L’unico
momento in
cui Mary Nikaido rimpianse un po’di essersi mezza in mezzo
alle vite di Kevin
Mask e del russo: eccolo qui.
«a
questo punto di
cose da fare ne resta una sola…rapirla!»
Quello in
cui
Warsman se ne uscì con quest’idea completamente
folle.
Era Kevin
Mask
quello che stava per perdere la donna della sua vita, eppure era
Warsman dei
due quello che sembrava disposto a fare veramente di
tutto pur di
riprendersi Emerald!
«non
credo che sia
una buona idea, sa…» si intromise Mary
«affatto. Non solo perché probabilmente
finireste col trovarvi un esercito alle calcagna, ma perché
se quel che volete
è che Emerald torni qui, beh…io non credo che
starei volentieri con due persone
che sono arrivate a rapirmi».
Kevin la
guardò.
«ha un’idea migliore? Io al momento è
l’unica che vedo. La rapiremmo dopo pronunciati
i voti nuziali, nel bel mezzo della confusione creata dalla festa e prima
che
lei e Connors…consumino!...così il matrimonio non
sarà valido! Però miss Mary
ha ragione col dire che potremmo ritrovarci un esercito
dietro».
«senza
“potremmo”,
Kevin: accadrebbe senz’altro. Ma io anche grazie a questo
travestimento sono
riuscito a sfuggirgli quando mi dava la caccia, e Lancaster
l’ha fatto per
anni. Vero che trattandosi della figlioletta adorata adoprerebbe uno
spiegamento di forze più consistente possibile, ma magari
per allora saremo
riusciti a farle cambiare idea sullo sposarsi con quel sadico
assassino!»
E per
fortuna che
una volta era lui quello ragionevole.
Ma
mancavano giusto
due giorni al matrimonio, ormai.
E
parlarle di nuovo
non era servito, a nessuno dei due.
Dopo quel
che aveva
visto all’atelier Kevin aveva tentato nuovamente di
convincerla che stava
sbagliando, che loro due erano stati qualcosa di unico e che
c’era ancora
speranza, ottenendo dapprima dei “lascia stare”
detti con quanta più pazienza
possibile, e poi…direttamente una porta sbattuta in faccia
quando la ragazza si
era rotta le scatole di starlo a sentire.
«e
poi…perché
dovremmo aspettare il matrimonio, Kevin? Potremmo agire già
questa notte!»
«non
penso di
potervelo lasciar fare!» si intromise ancora Mary, stavolta
molto più decisa «è
sequestro di persona! È un reato, vi rendete conto?...e poi
lei una volta era
quello che sembrava più ragionevole dei
due…» aggiunse «non potete rapire una
persona solo perché siete contrari al suo matrimonio con
qualcuno! Posso capire
i motivi per cui non possa starti bene la sua decisione,
Kevin…» i suoi si.
Quelli di Warsman invece non le erano chiari per niente, a meno che non
se la
fosse presa tanto a cuore sapendo che Kevin avrebbe sofferto
«la consideri la
donna della tua vita e lei sembra averti dimenticato in favore di un
uomo che
è…beh, da quel che mi avete detto è un
criminale, no?»
«precisamente:
un
criminale» annuì Flash «cerchi di capire
cosa sta provando Kevin. Se lei
tenesse a qualcuno e questo qualcuno volesse sposarsi con una persona
come l’americano,
lei glielo lascerebbe fare?»
Lei si
limitò a
rispondergli con un’occhiata.
Lui si
appoggiò
allo schienale della poltrona con un sospiro. «si, sappiamo
entrambi che è una
scelta che solo lei può fare e come tale andrebbe
rispettata…»
«ma
è sbagliata
Warsman, sbagliata!!! Proprio perché quello non è
un uomo qualunque, ma un uomo
pericoloso con un fratello che è altrettanto
pericoloso…non è solo perché
vorrei essere io a sposarla che me la prendo tanto, miss Mary, ma anche
perché
sono preoccupato per Hammy, capisce?...si, io lo so
che…anche dai discorsi di
Emerald, insomma, difficilmente lui arriverebbe a farle del male,
però…»
«la
prudenza non è
mai troppa. E poi, per lei è sbagliato e basta».
«cercate
un altro
sistema allora, ma il rapimento lasciatelo perdere!»
