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Autore: Katherine Buffy Pierce    17/04/2014    1 recensioni
Il titolo parla già da se perciò non anticiperò nulla, nella trama. Questa FF è collocata alla fine, CHE IO HO IMMAGINATO, della quinta stagione, ovvero quando Damon viene ucciso da un viaggiatore per uno scontro a causa di una questione di Doppelganger. Quando vede Bonnie, per poterla attraversare e andare nell’altro lato, non succede nulla. Damon viene catapultato nella stessa dimensione in cui si trova Katherine Pierce. La storia che racconterò, partirà circa 4 mesi dopo la morte di Damon. Elena, Stefan e gli altri, sono riusciti a portare indietro Damon da quella dimensione infernale anche se non si sono portati indietro solo Damon... Elena e gli altri, escono una sera per festeggiare il ritorno di Damon ma avranno una piccola sorpresa riguardo uno dei due fratelli Salvatore. Il narratore di questa FF è un nuovo personaggio chiamato Alex Fell.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Katherine Pierce, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La storia di Alex'
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Erano passati circa 3 mesi, da quando Katherine iniziò a frequentare la mia scuola. Era bello averla sempre con me. Ormai quello che provavo per lei, era più di una semplice cotta. Ero innamorato. Non le avevo ancora detto di amarla, perché non trovavo mai un momento giusto, ma quel giorno ci riuscii.
-Ehi, io devo andare a storia. Ci vediamo dopo?- mi chiese con un sorriso.
-Ma certo, a dopo!- le dissi. Appena si girò, e iniziò a camminare, urlai il suo nome.
-Katherine!- le dissi facendola girare. Era più avanti di me, si una decina di metri.
-Che c’è?- chiese stupita. Tutti ci guardavano, mentre correvano in classe.
Io mi avvicinai a lei e le confessai il mio amore.
-E’ da tanto che voglio dirtelo. Io... Io... Ti amo.- le dissi con difficoltà.
Katherine, all’inizio, spalancò gli occhi e poi mi sorrise.
-Oh, Alex.- mi disse prima di darmi un bacio lungo e appassionato.
-Ti amo anche io!- mi disse abbracciandomi e dandomi un altro bacio.
-Volevo dirtelo anche io, ma non sapevo se anche tu ricambiavi. Sai, sono stata rifiutata molte volte e... Questa volta volevo che fosse un sentimento reciproco. Scusa se non te l'ho detto prima...- disse abbassando gli occhi.
Le diedi un altro bacio e poi corsi a matematica. La giornata proseguì lentamente. Volevo vederla. Finalmente, finimmo scuola e tornammo a casa.
-Ehi, vi ricordate che oggi dobbiamo tornare a Lynchburg, vero?- disse Stefan appena ci vide in casa.
-Oh, si. Andiamo subito?- chiesi io a Stefan.
-Si. Vi aspetto in macchina.- disse avviandosi verso la porta.
Il giorno dopo iniziavano le vacanze natalizie e, perciò, non avevamo fretta di fare i compiti. Dopo un po’, raggiungemmo la mia vecchia casa a Lynchburg. Non era rimasta traccia del corpo di Jason... Stefan aveva pulito bene.
-Bene, io cerco in soffitta.- dissi io salendo le scale.
-Stefan, tu potresti guardare in camera sua?- chiesi a Stefan che si trovava ancora da basso.
-Ok.- disse iniziando a salire le scale.
Io e Katherine eravamo nella soffitta a rovistare tra vari scatoloni. Dopo un’ora circa, non trovammo nulla che non fossero delle foto, dei giocattoli o dei vecchi vestiti.
-E’ inutile, qui non c’è nulla.- dissi io avvicinandomi all’uscita.
-Aspetta! Guarda li!- disse Katherine indicando una fessura che si intravedeva dietro a uno scatolone. Spostai lo scatolone e trovai un baule incastrato dentro a un muro. Dopo averlo estratto con l’aiuto di Stefan, che ci aveva raggiunti, forzai la serratura, riuscendo ad aprirlo. Dentro c’erano dei barattoli con dentro strani oggetti e erbe, dei libri vecchissimi e un ciondolo.
-Ma che cosa sono?!- chiesi io confuso.
-Oh. Sono dei grimori... E ingredienti per degli incantesimi.- disse Katherine aprendo uno di quei libri.
-Tua madre era una strega.- disse Stefan guardandomi. Come? Una strega?! Una madre strega e un padre vampiro? Ma era uno scherzo?!
-Che cosa?! No no. E’ impossibile! Come avrei fatto a non accorgermene?- chiesi senza che nessuno mi rispondesse. Erano intenti a sfogliare quei vecchi libri.
-Io non ci capisco nulla... Potremmo portarli a Bonnie?- propose Katherine.
-Ok, andiamo!- disse Stefan uscendo dalla soffitta.
Stefan guidò come un pazzo per arrivare da Bonnie il più veloce possibile,
Appena Stefan bussò alla porta, Bonnie corse ad aprirci.
