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Autore: Lapam8842    16/04/2014    1 recensioni
AU: Tutti umani
Elena e Damon si incontrano su un aereo diretto in Canada. Entrambi hanno scheletri nell'armadio, sentimenti nascosti e un passato troppo livido. Riusciranno a tornare ad amare?
Dal testo:
«Una tenda e un sacco a pelo?» il ragazzo cercò di trattenere le risate, per rispetto delle idee della giovane donna che aveva accanto, e si scoprì particolarmente stupito del clima piacevole che si stava creando, con quella sconosciuta.
«Rida, rida pure. –lo ammonì la bruna- Mi prenderò un anno sabbatico. Niente lavoro, niente famiglia e niente amore.» Diceva questo contando con le dita, in modo autorevole.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo speciale in vista della Pasqua. Come quello di Natale, non continua la storia ma vede un piccolo spaccato del passato dei nostri ragazzi.
Buona lettura ;)


Amiche


 

12. Lo speciale di Pasqua

 

Lei non c’era. Lei non c’era più. Si erano ritrovati soli, spiazzati, doloranti ed esausti. Come si torna a sorridere dopo che il male si è infiltrato prepotente nelle loro vite?




 

 

«Devono smetterla di far sentire queste cose al tg.» borbottò infastidita.

«Tutti gli anni c’è una mattanza di agnelli indifesi.» osservò Damon.

«Disse “Mister bistecca al sangue”! E’ una cosa ipocrita. Nessuno si lamenta delle mucche, dei maiali, dei polli, dei salmoni, del pesce spada e persino delle uova. Nessuno dice nulla dei mattatoi che tolgono la vita quotidianamente a quei poveri animali. Ci si scandalizza per la carneficina di agnelli a Pasqua e per i tacchini nel giorno del Ringraziamento. Sono tutti ipocriti.» alzò la voce alterata, puntadoli contro l’indice.

«Che è preso alla tua ragazza, Dam?» disse entrando in salotto Enzo.

«Ce l’ha con il telegiornale…» rispose calmo il moro.

«Io sono stufa di tutte queste calunnie! Il tg è una perdita di tempo. Le notizie sono filtrate e se possono parlare di qualche scandalo lo fanno, travisando la realtà dei fatti. Quando avrò un mio giornale, dirò tutto quel che penso e non mi farò pagare per riportare notizie false.» ammise con una vena di collera la giovane.

«Sei sotto ciclo?» chiese dubbioso Enzo.

Rose lo fulminò con lo sguardo:«Enzo… mi dispiace che tu riesca a pensare solo a questo. Non hai dei sentimenti?»

Il ragazzo si strinse nelle spalle:«Neanche Damon li aveva, prima di incontrare te. tu hai rovinato tutto il nostro divertimento.» ammise allegro.

«Se il vostro divertimento era contendervi Kathrine, capirai che rovina.»

«Lei sa di Kat?» chiese a bocca aperto Enzo.

Damon alzò le spalle indifferente.

«Dam, questa ragazza ti ha incastrato. A quando il matrimonio?»

Il sorriso di Rose sparì dal suo volto e le guance si tinsero violentemente di rosso. Non era facile imbarazzare quella ragazza.

«Presto. Rose è incinta.» Annunciò entusiasta al cugino. Lo sguardo di Rose si alzò velocemente dal pavimento e incrociò gli occhi divertiti di Damon mentre Enzo li diede una pacca sulla spalla complimentandosi.

«Ora capisco gli sbalzi d’umore.» riferì Enzo che si beccò una cuscinata in pieno volto.

«Non sono incinta.» disse uscendo dal salotto.

 

***

 

«Ehi, Elena!» La richiamò Stefan correndole accanto.

«Ciao Stefan.» Lo salutò allegra la mora.

«Dove andrai per Pasqua?» s’informò curioso il ragazzo. Erano diventati amici e Stefan l’aiutava a studiare diritto pubblico, una materia ostica e sgradevoli da imparare.

«Da nessuna parte. Forse faremo una gita con il traghetto che collega Staten Island a New York. E’ sempre bello vedere la statua della libertà.»

«Quindi resterai qui a New York.» appurò felice il biondo.

Elena annuì, spostando il peso dei libri sull’altra mano:«Si, i miei vengono a trovarmi perché non sono mai stati nella grande mela. Per cui rimarrò qui.»

«Che bello!» si entusiasmò sincero con il sorriso sulle labbra.