«potremmo
infiltrarci
al matrimonio…» disse Kevin.
“e
a lui se non
altro non è toccato vederla col vestito da sposa, quattro
giorni fa” pensò il
russo.
:: quattro giorni prima ::
Era
andata così: le
ragazze erano uscite, lei era rimasta a casa. Non avevano cercato di
portarla
fuori con loro immaginando che lei col dire “no, no, andate
pure, io non ho
moltissima voglia di uscire…” volesse dire che o
sarebbe andata lei giù dal suo
ragazzo o avrebbe fatto venire su lui.
Ma le
cose non
stavano esattamente in quella maniera. In realtà Emerald
voleva stare da sola
per un po’, cosa che in quei giorni praticamente non era mai
capitata. Da
quando aveva dato l’annuncio ufficiale era sempre stata o in
mezzo a qualche
lite tre Jacqueline e Crea per chi dovesse essere la damigella
d’onore, o alle
liti per gli abiti delle damigelle -diversi, ma tutti sulla scala del
blu- o al telefono
con suo padre che semplicemente
l’aveva sempre rassicurata che con l’organizzazione
del matrimonio stava
andando tutto come doveva, o al telefono con sua madre
che…eh!
Aveva
quasi finito
per litigarci, con sua madre, che le aveva detto esattamente questo:
“stai
facendo una
stupidaggine grossa come una casa! Lo so come la pensa tuo padre, ma
quel
bifolco non è degno di te. E poi questo matrimonio in
generale ed il fatto che
sia così affrettato mi piace ancora meno del tuo futuro
marito! Per di più per
come la penso io, Emerald, è con Kevin Mask che dovresti
stare perché lui ti
ama alla follia e contrariamente a Connors è un bravo
ragazzo!”
Che
diavolo, si
sposava tra poco e sua madre veniva a dirle certe cose?! Come se
l’insistenza
di Kevin stesso, nonché di Warsman -tra tutti e due da
quando avevano saputo
del matrimonio non le avevano dato tregua!- non fosse sufficiente,
anche lei ci
si metteva?!
E se
lasciare da
parte la stretta allo stomaco che avvertiva ad ogni supplica del suo ex
ragazzo
di lasciar perdere le nozze, o almeno posticipare la data per dargli
ancora una
chance -stretta dovuta solo alla compassione che provava verso di lui,
di
sicuro- le riusciva piuttosto semplice visto che lei -voleva -Michael, ignorare
Flash le risultava decisamente più complicato.
Perché Kevin tutto questo se
l’era cercato, se era finita era colpa sua…ma
Warsman avrebbe perso qualcosa a
cui teneva senza avere colpa di questo!
Solo che
via,
poteva mandare a monte le nozze a causa del Porcello Solitario
lì? Ma anche no.
Che c’entrava in tutto ciò il loro
“vecchio” rapporto da NN1? Non
poteva mica condannarsi a non avere una relazione solo
perché lui sarebbe
rimasto solo!...si, perché checché ne dicesse -ed
Emerald a lui di questo non
avrebbe parlato- la ragazza aveva iniziato a pensare che Flash, prima o
poi,
avrebbe iniziato a dare segni di insofferenza anche se si fosse rimessa
con
Kevin.
Ed aveva
la vaga
sensazione che quel che lui in realtà avrebbe voluto era
semplicemente
ripartire con lei destinazione chissà dove, come avevano
fatto quei due mesi e
mezzo…e non tornare più.
Solo che
ad
Emerald, adesso che era convinta non solo di volersi sposare ma anche
con chi,
probabilmente una cosa del genere…non sarebbe bastata.
Cos’era
l’improbabile fuga con un nemico, che avrebbe anche potuto
finire a stufarsi -e
quindi finire a farla tornare che con Michael non avrebbe
più potuto starci-
rispetto ad una relazione stabile ed estremamente salda? Oltre che
decisamente
non noiosa e probabilmente nemmeno sedentaria visto che sia a lei che a
Michael
non dispiaceva affatto viaggiare e sicuramente avevano tempo e modo di
farlo?
Logica e
amore
andavano nella stessa direzione, ossia quella che lei stava seguendo.
Chi
glielo faceva fare di cambiare strada? Nessuno!
