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Autore: CassandraLeben    14/07/2008    30 recensioni
Questa storia è ambientata dopo Eclipse ed è stata elaborata prima dell’uscita di BD.
HO AGGIORNATO!!!!!!!
In breve: un racconto alternativo, avventuroso e romantico, nonché triste, di ciò che avevo immaginato potesse accadere dopo il fatidico “Sì” tra Edward e Bella.
Il ritorno dei Volturi, di Jack, Alec e Jane sconvolgeranno la vita dei novelli sposi
ATTENZIONE, PUò CREARE ASSUEFAZIONE E PROBLEMI CARDIACI! XD
< Isabella. > Una voce familiare risuonò nella camera. Sobbalzai. Non mi ero accorta della presenza di qualcuno nella stanza.
< Bella! Quanto tempo, desideravo con ansia rivederti. > Aro mi si avvicinò e mi prese la mano. Con gentilezza, me la baciò. Notai i suoi occhi guizzare sulla mia fede e poi incontrare i miei. Mi sorrise tranquillo e mi fece accomodare sul divano.
< Prego cara, siediti. Non avere paura. Non devi preoccuparti. > Sapevo che non potevo rifiutare. Tanto valeva stare al gioco. Magari sarei riuscita a sopravvivere un po’ più a lungo.
Genere: Romantico, Dark, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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16.

Salve a tutte!
Scusate se sono molto frettolosa nei ringraziamenti, ma è tutto oggi che giro come una trottola … e sono appena tornata. E devo anche uscire di nuovo tra poco! E pensare che questa mattina faceva freddo, mentre adesso si muore di caldo!!! Ma che mondo è?
Comunque, andando al capitolo … finalmente la mocciosa avrà un nome! E vi dico anche che qualcuna ci ha pure azzeccato! Ma chi? Scoprirete leggendo! Spero che questo cap vi risulti dolce e piacevole!!! C’è uno dei miei pezzi preferiti!

Vi ringrazio per la costanza con cui mi seguite! E grazie in particolare a:
lilly95lilly, I pompieri servono sì a domare gli incendi, ma anche per le alluvioni ed inondazioni!!! Spero non ti siano serviti!
BloodyKamelot Recupereranno! Te lo prometto!
Giulls Va bene, va bene! Non so come, ma te la pagherò!
BellaSwan95 Se per fine di Bella, intendi che ti metti con un Edward, ti invidio!
HanairohNon preoccuparti per la bimba! E per l’infarto doppio, ti consiglio Carlisle, bravissimo (e bellissimo) dottore!!! Mhmm, sì, credo sia lunedì!!! Ed infatti ecco il cap!!! Certo che puoi chiamarmi Cassy, anche se ormai sono abituata a Kassy, che nella pronuncia non cambia, ma la K mi piace!(presa da Erika XD)
aLbICoCCaCiDa Poverina, a volte riesce a far pena persino a me! Il che è tutto dire!
PenPen Ho provato ad immedesimarmi in una ragazza che ha subito un trauma del genere come reagirebbe in tale situazione … è un dolore pensare a tanta sofferenza.
Wind Bella è sempre lei, la nostra imbranatissima Bella!!! Non oso immaginare la sua angoscia e il suo dolore!
Krisma E che traumi psicologici. Deve essere terribile, fortuna che lei ha Edward! È vero, Esme è sempre materna! E non preoccuparti, tra poco, rimpatriata!
momob Grazie per i complimenti! Ed Edward a volte è troppo impulsivo! Povera Bella!
Raki Carina l’idea della foto! E anche quella del demonietto stile AliceXD (grazie grazie!) e mi spiace per il triplo infarto! Non preoccuparti! Per il parto, effettivamente il suocero come ginecologo non deve essere il massimo, ma meglio che stare dai Volturi, e in ospedale l’avrebbero identificata … e grazie per un commento così lungo!!!
Lilian Potter La solita, piccola sadica!!! Grazie! E sì, fino a Lunedì!!! Buon gelato!!!
Fin Fish Sono contenta che tu abbia trovato la mia fanfic! Per occhi verdi dal pov di Edward, forse!!! Per il finale del cap 15, procede nel 16! Spero non ne resterai delusa! Un bacio e spero continuerai a seguirmi!
4everWITCH Aggiornato come preavviso! E grazie per i complimenti e per avermi messo la storia tra i pref!!!
alice brendon cullen Spero di ritrovarti il 17! Un bacio e spero che trascorra delle buone vacanze!
3mo_is_love No dai, non sono cosi cattiva! Carlisle cerca il battito per essere sicuro, don’t worry!!!
hachicat Solo una cosa: mezza telefonata transoceanica!!!! Oggi compro il microfono!!!!
_Natsuki_ L’ho detto io che questa ficcy fa male alla salute! (soprattutto a quella di Bella XD) ed ecco a te il nome della bimba! E vedrai, ti verrà pure il diabete, per la dolcezza! Un bacio gigante!
AngelOfLove Non ti ho fatto aspettare! Visto? Per il nome! I fuochi li farò a te!!! Però, quale delle tue proposte? Ciao!
yuyutiamo No, non piangere!!!neanche io concepisco la violenza. Trattare le persone (di solito donne, o ADDIRITTURA BAMBINE) in un modo simile è terribile e mi piange il cuore per le vittime. E non preoccuparti, più lunghe le rec, più felice la Erika!
novilunio Complimenti per la Matura!!! Sono felicissima per te!!! Chissà che affitti, laggiù al caldo! E attenta a schivare bene la lava! Spero che la tua sosta all’inferno sia vietata e che ti rimandino qui!!!
Deimos Grazie per i complimenti!!!! Ed ecco il cap 16!!! Povero Eddino!
elisaterra Non preoccuparti, i complimenti mi fanno sempre piacere!!!! Grazie! Ed ecco il seguito!!!
yumisan Niente stupidate per Edward. Deve stare con Bella, così io posso speculare sulle loro seratine!!!
LittleBloodyMary Anche io mi sono affezionata alla bimba! Non credo però che Bella avrà dei bambini in BD (per lo meno non da Edward!!!) Grazie per i tuoi splendidi complimenti che mi riempiono di gioia!
francy94Ma ti pare? Non sei in ritardo! Grazie per aver recensito!!!! Sono felice che ti piaccia il mio stile e che ti ricordi quello della Meyer!!! (me molto onorata)

