Salve
a tutte!
Scusate se sono molto
frettolosa nei ringraziamenti, ma è tutto oggi che giro come
una trottola … e
sono appena tornata. E devo anche uscire di nuovo tra poco! E pensare
che
questa mattina faceva freddo, mentre adesso si muore di caldo!!! Ma che
mondo
è?
Comunque, andando al capitolo
… finalmente la mocciosa avrà un nome! E vi dico
anche che qualcuna ci ha pure azzeccato!
Ma chi? Scoprirete leggendo! Spero che questo cap vi risulti dolce e
piacevole!!! C’è uno dei miei pezzi preferiti!
Vi
ringrazio per la costanza
con cui mi seguite! E grazie in particolare a:
lilly95lilly,
I
pompieri servono sì a domare gli
incendi, ma anche per le alluvioni ed inondazioni!!! Spero non ti siano
serviti!
BloodyKamelot
Recupereranno!
Te lo prometto!
Giulls
Va
bene, va bene! Non so come, ma te
la pagherò!
BellaSwan95 Se per fine di Bella, intendi che
ti metti con un
Edward, ti invidio!
HanairohNon preoccuparti per la bimba! E
per l’infarto doppio,
ti consiglio Carlisle, bravissimo (e bellissimo) dottore!!! Mhmm,
sì, credo sia
lunedì!!! Ed infatti ecco il cap!!! Certo che puoi chiamarmi
Cassy, anche se
ormai sono abituata a Kassy, che nella pronuncia non cambia, ma la K mi
piace!(presa
da Erika XD)
aLbICoCCaCiDa Poverina, a volte riesce a far
pena persino a me! Il che
è tutto dire!
PenPen
Ho
provato ad immedesimarmi in una
ragazza che ha subito un trauma del genere come reagirebbe in tale
situazione …
è un dolore pensare a tanta sofferenza.
Wind
Bella
è sempre lei, la nostra
imbranatissima Bella!!! Non oso immaginare la sua angoscia e il suo
dolore!
Krisma
E
che traumi psicologici. Deve essere
terribile, fortuna che lei ha Edward! È vero, Esme
è sempre materna! E non
preoccuparti, tra poco, rimpatriata!
momob
Grazie
per i complimenti! Ed Edward a
volte è troppo impulsivo! Povera Bella!
Raki
Carina
l’idea della foto! E anche
quella del demonietto stile AliceXD (grazie grazie!) e mi spiace per il
triplo
infarto! Non preoccuparti! Per il parto, effettivamente il suocero come
ginecologo non deve essere il massimo, ma meglio che stare dai Volturi,
e in
ospedale l’avrebbero identificata … e grazie per
un commento così lungo!!!
Lilian
Potter La solita, piccola
sadica!!! Grazie! E sì, fino a Lunedì!!! Buon
gelato!!!
Fin
Fish
Sono
contenta che tu abbia trovato la
mia fanfic! Per occhi verdi dal pov di Edward, forse!!! Per il finale
del cap
15, procede nel 16! Spero non ne resterai delusa! Un bacio e spero
continuerai
a seguirmi!
4everWITCH
Aggiornato
come preavviso! E grazie
per i complimenti e per avermi messo la storia tra i pref!!!
alice
brendon cullen Spero di
ritrovarti il 17! Un bacio e spero che trascorra delle buone vacanze!
3mo_is_love
No
dai, non sono cosi cattiva!
Carlisle cerca il battito per essere sicuro, don’t worry!!!
hachicat
Solo
una cosa: mezza telefonata
transoceanica!!!! Oggi compro il microfono!!!!
_Natsuki_
L’ho
detto io che questa ficcy fa male alla salute! (soprattutto
a quella di Bella XD) ed ecco a te il nome della bimba! E vedrai, ti
verrà pure
il diabete, per la dolcezza! Un bacio gigante!
AngelOfLove
Non
ti ho fatto aspettare! Visto? Per
il nome! I fuochi li farò a te!!! Però, quale
delle tue proposte? Ciao!
yuyutiamo No, non piangere!!!neanche io
concepisco la violenza. Trattare le persone (di solito donne, o
ADDIRITTURA
BAMBINE) in un modo simile è terribile e mi piange il cuore
per le vittime. E non
preoccuparti, più lunghe le rec, più felice la
Erika!
novilunio
Complimenti
per la Matura!!! Sono felicissima
per te!!! Chissà che affitti, laggiù al caldo! E
attenta a schivare bene la
lava! Spero che la tua sosta all’inferno sia vietata e che ti
rimandino qui!!!
