivolgerlo alla ragazza.
-Potrei fare un tatuaggio? Adesso?- Esclamò. La ragazza sembrò per un attimo confusa, poi si riscosse, ed annuì lentamente.
-Puoi venire qui e dirmi che tipo di tatuaggio vuoi. Ti aiuterò con il disegno, e poi ci trasferiremo nell'altra stanza per il tatuaggio. Avete avuto fortuna, ho la mattinata libera. - Entrambi le sorrisero, e si posizionarono dietro al banco con lei. Blaine lanciò uno sguardo nella direzione di Kurt, che si stava muovendo vicino a lui come un fantasma. Assorto. Eppure, anche così, perso, sembrava bellissimo, e forte.
-Fighter mi piace. Lo vorrei qui, sul petto- esclamò Blaine, riscuotendosi e fissando Emily negli occhi, distogliendo lo sguardo dall’altro, ed indicando il lembo di pelle poco sotto la clavicola, a sinistra. Mentre lui ed Emily sceglievano il carattere e le dimensioni della scritta, Kurt li osservava. Non sapeva esattamente cosa stava provando.
Da quando era morto suo padre, cercava spesso un modo per ricordare. Ricordare quello che aveva passato, quello che era stato, quello che probabilmente non era più.
Ora era perplesso, perché sentiva che il tatuaggio che Blaine voleva rappresentava anche lui, più di quanto avesse mai potuto immaginare. E lo voleva fare. D'altra parte, aveva paura che Blaine non volesse condividere quella cosa con lui. Perché avrebbe dovuto? Il personaggio era una cosa estremamente personale.
Gli tirò un lembo della maglia, pizzicandogli il fianco. Blaine si voltò di scatto, guardandolo in modo interrogativo. Kurt boccheggiò per alcuni secondi.
-Voglio farlo anch'io.- L'espressione di Blaine rimase pressappoco la stessa. Così Kurt specificò. - Il tatuaggio. Fighter.-
-Oh. OH!- Quando Blaine capì, non ebbe affatto la reazione che Kurt si era aspettato. Kurt pensava che Blaine lo avrebbe insultato. Che gli avrebbe detto che lui non era affatto una persona combattiva, che era un codardo. Invece Blaine si era avvicinato, e lo aveva abbracciato per alcuni minuti. Kurt, all'inizio rigido, alla fine si lasciò andare sulla spalla di Blaine, non sapendo cos'altro fare. Aveva un buonissimo profumo. E poi, Blaine disse qualcosa che segnò Kurt. Profondamente. Ed inaspettatamente.
-Ti si addice, Kurt.- Qualcosa che di sicuro il ragazzo non si aspettava di sentire. Si allontanò dalle braccia di Blaine per guardarlo negli occhi. L'altro gli sorrise, quindi decise di non chiedere spiegazioni, di non rovinarsi il momento. Non poteva certo dire "Non è quello che sono, è quello che vorrei essere". Non di fronte a lui, che un combattente lo era sul serio.
-Beh, penso che forse dovresti aiutarmi con la scelta del carattere a questo punto, Kurt.- Blaine gli diede una pacca sulla spalla, e lo spinse un po' verso di se', per fargli vedere meglio il monitor del computer. E ricominciarono da capo la ricerca.

***

Rachel non si era mai sentita così agitata in vita sua.
Ok, forse non era del tutto vero. Rachel era perennemente agitata per qualcosa. Soprattutto per le cose che la riguardavano personalmente. E non importava che queste cose fossero di poco conto, lei lo era e basta, agitata. Sentiva tutto, a volte, con il doppio dell’intensità con cui sembravano sentire gli altri.
In ogni caso, quella volta, nonostante lei non fosse la diretta interessata, qualcosa dentro di lei sembrava stare andando a fuoco. Forse perché si sentiva molto vicina alla causa. Dopo tutto lei, di omofoni, nella sua vita ne aveva visti anche troppi. Ricordava perfettamente quella volta in cui, al supermercato, i suoi erano stati praticamente colti alle spalle da due uomini e sbattuti contro lo scaffale dei sottaceti solo perché si erano scambiati un bacio in pubblico. Lei aveva si e no cinque anni, ed era seduta nel carrello, che, per la violenza, si era rivoltato. Lei era caduta, ed aveva iniziato a piangere. Solo i suoi papà l’avevano aiutata. E nessuno aveva rivolto una parola ai due uomini. Al liceo, poi, da quando Kurt aveva fatto coming out era un delirio. E lei si era ritrovata a dover aiutare il suo migliore amico a ripulirsi dai rifiuti del cassonetto  e curarsi le ferite quasi ogni mattina, soprattutto prima che il Glee diventasse così numeroso.
