Fanfic su attori > Josh Hutcherson
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Autore: irispaper29    17/04/2014    4 recensioni
“Ma perché cerchi sempre di sorridere?”
“Perché sono i sorrisi ad illuminare il mondo”
Alexandra sembra una normalissima comune ragazza orfana, che studia e lavora tre stagioni su quattro, mentre l’estate la passa, nonostante ella abbia ben ventanni, al Campo Mezzosangue, un campo estivo che si paga le spese coltivando e vendendo fragole.
Invece la sua vita non era mai stata normale, ma almeno prima riusciva a fingere che lo fosse. Invece la sua vita viene stravolta e comparirà un piccolissimo dettaglio. Un dettaglio così piccolo che sembrerebbe insignificante, mentre invece è di grande valore, perché cambierà la sua vita. Sembrerebbe un dettaglio senza nome, ma non è così. È una persona. Una persona di nome Josh Hutcherson.
[Josh compare dal secondo capitolo, il primo è un prologo, una specie di "finestra" sul mondo della protagonista, che vi consiglio di leggere comunque, per capire la sua psicologia].
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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:-Josh, cosa ci fai qui?-gli chiedo, confusa. L’avevo legato, per Zeus! Legato e imbavagliato! Come ha fatto a raggiungerci?

:-Alex, cosa è successo?-chiede lui a sua volta, senza rispondermi, con tono preoccupato.

:-Basilisco-risponde Ben.

:-Basilisco?-ripete lui, confuso.

:-Si-ribatte Annabeth. –Alex è stata presa. Ma sei stato fortunato: Searel è riuscita a fargli ricrescere tutti i capelli e le sopracciglia.

:-Oh, smettetela!-esclamo. –Josh, rispondi alla mia domanda! Perché sei qui!

:-Ah, già…mi sono slegato-risponde lui, alzando le spalle.

:-E come hai…-provo a chiedere, ma Percy mi interrompe.

:-L’hai legato?-mi chiede, confuso e sorpreso.

:-Non avevo scelta-ribatto io, sentendomi colpevole. –Ci avrebbe seguiti. Non volevo che rischiasse la morte.

:-Beh, non ha funzionato granchè-nota Josh. –Davvero pensavi che avrei fatto il bravo prigioniero?

:- No-rispondo, ed è vero. –Speravo solo di avere più tempo…

:-Per cosa?-chiede lui. –Per abbandonarmi?

Ha lo sguardo di un cucciolo di labrador abbandonato per strada. Sono un mostro.

:-Scusami-rispondo. –L’ho fatto perché tu vivessi.
:-Beh, in ogni caso, è stato inutile-mi fa notare, nervoso. –Sono riuscito a liberarmi con i bottoni della camicia e i denti.

Ok, la parte dei denti la capisco, ma i bottoni…

:-Come sarebbe a dire i bottoni?-chiedo, incredula. –No, senti, lascia stare, che me ne frega del come! Avresti dovuto essere al Campo! Perché sei qui!

:-Non ti avrei mai permesso di morire, e lo sai-ribatte lui, furioso almeno quanto me.

:-Non capisci? È da questo da cui volevo tenerti lontano! Ho rischiato di morire-urlo, quasi. –Non capisci? Non voglio che tu sia in pericolo.

:-Beh, ormai sono qui, e no ha più senso-risponde  lui. –Io vengo con voi.
:-E invece no-ribatto io, arrabbiatissima, talmente arrabbiata che mi si sta arrossando la faccia. –Tu torni al Campo, non mi interessa come, ma ci torni, o rimani qui! Ma di sicuro Josh, stavolta con noi non vieni.

Se pensa che gli permetterò di farsi ammazzare, si sbaglia di grosso.

 

***Josh***

 

Passo quasi un’ora ad aspettarli, ma è più che normale, immagino. Passo il tempo pensando alle loro reazioni quando mi vedranno. Stupore, sicuro. Ben-sono-uno-schifoso-verme-rubaragazze sarà furioso. E non vedo l’ora.

La reazione che mi preoccupa di più è quella di Alex. Sarà arrabbiata, sicuramente. Non riesco a prevedere altro.