E poi
quel
confronto non avrebbe dovuto farlo nemmeno.
Un conto
sarebbe
stato confrontare la sua attuale relazione con un possibile ritorno con
Kevin,
un altro averlo fatto con quel non -si -sa -cos’è
-ma -c’è che c’era col russo.
Scosse la
testa con
uno “tsk” come a dire “ma ci penso
pure?” ed aprì l’armadio, dove il suo
vestito da sposa “dimorava” ormai da un
po’.
E la cosa
divertente è che in quell’appartamento erano in
sei, e nonostante stessero
spesso e volentieri a finire per frugare nei vicendevoli armadi nessuna
delle
altre si era mai accorta della presenza di quell’abito.
Un abito
di un
rosso fiammeggiante, con gonna estremamente ampia e ultra-ricco di
cristalli. Il
tutto da abbinare ad una serie di sfavillanti collier e collane
strapiene di
diamanti, così come lo sarebbero stati gli orecchini, e
anche ad un diadema che
faceva proprio “principessa”.
Quell’ultimo dettaglio era stato un’idea di suo
padre che sulla scelta dell’abito non aveva voluto mettersi
in mezzo visto che
stava già pensando a tutto il resto. Luna di miele inclusa.
Aveva
chiesto loro
dove avrebbero voluto andare giusto un paio di giorni prima, ironia
della sorte
proponendo Rio De Janeiro, destinazione bocciata immediatamente dalla
ragazza
che invece di comune accordo con Michael aveva detto
“Giamaica”…e Giamaica era
stato deciso.
“mi
sa che sarebbe
piaciuta a Zachary la Giamaica…anche se non per le bellezze
del posto in sé per
sé” pensò, visto che per
cos’è famosa la Giamaica lo sanno tutti.
Si alzò rapidamente dal
letto sul quale si era sdraiata ed
aprì l’armadio, tolse il vestito da sposa dalla
stampella per poi togliersi i
vestiti che lei stessa aveva indosso, ed infilare l’abito che
ovviamente le
calzava a pennello. Mise anche le scarpe che avrebbe indossato quel
giorno,
rosse ovviamente, nonché il diadema. E solo a quel punto si
decise a guardarsi
allo specchio.
Era come una bambola di porcellana
raffigurante una
principessa dai tratti un po’orientaleggianti. Un abito tanto
ricco e pomposo,
ironicamente, la faceva sembrare più
“delicata” di quanto non sembrasse già,
almeno quando non aveva indosso i suoi vestiti da discoteca o la tutina.
Bianca come il latte, rossa come il
sangue…
«principessa o princifessa,
questo è il
dilemma…considerando chi è l’uomo per
cui vorresti indossare una cosa come
questa».
L’aveva fatta sobbalzare
dalla sorpresa, come aveva fatto ad
entrare?...ah, ma certo. Le scale dell’uscita di sicurezza,
da quelle era
passato al cornicione ed infine doveva aver aperto, o trovato aperta,
l’immensa
portafinestra del terrazzo.
Al di là della battuta, il
russo non era rimasto esattamente
indifferente a vederla vestita da sposa. Dava un ulteriore senso di
concretezza
alla “catastrofe” che stava per avvenire, vederla
rimirarsi con indosso
quell’abito, quel diadema ed quel sorriso.
E poi gli era sembrato di vedere
Biancaneve con gli occhi
verdi e il vestito rosso, quando l’aveva guardata.
«…giustamente tu
come tutti i sorci entri in casa di
nascosto e senza essere invitato» borbottò Hammy,
voltandosi verso di lui con un
fruscio del vestito «teoricamente le prime a vedermi con
questo dovevano essere
le ragazze stasera, non tu».
“tu con questo non avresti
dovuto vedermici e basta”
aggiunse mentalmente.
Quel suo modo di guardarla la faceva
sentire quasi a
disagio. Non era la sua classica espressione impenetrabile, o quella
arrabbiata…o quella di un uomo a cui “piaceva quel
che stava vedendo”. Era
qualcosa di diverso, un’espressione seria con una nota di
malcelata malinconia,
come a dirle “ma lo vuoi fare davvero, Emerald? Davvero
davvero? Non ci pensi a
me? Eh?”.
Meglio fare come se nulla fosse.