E ora stava seriamente tentando di fare amicizia con quel Blaine, non solo perché le serviva per attuare il suo piano e far tornare Kurt nel loro gruppo, ma soprattutto perché, di sicuro, Blaine non sembrava meritarsi quello che stava succedendo. Era un così bravo ragazzo. E lei ne aveva abbastanza di pregiudizi, di persone stupide e di pettegolezzi. Ne aveva abbastanza di essere considerata una perdente, ed era anche stufa che tutte le persone a cui voleva bene finissero per essere ridicolizzate e picchiate, e chissà cos’altro.
Tutta quella storia doveva finire il prima possibile.
Mentre avanzava in modo fiero verso il tavolo del Glee, però, si rese conto che qualcosa non andava.
Il tavolo era a pochi metri da lei, ormai, ma non riusciva a vederlo, perché parecchie persone vi si erano accalcate attorno. Molti erano giocatori di Football, altre erano Cheerleader. Altri ancora erano semplici studenti. L’unica cosa in comune, tra di loro, era il gran baccano che stavano facendo. Rachel si mosse un po’ più velocemente, spingendo sgarbatamente una ragazza con un cappello grigio per poter passare. Poi, finalmente, vide cosa era successo.
Di fronte a lei, una fradicia Santana stava inveendo in spagnolo contro Azimio. Finn e Puck la stavano tenendo per le spalle, Brittany invece sembrava estremamente spaventata.
Sam e Mike non erano ancora arrivati, ed Artie stava tentando di far calmare la bionda.
Azimio rise, e uno dei suo compagni - di cui Rachel non ricordava il nome - gli diede una pacca sulla spalla. In mano aveva un bicchiere vuoto.
- Guardate, è arrivata “Sono-figlia-di-due-froci-e-ne-vado-fiera-Berry”- Esclamò il ragazzo di colore, quando i suoi occhi si posarono su di lei. E no, assolutamente no, questo non avrebbe dovuto dirlo. Rachel, dapprima scioccata, si mosse velocemente verso di lui, piazzandogli uno schiaffo sulla guancia, così forte e inaspettato che tutti, Santana ed  Azimio compresi, si gelarono.
Calò un innaturale silenzio. Poi Azimio la spinse a terra, continuando a ridere, e Santana, approfittando della lentezza di riflessi di Puck e Finn, colti di sorpresa, si liberò, ed aiutò Rachel ad alzarsi, lanciando ai due giocatori di Football uno sguardo disgustato.
-Sai cosa, palla di lardo? Mi fai veramente, veramente schifo. Evapora, prima che decida di strapparti le palle a morsi.- Ringhiò. Rachel si voltò verso di lei, per ringraziarla, ma un tocco gentile dall’altro lato la costrinse a girare di nuovo la testa. Una chioma rosa fu la prima cosa che vide. E, allora, Rachel sorrise. Quinn era venuta.
-Ti senti bene, Berry?- Sussurrò, mentre la gente si disperdeva. Santana, dall’altro lato, le strinse il braccio per aiutarla ad alzarsi.
-Sì, sì. Piuttosto, potreste spiegarmi che cosa voleva?- Tutti i ragazzi del Glee tornarono a sedersi, innaturalmente rigidi, mentre Quinn e Santana la sorreggevano. Quinn le lanciò uno sguardo serio. Poi, anche le tre ragazze si sedettero.
Nessuno sembrava in grado di aprire bocca. Tutti erano persi nei loro pensieri, Puck non la smetteva di fissare Finn in modo apprensivo, Santana era terribilmente arrabbiata, e anche piena di granita.
-Non è ovvio? Mi hanno appena fatto una doccia. Gelida. E colorata. Perché sono fottutamente lesbica!- Esplose alla fine l’ispanica.
-E anche perché continuavi a difendere Blaine. - Sussurrò Brittany, seduta tra lei e Artie, ed ancora scossa.
