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Autore: Directioner_2001    18/04/2014    1 recensioni
*TRATTO DAL DICIASSETTESIMO CAPITOLO*:
"Cominciamo gli Hunger Games.
Gli Hunger Games è vendicare, non uccidersi.
Ed è questo che dobbiamo fare io e David.
Vendicare i nostri tre amici.
Cuori spezzati, lacrime che scendono.
Questi sono gli Hunger Games.
Amicizia e amore: cosa prendere e cosa lasciare.
Ho preso l'amore, mi hanno ripagato con l'amicizia.
Ora inizia la rivoluzione.
In questo istante."
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi, Bimba Mellark, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Io vi ucciderò, in un modo o nell'altro. '
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Allora *si schiarisce la voce*,
in questo capitolo (devo ammetterlo oh) ci
saranno molte scene che riguardano Prim-David.
Matt comparirà solo a stento!
Per il resto, buona lettura!
Scusate gli errori!
Kiss Kiss with a "lots of love" <- (lol)....quindi dovrei dire kiss kiss with a lol from Directioner_2001?
Okeeeey la smetto ^_^
Ciauuu fanzini (ora parlo da idiota, daje...grazie ancora per le 24 recensioni...vi amo! <3)

Capitolo Tredici 


Rotolo tutto il cibo che c'è nel mio piatto.
Non ho fame.
So solo, che fra meno di due giorni, entrerò di nuovo in quell'arena.
Per morire definitivamente.
Davanti a me si siede David.
Accanto a me Matt.
Alla mia destra, invece Effie che mangia graziosamente tutto il cibo che gli hanno messo nel piatto d'argento.
-Mangia...- sussurra, come se fosse un'ordine.
-Non ho fame, Effie. Ti prego, potresti evitare di farmi da madre, io ne ho una se te lo ricordi!!!
Rimane sorpresa.
Davvero.
Mi alzo dalla sedia, bruscamente e lascio la stanza alle sue chiacchere e sussurri che io odio profondamente, specialmente se riguardano me.
Ma prima di sparire, vedo una chioma scura (quasi nera) che si fa avanti.
Scappa Prim!
Mi do alla corsa, e finisco per andare in terrazzo.
La luna è già alta, e tutto rende un po' più buio e tenebroso.
-Prim?- sento la sua voce.
David, non avvicinarti.
Mi volto verso la sua ombra e all'improvviso, vedo tutto nero.
Come la pece.
Puffy.
Non è Puffy.
E' una specie di trappola.
Dove sono?

************
I miei occhi, si sono chiusi già da un po'.
Non posso muovere nè le gambe, nè le mani.
E la mia bocca...la sento come se fosse premuta da un non-so-cosa.
Benda?Forse.
Ne dubito.
Sono seduta su qualcosa di comodo, non sento la terra sotto di me.
Cerco di aprire gli occhi, ma la luce del sole è così intensa.
E' mattino?
Li apro, e so che davanti a me, una persona talmente cattiva del suo genere, mi sta fissando a pieni occhi.
Occhi che io temo fin dall'inizio.
Non riesco a mettere a fuoco.

Sbatto in continuazione le palpebre, per aver finalmente e perfettamente la vista di prima.
Ho dormito troppo.
Non riesco a vederci.
Sono appannati.
Da alcune lacrime.
Ho pianto?
-Dav....David?- singhiozzo.
Ho bisogno di averlo accanto, di tenerlo stretto quando non c'è.
-Sto cercando di slegarti.
-Come mi hai trovato?
-Ho picchiato Walter.- dice nel frattempo che slega le corde attorno ai miei polsi e alle mie caviglie.
-Non le sento più, mi fanno male.- sussurro.
-Tranquilla, so come tornare al Palazzo, ci vorranno 5 minuti pieni.- ci pensa un po' su, proprio quando la corda è a terra.
La benda, bianca e un po' bagnata -certamente da me- , si ritrova sul pavimento in legno.
-Andiamo.
-Non ci riesco...- sospiro con le lacrime agli occhi.
-Ho detto che ci penso io.- sussurra.
Le sue mani salde si posizionano sotto i polpacci e dietro la mia schiena, così da tenermi in braccio come una bambina piccola che si è fatta male, quando ci si sbuccia un ginocchio
Qua nessun graffio, nè lividi -non ne son sicura, qualche ferita si è rimarginata, lo so!-.
