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Autore: BornOfVengeance    16/04/2014    1 recensioni
Un James Hetfield un po' speciale, all'età di 31 anni, decide di trascrivere alcuni passaggi della sua vita per ripercorrere tutto quel che gli è accaduto e riconnettersi al suo passato, per lui ancora doloroso, con la speranza di far vivere ai lettori tutto quello che ha provato in prima persona.
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I'm pain, I'm hope, I'm suffer

Mi sveglio di soprassalto, inizialmente senza capire il motivo, poi vedo che Kirk non è più accanto a me, guardo a destra e a sinistra e provo a chiamarlo un paio di volte, ma ne lo vedo, né ricevo risposta. Osservo impensierito la parte dove la notte prima aveva dormito, poi sposto un po’ il lenzuolo e vedo un bigliettino, lo prendo in fretta , lo apro e lo leggo.

“Mi dispiace, non posso”

Quelle sono le uniche parole scritte sul foglietto, chiare e concise. Faccio il punto della situazione cercando di rimanere calmo e all’improvviso ripercorro gli ultimi due giorni, vedo di nuovo la scena in cui noto la sua presenza, in cui vado da lui per consigliargli le corde, rivedo il modo in cui mi aveva abbracciato, in cui c’eravamo salutati e dati appuntamento al giorno seguente, il saluto del giorno dopo, le prove andate magnificamente, sento il calore delle sue labbra sulle mie, l’incredibile sensazione che ho provato mentre lo baciavo e mentre facevamo l’amore. Rivedo tutte quelle scene come se fossi uno spettatore che guarda un film al cinema, come se fossi esterno a tutto quello che ho rivisto in un lampo, sentendo che quei pochi ma intensi momenti di felicità passati insieme a lui erano già parte integrante del mio passato e che non l’avrei rivisto, se non mai più, per moltissimo tempo. Per la prima volta nella mia sento dentro la rabbia pura, l’ira che non può essere fermata nemmeno da un sorriso di Lars o da un abbraccio di Cliff, sento anche per la prima volta la gelida fitta della delusione, per aver confidato così tanto e così presto sulla persona sbagliata, della vergogna, per essermi concesso così facilmente e anche per il solo fatto di essermi innamorato. La voglia di spaccare tutto si impossessa di me, quell’unico evento mi fa tornare in mente tutti i dolori che ho dovuto subire, a partire dai litigi dei miei genitori, poi la morte di Lisa, il divorzio, l’improvvisa e non ancora assimilata morte di mia madre...e ora questo. Sento che in questo momento potrei morire, tutto questo dolore mi spacca in due, non ho forza, mi sento annientato da tutto, ogni cosa mi sembra impossibile, anche il semplice tenere gli occhi aperti è diventata un’impresa e per la prima volta lo dico a voce alta.

<< Voglio morire >>

Le lacrime, che ormai da anni non bagnavano le mie guance, tonano a farsi vive, a bruciare dentro i miei occhi e a raddoppiare la vergogna che provo verso me stesso. Do un pugno al letto, ripenso all’ultima immagine che ho del volto di Kirk e il pavimento comincia a tremare, ma non impercettibilmente come è successo altre volte e non solo in casa, dove mi trovo io, questa volta sembra un vero e violento terremoto, che si estende anche al di fuori della casa di Cliff, guardo fuori della finestra e vedo i lampioni della luce tremare sempre più forte, i vetri della casa di fronte frantumarsi in mille pezzi.

<< TI ODIO! >>

Urlo, improvvisamente. Non l’avevo mai detto a nessuno, nemmeno a mio padre, ma lui lo meritava, perché mi aveva ferito nel profondo, una ferita che sapevo non sarebbe stato facile far guarire, mi aveva umiliato, straziato, preso per il culo proprio per la prima, e da oggi ultima, volta che mi sono esposto ad una persona esterna al mio campo di fiducia, che si estende soltanto su Cliff e Lars. La terra continua a tremare e, proprio quando sto per dire qualcos’altro di confuso, vedo Cliff entrare frettolosamente nella stanza, non l’ho sentito entrare in casa. Lui inizia a scuotermi dalle spalle, poi mi prende il viso fra le mani, costringendomi a guardarlo.

<< James, ti prego, basta! Ucciderai qualcuno se continui! >>

La terra non smette di tremare.

<< James, fallo per me! >>

Nel momento in cui Cliff pronuncia la frase, sento un colpo al cuore, tutto cessa.

<< Grazie! >>

Dice lui fra il sollevato e lo scocciato, ma poi mi guarda con tenerezza e si inginocchia accanto a me, che sono ancora seduto sul letto con il bigliettino spiegazzato dentro un pugno.

<< Potresti spiegarmi il motivo così serio per cui hai fatto tremare tutta Los Angeles? >>

Non dico nulla, mi limito ad aprire il pugno e a passargli il biglietto. Ovviamente non ci vuole molto a leggere quelle poche parole, il suo viso si fa tirato e dispiaciuto.

<< Oh, James...>>
<< Non dire niente >>

Sibilo, cercando di reprimere le lacrime che cercano un’altra volta di uscire dai miei occhi.

<< Non voglio parlarle, basta. Sono stanco di tutto questo, di questa città, dove ho ricevuto solo dolore. Domani lascio la scuola e il lavoro e vado via, i soldi ce li ho...vuol dire che ritarderò ancora l’acquisto della mia chitarra...sono certo che anche a San Francisco ci sono negozi che vendono strumenti musicali. >>

Mi guarda, e dopo millenni che non succedeva, anche i suoi occhi si inumidiscono. Distoglie lo sguardo, anche se sa che ho già notato i suoi occhi lucidi, poi, come se qualcuno l’ avesse incoraggiato, mi guarda di nuovo con decisione e pronuncia le tre parole che mi commuovono.