-Difendere Blaine?- Sussurrò Rachel. Sapeva che tutta la scuola ne stava parlando, eppure non capiva come potesse avere a che fare con loro. Quel giorno, per fortuna, Blaine non era a scuola.
-Si sono presentati al tavolo chiedendo perché quel “frocetto drogato di gel per capelli” non si fosse presentato, oggi.- Spiegò Puckerman. Sembrava pensare a tutt’altro.
Finn non aveva ancora detto una parola.
Rachel sospirò. C’erano una marea di cose non dette, eppure tutti quanti stavano capendo perfettamente. Guardò Quinn. Lei la stava fissando già da un po’, ma non distolse lo sguardo. Però le annuì.
-Ragazzi, abbiamo un problema-.



***

-Chi vuole cominciare?- Chiese Emily, osservandoli, seduta di fronte al lettino, l’ago incartato tra le mani. La stanza in cui li aveva portati era completamente dipinta di rosso fuoco,  con una sola, piccola finestra in alto, e la porta dietro di loro dipinta a colori vivaci, con il disegno di un drago stilizzato e avvolto dalle fiamme. L’odore pungente del disinfettante disturbava leggermente Blaine, ma non si lamentò. Era piuttosto agitato, ma tentava di non farlo notare. Non voleva certo che Kurt si accorgesse della non indifferente paura che stava provando in quel momento. Si voltò verso di lui, in una muta richiesta. Kurt gli sorrise.
- Forse può cominciare Blaine. E’ il suo primo tatuaggio, quindi essere il primo dovrebbe essere un sollievo.- Blaine si morse un labbro, mentre annuiva. Emily gli indicò il lettino, e Kurt gli posò una mano sulla spalla, stringendola piano.
- Andrà bene, non fa così male, sai. - Gli sussurrò, così piano che Blaine faticò per sentirlo. Improvvisamente, per qualche secondo almeno, la paura sembrò abbandonarlo. Con Kurt così vicino, provare ansia sembrava stupido. O meglio, sembrava stupido avere paura di un semplice ago quando quel ragazzo così forte nonostante tutte le ferite che sembravano averlo frantumato, era lì con lui.
Kurt aveva smesso di incutergli timore molto, molto presto, più o meno nel momento in cui si era reso conto di tutto il vuoto che i suoi occhi comunicavano al mondo, come se non potessero più vedere sul serio. Non con interesse. Eppure era con Blaine, stava per fare una pazzia con Blaine, e sembrava sereno, più sereno di quanto Blaine credesse possibile.
Cosa significava tutto questo, lui non lo sapeva. Sapeva solo che Kurt era così bello, ed aveva un profumo così buono, e poteva avvertirlo e riconoscerlo così bene, anche in quella stanza dall’odore pungente, che a Blaine sembrava di conoscerlo da una vita. Così seguì le indicazioni di Emily, si tolse la maglietta e si sdraiò in modo impacciato, tentando di non strappare la carta che ricopriva la pelle del lettino. Kurt gli fu subito accanto, un sorriso appena accennato, ma tranquillo. Posò la mano molto, troppo vicina a quella di Blaine, che fu immediatamente preso dal bisogno di stringerla. Non lo fece. Si limitò ad incatenare gli occhi in quelli dell’altro, concentrandosi sulle sfumature di quell’azzurro così intenso. L’altro fece lo stesso, mentre Emily si piegava verso il petto di Blaine.
Quando l’ago spinse contro la pelle di Blaine, lui si limitò a fare una smorfia, ed a socchiudere gli occhi, ma non li avrebbe chiusi del tutto. Non con Kurt che lo guardava in quel modo.
Kurt, che lo stava guardando negli occhi per evitare, a dire il vero, di lasciare che il suo sguardo si soffermasse su altro. Il petto di Blaine, ad esempio. Kurt non voleva che l’altro lo beccasse ad indugiare sulla sua figura più del dovuto, non voleva dover combattere contro un imbarazzo che, lo sapeva, avrebbe provato di sicuro. Blaine era.. Beh, non c’erano realmente parole adatte per descriverlo, e anche se ci fossero state, in quel momento non gli sarebbero certo venute in mente. Sorprendente, però, era una delle parole che potevano avvicinarsi di più.