«già che sei
qui…come mi sta?»
Se Flash in quel momento si
sentì preso in giro?
Si, abbastanza.
«come ad una puttanella
travestita da Biancaneve».
«inutile chiedere un parere
a chi è privo di gusto. Quindi
non ti piace?»
Lo sguardo di lui si fece ancora
più severo, e la nota di
malinconia svanì a favore di un principio di incazzatura
non c’è male. Anche
solo per il tono così falsamente innocente con cui
gliel’aveva chiesto.
«mi stai prendendo per i
fondelli o cosa?!»
«“prendendo per i
fondelli”, mamma mia che precisino. E
di’ “ma che mi prendi per il
culo?!”…è più
incisivo…»
«piantala».
Glielo disse così
seccamente che lei gli diede pure retta.
«sei piombato qui in un
momento poco opportuno, sto cercando
di fare come se niente fosse, sei pregato di darmi una mano o di
sparire».
«peccato che sia impossibile
fare come se niente
fosse, e che io non voglia sparire».
Emerald fece un lunghissimo sospiro.
«io mi sto per sposare, lo
capisci questo?»
«con l’uomo
sbagliato. Non finirò mai di ripeterlo».
«no, il problema
è un altro. Forse è anche una questione di
Michael, ma secondo me più che altro tu vorresti
semplicemente che io non mi
sposassi con nessuno. Nemmeno con Kevin…»
Un’affermazione che lo fece
sia ammutolire che irrigidire
sul posto. «stupidaggini».
«parliamoci francamente, mi
aiutavi a drogarlo le sere in
cui c’erano quelle competizioni di tango. E tu a Kevin sei
affezionato, no?
Eppure lo facevi. Quindi mi viene pensato che non è tanto
per Kevin che lo fai,
ma per te. Solo che…a parte che io compio
vent’anni a giugno e tu ne hai più di
sessanta…»
«però
non ti è importato dell’età che ho
quando siamo
stati a letto insieme a Rio!»
«è una cosa
diversa! Qui si tratta di scegliere tra una
relazione stabile che teoricamente si spera rimanga tale vita natural
durante e
tra…beh…questa cosa tra me e te che per la sua
stessa natura non è bene che
duri vita natural durante. E poi tu andrai avanti al massimo altri
trent’anni o
poco più…»
«to’!»
borbottò il russo facendo le corna.
«senti…io ho
pensato un po’su questa cosa…anche se io e
Michael andremo a stare a Londra non intendiamo richiuderci in casa.
Insomma, ovviamente
continueremo ad uscire lo stesso e a vedere altra gente, e
se…» lo guardò
«beh…se posso continuare a vedere i ragazzi
potremmo vederci anche io e te ogni
tanto. Non sarebbe come prima, però…sarebbe
sempre qualcosa, no? Credo che un
incontro ogni tanto si potrebbe fare, giusto per fare due chiacchiere.
In due
chiacchiere non c’è niente di strano. Non ci
sarebbe proprio motivo di
sparare a qualcuno solo perché parliamo seduti su una
panchina. Certo, se ci
vedessero a ballare il tango insieme sarebbe diverso…uno
potrebbe dire “è solo
ballo”, ma purtroppo -o per fortuna visto che abbiamo vinto
molto anche per
quello- si vede fin troppo bene che c’è dell’altro
di mezzo…»
«mi chiedi di rinunciare anche
a questo?...Emerald,
ascoltami…» pose le sue mani sulle braccia
«la domanda che mi faccio io è
un’altra, e cioè, se tu soffri per come sta
andando a finire questa cosa, se l’idea
di finirla qui non ti piace come non piace nemmeno a me, la mia domanda
è:
perché dovremmo farlo?»
«perché
mi sposo!!!»
«la felicità di
sposarti dovrebbe essere tale da annullare
tutto il resto allora, ma invece non è
così…»
«solo perché non
sto rinunciando a questa cosa a cuor
leggero non significa che-»
«se per sposarti
già parti col rinunciare a qualcosa che
ritieni importante non è esattamente un buon
inizio».