Deimos
Grazie
per i complimenti!!!! Ed ecco
il cap 16!!! Povero Eddino!
elisaterra
Non
preoccuparti, i complimenti mi
fanno sempre piacere!!!! Grazie! Ed ecco il seguito!!!
yumisan
Niente
stupidate per Edward. Deve
stare con Bella, così io posso speculare sulle loro
seratine!!!
LittleBloodyMary
Anche
io mi sono affezionata alla
bimba! Non credo però che Bella avrà dei bambini
in BD (per lo meno non da
Edward!!!) Grazie per i tuoi splendidi complimenti che mi riempiono di
gioia!
francy94
Un bacio a tutte!!!
Cassandra
Quando sentii
Edward sospirare rasserenato, mi rilassai.
< Eccolo … il
battito. Va tutto bene, Bella, tutto bene. Ti sei solo agitata.
> mi disse
Carlisle, prendendo la mia mano sinistra con gentilezza e guidandola
nel punto
in cui prima premeva.
< Tu non puoi
sentirla, ma è proprio qui, la tua bambina. >
Piansi
di gioia mentre Esme mi massaggiava
lentamente il collo.
< Mi sono
spaventata tanto. > sospirai.
< Non solo tu.
> mi disse Edward
Spalancai le
palpebre e lo fissai infuriata.
< Tu! >
gli
dissi acida.
E lui, sorpreso,
si portò la mia mano al volto per baciarla.
< Tu non vai da
nessuna parte. Non provarci neanche! Non te lo permetteremo. Abbiamo
bisogno di
te, qui con noi. Con me e con la bambina. Se farai il cretino
… giurò che non
ti perdonerò mai! >
Mi guardava
confuso e io mi avvolsi nella coperta, girandomi verso Esme che mi
continuava a
massaggiare le spalle.
Carlisle
ridacchiò
e mi strizzò l’occhio:
< Brava, fagli
capire che non è sempre lui a poter decidere. >
sorrisi di rimando e poi
sentii le labbra gelide di Edward poggiarsi sul mio orecchio.
Si sdraiò
al mio
fianco e fece aderire il suo petto alla mia schiena.
< Mi dispiace
di averti fatto agitare. Scusami. > le sue mani erano scivolate
sulla mia
pancia.
Voltai il capo per
baciarlo e lui avvicinò il capo, venendomi incontro.
Notai Esme e
Carlisle lasciare la stanza in silenzio.
Mi girai e
appoggiai le mani sul suo petto.
Soffiò gentile tra
i miei capelli e poi scese a soffiare sulle palpebre, sulle ciglia,
sulle
guance e sulla bocca. Quando arrivò al collo, mi
raggomitolai ridendo e mi
lasciai avvolgere dalle sue braccia.
Sentivo che mi
sorrideva, mentre mi scoccava dei baci silenziosi sulla fronte.
Con tutta la forza
che avevo, lo feci sdraiare schiena a terra. Lui naturalmente
assecondò i miei
movimenti. Io non sarei stata in grado di smuoverlo di un centimetro.
Mi sedetti sopra
di lui e lo lasciai guidarmi contro la sua pancia. Mi fece stendere su
di lui e
poggiare la testa sulla sua spalla. Da quella posizione, potevo
fissarlo negli
occhi e vedere il suo sguardo adorante. Ridacchiando,
avvicinò le sue labbra ai
miei capelli e respirò a fondo il mio odore.
Quando mi
sussurrò:
< Va meglio?
> annuii. < È stata più la paura,
che il dolore. Ed il fatto che il male sia
arrivato all’improvviso … > e poi gli
domandai: < Lo sanno? Di quello che
è successo? >
< Sì … > fu
la sua risposta laconica. Cercò di nascondermi la sua ira.
Mi alzai a sedere
a gambe incrociate e mi passai le dita tra i capelli.
Scossi la testa e
poi sorrisi. Ora ero con lui. Ora ero felice e il passato non contava.
Non dovevo
lasciarmi condizionare. Non avrei permesso loro di rovinare la mia
relazione
con mio marito. Dovevo pensare al nostro futuro.