Stanchezza, depressione, paura di amare, paura di tornare indietro, tentazione di morire, mancanza d'amore e di dolcezza.
E' un oblio che non ha fine.
E ne ho paura.
-David...
-Mhh?
-David?
-Cosa c'è?
-Niente.- rido, ma non capisce.
-Vuoi fermarti?
-No, voglio tornare a casa.
E' turbato.
Casa-distretto o casa-palazzo?
-Casa palazzo.
-Ohw...
-David...
So che si sta incazzando.
-Cosa c'è?-il suo tono semplicemente dolce, mi chiede cosa avessi che non va.
-Chi mi ha preso?
-Non so, quando sei sparita nel buio, ho pianto e ho seguito il nascondiglio e ho trovato Walter che cercava di ucciderti, mentre eri svenuta dalla poca aria.
-Pianto?- non mi importa niente di Walter, solo di lui.
E' rosso, paonazzo in viso.
-Continuiamo.
-No, voglio saperlo, hai pianto?
-Sì, e  tanto.
-Perchè?
-Io ci tengo a te...
-Non è vero, so che ami Jennifer e che pensi a lei...sono solo una delle tante ragazze della tua lista.- cerco di far liberi i miei pensieri, proprio mentre stavamo salendo le scale -non quelle di casa, siamo chiari- che portano al terrazzo.
Mi mette a terra, e si siede anche lui.
-Non lo sei, sia chiaro, che io ci tengo a te...se tu fossi una ragazza della mia lunga lista...ti avrei lasciato a Walter e non ti avrei mai preso.
Ha ragione.
Lo guardo sconvolta, e un po' offesa abbasso il capo.
Ma anche lui è offeso.
Quindi davvero ci tiene a me.
Cerco di gattonare verso di lui, ma le gambe non me lo permettono.
A proposito, ci sono lividi -l'avevo detto cavolo!!Fanculo Walter!-
Noto che attorno alle caviglia, delle striscie rossoviola gli fanno il contorno.
Per i polsi anche.
“E' la circolazione, la circolazione del sangue mi sa che si è fermata!”, penso in continuazione.
-Prim, vuoi che ti porti dentro?- fa caldo, è mattino, ma lui sente lo stesso freddo.
-No, tranquillo, resto qui.
-Sicura?
-Ho detto di no, voglio stare qui.
-Ma fa freddo.    
-Non importa...- insisto.
-Daccordo.
Passa un po' di tempo...ma non sento i suoi passi allontanarsi.
Sento solo i suoi brividi.
Mi giro alle mie spalle, e rimango sconvolta dalla sua posizione.
Chinato, accanto a me, stringe la giacca attorno le sue spalle.
Faccio per strisciare, poco dopo chiedo sotto voce:“Cosa fai ancora qui?”.
-Sai che non me ne vado senza te.
-Perchè?
Passa un po' di tempo, e io sono impassibile, nel caso rispondesse.
-Sappi una cosa....
-Cosa?
-Ti ho amato per primo.- mi prende per il mento, e si avvicina.
E lo imito, tanto che mi lascia sola, ancora con il viso alzato verso il nulla.
E' andato via.
Cerco di mantenermi sui piedi, e ci riesco solo per 5 minuti, scendendo le scale, poi come se non riuscissi, cado.
-PRIM!- urla David.
Puffy inizia ad abbaiare.
Anche gli altri si accorgono di me, stremata e paurosa per terra, mentre David cerco di farmi “rianimare” al suo modo.
Prende il mio capo poggiandolo su un cuscino, e mi sposta le ciocche dietro le orecchie.
-Perchè?- chiede, con voce sofferente.
Mi guarda con occhi accesi d'ira, non proprio ira=rabbia, ma ira=tristezza.
-Scusa...- sento le guance andarmi a fuoco, mentre glielo sussurro sottovoce.
Mostra un sorriso dolce e sincero, e mi stringe a se in un abbraccio amichevole...ma allo stesso tempo perfetto.
Con le mani ancora doloranti, cerco di stringerlo come fa lui, e poggiare definitivamente la mia testa sul suo petto caldo e enorme.
Sta dimostrando di tenerci davvero a me, come io non l'ho mai fatto.
Da uno sguardo ai spettatori dietro a lui, e sussurra al mio orecchio: “Potranno anche guardarci, urlarci contro, picchiarci...ma non capiscono che io amo te...e non Jennifer”.