Il prossimo capito, su questi schermi mercoledì, sempre verso quest’ora!!!
Un bacio a tutte!!!
                                            
Cassandra

 Bella's POV

Chiusi gli occhi e strinsi la mano di mio marito, mentre Carlisle mi tastava il ventre.

Quando sentii Edward sospirare rasserenato, mi rilassai.
< Eccolo … il battito. Va tutto bene, Bella, tutto bene. Ti sei solo agitata. > mi disse Carlisle, prendendo la mia mano sinistra con gentilezza e guidandola nel punto in cui prima premeva.

< Tu non puoi sentirla, ma è proprio qui, la tua bambina. >

 Piansi di gioia mentre Esme mi massaggiava lentamente il collo.
< Mi sono spaventata tanto. > sospirai.
< Non solo tu. > mi disse Edward
Spalancai le palpebre e lo fissai infuriata.

< Tu! > gli dissi acida.

E lui, sorpreso, si portò la mia mano al volto per baciarla.
< Tu non vai da nessuna parte. Non provarci neanche! Non te lo permetteremo. Abbiamo bisogno di te, qui con noi. Con me e con la bambina. Se farai il cretino … giurò che non ti perdonerò mai! >
Mi guardava confuso e io mi avvolsi nella coperta, girandomi verso Esme che mi continuava a massaggiare le spalle.

Carlisle ridacchiò e mi strizzò l’occhio:
< Brava, fagli capire che non è sempre lui a poter decidere. > sorrisi di rimando e poi sentii le labbra gelide di Edward poggiarsi sul mio orecchio.

Si sdraiò al mio fianco e fece aderire il suo petto alla mia schiena.
< Mi dispiace di averti fatto agitare. Scusami. > le sue mani erano scivolate sulla mia pancia.

Voltai il capo per baciarlo e lui avvicinò il capo, venendomi incontro.
Notai Esme e Carlisle lasciare la stanza in silenzio.
Mi girai e appoggiai le mani sul suo petto.
Soffiò gentile tra i miei capelli e poi scese a soffiare sulle palpebre, sulle ciglia, sulle guance e sulla bocca. Quando arrivò al collo, mi raggomitolai ridendo e mi lasciai avvolgere dalle sue braccia.
Sentivo che mi sorrideva, mentre mi scoccava dei baci silenziosi sulla fronte.
Con tutta la forza che avevo, lo feci sdraiare schiena a terra. Lui naturalmente assecondò i miei movimenti. Io non sarei stata in grado di smuoverlo di un centimetro.
Mi sedetti sopra di lui e lo lasciai guidarmi contro la sua pancia. Mi fece stendere su di lui e poggiare la testa sulla sua spalla. Da quella posizione, potevo fissarlo negli occhi e vedere il suo sguardo adorante. Ridacchiando, avvicinò le sue labbra ai miei capelli e respirò a fondo il mio odore.

