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Autore: Mischa_Lecter    16/04/2014    2 recensioni
Nella speranza che nessuno di voi lettori reputi la mia idea una bestemmia, ho deciso di trascrive la storia di Final Fantasy X in un romanzo così da poter allietare anche chi non ha avuto il piacere di giocarci.
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tidus, Yuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kilika, o quello che ne restata, era un piccolo villaggio eretto su alte palizzate che sprofondavano nelle acque salate del mare.
Le abitazioni e i negozi non erano altro che semplici capanne ricavate con legna e foglie degli alberi dell'isola e ognuna era collegata all'altra tramite piattaforme di tronchi massicci.
Normalmente allegra e familiare come Besaid, quel giorno era una sinfonia di pianti e lamenti.
Al nostro arrivo trovammo la banchina distrutta, le canoe ormeggiate al molo giacevano ribaltate e con le vele squarciate mentre i locali erano stati chiusi per allagamento.
Yuna si precipitò in mezzo alla gente disperata presentandosi come Invocatrice. A quelle parole, gli animi si ravvivarono leggermente e così, senza perder tempo, i pochi superstiti scortarono lei, Kimahri e Lulu verso l'interno del villaggio.
Non capendo il motivo di tanta agitazione e non sapendo che altro fare, mi incamminai per raggiungerli quando Wakka, con appresso la sua squadra di Blitzball, mi annunciò che sarebbero andati ad aiutare i cittadini bisognosi. Rimasi da solo.
Iniziai a vagare sui pontili che serpeggiavano fra le capanne distrutte alla ricerca di Yuna incontrando sul mio cammino gente che si rimboccava le maniche per aiutare a risanare i danni provocati da Sin, finchè non vidi un gruppo di persone ammucchiate sulla riva del mare guardare verso un'unica direzione. Mi avvicinai incuriosito e, poco più in la, scorsi Lulu leggermente in disparte.
“Che succede? Cos'è tutta questa confusione?” Chiesi alla maga mentre cercavo di allungare il collo per vedere meglio la figura dell'Invocatrice e di Kimahri attorniati dalla folla.
Lulu si girò verso di me esasperata.
“Non è possibile che tu sia ignaro di tutto fino a questo punto, sarà davvero una semplice amnesia la tua?” Il suo tono traboccava sospetto ad ogni sillaba mentre studiava l'effetto delle sue parole su di me.
Poi, dopo una manciata di secondi e come momentaneamente convinta della mia inoffensività, decise di rispondere alla mia domanda.
“E' chiamato rito del Trapasso...” Mi girai di scatto verso la mia interlocutrice. “...i defunti necessitano di una guida, essi sono frustrati per la loro morte e non riescono ad accettare il loro fato. Sono ancora attaccati al mondo terreno bramando la vita e invidiando chi è rimasto, ma così facendo col tempo questo loro sentimento muta in rabbia e in odio condannandoli a trasformarsi in mostri. Trapassarli significa spedire queste anime nell'Oltremondo dove riposeranno in pace per l'eternità. Triste, non è vero?”
La vidi con la coda dell'occhio rigirarsi nuovamente verso di me ma non ebbi la forza di aprir bocca, mi limitai invece ad osservare Yuna incamminarsi a piedi nudi verso le onde tranquille.
La scena a cui assistetti subito dopo fu un evento magnifico ed inquietante al tempo stesso; la giovane si poggiò delicatamente sul pelo dell'acqua proseguendo alla volta del tramonto rosso senza venir mai inghiottita dalle profondità, come se sotto i suoi piedi giacesse una lastra di vetro. Pareva leggera e fatta d'aria mentre si allontanava sempre più dalla costa in equilibrio sulla superficie limpida e mentre piccoli fuochi si accendevano al suo passaggio a vegliare i feretri sul fondale. Si fermò.
Per qualche attimo tutti trattenemmo il respiro mentre l'oggetto del nostro interesse osservava l'orizzonte abbandonata a se stessa, e poi cominciò a danzare.
Quel suo movimento fluido e aggraziato mi penetrò fin dentro le vene trasmettendomi un misto di angoscia e liberazione, Yuna danzava per tutti loro. Danzava per chi era rimasto a piangere i propri cari intonando un canto rivolto a Yevon, e danzava per chi non c'era più, perchè trovasse la pace in un nuovo mondo.