Prevedere. Alex e suo padre hanno parlato di questo, una volta. Lei era terrorizzata, il padre preoccupato. So che anche Rachel, la Pizia dell’oracolo di Delfi, possedeva la vista.

Non riesco a capire cosa ci sia di male nel prevedere il futuro. Si potrebbero evitare morti, guerre, e tante altre cose.

Smetto immediatamente di pensare non appena la vedo. Non è esattamente come mi aspettassi. Hanno tutti un’aria affaticata, e la faccia stanca, non solo per il viaggio. Percy ha la maglietta un bo’ bruciacchiata, Ben ha i capelli fumanti, Searel il viso provato, mentre quello di Annabeth è rigato dalle lacrime.

Ma Alex è quella che sta peggio. Anche il suo bel volto, arrossato e rigato dalle lacrime, è molto stanco. I capelli sembrano quasi…più scuri, come se le fossero nuovi. Riesce a malapena a camminare, si regge alla spalla di Percy. Le tremano le ginocchia, ha i vestiti bruciacchiati e anneriti.

Alla fine, fa la domanda che mi aspettavo, ma non sembra contenta, o arrabbiata. Semmai sembra confusa. Non si aspettava certo di vedermi.

Alla fine, però, per noi è inevitabile un altro litigio. Vuole che la lasci, e che torni al Campo. Ma è pazza, se crede che la lascerò così. Oltretutto, chi si crede di essere, mia madre? Posso fare quel che mi pare della mia inutile vita.

Ed è ora che lo capisca.

 

***Alex***

 

Alla fine, quando siamo arrivati all’altra stazione, non sono riuscita a resistere, e ho cercato un bagno in cui rinchiudermi. Avevo bisogno di un minuto di silenzio, per pensare. Per piangere.

Mentalmente, mi ha fatto bene sfogarmi. Fisicamente…beh, non proprio. Le lacrime sulle mie guance bruciavano ancora, e ora sono stanca e spossata. Se potessi, sverrei sul gabinetto.

Quando esco, Percy è ancora lì, ad aspettarmi. Anche lui ha l’aria spossata. Come me, è stato preso dal fuoco di quel Basilisco.

:-Allora?-mi chiede, gentile, porgendomi un fazzoletto–Va meglio?

:-Si, grazie-mento, accettando il fazzoletto e soffiandomi il naso rumorosamente.

:-Cosa pensi di fare?-domanda Percy.
:-Non lo so-rispondo. –So solo che non può venire con noi.

:-Però deve-ribatte lui. –Non possiamo abbandonarlo così, Alex. Potrebbe trovarsi in pericolo, e sarebbe da solo. Inoltre, è da un po’ che ci penso…

:-A cosa, Percy?-gli chiedo, confusa. A cosa sta pensando?

:-La profezia-risponde lui.

:-Cosa centra la profezia, ora?-domando ancor più confusa.

:-La vista. Si parla della vista. Noi siamo cinque, ma la profezia parla di sei, sei eroi per la missione. Io sono il figlio del mare, tu la viandante. I fratelli lanterna sono i nuovi di Apollo, Annabeth è la saggezza. Rimangono la morte e la vista. La morte indica sicuramente che uno di noi morirà, ed è inevitabile. Ma si parla anche della vista. E Josh la possiede. Si riferisce sicuramente a lui.

:-Come fai a sapere che è veramente lui la vista?-chiedo. Non voglio che sia vero, non può esserlo.

:-Ne ho parlato prima con Annabeth-risponde lui. –E lei è d’accordo con me. Deve venire con noi. Sai che non c’è scelta.

:-E va bene-rispondo.

Se è vero che non c’è scelta, non posso dire di no. E preferisco averlo vicino a me, e non solo perché mi è mancato. Ma potrò tenerlo d’occhio, se sarà vicino a me. Potrò proteggerlo.

Poco dopo, Annabeth ci chiama, per dirci che dobbiamo andare. Il treno è arrivato.

Saliamo in silenzio, e mi siedo, come al solito, accanto al finestrino, ignorando Josh. Sono troppo stanca per discutere. Non posso, non ora.

E il viaggio ricomincia, con Josh stavolta. Guardando il finestrino, riesco solo a pensare a quanto io sia delusa da me stessa. Non sono riuscita a proteggere Josh da tutto questo.