Quando mi sussurrò:
< Va meglio? > annuii. < È stata più la paura, che il dolore. Ed il fatto che il male sia arrivato all’improvviso … > e poi gli domandai: < Lo sanno? Di quello che è successo? >
< Sì … > fu la sua risposta laconica. Cercò di nascondermi la sua ira.
Mi alzai a sedere a gambe incrociate e mi passai le dita tra i capelli.
Scossi la testa e poi sorrisi. Ora ero con lui. Ora ero felice e il passato non contava.
Non dovevo lasciarmi condizionare. Non avrei permesso loro di rovinare la mia relazione con mio marito. Dovevo pensare al nostro futuro.

< Allora, che nome le daremo? Alice lo ha già visto? > chiesi per cambiare discorso.

Sempre stando sdraiato, mi fece segno di no. Aveva capito che non avevo intenzione di ritornare sull’argomento Volturi.
< Hai qualche idea? > domandai.
< No. Ad essere sincero, devo ancora elaborare la cosa. Ti rendi conto? Diventerò padre. >
< E io diventerò madre, se è per quello. Ma dovremo pur darle un nome, povera la mia bambina. >
< TUA? Nostra bambina, vorrai dire. > Rise e baciò la punta delle mie dita dopo essersele portate alla bocca. < Nostra figlia … > a quelle parole, venni scossa da un tremito. Era la prima volta che si riferiva a lei in quel modo. Una figlia …
Proseguì: < Tu come la chiamavi, mentre eri lì? >

Arrossii e gli chiesi, portandomi le mani alla pancia:
< Come fai a sapere che le parlavo? >
< Ti conosco. Meglio di chiunque altro. Allora, che nome usavi? Quel nome sarà perfetto. >
< Edward … > sussurrai accarezzando il profilo del suo naso < Non sapevo se fosse maschio o femmina.  Le parlavo, è vero. Cercavo di rassicurarla. Non ho mai usato alcun nome. Pensavo a lei come al frutto del nostro amore. Tutto qui … >

Sorrise e poggiò la sua mano sulla mia pancia.

< E sentiamo, che nomi c’erano, in lista? Se femmina … Perché sicuramente avevi una lista.>
Sospirai e sconsolata gli risposi: < Sei petulante … in realtà, pensavo a dei nomi classici, tradizionali. Come piacciono a te … >
Mi squadrò e poi si portò a sedere. Fece scorrere una mano lungo il mio collo mentre con l’altra giocherellava con i miei capelli.
Ad occhi chiusi, leccò il lobo del mio orecchio e poi scese lungo la mascella fino ad arrivare alle mie labbra. Ne disegnò i contorni con la punta della lingua e poi soffiò leggerò sul mio volto.
Sentivo il profumo del suo respiro che mi dava alla testa. Sapevo di essere arrossita.

< Allora? Che nome ti piacerebbe che avesse, il simbolo del nostro Amore? >
Mi appoggiai a lui e scelsi il nome che, durante la prigionia, avevo pensato di dare alla nostra creatura, se fosse stata femmina.

< Che ne dici di Elizabeth? >

Rimase immobile e silenzioso per alcuni istanti.
Poi la sua mano s’infilò sotto la mia maglietta e si soffermò sul mio seno sinistro.
Il mio cuore batteva forte, per lui.
< Elizabeth … è perfetto. >
< Sono felice che ti piaccia. >
< Perché lo hai scelto? >
< Come perché? > domandai fingendo ingenuità. < Perché è un bel nome. Mi piace. >
Lo vidi osservarmi sospettoso. Scosse la testa e disse: < E poi? >
Sbuffai e continuai: < E sapevo che ti avrebbe fatto piacere. Che era il nome che avresti voluto darle tu, anche se non avresti mai osato dirmelo. Perché volevi che lo scegliessi io. Allora? Soddisfatto della mia scelta? >
Rise fragorosamente, mentre mi scompigliava i capelli.
< Sicura di non essere tu a leggere nella mia di mente? Il nome di mia madre … Elizabeth … Senti come suona bene: Elizabeth Cullen … >