Spalanco gli occhi mentre a Jennifer le sta venendo un attacco di crisi isterica.
-Brutta stronza, come ti sei permessa!!!- urla contro di me, stringo di più David dalla paura mentre Matt la ferma per le braccia.
-Lascia, lascia stare... è tredicenne, mica sedicenne e scema come te!- ringhia quest'ultimo contro di lei.
E' rimasta di stucco, tanto che se ne scappa in camera sua, chiudendosi a chiave.
Invece, Effie si porta tutte e e due le mani alla bocca e corre verso di me, non mi sgrida...mi abbraccia.
-Tutto bene tesoro?- chiede preoccupata.
-Sì...sì Effie.
Matt resta muto, sulla soglia della porta in vetro che da alla veranda, tutt'altro diversa dal terrazzo.
La veranda è un piccolo balcone, semplicemente normale e semplice.
Come ha chiesto Effie quest'anno.
L'ha deciso lei, perchè lei odia la terrazza.
Infatti, se ne sta lì la sera, con in mano un libro, una coperta super calda fatta di strass e una sedia a dondolo...fatta in legno.
Pensate un po'!
David è ancora stretto a me.
Non voglio che se ne vada via di nuovo.
-Non lasciarmi.- sussurro.
-Mai.
-Io vado di là, notte piccioncini.- Matthew è stufo, e cammina lentamente fissandomi verso la sua camera, che appena si chiude fa un rumore talmente assordante che sobbalzo dalla paura.
E' mattina, perchè ha detto notte?
Vuole che io dorma?Probabilmente.
-Tranquilla, ci sono io.-David...David...David.
-Okey, vi lascio soli, David falla mettere sul divano...sentirà di certo freddo dopo la vostra piccola avventura.- gli ordina Effie.
-Certo, ciao Effie.- diciamo all'unisono.
-Ciao piccoli! Riprendetevi e fatevi una bella oretta di sonno, sarete di certo stanchissimi.- ci saluta anche lei.
-Vuoi dormire?- chiedo io a lui, adesso.
Ora, Now, sono io a parlare.
-Nono, e te?
-Sono un po' stanca.
-Credi che dovremo farti vedere da un medico?
-No...mettiamoci un po' di ghiaccio...e credo mi passerà.- consiglio, allungando la mano per massaggiare la caviglia, che ancora mi procura dolore...più dolore!
-Allora, prima un salto in cucina, poi a letto, intesi?
-Sissignore!
-Bene.- mi riprende di nuovo in braccio e con i piedi apre le porte che danno alla sala pranzo e alla cucina.
Mi fa mettere seduta sul bancone, usa uno sgabello per mettere il piede finchè non mi sarà passato, per poi metterci l'altro.
Con delicatezza, il ghiaccio si posa sulla mia pelle, lasciandomi brividi e brividi.
-Brr...- dico all'improvviso.
-Senti freddo?
-D..diciamo.- balbetto.
Controllo le mie mani.
E' da un po' che mi fa male quella sinistra.
Livido”.
Come non detto.
Parte dal mignolo fino al centro del dorso -parte esterna-.
-Ti fa ancora male?
-Eh?
-Il piede?
-Nono, puoi passare all'altro.
Fortunatamente, accanto a me, c'è una bacinella piena di ghiaccio.
Mi allungo verso di essa, e prendo un piccolo blocco, per poggiarlo sopra al dorso.
GONFIATO.
Si è gonfiato la parte della mano in cui il livido è rossoviola.
Mi sento bene.
Dopo un po', dopo avermi risvegliato sia i piedi che i polsi, mi aiuta a camminare, come se fossi ina bambina di 11 mesi che non sa il mondo, ne dove mettere i piedi ne cosa fare.
Dopo esserci riuscita, sclero dalla gioia, tanto che gli salto addosso per la felicità che il corpo non vuole decidersi di eliminarla e farne rimanere un pezzetto, e metterlo da parte.
-Grazie, grazie grazie, grazie mille David.- sussurro per non gridare.
-Ahahah, di niente.- mi posa a terra, mente io mi ritrovo a stringergli il cllo come mai ho provato a fargli.
Si avvicina, e io non lo faccio, e non lo fermo neanche.
Lascia un bacio a stampo, per poi tornare a premere ancora una volta.