< Allora, che
nome le daremo? Alice lo ha già visto? > chiesi per
cambiare discorso.
Sempre stando
sdraiato, mi fece segno di no. Aveva capito che non avevo intenzione di
ritornare sull’argomento Volturi.
< Hai qualche
idea? > domandai.
< No. Ad essere
sincero, devo ancora elaborare la cosa. Ti rendi conto?
Diventerò padre. >
< E io
diventerò madre, se è per quello. Ma dovremo pur
darle un nome, povera la mia
bambina. >
< TUA? Nostra
bambina, vorrai dire. > Rise e baciò la punta delle
mie dita dopo essersele
portate alla bocca. < Nostra figlia … > a
quelle parole, venni scossa da
un tremito. Era la prima volta che si riferiva a lei in quel modo. Una
figlia …
Proseguì: < Tu
come la chiamavi, mentre eri lì? >
Arrossii e gli
chiesi, portandomi le mani alla pancia:
< Come fai a
sapere che le parlavo? >
< Ti conosco.
Meglio di chiunque altro. Allora, che nome usavi? Quel nome
sarà perfetto. >
< Edward … >
sussurrai accarezzando il profilo del suo naso < Non sapevo se
fosse maschio
o femmina. Le
parlavo, è vero. Cercavo
di rassicurarla. Non ho mai usato alcun nome. Pensavo a lei come al
frutto del
nostro amore. Tutto qui … >
Sorrise e
poggiò
la sua mano sulla mia pancia.
< E sentiamo,
che nomi c’erano, in lista? Se femmina …
Perché sicuramente avevi una lista.>
Sospirai e sconsolata gli risposi: < Sei petulante …
in realtà, pensavo a
dei nomi classici, tradizionali. Come piacciono a te …
>
Mi squadrò e poi
si portò a sedere. Fece scorrere una mano lungo il mio collo
mentre con l’altra
giocherellava con i miei capelli.
Ad occhi chiusi,
leccò il lobo del mio orecchio e poi scese lungo la mascella
fino ad arrivare
alle mie labbra. Ne disegnò i contorni con la punta della
lingua e poi soffiò
leggerò sul mio volto.
Sentivo il profumo
del suo respiro che mi dava alla testa. Sapevo di essere arrossita.
< Allora? Che
nome ti piacerebbe che avesse, il simbolo del nostro Amore? >
Mi appoggiai a lui
e scelsi il nome che, durante la prigionia, avevo pensato di dare alla
nostra
creatura, se fosse stata femmina.
< Che ne dici
di Elizabeth? >
Rimase immobile e
silenzioso per alcuni istanti.
Poi la sua mano
s’infilò sotto la mia maglietta e si
soffermò sul mio seno sinistro.
Il mio cuore
batteva forte, per lui.
< Elizabeth … è
perfetto. >
< Sono felice
che ti piaccia. >
< Perché lo hai
scelto? >
< Come perché?
> domandai fingendo ingenuità. <
Perché è un bel nome. Mi piace. >
Lo vidi osservarmi
sospettoso. Scosse la testa e disse: < E poi? >
Sbuffai e
continuai: < E sapevo che ti avrebbe fatto piacere. Che era il
nome che
avresti voluto darle tu, anche se non avresti mai osato dirmelo.
Perché volevi
che lo scegliessi io. Allora? Soddisfatto della mia scelta? >
Rise
fragorosamente, mentre mi scompigliava i capelli.
< Sicura di non
essere tu a leggere nella mia di mente? Il nome di mia madre
… Elizabeth … Senti
come suona bene: Elizabeth Cullen … >
In un attimo, mi
ritrovai sdraiata sui cuscini, senza neanche sapere come.
Edward abbasso i
miei pantaloni fino a che non si vide il fiocco delle mutande e mi
sollevò la
maglietta fino quasi al seno.
Con le labbra
leccò intorno all’ombelico e poi mi
baciò ogni centimetro della pelle del mio
ventre.
Tra un bacio e
l’altro, sussurrava:
< Elizabeth
…
Elizabeth … ti piace il tuo nome? Eh, Elizabeth? >
Parlava con la mia
pancia, di poco più gonfia del normale.
Sul momento, mi
sembrò una situazione assurda. Ma fu una sensazione di
appena un istante.