In un attimo, mi ritrovai sdraiata sui cuscini, senza neanche sapere come.
Edward abbasso i miei pantaloni fino a che non si vide il fiocco delle mutande e mi sollevò la maglietta fino quasi al seno.
Con le labbra leccò intorno all’ombelico e poi mi baciò ogni centimetro della pelle del mio ventre.
Tra un bacio e l’altro, sussurrava:

< Elizabeth … Elizabeth … ti piace il tuo nome? Eh, Elizabeth? >

Parlava con la mia pancia, di poco più gonfia del normale.
Sul momento, mi sembrò una situazione assurda. Ma fu una sensazione di appena un istante.
Appena la vidi per quello che era, appena mi resi conto che stava parlando per la prima volta con la bambina, mi commossi e gli accarezzai i capelli. Quei cavolo di ormoni! Non c’era niente da piangere! Perché allora mi sentivo le lacrime agli occhi?

< Riesco a sentire il suo cuore … il tuo battito lo copre, in parte. A Volterra, in questo modo, l’hai protetta. >

E poi riappoggiò il suo orecchio in prossimità del mio ombelico.
< Edward … >
< Sì? >
< se continui ad accarezzarmi in questo modo la pancia, me la consumerai! >
< correrò il rischio. > mi rispose continuando a far scorrere le sue dita avanti e indietro, lungo il mio ventre. Decisi di lasciarlo fare … se lo rendeva felice.

Mentre me ne stavo lì a fissare il soffitto con la mia mano tra i suoi capelli, mi disse:
< Se però preferisci … > e sentii le sue dita arrampicarsi lungo il mio fianco, insinuarsi sotto la mia maglietta, raggiungere la mia schiena e poi ridiscendere di nuovo lungo la mia coscia.

< Sì, preferisco! > rimasi a godermi le sue carezze per un po’ finché non osai chiedergli:

< Edward … mi baci? >

< Che allettante proposta. > e mi ritrovai le sue labbra sulle mie.
Mi lasciai guidare dai suoi movimenti e in poco tempo dimenticai persino il mio nome.
Il suo no, dato che ogni volta che si allontanava lo ripetevo, sussurrandolo.
Cingendogli le spalle e il collo con le braccia, lo obbligavo a starmi vicino.

Alla fine, esausta, mi abbandonai alle lenzuola e sospirai.
< Soddisfatta del bacio? > mi domandò lui con il suo adorabile sorriso malizioso.
Adesso era in piedi, a lato del letto.
< No! >
< Insaziabile … > e scosse la testa.

Poi il suo cellulare squillò.
Vidi l’espressione sul suo volto farsi pensierosa all’improvviso, quando lesse il numero sul display.
Mi alzai a sedere di scatto ma lui mi fece segno di stare in silenzio ed uscì.
Volevo seguirlo, ma il suo sguardo mi aveva spaventata.
Stava parlando con Alice. Lo sentii pronunciare il suo nome.
Quando riattaccò, mi alzai dal letto ed andai nell’altra stanza.
Trovai mio marito e Carlisle intenti a sostenere un’accesa e velocissima conversazione.
Talmente veloce da non permettermi di capirne le parole.

Quando si accorsero che ero entrata, smisero immediatamente di discutere e Carlisle mi rivolse un sorriso splendente e rassicurante.

< Chi era? > domandai con voce flebile, sebbene lo sapessi.
< Alice. > mi rispose Edward, osservando suo padre negli occhi.
Proprio per quello che avevo paura. Aveva visto qualcosa? Che cosa.

Le mie gambe tremavano.

Si accorsero della mia tensione ed Edward mi venne vicino. Mi abbracciò stretta cullandomi dolcemente.
< Che c’è, Edward? >
< Niente tesoro, niente … > mi prese fra le braccia e si accomodò sul divano, con me sulle sue ginocchia.
< E allora perché non mi dici che succede? >
< Perché non succede niente. > mi rispose calmo, obbligando gentilmente la mia testa a poggiarsi sulla sua clavicola.
< Sì, come no. >
< Alice è stata a casa di Charlie … >

Voltai lo sguardo verso di lui e lo fissai.