«E tu cosa farai?»

L’espressione serena di Stefan si mutò in un battito di ciglia:«Sto facendo tirocinio nello studio di mio padre. Dedico tutti i miei momenti liberi al lavoro.»

Anche il sorriso di Elena sparì ma tentò di mantenere un tono spensierato:«Sei proprio uno stacanovista. Ora capisco perché ti mancano così pochi esami, rispetto a me e Caroline.»

«Beh si, diciamo che non vedo l’ora di entrare nel mondo del lavoro.» E le regalò un sorriso di circostanza.

«Bene.» concluse Elena, torturando con il pollice la copertina di un libro.

«Senti, ti va se una di queste sere, usciamo a bere qualcosa? – e si affrettò ad aggiungere – o a cena. Non necessariamente a bere per ubriacarsi. Cioè, magari preferisci vedere un film.» Si corresse aggiustandosi nervosamente il colletto della polo.

«Va bene qualsiasi cosa deciderai di fare ma sappi che sono una finta salutista, quindi va bene anche un hamburger con doppi cetrioli.» Lo salutò correndo verso il suo tram.

 
 

***
 

 «Sono un completo idiota!» si guardò allo specchio, osservandosi meticolosamente il sedere evidenziato dai jeans grigi.

«Che succede Stefan?» Chiese il padre affacciandosi alla porta della camera.

Li sudavano continuamente le mani e le sfregò, per l’ennesima volta, sulle gambe.

«Stasera esco con una ragazza.»

Giuseppe lo guardò stupito:«Non metterla incinta.» Riuscì a dire prima di tornare nel suo studio.

“Fantastico. Tutto quello che riesce a dire è quello. Mi manca Damon. Mi manca mamma.” Pensò triste. Non era stato vicino al fratello e non l’aveva più visto da quando si era trasferito. Il Damon che conosceva li avrebbe lasciato un recapito o un biglietto per come ritracciarlo; ed invece non era più fatto trovare. Era sparito dalla sua vita e l’aveva abbandonato con il padre. Non vedeva l’ora di laurearsi ed iniziare a lavorare per avviare legalmente le indagini. Era certo che Damon non avesse responsabilità, perché se fosse stato così, Giuseppe l’avrebbe fatto marcire in galera. Non capiva per quale motivo voleva allontanarli. Stefan era stato al gioco del padre ma aveva perso il fratello. Aveva perso tragicamente la madre e il legame saldo che aveva con Damon si era sgretolato. L’avrebbe rintracciato e li avrebbe spiegato ogni cosa. Sperava nel perdono. Sperava in quel dono completo, divino, quella piccola linea sottile che non si dà né si riceve ma che salda i rapporti come per magia. Come per magia per far sparire e bandire i sentimenti maligni e far crescere quelli buoni e sinceri.

 

***
 

«Allora Rose, quanto sei felice di conoscere il cugino meraviglioso di Damon?» domandò strafottente Enzo.

Erano al loro pub preferito e stavano aspettando Alaric e Klaus.

«Damon mi ha detto che ne avete combinate di tutti i colori quando vi trovavate assieme.» cambiò discorso la ragazza.

«Oh si. Quando venivano in Canada a trovarci, io e Damon ci divertivamo un mondo. Una volta abbiamo anche provato a scappare di casa.»

«Ci siamo accampati sul retro, vicino al piccolo bosco. I grandi fingevano di non sapere dove fossimo e noi ci sentivamo dei ribelli. Peccato che all’ora di cena avessimo fame, altrimenti avremo dormito nella nostra tenda improvvisata.» ricordò il moro con occhi dolci.

«Ehi Rick! -salutò Enzo balzando in piedi ed abbracciandolo.- chi è questa bella ragazza?» ammiccò fissando la giovane al fianco del biondo.

«Lei è la mia ragazza –disse afferrandole la mano.- Jenna lui è quel cretino del cugino francese di Damon.»

«Ehi, sono canadese a tutti gli effetti ormai!» protestò Enzo.

Si misero tutti seduti al tavolo, pronti ad una cena a base di hamburger.

 

***
 

«Stai benissimo così!» Si complimentò Caroline al riflesso di Elena. Le aveva fatto indossare un abito fucsia monospalla, talmente aderente da farle perdere il respiro, un coprispalle panna e un paio di sandali bianchi con un tacco vertiginoso.

