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Autore: IllySan    16/04/2014    2 recensioni
E si i nostri famosi amici dovessero fare i conti con i propri scheletri nell'armadio?
Se avessero fatto scelte causate da vari...e segreti, motivi dietro?
Che conseguenze porterebbero?
...Cosa succederebbe se si ritrovassero in una Clinica, dove dovranno affrontare i loro demoni interiori?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Puck/Quinn, Puck/Rachel, Quinn/Rachel, Quinn/Santana, Rachel/Santana
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aveva paura.
Ogni passo, lento, pensato, su quella scalata, la faceva avvicinare alla vetta...
Quei gradini sembravano non finire più; tre piani, sei rampe di scale, la dividevano da...un mostro!
O almeno, così lo aveva descritto la Segretaria e la sua aiutante...
Che fosse solo un modo per intimidirla?
Per prendersi gioco di lei?
Che fosse addirittura, un passatempo quello?
O forse era realmente vero?
...L'avrebbe scoperto a poco...

Rachel arivò finalmente davanti quella porta assegnatole: la numero "69".
Arrossì lievemente, abbassando il volto e torturandosi le mani, pensando al doppio senso...
Si riprese però, subito e respirò profondamente,, cercando di trovare il coraggio di bussare a quella porta.
Okay che aveva la chiave ma...meglio non rischiare qualsiasi situazione imbarazzante, indecente, o rischiosa.
Stava tremando e non riusciva a trovare un equilibrio.
Poco dopo, ecco che la sua mano infilò e girò nella serratura, sentendo uno schiocco, 
che le fece capire di aver aperto la porta.
Lentamente la spinse in avanti, lasciando che si spalancasse, per poi infilare soltanto la testa oltre la soglia,
per mettere a fuoco la stanza, di cui non si vedeva nulla, a causa del buio che regnava lì dentro.

<< C'è qualcuno? >> Domandò flebilmente, sentendo un freddo colpirle le ossa.

Nessuna risposta.
Ovviamente se lo aspettava.
Si schiarì la voce e fece un passo, entrando e cercando subito l'interruttore della luce,
che fortunatamente, era appena si entrava, sulla sinistra.
Quando la luce illuminò tutto, intrevide una figura, che poco prima capì che stesse sdraiata sul letto,
scattare come un felino, ringhiando, e parandosi difronte al lei, spegnando di nuovo la luce.
Forse amava restare nel buio...
Già, come e creature della notte.
Odiava in quei casi, la sua melodrammacità, amplificavano e peggioravano tutto.
Quasi non rischiò un infarto.
Se non le era preso in quel momento, non l'avrebbe preso più.
Trattenne il respiro, sentendo perdere i battiti del proprio cuore.

<< Chi sei? >> Fece quell'altra voce, risuonando si, roba, bassa, e ...gelida, ma comunque dal timbro, 
capì che si trattava di una donna.

<< La tua nuova coinquilina. >> Rispose lei, nervosamente, intimorita, con gli occhi chiusi, stretti stretti.
Non voleva guardare.

<< Okay! >> Sussurrò solamente, la donna misteriosa, allontanandosi, probabilmente, 
sentendo l'aria intorno a lei alleggerirsi, captando uno spostamento, come se si fosse allontanata da lei.
Solo all'ora aprì gli occhi dopo tanto, e intravide quel corpo vicino alla finestra, di spalle.
Rachel chiuse la porta alle sue spalle, molto lentamente e tornò a guardare l'altra...

<< Posso accenderla, per favore? Dovrei muovermi qui dentro e così non vedo nulla... >>
Rachel stava temendo il peggio.
Se con quella semplice frase, richiesta, si sarebbe sentita sfidata? 
Oddio.
Quella paura non l'abbandonava. 
Non l'aveva abbandonata neanche per un istante.
La vide muoversi, o almeno così credde.
Un attimo dopo, ecco che dovette coprirsi gli occhi  con le mani.
Le sue pupille si erano abituate a quelle tenebre, ed ora, quella luce che veniva emanata dal lampadario sopra di loro,
al centro del fossitto, la stava disturbando.

<< G-grazie! >> La ringraziò con un soffio.
Osservando la stanza capì che il letto accanto alla vetrata, era già occupato, da lei, 
e quindi, per evitare discussioni, o la propria morte, dovette prendersi quello vicino alla
all'entrata, senza ribattere nulla.
Sbuffò e poggio il suo trolley sopra il materasso.
...Fortuna che si era portata anche le lenzuola e le federe.
Iniziò a distribuire i propri indumenti intimi nel comodino accanto, percependo però, due occhi bruciarle addosso.
Si sentiva agitata, e così, come suo solito, cominciò a parlare a macchinetta.