Appena la vidi per
quello che era, appena mi resi conto che stava parlando per la prima
volta con
la bambina, mi commossi e gli accarezzai i capelli. Quei cavolo di
ormoni! Non
c’era niente da piangere! Perché allora mi sentivo
le lacrime agli occhi?
< Riesco a
sentire il suo cuore … il tuo battito lo copre, in parte. A
Volterra, in questo
modo, l’hai protetta. >
E poi
riappoggiò
il suo orecchio in prossimità del mio ombelico.
< Edward … >
< Sì? >
< se continui
ad accarezzarmi in questo modo la pancia, me la consumerai! >
< correrò il
rischio. > mi rispose continuando a far scorrere le sue dita
avanti e
indietro, lungo il mio ventre. Decisi di lasciarlo fare … se
lo rendeva felice.
Mentre me ne stavo
lì a fissare il soffitto con la mia mano tra i suoi capelli,
mi disse:
< Se però
preferisci … > e sentii le sue dita arrampicarsi
lungo il mio fianco,
insinuarsi sotto la mia maglietta, raggiungere la mia schiena e poi
ridiscendere di nuovo lungo la mia coscia.
<
Sì,
preferisco! > rimasi a godermi le sue carezze per un
po’ finché non osai
chiedergli:
< Edward
… mi
baci? >
< Che
allettante proposta. > e mi ritrovai le sue labbra sulle mie.
Mi lasciai guidare
dai suoi movimenti e in poco tempo dimenticai persino il mio nome.
Il suo no, dato
che ogni volta che si allontanava lo ripetevo, sussurrandolo.
Cingendogli le
spalle e il collo con le braccia, lo obbligavo a starmi vicino.
Alla fine,
esausta, mi abbandonai alle lenzuola e sospirai.
< Soddisfatta
del bacio? > mi domandò lui con il suo adorabile
sorriso malizioso.
Adesso era in
piedi, a lato del letto.
< No! >
< Insaziabile …
> e scosse la testa.
Poi il suo
cellulare squillò.
Vidi l’espressione
sul suo volto farsi pensierosa all’improvviso, quando lesse
il numero sul
display.
Mi alzai a sedere
di scatto ma lui mi fece segno di stare in silenzio ed uscì.
Volevo seguirlo,
ma il suo sguardo mi aveva spaventata.
Stava parlando con
Alice. Lo sentii pronunciare il suo nome.
Quando riattaccò,
mi alzai dal letto ed andai nell’altra stanza.
Trovai mio marito
e Carlisle intenti a sostenere un’accesa e velocissima
conversazione.
Talmente veloce da
non permettermi di capirne le parole.
Quando si
accorsero che ero entrata, smisero immediatamente di discutere e
Carlisle mi
rivolse un sorriso splendente e rassicurante.
< Chi era?
>
domandai con voce flebile, sebbene lo sapessi.
< Alice. >
mi rispose Edward, osservando suo padre negli occhi.
Proprio per quello
che avevo paura. Aveva visto qualcosa? Che cosa.
Le mie gambe
tremavano.
Si accorsero della
mia tensione ed Edward mi venne vicino. Mi abbracciò stretta
cullandomi
dolcemente.
< Che c’è,
Edward? >
< Niente
tesoro, niente … > mi prese fra le braccia e si
accomodò sul divano, con me
sulle sue ginocchia.
< E allora
perché non mi dici che succede? >
< Perché non
succede niente. > mi rispose calmo, obbligando gentilmente la
mia testa a
poggiarsi sulla sua clavicola.
< Sì, come no.
>
< Alice è stata
a casa di Charlie … >
Voltai lo sguardo
verso di lui e lo fissai.
< I tuoi
genitori sono molto preoccupati … dopo la tua sparizione,
Charlie non si è dato
pace. Ha Aperto delle indagini … ti ha cercata ovunque. E
anche Reneè ha
sofferto molto. Noi naturalmente non abbiamo detto loro la
verità, come ben
sai. Era troppo rischioso. E poi, non avremmo potuto spiegare.
Però, quando ti
hanno portato dal medico, un poliziotto che passava per caso
è riuscito a
scattarti una foto. Si ricordava il tuo volto. Ha controllato
l’elenco delle
persone scomparse e si è messo in contatto con Charlie.
>
Così dicendo, Esme
estrasse una foto da una busta sul tavolo e me la porse.
< Questa è
stata mandata in centrale. Quando Charlie ci ha detto dove fosse stata
scattata, a Volterra, capii che avevo la scusa per venire in Italia
senza
insospettirlo.