«Ma è un appuntamento o una cerimonia di nozze?» postulò Bonnie osservando i capelli raccolti di un chignon, il trucco un po’ troppo pesante e la micro pochette che non poteva contenere neanche il cellulare.

«Elena deve far colpo su Stefan.» chiarì la bionda, spruzzando una generosa dose di profumo sul polso dell’amica.

«Ma non sa neanche dove la porterà.» affermò la ragazza dalla pelle ambrata.

«Ok, allora tu cosa le faresti indossare?»

Dopo più di mezz’ora Elena e Bonnie riemersero dalla camera da letto. Il vestito era stato sostituito da un paio di pantaloni azzurro pastello, a vita bassa con tasche laterali, una t-shirt in stile marinaio con scollo a barca dai colori tenui e un paio di sandali in tessuto marrone con zeppa abbinati alla borsa.

«Ma ti sembra una mise adatta ad un primo appuntamento?» criticò Caroline con disappunto.

«Ok, sentite: siete state gentilissime ma credo che farò da me. Grazie.» Elena rientrò in camera e si chiuse la porta alle spalle.

«Che le è preso?» domandò Bonnie alzando gli occhi al soffitto.

«Non lo so ma non appena varcherà quella porta le faremo uno scherzo epico. Riempi una pentola di acqua gelata, al resto ci penso io.»

 

Purtroppo lo scherzo del secolo non fu realizzato perché quando Elena uscì dalla camera, il campanello suonò e Caroline si precipitò ad aprire la porta d’ingresso. Stefan reggeva un bouquet di orchidee blu e di anthurium bianchi.

«La fiorista mi ha detto che le rose sono troppo scontate.» si giustificò il ragazzo.

 

***
 

«Dove pensi che l’abbia portata?» domandò Bonnie a Caroline.

Erano entrate in un Irish pub per trascorrere la loro serata da single.

«Spero che non la porti davvero a mangiare un hamburger o una pizza, altrimenti ce li ritroveremo qui.» stabilì la bionda sbuffando.

«Questo è il miglior posto per mangiare un panino.» affermò entusiasta Bonnie.

«Con gli amici non per un’uscita romantica.» borbottò Caroline.

«Buonasera bellezze.- si presentò un ragazzo dai capelli rossicci e la barba incolta – posso offrirvi da bere?» continuò sorridendo malizioso.

«No, grazie.» lo liquidò Caroline mentre Bonnie rispondeva affermativamente.

«Beh, se cambiate idea, io sono a quel tavolo con i miei amici.» indicò una compagnia di persone sedute vicino alla grossa vetrata che dava sulla strada e si allontanò.

 

«E’ andata male anche stasera eh, Klaus?» lo rimbeccò Damon strafottente.

«Sono solo due ragazzine.» si difese il rosso, andandosi a sedere vicino a Rose.

 

***
 

«Spero che tu ti sia divertita in mia compagnia, anche se forse avresti voluto vedere la statua della libertà con i tuoi.»

«No, no. E’ stato molto bello solo che, devi scusarmi. Io soffro le vertigini. Non volevo svenire e farti preoccupare. E neanche farti aspettare tutte quelle ore al pronto soccorso.» chiarì Elena una volta arrivati al pianerottolo del suo appartamento.

«La prossima volta me ne ricorderò.» disse dolcemente sorridendole.

«La prossima volta? – si stupì lei – Tu vuoi comunque uscire con me, dopo questo disastroso primo appuntamento?» Caroline sosteneva che la prima uscita fosse la base fondamentale per gli incontri successivi. Diceva che se il fato si fosse messo contro, bisognava allontanarsi immediatamente dal ragazzo di turno e dedicarsi ad altro.

«Tu mi piaci. – si confessò, asciugandosi la mano nei pantaloni, senza farsi notare – e vorrei portare la nostra relazione ad un gradino superiore.» farneticò agitato.

Elena si avvicinò e gli regalò un timido bacio sulla guancia prima di rincasare,

«Che razza di cretino dice:”Vorrei portare la nostra relazione ad un gradino superiore”?» pensò Stefan e disse Caroline una volta che Elena entrò in casa.
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Mi sono divertita molto a scrivere questo capitolo, un po' più leggero, con pochi problemi.
Se siete delusi per la mancata descrizione dell'"Appuntamento dell'anno", mi dispiace ma è il massimo Stelena che posso darvi. 
Un augurio di una buona mangiata di angelli o serpenti domenica. XD
alla prossima, 
un bacio
e grazie a tutti, ma proprio tutti!!!



 

  
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