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Autore: yuzuki chan    17/04/2014    4 recensioni
"L'amore fugge come un'ombra l'amore reale che l'insegue, inseguendo chi lo fugge, fuggendo chi l'insegue." scriveva William Shakespeare. Questa frase riassume perfettamente ciò che accadrà, il cuore di Juvia ha subito troppe ferite, ha seguito il suo amore per Gray ma niente vi è stato. E Gray che fugge l'amore potrebbe esserne colpito... Nello stesso momento un bianco male sembra avvicinarsi e minacciare la persona a cui più tiene...
Coppia principale: Gruvia
Coppia secondaria: Jerza
Capitolo speciale: Elfever
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza/Gerard, Gray/Lluvia, Lyon Bastia, Ultear, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Tu chiamale se vuoi, emozioni [Gruvia]'
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“Dovrebbe trovarsi da queste parti… Eppure non riesco ancora a percepirlo…”
“Jellal, là nella radura!”
Il ragazzo portò lo sguardo verso il punto indicato da Ultear. Sullo sfondo verde smeraldo dell’erba veniva a trovarsi un’alta figura, con lunghi capelli bianchi. Il demone, senza ombra di dubbio.
“Non vedo segni di battaglia nei dintorni, i maghi di Fairy Tail non sono ancora arrivati.”
“Cosa facciamo?” Domandò la bruna portando lo sguardo verso l’altro.
“Erza ormai dovrebbe esser riuscita a trovare chi ha preso la missione, l’idea migliore è aspettarlo e attaccare tutti insieme.”
“Non è detto. E poi credo che le nostre magie possano bastare a sconfiggerlo”
“Ma non sappiamo neanche di quale magia disponga!”
“Jellal, ogni secondo che passa mettiamo sempre più a rischio una vita. È possibile che il mago non sappia della nostra presenza qui e attacchi senza esitazioni. Dobbiamo sconfiggerlo noi.”
Il ricercato sospirò, vinto dalle ragionevoli e veritiere argomentazioni presentate dalla compagna.
“Allora, come procediamo?”
“Credo che la cosa migliore sia un attacco in simultanea. In questo modo il demone non avrebbe tempo di difendersi e contrattaccare”
“Il tuo piano ha come finale la sua uccisione vero?”
“Si. Non posso permettere che altre persone perdano la vita a causa di Zeref.”
Proferì piano queste parole, ancora vinta dal dolore da poco scoperto per la perdita della madre, quella stessa che l’aveva avvolta in un caldo abbraccio quando aveva creduto di morire, sull’isola di Tenrou. Fu in quell’occasione che conobbe Gray, il ragazzo che aveva tanto odiato ma che ora vedeva sotto una luce diversa, molto diversa.
“Spero che tu non sia guidata dal desiderio di vendetta…” La calda voce di Jellal la riportò alla realtà.
“No, assolutamente. Non posso dirti che sia il desiderio di aiutare altre persone a spingermi a farlo, ma nel mio cuore non c’è più spazio per un sentimento del genere… Ha già rovinato gran parte della mia vita, non permetterò che la distrugga interamente.”
Il ragazzo la guardò, abbozzando un lieve sorriso.
“Allora procediamo”
Jellal si concentrò, unendo le mani come in preghiera. Poi improvvisamente aprì gli occhi e saltò su di un ramo. Grazie a Meteor compì il gesto in un lasso di tempo brevissimo. Alzò quindi le braccia portandole sopra di sé.
“Altairis!” Le ombre vicine si riunirono nel formare un’enorme sfera nera, diretta verso il nemico.
Nello stesso momento dal sotto bosco provenne l’acuta voce di Ultear gridare:
“Ice Make: Rosen Krone!”
“Esplosione Celeste!”
“Ice-make: Bloom!”
“Gran Carro!”
“Flash Forward!”
Un’immensa nuvola si era elevata nel luogo in cui il demone riposava tranquillo pochi minuti prima.
“Jellal! Ora!”
“Abyss Break!”
La sua magia più potente, quella che sarebbe stata in grado di distruggere l’intera Torre del Paradiso. Trattenne in parte la potenza distruttiva di quell’attacco, ma il demone non avrebbe avuto speranze. Jellal tornò a terra a fianco a Ultear, che lo dovette sostenere prima che cadesse a terra privo di forze.
“Sono sicuro di averlo colpito”
“Sei stato formidabile” gli disse sorridendogli e accarezzandogli dolcemente i capelli blu, fissando il centro della radura, ancora avvolta da una densa nuvola grigia.
Lentamente questa si dissolse, rivelando al centro della radura un buco enorme causato dall’ultimo attacco di Jellal. Ultear si sporse leggermente in avanti, fino a vedere il corpo inerme del demone sdraiato prono. Dal corpo iniziarono lentamente a staccarsi piccoli frammenti di pelle, che divenivano gradualmente neri, per poi dissolversi nell’aria. Lo spettacolo aveva in sé qualcosa di meraviglioso e raccapricciante allo stesso tempo. Nel giro di un minuto il corpo del mostro era del tutto scomparso.
“Ci siamo riusciti!” ululò la ragazza, scossa dalla felicità con gli occhi umidi.
Il ragazzo sorrise, felice di aver aiutato il suo grande amore nella riuscita della loro missione.
Ultear procedette alla ricostruzione della radura, grazie alla magia dell’Arco del Tempo. Poi si alzò, si mise in spalla Jellal e si avviò verso la grotta. Qui depose il mago e per poi dirigersi verso la Gilda. Dall’alto della collina in cui si trovava vide Gray correre a perdifiato fuori dall’edificio. In un primo momento ebbe l’impulso di seguirlo, ma poi decise che sarebbe stato più prudente non mostrarsi in città. Era pur sempre una ricercata, e l’enorme quantitativo di energia liberata per distruggere il demone non doveva esser passata inosservata agli abitanti del luogo. Sebbene avesse imposto alcuni sigilli la prudenza non era mai troppa. Entrò quindi nello stabile, dove trovò i vari maghi intenti a chiedere spiegazioni ad Erza riguardo l’attuale situazione.
Non appena Titania la vide si bloccò. Dov’era Jellal? Perché non era con lei? Perché…
“Jellal è al sicuro nel mio nascondiglio, è solo stanco non preoccuparti.” Le disse la bruna notando la sua espressione preoccupata “Abbiamo anticipato il vostro mago e sconfitto il demone, non dovete più preoccuparvi.”
Un mormorio di sollievo si sparse nella Gilda.
“Un brindisi alla Crime Sorcière!” strillò Cana, alzando il calice pieno di birra sopra la sua testa, contenta di aver un nuovo motivo per bere. Tutti gli altri la imitarono, ad eccezione di Erza. Notando che Ultear si era avviata verso l’uscita Titania l’aveva infatti seguita e non appena lontana dallo schiamazzo dei ragazzi vide la mora girarsi verso di lei.
“Vuoi venire a vederlo?” le chiese cordialmente
La rossa annuì, ed insieme intrapresero il cammino verso la famigerata caverna.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nota dell’autore: Eccomi!! :) Allora che ne dite, vi è piaciuto il capitolo? Bhe molti di voi penseranno che la vittoria sia stata fin troppo facile, ma avete presente gli attacchi di Jellal? C’è sono troppo seri ù.ù E nel prossimo capitolo vedremo cosa combinerà Lyon ù.ù Eh, già quel ragazzone farà qualcosa di particolare :3 E ricordatevi che Trollzuki tornerà a breve su questi schermi (?) *parte una risatina malefica* Comunque ci vediamo ;)
Alla prossima :3
~yuzuki

 
  
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