«dovrei rinunciarci con
chiunque io intenda sposare, non
solo con Michael. Se anche avessi sposato Kevin avremmo dovuto lasciar
perdere
lo stesso, perché questa cosa qui che
c’è tra me e te -se vissuta come si deve-
non lascia spazio sufficiente ad una relazione seria con chiunque
altro…e credo
che questo lo sappia benissimo anche tu! Dovresti aspirare a qualcosa
di più
nella vita, piuttosto che a…questo» concluse lei
con un cenno vago.
«non penso di poter
aspirare a qualcosa di più».
«non è che non
puoi, è che non vuoi, ho capito, però alla
fine è un problema tuo, perché io invece posso e
voglio aspirarci eccome,
quindi lasciami vivere grazie! Troverai
un altro NN1 o un’altra».
«non è la stessa
cosa. Lo sai che non è la stessa cosa!»
La ragazza chiuse brevemente gli
occhi con l’ennesimo
sospiro nervoso.
Vero. Non sarebbe stata la stessa
cosa, e lei lo sapeva.
«già.
Però capiscimi, se davvero dovessi darti retta, e ripartissimo, come
andrebbe a finire nessuno
dei due lo sa. Con la differenza che tu non hai molto da perdere,
sbaglio?
Mentre invece io ho moltissimo da
perdere. Michael mi ama, io lo amo, sto persa dietro a lui da quando
avevo
sette anni e adesso ci sposiamo, non
rinuncerò. Nemmeno per te. L’offerta di
prima resta valida però. Due
chiacchiere ogni tanto non ammazzano nessuno» disse lei per
poi dargli le
spalle «ed ora torna nella tua tana da sorcio, grazie, devo
togliermi il
vestito…ok, forse non avrei dovuto dirtelo perché
porcello come sei sapendo una
cosa del genere non ti schiodi più…» si
concesse perfino una risata anche se
era falsa come una moneta di plastica.
E con quel che successe dopo
capì che dargli le spalle forse
non era stata una grande idea;
lo sentì
arrivarle vicino, e la zip dell’abito scorrere rapidamente
verso il basso.
«tu vuoi davvero che questo
lo faccia lui?»
Hammy non sapeva se continuare a
sbigottirsi o incavolarsi o
fare non si sa cosa.
«…si,
Warsman, voglio
che lo faccia lui, adesso più che mai!»
L’altro fece per ribattere,
quando si sentì bussare alla
porta principale.
«Emeraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaald
ci sei? Mi annoio solo con Lentiggine!!!»
«…è
Zeke…vai via di qui Flash. La strada la conosci»
si tirò
su la zip «forza, leva le tende!»
«io e te non abbiamo
finito».
«si che abbiamo finito. Che
ti piaccia o no. Arrivo, Zeke!»
disse forte la ragazza,
continuando a fare cenno a Flash di andarsene.
Dopo un’ultima occhiata il
russo obbedì, seppur molto
controvoglia, ed Emerald andò ad aprire.
«aspetta, prima che ti
apra…sei solo?»
«si
perché?»
«quando entri
capisci».
Eppure mentre apriva Emerald J.V.P.
Lancaster si sentiva
strana in quell’abito che quasi le era stato tolto
dall’uomo sbagliato. Era una
piccolezza, ma tante volte sono proprio le piccolezze a mettere a
disagio le
persone. Nello specifico a far fare una smorfia alla ragazza, mentre
finiva a
spiegazzare il tulle della gonna.
Ok, era ufficiale, non lo sopportava
più quel vestito.
«aaah, adesso ho capito
perché mi hai chiesto se ero solo»
commentò l’albino «è il tuo
vestito da sposa vero?»
«eh si…in
teoria».
«mio fratello ci sparisce,
con questo. Ha voluto un completo
“bianco semplice! Niente decorazioni, niente fantasie strane
è tanto complicato
da capire?!”» Zeke parlò con la vocina
da chipmunk nonostante Michael non avesse una
voce da chipmunk «se
avesse indossato qualcosa più simile a quel che avrei voluto
mettere io ma non mi ha fatto comprare forse
qualcuno
avrebbe notato anche lui, al matrimonio!»
Emerald sbuffò piano una
specie di risata. «e che volevi
mettere?»
«un frac giallo chiaro a
pois rossi in raso!»
“a beh, con quello ti si
nota di sicuro!” pensò Emerald.