<< Era l'ultima camera che poteva ospitare un altro membro, mi hanno detto. 
Comunque io sono Rachel Barbra Berry, futura stella di Broadway!
I miei papà mi hanno dato quel secondo nome, in onore della grandissima Barbra Streisant.
Spero che diventeremo grandi amiche, insomma, io sono appena arriva e non conosco nesusno,
e quindi pensavo che sarebbe stato bello legare con te e... >>
Rachel venne bloccata sul nascere, sentendosi prenderere con forza per le spalle e gemette impaurita.
Sgranò gli occhi ritrovandosi di fronte a pochi centimentri, quella...visione. 

Fù come un fulmine che la colpì in pieno.

I suoi occhi si incontrarono con quelli di...lei.
Era una ragazza, giovane, forse più grande di lei di qualche anno, a vedersi, alta, più di lei naturalmente,
mora, capelli lunghi mossi, carnagione scura, magra, labbra carnose rosee, e...quei due pozzi neri.
Sembravano dire molto, sembravano tristi, sembravano implorare perdono, chiedere aiuto, nonostante lei stesse in silenzio,
con la mascella ferrata. 
Era davvero molto...attraente.
Le mozzò il fiato, ma non solo per quello...
Solo a guardarla si sentì piccola piccola, quasi come una formica davanti ad un essere umano, pronta a schiacciarla.

<< Adesso ti spiegherò le regole di questo posto e come funziona qui dentro:
1 Io sono il Capo e dovrai rispettare me, e le mie abitudini.
2 Non intralciarmi.
3 Odio la onfusione e la luce, come avrai notato, quindi zitta, e potrai parlare solo se ti dò il permesso.
4 Le mie cose non si toccano, non osare farlo.
5 Non contraddirmi MAI!
6 Qua sopravvisi solo se pensi a te stessa e cancelli ogni sentimento che possa renderti debole.
E 7... Non farmi domande! Hai capito tutto? >>

Rachel rimase sconvolta e scioccata.
Non sapeva nè che dire e nè che fare.
Possibile che una tale bellezza, potesse nascondere quel...lato oscuro?
Annuì semplicemente, sentendo finalmente la prese sfiorire, e tornò a respirare, cercando di regolarizzare il ritmo.

<< Ah e... >> Quella voce risuonò, di nuovo, e Rachel sussultò.
Ora cosa le avrebbe fatto? O detto?
Stava già trattenendo un pianto irrefrenabile...
...Non sapeva per quanto altro tempo avrebbe potuto trattenersi...

<< Il mio nome è Santana. >> 

Rachel rimase colpita.
La ragazza, quella che poco prima stava per mangiarsela viva, si era presentata.
Le aveva detto il suo nome.
...Senza che lei glielo avesse chiesto.
Anche se, la voglia di riempirla di domande, era molta.
Era curiosa, e la curiosità era una di quelle cose che la rendeva "petulante".
A detta degli altri...

Sorrisi contenta di quell'assaggio che Santana le diede.
Poteva ritenersi soddisfatta, visto che si erano appena conosciute, partendo forse, anche col piede sbagliato,
e capendo il tipo di persona che fosse...
Non una che parlava con tutti.
La sua parola sicuramente la teneva per pochi.
E Rachel, era rientrata tra questi.

Per tutto il resto di quel giorno, Rachel rimase muta come un pesce, mentre metteva a posto le sue cose,
organizzandosi, e puliva la sua zona...
E di tanto in tanto, adocchiava l'altra, giusto per vedere cosa stesse facendo e assicurarsi che non le stava per fare un attentato.
La trovava sempre al solito modo:
sdraiata sul letto, con le cuffie alle orecchie, vestita sportiva, a fissare il soffitto con...un paio di guanti alle mani...
...Ma non faceva freddo.
Erano in pieno Aprile e si stava bene, perché portarli?
...La cosa che però la fece distrarre e compiacere ancora di più, fù che, ogni tanto, quando si girava,
Santana già la stava osservando, ma non reggeva "il confronto", così distoglieva immediatamente lo sguardo.
Rachel non riuscì a capire quella sensazione, ma si sentì felice, leggere, e sentì anche le guance cambiare colore,
così tornò alle sue faccende...
  
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