Più forte.
Il più bel bacio che avessi dato.
********************
Sono sotto le coperte calde.
Riesco immediatamente a sentire la freschezza che mi da il lenzuolo.
Cerco di muovere sia le gambe che le mani, e prego prima di provarci.
“Oh ti prego, dammi la grazia buon signor!”unisco le mani sotto al mento e guardo il soffitto, o il cielo...semmai (?).
Ma già siamo ad un buon punto, le mani posso muoverle liberamente.
Scosto le lenzuola, e massaggio quel che ne rimane della lividura rossoviola attorno alle mie caviglie.
E' una meraviglia non sentire nulla.
Pensavo che quel che è successo ieri fosse un sogno, invece è la realtà!
Corro liberatamente per tutta casa, quando vedo David che con la sua voce impastata dal sonno e gli occhi assonnati, mi chiede di far meno chiasso.
D'altronde è pomeriggio, e abbiamo dormito per ben 2 ore...dopo quel che è successo!
Invece, non la smetto, gli salto addosso felina e allaccio le gambe attorno la sua vita.
-Sei un angelo!Mi sento in forma!Anzi formissimissimissima!
-Nuova parola?
-Eh?
-Niente...ahaha.- ride dandomi un bacio sulla guancia.
E credo sia un modo di dirmi, che devo smetterla.
Scendo velocemente da lui, e gli sistemo la maglia sgualcita, dalla sottoscritta (ovvero me!).
-Scusa, scusami tanto.- chiedo gentilmente scusa.
Che idiota che sono.
-Fa nulla.
-Vabbhè.- sorrido.
Anzi, sorridiamo, all'unisono.
Mi scuote i capelli, da farmi sembrare una pazza, e mi sorpassa dirigendosi in cucina (colazione pomeridiana...eh!).
-Vieni?
-Sisi!- dico immediatamente.
Ma non perchè...c'è lui!
Ma perchè posso ritornare a credere che sto camminando per davvero.
Spero solo che l'Arena si allontani dalle mie gambe e che mi colpisca da un'altra parte.
Lo dico con permesso, eh!
Non vorrei mica che mi sparassero una pallottola proprio adesso?!!
Ah, nuova novità: armi da fuoco.
Fortunatamente, ai tributi non sono permessi, solo i Pacificatori ne hanno alcune.
STUPIDO DISTRETTO 1!
Dopo esserci vestiti, andiamo insieme a farci una passeggiata al piano terra.
-Ehi bamboccioni.- non è la voce di Beth, o della nera del primo.
Loro sono MORTE.
Io mi giro spavalda, mentre il mio compagno è spaventato dalla prossima reazione dei Favoriti (per adesso ci stanno solo due femmine e due maschi non vincitori del primo e del secondo distretto).
Un ragazzo ci si avvicina, e facendo voce seria ci chiede perchè siamo lì.
SEMPLICE.
CHE DOMANDA STUPIDA!
-Scusate, la passeggiata non esiste al vostro paese?- chiedo con un sorrisetto malizioso sul viso.
Buon modo per sorprenderli, e per farli arrabbiare.
Non voglio fare a botte, solamente fargli credere che sono più di quanto pensassero (ovvero una bambina buona-a-nulla).
NON LO SONO!
-Mhh...- il ragazzo mugugna, e se ritorna al gruppetto, sussurrando di andarsene.
Infatti tutti mi guardano con sfida, mentre David credo si sia messo più 
paura di me (dentro di me, non fuori...).
Gli prendo un braccio, e lo incito a continuare la piccola passeggiata fra noi.
-Possiamo passeggiare fuori il Palazzo?- chiedo, ne voglio sapere qualcosa del mondo di fuori.
Qui....qui... è così monotona la vita.
Va ad esercitarti, mangi, ti rilassi, e qualche programma per la sera ci sta certamente per te!
Scendo le scale velocemente e lui mi urla contro dicendo :Sali! Sali! E se ti scopre qualcuno?
Io corro felice, dicendomi che non mi importa un fico secco di quel che dice, quando alzo le mani perchè un Pacificatore mi punta al capo con una pistola, anzi...credo che quel "oggetto" si chiami mitra.
Mi devo mettere paura?
Credo di sì.
Sono un mare di guai.
La prossima volta, statemi lontani!
Devo smetterla.
  
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