Kurt non si sentiva bene. Non stava nemmeno facendo caso al rumore fastidioso che Emily stava usando per imprimere la scritta sul petto dell’altro. Era troppo concentrato su quel pensiero, uno di quei pensieri che sai di aver fatto, ma che la tua mente non riesce a formulare completamente, come se lo negasse con tutte le forze. Blaine era sorprendente, sorprendente sul serio. Era entrato nei pensieri e forse nel cuore di Kurt troppo velocemente perché potesse essere vero. Era così buono, così ingenuo, così forte, così pieno di vita, pieno di sorprese, e Kurt non riusciva nemmeno a capire come si sentisse quando si trovava con lui, e sembrava rendersene conto solo in quel momento, con la mano a pochi centimetri da quella dell’altro, vicina al punto da poter sentire il suo calore propagarsi nell’aria. Il fatto era che Kurt aveva paura di tutta quella vicinanza, ma non era realmente in grado di preoccuparsene sul serio, in quel momento.
Sarebbe stato troppo tardi, dopo? Probabilmente. Al momento non ne aveva idea. Non quando gli occhi di Blaine, leggermente lucidi, lo fissavano così, non quando il suo volto teso si trasformava in un sorriso un po’ dolorante.
Kurt e Blaine nemmeno si resero conto del tempo che passava, nemmeno si accorsero delle brevi pause di Emily per togliere l’inchiostro in eccesso, non si resero conto del momento in cui la ragazza si alzò per permettere a Blaine di alzarsi in piedi.
- Ecco, tesoro, alzati. lo specchio è lì dietro. - Blaine si riscosse. Dopo alcuni minuti, il dolore era del tutto passato, e comunque non era stato atroce come si era immaginato. Tutta la zona si era addormentata, e lui aveva avvertito solo un leggero fastidio. Non aveva nemmeno perso sangue. Nemmeno una goccia. Si alzò lentamente, distogliendo lo sguardo da quello dell’altro - di mala voglia - e si diresse verso lo specchio che Emily gli aveva indicato.
Sul suo petto, adesso, la scritta sembrava risplendere, l’inchiostro nero formava un disegno perfetto, che lo rappresentava moltissimo. Smise di pensare, in quel preciso istante, di aver appena fatto una pazzia. Era giusto. Era stupendo. Sorrise, un sorriso felice e pieno. Dopo tutto quello che gli era successo, lui era lì, ed era più forte di prima. Era sul serio un combattente, e, lo seppe in quel momento, non avrebbe mai potuto pentirsi di quel tatuaggio. Era parte di lui, non meno di quanto lo fossero i suoi capelli o il suo collo. Posò la mano sul ventre, osservando il tatuaggio per qualche altro secondo. Poi si voltò verso gli altri due.
- E’ stupendo. - Disse infine, inspirando a pieni polmoni. Emily sorrise, poi coprì il tatuaggio fresco con una pellicola trasparente, che fermò con dello scotch alla sua pelle. Blaine la ringraziò, recuperando la sua maglietta, ed indossandola di nuovo. Si avvicinò all’altro ragazzo, ancora vicino al lettino.
-Bene, Kurt, è il tuo turno! - Esclamò poi Emily. Kurt le sorrise, e si tolse la maglia a sua volta. Blaine trattenne in respiro per un secondo, ringraziando la sua carnagione olivastra. Se non altro, il suo arrossire non era così palese come lo sarebbe stato con una pelle come quella di Kurt.
Dio, Blaine non aveva mai visto un ragazzo simile. Il suo carnato diafano era praticamente perfetto. Kurt gli fece l’occhiolino, mentre si posizionava, pronto a sua volta per il tatuaggio.  Blaine si riscosse, sbattendo le ciglia un paio di volte, e richiudendo le labbra, rimaste socchiuse. Doveva sembrare veramente stupido. Non che gli importasse.
Ok, in realtà un po’ gli interessava.
Ma solo perché non voleva apparire come in bravo ragazzo, casto e puro, e un po’ ingenuo, per cui Kurt lo aveva preso.
Il petto adesso cominciava a fare un po’ male, ma non così tanto da impedirgli di osservare attentamente Emily, mentre disegnava abilmente sulla pelle chiara di Kurt. L’altro, intanto, stava fermo sul lettino, gli occhi chiusi. Blaine trattenne leggermente il respiro quando si accorse che, al contrario suo, Kurt stava perdendo sangue.