Pareva che Zachary non solo non si crucciasse delle proprie
particolarità quali
albinismo, eterocromasia e Q.I. troppo alto, ma che anzi, volesse
evidenziarle
ancora di più…come se non si
“evidenziassero” già da sole! Come a
dire “sono un
tipo particolare e amo esserlo, hai problemi con ciò? Chi se ne importa!”
«…solo che poi
Lentiggine Il Guastafeste ha rovinato tutto…»
«e quindi che devi
mettere?»
«un frac nero che ha solo i
risvolti bianchi decorati a pois
di diversi colori e dimensioni. È noioso!»
sbuffò il ragazzo «e il fratello
noioso da che mondo è mondo non sono io!»
«guarda che sarà
giudicato comunque estremamente originale…»
Consolatorio per Zachary che le
rivolse un sorriso per poi
darle un’occhiata più approfondita.
«eeeh…che hai
che non va?»
«mh?»
«ti ho chiesto che hai che
non va. Sembri giù».
“e ma che cavolo ma tutti
vedono come sto e come non sto?”
pensò lei.
«non è mica che
hai cambiato idea sul matrimonio?»
«ah no! Sul matrimonio
assolutamente no!» negò Hammy
sottolineando la cosa con un deciso cenno del capo.
«allora non è
che hai cambiato idea sullo sposo?»
«ovvio che no!
Però effettivamente idea su qualcosa l’ho
cambiata» ammise, indicandosi il vestito «su questo
abito qui! Lo ho scelto un
po’di tempo fa ma adesso…non so come esprimerlo ma
“non mi ci sento” a sposarmi
con questo addosso».
Zeke si buttò di schioppo
sul divano. «ma perché? Ti sta
bene. Magari è anche per il diadema ma sembri una
principessa, precisamente…»
“non dirlo-non dirlo-non
dirlo” pregò lei.
«Biancaneve
che si
sposa in rosso!»
«appunto, e ti sembro una
principessina della Disney io? Ma
anche no. Io, carissimo Zeke, sono una donna
tutt’altro che
tipo-principessa…» anche se era sempre stata
viziata più di
una di quelle «quindi non posso vestirmi da principessa,
sarebbe come sposarmi
in costume o con qualcosa che “non è
mio”».
«per chiunque altro sarebbe
un disastro ma penso che tu non
avrai problemi a trovare un altro abito in questi pochi giorni,
no?»
«no,
infatti…» borbottò lei. La zip, che
prima a Warsman era
scesa giù tanto bene, adesso pareva essersi incastrata
«e che cazzo però!»
solita finezza, abito da sposa o no.
«aspetta, ti do una
mano» Zachary si alzò dal divano con un
movimento estremamente fluido «lo sai che una volta avevo una
maglietta fatta
tutta di cerniere?»
«io le odio, le
cerniere…»
Sarebbe stata combattuta se si fosse
trattato di farsi
aiutare da qualunque altro ragazzo, ma con lui era una cosa diversa.
Sembrava
asessuato, o qualcosa del genere, peggio di Light Yagami che perdeva
tempo con
L quando invece avrebbe avuto lì una Misa molto disponibile.
O forse era
qualcosa di simile a Sheldon Cooper.
“asessuato”.
Nemmeno un omosessuale latente, perché
riservava lo stesso disinteresse ad entrambi i sessi. Anche quando si
trattava
di un putan tour, Zeke andava a seccare indifferentemente prostitute
donne,
“prostituti”, travestiti, viados, tutto quello che
capitava. Maschilista? Ma
nemmeno. Non proprio. Era solo…beh, quando gli pareva era un
rompiballe, ecco
tutto.
Ma si trattava solo di questo, per
l’appunto, “rompere”. E
per quanto ad Hammy sembrasse impossibile che il suo a breve cognato
non avesse
alcuna pulsione sessuale, sembrava che invece fosse proprio
così.
Forse ne aveva a livello inconscio,
più “in
profondità”…tanto
in profondità che non riusciva loro di venire a galla!
«fatto, Em».
«grazie»
andò in camera propria, lui invece rimase dov’era.
«sai cosa, secondo me non
stai facendo un errore a voler
cambiare il vestito. Tu effettivamente sei completamente diversa da
Biancaneve».
La ragazza si tolse rapidamente
l’abito e il diadema,
rientrando nei suoi soliti panni
pantaloncini-maglietta-stivaletti-marsupio.