<< Vengo con te! >>

Per i primi secondi lo guardo incredulo, poi mi lancio addosso a lui, abbracciandolo forte, come se fosse la mia unica speranza di vita, cosa che in effetti lui è. Poi penso ad un piccolo particolare a cui non avevo pensato.

<< E Lars?! >>
<< Lo portiamo via con noi >>
<< I suoi genitori non accetteranno mai >>
<< Ma lui si, li odia e anche lui progettava di andare via, adesso non ci fermerà più nessuno...e poi ho sempre voluto vedere San Francisco!>>

Gli sorrido e continuo ad abbracciarlo. A volte sono convinto che senza di lui io sarei già morto e sepolto.

<< E poi non hai ancora capito che io non vivo senza di te?! Tu sei mio fratello e non ti permetterò di mollarmi in questo paese di impostori e figli di papà!
Ti prego James, non rovinarti la vita per lui, che evidentemente non merita nemmeno di bere dal tuo water, vivi e, anche se non sarà facile, dimenticalo. >>

Annuisco senza troppa convinzione. Qualche minuto dopo chiamiamo Lars, che si precipita da noi per farsi spiegare meglio come siano andate le cose e qual è il nostro piano. Alla notizia di quello che mi ha fatto Kirk lui scuote la testa disgustato, perché sa che dire qualcosa contro di lui in questo momento mi farebbe soffrire. Decidiamo di andarcene domani, quel giorno io, Lars e Cliff sbrigheremo le ultime cose. Io e Lars lasceremo la scuola e tutti e tre faremo le valigie e lasceremo il lavoro. Penso che il mio amato lavoro mi mancherà. Mi mancherà sentire l’odore della merce nuova che riempie il magazzino, lo sconto del 20% su tutti i dischi, sistemare i vari articoli e sognare di comprare lì la mia nuova chitarra, già adesso tutte queste cose mi sembrano lontane, impossibili. Non mi mancherà invece il dolore che mi perseguita qui da sempre, non mi mancherà casa mia, così piena di ricordi malinconici, smetterò di guardare il letto vuoto che apparteneva a mia sorella e quello matrimoniale altrettanto vuoto e impolverato, appartenuto ai mie genitori. Non mi mancheranno i dolorosi ricordi che affiorano nella mia mante ad ogni angolo, perché tutto qui mi ricorda qualcosa. Lascerò con un po’ di malinconia solo la scuola, grazie a quel grigio edificio non avrei mai conosciuto la mia vera famiglia, Lars e Cliff, perciò sento almeno un minimo di gratitudine per quei muri dalla vernice scrostata, per i banchi malandati, ma soprattutto, per l’armadietto, che ha dato inizio alla mia vera vita.
Dopo essermi ritirato da scuola sento una stretta allo stomaco, i mancherà, lo sento. È spiacevole anche licenziarsi al cospetto dell’espressione stupita e dispiaciuta del proprietario, che non si aspettava un simile gesto. Mi dispiace deludere quell’uomo, che è una bravissima persona, mi mancherà, ma proprio non posso restare qui. Prima di andarcene ci da un pezzo di carta con un numero di telefono e ci raccomanda di chiamarlo non appena saremo arrivati a San Francisco. Io e Lars sappiamo che tutto questo è doloroso anche per Cliff, che non aveva in mente di andare via, ma so anche non mi lascerebbe mai andare da solo.
Arrivata la sera faccio di fretta la valigia, infilo dentro solo lo stretto indispensabile, vestiti, spazzolino da denti, scarpe e ovviamente i miei amati vinili, infilo la chitarra nella custodia. All’ultimo minuto aggiungo anche il fermaglio di mia sorella e la fede di mia madre. Mio fratello è già sbronzo e non lo sveglierebbe nemmeno uno dei miei terremoti, quindi non è difficile uscire di casa. Io e i ragazzi ci incontriamo davanti alla scuola, Cliff è tranquillo, anche se un po’ malinconico, Lars è terrorizzato che i suoi si siano accorti di tutto. Ci dirigiamo correndo verso la stazione, acquistiamo velocemente un biglietto e saltiamo sul nostro treno. Mentre salgo sul treno, ho il tempo di guardarmi indietro con una stretta allo stomaco e lo sguardo malinconico, rivolgo un ultimo e silenzioso saluto alla mia città e salgo sul treno, pensando che avrei avuto meno rimpianti.
La notte passa lentamente, non riesco a chiudere occhio, guardo Cliff e Lars che invece dormo abbracciati, loro sono fortunati. Chiedo ad un uomo una sigaretta e la accendo nervosamente. Se prima di incontrare Kirk avevo il presentimento che non avrei amato mai nessuno, adesso ne ho la certezza, non amerò mai più nessuno perché, a che se mi ha ucciso, io amo Kirk, e questo non posso cambiarlo. Il sole inizia a sorgere, sono le cinque del mattino e non ho chiuso occhio, mi sento sporco, malandato e i rimpianti mi fanno male come se qualcuno mi stesse tirando pugni sullo stomaco, in un sussurro chiamo mia madre e mia sorelle, chiedo ai miei angeli personali di proteggermi nella mia nuova vita. Mezz’ora dopo il sole è decisamente sorto e io posso guardare il paesaggio fuori dal finestrino, mi sento un po’ più vicino alla nuova vita come se mi stesse davanti agli occhi.
Eccomi.


Ed eccovi un altro dei miei capitoli, forse una di quelli che a me piace di più, ad essere sincera, quindi spero che anche voi lo apprezzerete!!
Ringrazio tutti quelli che hanno seguito la storia fino ad ora e che pensano di continuare a seguirla!!
  
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