Tutto ciò non lo stupiva: doveva avere una pelle estremamente fragile, e tutto quel rosso vivo e quel nero la contrastavano in un modo piuttosto.. sensuale, si ritrovò a pensare, non sapendo nemmeno come. E, per quanto ci provasse, distogliere lo sguardo sembrava stupido e impossibile.

***

- E’ ingiusto che tu non abbia perso nemmeno una goccia di sangue. Io penso di averne lasciato un litro su quel cazzo di fazzoletto!- Si lamentò Kurt, passandosi la mano sul ciuffo verde, mentre si dirigevano alla macchina. Non aveva tutti i torti: ne aveva perso molto sul serio, motivo per cui Blaine la stava osservando con aria piuttosto preoccupata. Temeva che potesse svenire da un momento all’altro. Kurt invece sembrava non preoccuparsene molto, anzi. Blaine era piuttosto sicuro di non averlo mai visto così di buon umore, da quando lo conosceva. Beh, se non altro quello era un buon segno.
- Sicuro di non voler andare a mangiare qualcosa? Sei ancora più bianco del solito, - gli fece notare. Kurt fece spallucce, poi si fermò di colpo di fronte al Pick-up, preso da un pensiero improvviso. -Kurt?- Il ragazzo non rispose subito, e Blaine si fece più vicino. Ma, prima che potesse dirgli di nuovo qualcosa, l’altro gli porse le chiavi della macchina.
- Guida tu, vuoi? - sussurrò, alzando entrambe le sopracciglia con fare malizioso. Blaine gli lanciò uno sguardo interrogativo. - Portami in un posto che ti piace, uno qualsiasi. La mattinata non è ancora finita.- Blaine rise.
- Tecnicamente sono già le tredici e venti. Il che vuol dire che è già ora di pranzo da un pezzo. - Kurt alzò gli occhi al cielo, incrociando le braccia, e si diresse allo sportello di destra, mentre Blaine si posizionava dalla parte del guidatore.
Il viaggio fu relativamente tranquillo. Niente battutine da parte di Kurt, niente silenzi imbarazzanti, solo chiacchiere inutili, ma tranquille, e la radio che faceva loro da sottofondo.
Dopo nemmeno una decina di minuti, Blaine posteggiò in quello che sembrava a tutti gli effetti il parcheggio di una scuola. Kurt lo guardò, aspettando una spiegazione. Blaine tolse le chiavi dal quadro, e sorrise.
- Ho frequentato qui le elementari. Vieni con me. - Uscì dalla macchina, e Kurt lo seguì, curioso. I due si diressero verso il retro della scuola, costeggiandola attraverso il marciapiede. Dalle finestre del piano terra, dipinte con disegni che raffiguravano fantasmi e streghe piuttosto divertenti - era quasi Halloween, registrò Kurt - provenivano delle forti risate ed un chiacchiericcio generale. Si era scordato di come fosse essere alle elementari.
Forse no, non se n’era dimenticato. Ma era sempre stato un bambino diverso dagli altri, e quando era piccolo aveva odiato rimanere chiuso in classe con tutti quei bambini che non volevano mai giocare con lui. Adesso quei momenti gli sembravano bellissimi ed irraggiungibili. Sospirò piano, mentre Blaine, di fronte a lui, avanzava sicuro.
Dietro al complesso scolastico c’era un piccolo parco giochi completamente vuoto. C’erano una buca per la sabbia, un’altalena a due posti, e un paio di scivoli, attorniati da varie panchine sparse qua e là, ed a terra c’erano punti in cui il terreno era stato calpestato così spesso da lasciare spazi vuoti nell’erba. Nonostante questo, era un posto accogliente.
Blaine aprì il cancellino grigio che delimitava l’area del parco giochi, ed entrò. Si diresse verso uno degli scivoli, un po’ più grande dell’altro, e che aveva, tra le scale di legno e la parte scivolosa, uno spazio di qualche metro, ricoperto da un tetto, anche questo fatto di legno. Salì gli scalini, e si mise a sedere in quello spazio. Poi sorrise a Kurt, che lo stava osservando, ancora ai piedi della scala.
-Dovrei venire lì sopra, Anderson?- Incrociò le braccia, fingendo un po’ di scetticismo. La verità era che stava tentando i tutti i modi di non sorridere alla tenerezza che quell’immagine gli faceva. Poteva immaginare un piccolo Blaine Anderson correre felice in direzione di quello scivolo, per poi inciampare in una delle zolle di terra sollevate dagli altri bambini.