< I tuoi genitori sono molto preoccupati … dopo la tua sparizione, Charlie non si è dato pace. Ha Aperto delle indagini … ti ha cercata ovunque. E anche Reneè ha sofferto molto. Noi naturalmente non abbiamo detto loro la verità, come ben sai. Era troppo rischioso. E poi, non avremmo potuto spiegare. Però, quando ti hanno portato dal medico, un poliziotto che passava per caso è riuscito a scattarti una foto. Si ricordava il tuo volto. Ha controllato l’elenco delle persone scomparse e si è messo in contatto con Charlie. >
Così dicendo, Esme estrasse una foto da una busta sul tavolo e me la porse.
< Questa è stata mandata in centrale. Quando Charlie ci ha detto dove fosse stata scattata, a Volterra, capii che avevo la scusa per venire in Italia senza insospettirlo.
Devi sapere che i nostri telefoni, la posta, tutto, era sotto controllo. Charlie sperava che i rapitori ci contattassero. È convinto che sia un rapimento a scopo d’estorsione. >
Sentii un nodo stringermi lo stomaco e le lacrime formarsi agli angoli dei miei occhi. Nascosi il volto nella camicia di Edward.

Quanta sofferenza avevo inflitto loro? Ai miei genitori, ai miei amici. A Jacob …

Edward mi consolava come poteva, carezzandomi la schiena e sfiorando le mie guance con le dita.
< Alice è andata da lui, per avvisarlo che siamo tornati dall’Italia. Adesso, la versione ufficiale è che, dopo il viaggio a vuoto a Volterra, la nostra famiglia si è trasferita, perché non sopportavamo il dolore della tua sparizione. >
Vide il mio sconforto dipinto sul volto e proseguì:
< Bella, sai che non potrai mai tornare a casa … >
< Sì, lo so. Sarebbe successo anche se non mi avessero rapita. Se tutto fosse proseguito secondo i nostri piani. Certo, sarebbe stato meno doloroso per la mia famiglia e per gli altri … ma ora non possiamo fare altrimenti. >

Rimasi in silenzio con una mano sul ventre, quella di Edward poggiata sulla mia, poi mi venne spontaneo chiedergli:
< Edward … Ma scusa ? >
< Sì? >
< Ma se i vostri telefoni sono controllati … >
< Sei così ingenua … >
Gli rivolsi un’occhiata assassina e lui proseguì, avvicinando il suo naso al mio:
< Abbiamo acquistato dei telefoni e delle schede con i nostri nuovi nomi … >
< Altri documenti falsi? > Domandai scettica.
< Precisamente. >
< Alice ha trovato Charlie molto depresso. Naturalmente, le indagini in Italia non stanno portando a niente. Nessuno ti ha vista, sentita … sono andati anche a parlare con il medico, ma lui dice di non conoscerti. Che la ragazza della foto non sei tu. Tiene fede al segreto professionale in maniera ammirevole. Nell’ospedale da cui sei fuggita, hanno registrato il ricovero di un’altra persona. Una piccola clinica privata … Non sono neanche andati a cercarti lì.
Insomma, pare proprio che sia una pista sbagliata. Una segnalazione a vuoto. Charlie era convinto che fosse la volta buona. Era molto fiducioso. Ed adesso è di nuovo al punto di partenza.
È per questo che Alice ci ha fatto una proposta. Ne stavamo discutendo proprio ora … >
< Posso conoscerla anche io? >
Mi baciò per un istante e mi bisbigliò: < Ma certo. >

< Bella … > s’intromise Carlisle < Pensavamo di dirgli una mezza verità. Che Edward, dopo essere arrivato in Italia, è stato contattato dai rapitori e che è riuscito a portarti via. Che stiamo fuggendo e che la tua sicurezza dipende dal suo silenzio. Alice è convinta che non parlerà. Che sarà talmente sollevato di saperti salva che accetterà di far finta di niente. Continuerà le indagini per alcuni anni e alla fine archivierà il caso. Irrisolto. Se ce lo promette, se ce lo giura, gli daremo uno dei nostri cellulari, permettendogli di entrare in contatto con te. Sei d’accordo? >

Ci pensai per un po’, nascondendomi nell’incavo del collo di Edward.