Devi sapere che i
nostri telefoni, la posta, tutto, era sotto controllo. Charlie sperava
che i
rapitori ci contattassero. È convinto che sia un rapimento a
scopo
d’estorsione. >
Sentii un nodo
stringermi lo stomaco e le lacrime formarsi agli angoli dei miei occhi.
Nascosi
il volto nella camicia di Edward.
Quanta sofferenza
avevo inflitto loro? Ai miei genitori, ai miei amici. A Jacob
…
Edward mi
consolava come poteva, carezzandomi la schiena e sfiorando le mie
guance con le
dita.
< Alice è
andata da lui, per avvisarlo che siamo tornati dall’Italia.
Adesso, la versione
ufficiale è che, dopo il viaggio a vuoto a Volterra, la
nostra famiglia si è
trasferita, perché non sopportavamo il dolore della tua
sparizione. >
Vide il mio
sconforto dipinto sul volto e proseguì:
< Bella, sai
che non potrai mai tornare a casa … >
< Sì, lo so.
Sarebbe successo anche se non mi avessero rapita. Se tutto fosse
proseguito
secondo i nostri piani. Certo, sarebbe stato meno doloroso per la mia
famiglia
e per gli altri … ma ora non possiamo fare altrimenti.
>
Rimasi in silenzio
con una mano sul ventre, quella di Edward poggiata sulla mia, poi mi
venne spontaneo chiedergli:
< Edward … Ma
scusa ? >
< Sì? >
< Ma se i
vostri telefoni sono controllati … >
< Sei così
ingenua … >
Gli rivolsi
un’occhiata assassina e lui proseguì, avvicinando
il suo naso al mio:
< Abbiamo
acquistato dei telefoni e delle schede con i nostri nuovi nomi
… >
< Altri
documenti falsi? > Domandai scettica.
< Precisamente.
>
< Alice ha
trovato Charlie molto depresso. Naturalmente, le indagini in Italia non
stanno
portando a niente. Nessuno ti ha vista, sentita … sono
andati anche a parlare
con il medico, ma lui dice di non conoscerti. Che la ragazza della foto
non sei
tu. Tiene fede al segreto professionale in maniera ammirevole.
Nell’ospedale da
cui sei fuggita, hanno registrato il ricovero di un’altra
persona. Una piccola
clinica privata … Non sono neanche andati a cercarti
lì.
Insomma, pare
proprio che sia una pista sbagliata. Una segnalazione a vuoto. Charlie
era
convinto che fosse la volta buona. Era molto fiducioso. Ed adesso
è di nuovo al
punto di partenza.
È per questo che
Alice ci ha fatto una proposta. Ne stavamo discutendo proprio ora
… >
< Posso
conoscerla anche io? >
Mi baciò per un istante
e mi bisbigliò: < Ma certo. >
< Bella
… >
s’intromise Carlisle < Pensavamo di dirgli una mezza
verità. Che Edward,
dopo essere arrivato in Italia, è stato contattato dai
rapitori e che è
riuscito a portarti via. Che stiamo fuggendo e che la tua sicurezza
dipende dal
suo silenzio. Alice è convinta che non parlerà.
Che sarà talmente sollevato di
saperti salva che accetterà di far finta di niente.
Continuerà le indagini per
alcuni anni e alla fine archivierà il caso. Irrisolto. Se ce
lo promette, se ce
lo giura, gli daremo uno dei nostri cellulari, permettendogli di
entrare in
contatto con te. Sei d’accordo? >
Ci pensai per un
po’, nascondendomi nell’incavo del collo di Edward.
<
Correrà dei
rischi? >
< Ci
assicureremo che mantenga il segreto. Se farà come gli
diciamo, sarà al sicuro.
E ti posso assicurare, i Volturi non si azzarderanno ad entrare in
contatto con
lui. È troppo conosciuto. È l'ispettore capo.
Desterebbe sospetti se gli succedesse
qualcosa.
Il tuo rapimento è
stato un fatto del tutto eccezionale, dettato
dall’impazienza. E sono certo che
non si ripeteranno. >
< Posso
chiamarlo? >
< Vuoi
parlargli ora? >
< Sì … c’è
anche Reneè? >
< Sì. È andata
a Forks perché Charlie voleva mostrarle le foto …
la pista Italiana. >
< Posso parlare
anche con lei? >
< Dobbiamo
prima parlarne con Alice. Deve prima osservare con cura le conseguenze.