- Caro Hummel, benvenuto nella mia umile dimora!- Rise l’altro, indicando il tetto. Kurt non poté evitarsi di ridere con lui, per poi posare le pani sulla ringhiera umida e salire a sua volta gli scalini. Si fermò quando il suo viso fu all’altezza di quello di Blaine.
- Quindi dovrei cominciare a chiamarti Raperonzolo? - sussurrò, con una punta di malizia.
- Dipende. Sognavi di essere un principe azzurro, da piccolo?- Non poté evitarsi di pensare, mentre lo diceva, che era esattamente quello che lui avrebbe sempre desiderato, avere un principe azzurro del genere. Kurt salì anche gli ultimi gradini, e gattonò al suo fianco. Improvvisamente Blaine poteva sentire il suo fiato sul collo, ed il suo sguardo profondo puntato addosso.
- Non sempre i sogni diventano realtà, sai? - Stavolta, la malizia sembrava celata dall’amarezza. Ma andava bene, andava bene davvero. Blaine lo capiva.
- Ma la realtà a volte è meglio dei sogni, Kurt. - Mormorò, avvicinandosi impercettibilmente. Il profumo di Kurt, di nuovo così vicino, gli fece girare la testa.
- Sognare è desiderare. Desiderare è volere. E non sempre si può avere quello che si vuole. - Kurt abbassò lo sguardo, verso le labbra di Blaine. Era un caso che lo avesse fatto in quel momento?
- E tu cosa vuoi, Cenerentola? - Kurt rise piano alla provocazione, senza distogliere lo sguardo da quelle labbra carnose.
- Quindi comincerai a chiamarmi Cenerentola? - Ruotò leggermente il busto, per poter guardare meglio Blaine. E gli fu ancora più vicino. Quelle labbra erano così vicine. E, sì, lo sapeva cosa stava desiderando, in quel momento. Desiderava fare quello che aveva evitato di fare nell’ultima manciata di mesi. Vivere. Cosa gli stava facendo quel ragazzo?
- Dipende. Vuoi un principe azzurro, per caso? - Si mossero contemporaneamente, l’uno verso l’altro. Ma, prima ancora che i suoi occhi si chiudessero, furono interrotti da un suono squillante. Kurt si riscosse, e si allontanò, come se fosse stato punto da qualcosa. Non ebbe il tempo di chiedersi cosa cazzo gli fosse preso, perché vide Blaine estrarre il telefono dalla tasca, e rispondere. Mentre lo faceva, lui si abbandonò contro al legno che costituiva la casetta dello scivolo, senza però distogliere lo sguardo dall’altro. Avrebbe riconosciuto la voce squillante di Rachel ovunque.
Tuttavia, non riusciva a capire cosa l’altra gli stesse dicendo. Però riuscì a intuire che qualcosa non andava dal tono concitato che stava usando. Presto vide il volto di Blaine scurirsi. Attaccò la chiamata, poi lo guardò. Era uno sguardo che Kurt non aveva mai visto.
Blaine era spaventato. Spaventato sul serio.
- Lo sanno-.



Buonasera! Lo so, è un po' tardi, però, dato che ho trovato un po' di tempo per aggiornare, ho voluto approfittarne.
Capitolo piuttosto importante, direi. Non è venuto come lo avevo pensato all'inizio, ma è importante, perchè è dall'idea del tatuaggio che questa fan fiction è nata, quindi tenetelo bene a mente. La scena finale.. beh, l'ho scritta di getto, quindi non so bene dire come sia venuta.
Non mi perdo in chiacchiere, perchè non credo che vi interessi molto quello che ho da dire, probabilmente mi limiterei ad annoiarvi. Però, come al solito, vi chiedo, se ne avete voglia, di farmi sapere cosa ne pensate. Del capitolo, della storia in generale, di questa nuova situazione, del tatuaggio, e anche di Rachel, e degli altri personaggi. Ci tengo davvero molto, e qualsiasi critica è bene accetta.
Mi potete trovare, come sempre, qui su efp, sulla pagina di Facebook, su Twitter o su Ask.
Al prossimo aggiornamento.
Alis.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Aliceclipse