< Correrà dei rischi? >
< Ci assicureremo che mantenga il segreto. Se farà come gli diciamo, sarà al sicuro. E ti posso assicurare, i Volturi non si azzarderanno ad entrare in contatto con lui. È troppo conosciuto. È l'ispettore capo. Desterebbe sospetti se gli succedesse qualcosa.
Il tuo rapimento è stato un fatto del tutto eccezionale, dettato dall’impazienza. E sono certo che non si ripeteranno. >
< Posso chiamarlo? >
< Vuoi parlargli ora? >
< Sì … c’è anche Reneè? >
< Sì. È andata a Forks perché Charlie voleva mostrarle le foto … la pista Italiana. >
< Posso parlare anche con lei? >
< Dobbiamo prima parlarne con Alice. Deve prima osservare con cura le conseguenze. E deve anche informarli con calma, senza mettere loro paura. >
< Mi sembra molto ragionevole … >
< Sono lieto che la pensi così. Ora, che ne dici di fare colazione? >

Guardai fuori dalla finestra e vidi che l’oscurità, dietro le nubi, si stava diradando. < Ma che ore sono? > domandai mentre Carlisle componeva un numero sul suo telefonino e cominciava a parlare con Alice.
< Ormai sono le otto e mezza di mattina. Ma ieri non hai mangiato in modo appropriato. Devi assolutamente riprenderti. >
< Va bene … > Sapevo che avrei perso in partenza, se avessi tentato di oppormi. Tanto valeva consegnarmi direttamente alle sue mani premurose.

Tenendomi per mano, mi condusse in cucina dove mi accomodai su una sedia ed attesi, osservandolo mentre metteva mano al frigorifero. Le frittelle di Esme erano svanite.
< Cosa ti andrebbe? >
< Mhh … > ci pensai un po’ su e poi dissi: < Un the con i biscotti. >
< Solo? > Non mi sembrava molto soddisfatto.
< Sì … > e lo osservai prepararmi un profumatissimo the alle Erbe. Mi riempì un’enorme piatto di biscotti, ed ero sicura che fossero l’opposto di quelli dietetici. Con scaglie di cioccolato …
< Edward … sono troppi. Non riesco a mangiarli tutti. >
Si sedette di fronte a me ed appoggiò il capo sul palmo della sua mano destra. Con la sinistra, mi avvicinò il piatto e poi mi sussurrò con la sua voce più sensuale:
< Io credo che li finirai tutti. E poi, tutto il cibo che si trova in questa casa è stato comprato apposta per te da Carlisle. È particolarmente indicato per le ragazze
nella tua condizione. E non cercare di fare la capricciosa. Dimentichi forse che sono un medico anche io? So ciò di cui avete bisogno, tu ed Elizabeth … >
Infingardo. Era troppo furbo. Sapeva che se avesse usato il plurale sarei crollata immancabilmente. Chiamando la bambina per nome poi … avrei fatto qualunque cosa.
Ed infatti afferrai un biscotto e me lo mangiai.
< Sei così buffa, quando fai finta di essere adirata! > alzai gli occhi ed incontrai i suoi. Era a dir poco raggiante. Sorrisi anche io e lui mi poggiò il palmo della mano sulla guancia:
< Ti amo. >

Rimasi con il biscotto a mezz’aria, sorpresa, e poi bofonchiai arrossendo: < Anche io … >

< Dai, finisci di mangiare. Voglio farti vedere il resto della casa ed il giardino. Sono certo che ti piacerà. >
Non risposi, limitandomi a pucciare il povero biscotto nel the. Il suo sguardo fisso su di me.

Ci trovavamo seduti in veranda, abbracciati l’una all’altro, quando Esme venne a chiamarci.
< Bella … tesoro … Abbiamo appena sentito Alice. Carlisle è al telefono con Charlie.
I tuoi genitori vorrebbero tanto parlarti … >

Saltai in piedi e trascinai Edward in sala, dove mio suocero stava rassicurando qualcuno al telefono.
< Certo Charlie. Sta benissimo. L’ho visitata io stesso. È solo un po’ stanca. È stata dura, ma si rimetterà alla perfezione. Non devi preoccuparti … >
Silenzio.
< Sì, sì … anche lei è ansiosa di parlarvi … eccola, è arrivata proprio in questo momento. Ora ve la passo. Bella, vieni cara. C’è Charlie al telefono. >

Improvvisamente mi resi conto di essermi bloccata nel centro della stanza. Sentivo le gambe molli e l’emozione sopraffarmi.
< Bella … > mi chiese Edward scuotendomi lentamente la spalla.
Mi accompagnò al divano e Carlisle disse, prima di passarmi il cellulare:

< Ecco, ora te la passo … >

Afferrai il piccolo oggetto con dita tremanti e me lo portai all’orecchio.
Dall’altro capo, nessun suono, se non un respiro accelerato.

Alla fine bisbigliai: < Papà ... ? >

  
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