E deve
anche informarli con calma, senza mettere loro paura. >
< Mi sembra
molto ragionevole … >
< Sono lieto
che la pensi così. Ora, che ne dici di fare colazione?
>
Guardai fuori
dalla finestra e vidi che l’oscurità, dietro le
nubi, si stava diradando. <
Ma che ore sono? > domandai mentre Carlisle componeva un numero
sul suo
telefonino e cominciava a parlare con Alice.
< Ormai sono le
otto e mezza di mattina. Ma ieri non hai mangiato in modo appropriato.
Devi
assolutamente riprenderti. >
< Va bene …
> Sapevo che avrei perso in partenza, se avessi tentato di
oppormi. Tanto
valeva consegnarmi direttamente alle sue mani premurose.
Tenendomi per
mano, mi condusse in cucina dove mi accomodai su una sedia ed attesi,
osservandolo mentre metteva mano al frigorifero. Le frittelle di Esme
erano
svanite.
< Cosa ti
andrebbe? >
< Mhh … > ci
pensai un po’ su e poi dissi: < Un the con i biscotti.
>
< Solo? >
Non mi sembrava molto soddisfatto.
< Sì … > e
lo osservai prepararmi un profumatissimo the alle Erbe. Mi
riempì un’enorme
piatto di biscotti, ed ero sicura che fossero l’opposto di
quelli dietetici.
Con scaglie di cioccolato …
< Edward … sono
troppi. Non riesco a mangiarli tutti. >
Si sedette di
fronte a me ed appoggiò il capo sul palmo della sua mano
destra. Con la
sinistra, mi avvicinò il piatto e poi mi sussurrò
con la sua voce più sensuale:
< Io credo che
li finirai tutti. E poi, tutto il cibo che si trova in questa casa
è stato
comprato apposta per te da Carlisle. È particolarmente
indicato per le ragazze
nella tua condizione. E non cercare di fare la capricciosa. Dimentichi
forse
che sono un medico anche io? So ciò di cui avete bisogno, tu
ed Elizabeth … >
Infingardo. Era troppo
furbo. Sapeva che se avesse usato il plurale sarei crollata
immancabilmente.
Chiamando la bambina per nome poi … avrei fatto qualunque
cosa.
Ed infatti
afferrai un biscotto e me lo mangiai.
< Sei così
buffa, quando fai finta di essere adirata! > alzai gli occhi ed
incontrai i
suoi. Era a dir poco raggiante. Sorrisi anche io e lui mi
poggiò il palmo della
mano sulla guancia:
< Ti amo. >
Rimasi con il
biscotto a mezz’aria, sorpresa, e poi bofonchiai arrossendo:
< Anche io …
>
< Dai, finisci
di mangiare. Voglio farti vedere il resto della casa ed il giardino.
Sono certo
che ti piacerà. >
Non risposi,
limitandomi a pucciare il povero biscotto nel the. Il suo sguardo fisso
su di
me.
< Bella …
tesoro … Abbiamo appena sentito Alice. Carlisle è
al telefono con Charlie.
I tuoi genitori
vorrebbero tanto parlarti … >
Saltai in piedi e
trascinai Edward in sala, dove mio suocero stava rassicurando qualcuno
al
telefono.
< Certo
Charlie. Sta benissimo. L’ho visitata io stesso. È
solo un po’ stanca. È stata
dura, ma si rimetterà alla perfezione. Non devi preoccuparti
… >
Silenzio.
< Sì, sì …
anche lei è ansiosa di parlarvi … eccola,
è arrivata proprio in questo momento.
Ora ve la passo. Bella, vieni cara. C’è Charlie al
telefono. >
Improvvisamente mi
resi conto di essermi bloccata nel centro della stanza. Sentivo le
gambe molli
e l’emozione sopraffarmi.
< Bella … >
mi chiese Edward scuotendomi lentamente la spalla.
Mi accompagnò al
divano e Carlisle disse, prima di passarmi il cellulare:
< Ecco, ora te
la passo … >
Afferrai il
piccolo oggetto con dita tremanti e me lo portai all’orecchio.
Dall’altro capo,
nessun suono, se non un respiro accelerato.
Alla fine
bisbigliai: < Papà ... ? >