Sotto il margine dell'acqua, i feretri iniziarono a galleggiare spettralmente sciogliendo dal legame di prigionia del corpo terreno scie luminose che si librarono nel cielo attorniando l'Invocatrice.
In un baleno le fiamme delle torce si tinsero di blu, spruzzi d'acqua salata iniziarono a sollevarsi sorreggendo la ragazza come su un piedistallo e infine, indirizzate dall'inno, le anime si dispersero in cielo accompagnate dall'ultimo pianto dei loro parenti.
Rimasi colpito e senza parole, e così essere Invocatore comprendeva anche vivere queste toccanti esperienze.
“Yuna scelse la sua via consapevole di quel che l'aspettava fin dal principio e noi la proteggeremo per tutto il suo suo cammino. Fino alla fine...”
Quando Lulu pronunciò quelle parole sussultai come riscosso da uno strano sogno ed ebbi per un attimo la sensazione che, quell'ultima frase, celasse qualcosa di più, ma poi la donna richiuse la bocca.
“Fine? E quale sarebbe?” Chiesi allora ansioso mentre lei si lasciava cadere le braccia, esasperata, lungo i fianchi. “Quando sconfiggerà Sin, è chiaro!” E dicendo questo raggiunse la sua protetta, che nel frattempo era tornata a riva, lasciandomi li da solo come uno stupido.
“Sono andata bene?” Sentii la voce della più piccola parlare alla propria Guardiana.
Quest'ultima, che normalmente possedeva un'espressione rigida, a quella frase si addolcì cingendola in un abbraccio fraterno.
“Sei andata benissimo! Finalmente hanno raggiunto l'Oltremondo dove potranno vivere tranquillamente la loro eternità, ma la prossima volta cerca di non piangere, ok?” Le diede un buffetto sulla testa.
Sperai non ci sarebbe stata una "prossima volta". Non volevo più vedere vittime di Sin e riti di Trapasso, non volevo più vedere niente di tutto quello.
Il mattino seguente mi risvegliai da solo nella stanza della locanda che la sera prima avevamo affittato per riposarci e curare le nostre ferite. Uscii all'aperto stiracchiandomi ancora mezzo addormentato e ritrovandomi davanti il rilassante villaggio marittimo punteggiato dagli abitanti già indaffarati. Inspirai profondamente l'odore salmastro e mi lasciai stuzzicare dalla piacevole brezza mattutina quando Wakka apparve come piovuto dal cielo.
“Ah eccoti, sei qui!” Mi salutò allegramente facendomi saltare all'indietro per lo spavento. Il ragazzo mi tirò gioviale una pacca sulla spalla, poi richiamò il resto della sua squadra a se ed impartì un ordine. “Coraggio, tutti al Tempio a pregare per la vittoria dei Besaid Aurochs!” I ragazzi esultarono deliziati alle parole del capitano e, senza farselo ripetere ulteriormente, con grinta si dispersero correndo lungo il sentiero che conduceva alla prossima meta. “Ci aspetta una bella scampagnata nel bosco ora, preparati!” Mi disse prendendomi sotto braccio per fare la strada assieme. “Sai, l'Invocatore Ohalland viveva nel Tempio di Kilika. Anche lui era un grande Blitzer!” Sprizzava energia da tutti i pori.
“Wakka mi sta bene pregare per la vittoria ma...ti pare davvero questo il momento?!” Mi sembrava un comportamento un po' irrispettoso, il suo, dati gli ultimi avvenimenti e detto da me...
Il ragazzo dai rossi capelli s'incupì alla mia considerazione e mi precedette di qualche passo. “E' proprio questo il momento, invece!" Si fermò dandomi la schiena. "I giocatori danno l'anima e i tifosi li acclamano, tutti dimenticano i propri dolori quando si gioca! E' questo il vero motivo per cui il Blitzball resiste, o almeno io la penso così!” Disse infine girandosi a guardarmi con espressione determinata. Io ero ancora dubbioso ma lui si avvicinò con il pugno stretto deciso a segnare questa volta la vittoria, infondo quello era il suo modo per farsi coraggio in un mondo carico di disperazione.

  
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