E mai, mai me lo potrò perdonare.

 

***Josh***

 

Vorrei esultare dalla gioia, quando Annabeth mi dice che devo rimanere. Ma non posso: Alex soffrirebbe ancora di più. So che sta cercando solo di proteggermi.

Quando si siede vicino al finestrino, mi siedo accanto a lei. Alex, vedendomi, volta la testa, fingendo di voler guardare il “paesaggio”.

È sicuramente arrabbiata con me. Anzi, è furiosa. Questa di certo non me la perdonerà.

Ma tanto, quando sarò morto, non riuscirà di certo ad odiarmi. Percy mi ha spiegato tutto, e mi ha avvertito dei rischi. So che sarò io a morire. Lei no di certo.

Sento un respiro lieve, e capisco che è crollata in un sonno profondo. Però, poi, comincia ad agitarsi. Vorrei poterla aiutare. Ma come posso io, semplice mortale, entrare nel mondo dei sogni e trasformare il suo incubo in qualcosa di buono? Come posso?

Cerco di starle vicino da qui, anche se lontano da lei. Le accarezzo i capelli, così soffici da sembrare appena ricresciuti. Le sistemo la testa sulla mia spalla. Le tengo la mano.

Non c’è altro che possa fare, per farle capire che l’appoggio, e che sono sempre con lei.

 

***Alex***

 

Sono ancora nella grotta buia e fredda che popola i miei sogni. Ho freddo. Mi stringo nei vestiti, alzandomi in piedi, e appoggiando la mano alla parete umidiccia per non scivolare sul pavimento viscido e scivoloso. Vedo una luce calda, in lontananza. Come quella di un’uscita.

Si sente una voce femminile, graffiante. La stessa che sogno ormai tutte le volte.

:-Allora?-chiede la voce. –Hai fatto ciò che ti ho chiesto.

:-Si, mia signora-risponde una voce maschile, che mi sembra quasi familiare.

:-Ti ha scoperto nessuno?-chiede la voce fredda.

:-No, mia signora-risponde la voce maschile- Nessuno, nemmeno gli dei. Neanche lui. E neanche lei. La viandante è cieca. Non si è accorta ancora del tuo inganno.

:-Perfetto-risponde lei. –Ora va. Non pensavo che l’avrei detto, ma sei stato un buon servo.

:-Ti ringrazio, mia signora-risponde la voce maschile. –Per me è un onore servirti.

:-Si-ribatte la voce gelida. –Ora va! Va.

La luce sparisce. Ed è allora che comincio a precipitare.

 

Mi ritrovo accanto ad una panchina di una chissà quale città. Ci sono dei piccioni, che cercano dei vecchietti per elemosinare il pane. Ma c’è uno di quegli uccelli che mi fissa, terrorizzandomi. Ha gli occhi rossi come il sangue, le piume nere come quelle di un corvo.

Comincio a indietreggiare, terrorizzata. Gli altri, un intero stormo di quei maledetti uccelli di Stinfalo, mi inseguono. Lancio un urlo. Non ricordo come sconfiggerli, non me lo ricordo! E sarebbe inutile ucciderne uno, perché subito viene sostituito da un altro.

Mentre scappo, mentre gli uccelli mi trafiggono la carne, strappando i miei vestiti con i loro becchi appuntiti, inciampo in qualcosa. Nel cadavere di un uomo, esangue, la pelle scorticata, e piena di forellini.

E lancio un urlo. Il corpo ai miei piedi è quello di Josh.

Nota dell'autore: Carissimi lettori, carissime lettrici! Visto quanto sono diventata brava! Un altro capitolo dopo un giorno. Spero che vi piaccia. E, nel caso ve lo foste chiesti, si, Alex è sempre stata terrorizzata dagl'uccelli di stinfalo. Mi ispirano molto, e presto saprete per che, la nostra Alexandra non fa sogni a caso.
Colgo l'occasione per ringraziare Grety01, Ruki_Hachiko, e daria13g, mie fedelissime lettrici, che continuano a recensire! Un bacio, siete le mie preferite!!! Sono contentissima che vi piaccia la mia ff.
Allora, un bacio e alla prossima!
   
 
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