«appunto…»
:: ora,
Londra ::
«…dopo il
matrimonio a cui siamo stati invitati tu intendi
partire per una settimana. Ho
capito
bene?»
«si. Quale è il
problema?»
Ce n’erano diversi di
problemi, primo tra tutti che Alya
continuava a non credere nemmeno un po’ a Robin quando questi
chiacchierava di
viaggi d’affari. Oltre a non credere che sarebbe partito da
solo come avrebbe
voluto farle pensare.
Ma l’aveva presa per
stupida?! Era ovvio che sarebbe partito
con quella Jane!
Lo avrebbe affrontato dopo
il matrimonio, e prima che
partisse. Perché le sue indagini non avevano portato a
niente, e lei
giustamente voleva una spiegazione, come l’avrebbe voluta
chiunque altro.
Tornava troppe volte ubriaco e ad ore assurde, spariva per giornate
intere,
spariva negli week-end!...e l’unica cosa che aveva potuto
verificare finora, il
lunedì seguente ad uno di questi week-end, era il fatto che
nel week-end in
questione il suo compagno avesse avuto una relazione
adulterina…con un kayak.
Robin aveva lasciato il cellulare
incustodito e lei non si
sarebbe nemmeno accorta se non fosse stato per la suoneria di un
messaggio.
E anche se Alya non era assolutamente
il tipo di persona che
faceva certe cose, non aveva resistito alla tentazione di vedere di
cosa si
trattasse.
Ed ecco che si era trovata davanti un
video, fatto di notte,
con Robin visibilmente ubriaco fradicio davanti ad un falò
che dichiarava tutto
il proprio amore ad un kayak di colore blu.
“tu
she-ei la cosa più
importante della mia vita, ti amo
kayacco…kaycuccio…kay…coso…ti
aaamo e ti
amerò per sempre! Sposhhami! Ho una villa immensa!...potremo
avere tanti
bambini blu che galleggiano…”
Seguito da un commento di Jane che
recitava testualmente “che
amante appassionato sei, Robbie! amo kayak, voglio sposare kayak,
voglio avere
dei figli con kayak, e se kayak non può avere
bambini…li adottiamo! ”.
Non aveva potuto indagare oltre
perché Robin l’aveva perfino
colta sul fatto, cosa che era stata causa di un’accesa
discussione tra loro
due. Non si erano ancora nemmeno riappacificati
completamente…e lui voleva
partire per una settimana!!!
«di problemi ce ne sono
diversi, Robin, solo che tu
ultimamente non sembri in grado di vederli. Sei più allegro,
è vero…però non
sono convinta che tutto questo ti faccia bene. O faccia bene a noi due.
Se
almeno mi dicessi di cosa si tratta!»
«non posso».
Non poteva e non voleva nemmeno.
Perché francamente se ne
vergognava, per diverse ragioni,
tra le quali il fatto che fare imbecillate come la dichiarazione al
kayak non
era da lui.
E anche perché il fatto
che nessuno sapesse niente dava al
tutto un che di “proibito” che rendeva quella
faccenda più divertente che
irritante.
«potresti almeno parlarmi
di Jane. È una tua parente? Una…amica?»
Non esattamente.
E non poteva né voleva,
anche in questo caso, parlarle di Jane.
Jane!
Anche quella faccenda era una cosa
talmente cretina…ma non
aveva potuto proprio farne a meno.
E poi lui, Robin, era stato salvato
nella sua rubrica come
“Cheeta”. Quindi era
anche per la par condicio!
«non proprio…ma
non devi preoccuparti di possibili
tradimenti da parte mia, questo è certo! E poi hai visto, in
questi giorni non
sono uscito quasi per niente».
Vero anche quello. Jane ultimamente
aveva più da fare del
solito.
«Robin, io ho il diritto di
sapere cosa sta succedendo. Sei cambiato
da un giorno all’altro, non è esattamente una cosa
normale».
«per l’ennesima
volta, va tutto bene!»
Ma perché negava
così l’evidenza?!
Mais oui.
Ed è pure il penultimo.
La classica pigrizia da fine di una storia mi assale...anche se probabilmente tornerò a rompervi le scatole con una OdS III...