-Ehi, ragazzi! Che succede?- chiese Bonnie.
-Ehi Bon-Bon, abbiamo bisogno di te.- disse Katherine entrando in casa.
-Oh, accomodati pure Katherine.- disse Bonnie guardandola male.
Katherine le fece un sorrisetto malefico e si sedette sul divano.
-Sono dei grimori. Penso che appartenessero alla madre di Alex.- disse Stefan, mostrando i grimori a Bonnie.
-Sua madre era una strega? Wow.- disse Bonnie guardando Stefan e poi i grimori di mia madre. Mentre Bonnie analizzava i grimori, stavo seduto sul divano vicino a Katherine e Stefan. Stefan era piuttosto ansioso di conoscere la verità... Così come lo ero io. Katherine, invece, sembrava un po’ annoiata.
-Oh.- disse Bonnie interrompendo il silenzio che si era venuto a creare.
-Cosa c’è, Bonnie? Hai trovato qualcosa?- chiese Stefan alzandosi di scatto.
-Credo di si. Questo incantesimo si chiama “Il sigillo del soprannaturale”...- disse Bonnie mostrandoci la formula di un incantesimo su un grimorio.
-E guardate qui sotto! Ci sono appuntati i nomi Stefan e Alexander.- disse Bonnie indicando gli appunti fatti da mia madre.
-Oh. Pensi che abbia messo una specie di sigillo su Alex?- chiese Stefan.
-Si. Però non sappiamo cosa abbia sigillato. Può darsi che, forse, abbia sigillato solo i poteri soprannaturali... Può darsi, invece, che abbia sigillato un altro tipo di alimentazione...- disse guardandoci entrambi.
-Oh... Beh, si può togliere questo sigillo?- chiesi io curioso.
-Si. Da quando l’altro lato si è distrutto e io sono tornata in vita, sono di nuovo una strega e quindi potrei aiutarvi. Però...- disse Bonnie senza finire la frase.
-Però cosa?- chiesi io.
-Devi scegliere. Accetti il rischio di poter essere un essere umano con dei poteri sovrannaturali che, però, si nutre anche di sangue? Magari, invece, può darsi che con l’incantesimo, sbloccheremmo solo i poteri sovrannaturali. Io potrei togliere il sigillo, ma devi decidere tu, Alex.- disse Bonnie sorridendomi.
-Oh. Beh, io ora sto bene così. Non penso di volere dei poteri sovrannaturali, adesso. Forse, in futuro...- dissi io girandomi verso Katherine che mi fissava incuriosita.
-Beh, purtroppo c’è un altro appunto... Il sigillo può essere tolto solo prima del diciottesimo anno di età. Dopo, il sigillo sarà irremovibile.- disse Bonnie indicandomi l’altro appunto fatto da mia madre.
-Oh. Ma io compio gli anni tra un mese esatto! Come faccio a decidere una cosa del genere?- chiesi disperatamente.
-Non lo so. Sarà una scelta dura, ma la dovrai affrontare.- disse Bonnie chiudendo il grimorio.
-Ok. Togliamolo. Però... No. Non lo so... Non so che fare!- dissi io confuso.
-Ehi, ehi! Stai tranquillo, Alex. Ti aiuteremo noi a decidere. So che sarà difficile, ma ci saremo noi a sostenerti. Ora calmati, vedrai che farai la scelta giusta.- mi disse Stefan abbracciandomi.
-Grazie, papaà.- dissi con le lacrime agli occhi. Mi ero accorto solo dopo un attimo, di averlo chiamato papà per la prima volta.
-Oh.- disse Stefan, dopo aver sciolto l’abbraccio.
-Scusa. Se preferisci, ti chiamo Stefan.- gli proposi dopo aver visto la sua espressione scioccata.
-No, per favore! Io sono tuo padre ed è giusto che mi chiami così. Oh, Alex. Ti voglio tanto bene!- disse abbracciandomi di nuovo.
-Anche io ti voglio bene- gli dissi stringendolo forte. Da quando Stefan era piombato nella mia vita, tutto era migliorato. Avevo di nuovo una famiglia, una casa accogliente, un buon rendimento scolastico e un nuovo amore. Sciolto l’abbraccio, Katherine ci venne incontro e ci abbracciò.
-Oh, non credevo di poterlo dire ma... Mi state facendo commuovere.- disse Katherine ridendo con le lacrime agli occhi.
-Oh, Katherine Pierce si commuove? Wow!- disse Stefan scherzando.
Bonnie ci guardava sorridenti e ci invitò a stare ancora un altro po’ a casa sua. Quando arrivammo a casa, Stefan disse tutto a Elena e a Damon, che nel frattempo si erano lasciati. Elena mi disse che anche lei voleva aiutarmi, mentre Damon mi disse che secondo lui dovevo accettare il rischio e togliere il sigillo, senza nemmeno pensarci. Ovviamente la decisione spettava a me, ma non sapevo ancora cosa fare.
  
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