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Autore: la luna nera    18/04/2014    3 recensioni
In una notte umida del 1866 un giovane appartenete all'aristocrazia inglese scompare nel nulla senza lasciare alcuna traccia. La leggenda nata intorno alla sua persona passa attraverso gli anni e giunge fino ai giorni nostri per finire in un libro sugli scaffali di Aesothèria, uno dei negozi più esoterici di Londra gestito da Garrett con la sua ragazza Daisy. Qualcuno però si intrometterà nella loro vita creando non poca confusione. E questo qualcuno viene da lontano, molto lontano. Nel tempo.
L'amore riuscirà ad andare oltre le barriere del tempo?
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Mel era semi distesa sul divano con il telecomando in mano, indossava il suo adorato pigiamone blu con le stelline ed aveva ai piedi una paio di calzini fatti a maglia color giallo limone. Stava facendo zapping in cerca di qualcosa di interessante in TV quando qualcuno suonò il campanello.
Non attendeva visite, chi poteva essere? Prima di andare ad aprire si guardò allo specchio… Beh, non era certo nei panni adatti a ricevere ospiti… Pazienza! Si prenderanno un bello spavento nel vedermi così. Pensò prima di aprire la porta. E invece fu lei a prendersi un bello spavento quando si trovò davanti Daisy con un vistoso ematoma in una guancia. Notò anche l’angolo della bocca sporco di sangue e gli occhi gonfi di lacrime. I suoi abiti erano sporchi di terra ed aveva graffi quasi dappertutto.
Fece accomodare l’amica sul divano e si precipitò a prendere del ghiaccio e la cassetta del pronto soccorso. Tentò di medicare le ferite senza chiedere spiegazioni che avrebbero peggiorato il suo stato d’animo. Preparò una tisana calmante, la mano di Daisy tremava ancora, sorreggeva con qualche difficoltà la tazza. Ultimamente alla sua amica ne stavano accadendo di tutti i colori ed aveva la netta sensazione che ci fosse un collegamento fra gli ultimi avvenimenti e i misteri legati a Swanlake Palace. Che ci fosse quello strano individuo dietro tutto questo?
 
All’improvviso mancò l’elettricità. Contemporaneamente Mel percepì qualcosa di anomalo. Iniziò a fare profondi respiri, esattamente come quando stava per manifestarsi uno spirito nelle sedute che guidava. Accese una candela: gli occhi di Daisy erano un tutt’uno con il terrore, era quasi paralizzata. Strinse forte la mano dell’amica tentando di tranquillizzarla un po’. Si voltò quindi verso la finestra del terrazzo e scorse un’ombra: voleva sbagliarsi, ma si trattava di quel misterioso spirito o presunto tale di Swanlake Palace. Si, era proprio lui, i sintomi percepiti erano gli stessi che si presentavano con quell’entità.
“Chi sei? Che cosa vuoi?” Respirò affannosamente. “Perché segui la mia amica?”
“Ha bisogno di aiuto, stalle vicino.” Dette queste parole con voce calda e pacata, fu come inghiottito dalla parete, scomparve nella notte e come per incanto tornò l’elettricità nell’appartamento di Mel.
Daisy era rannicchiata come un gattino impaurito, tremava come una foglia e teneva gli occhi fissi sull’amica. Aveva sentito le parole del fantasma e forse furono proprio quelle a farla tornare in sé. “Mi ha seguita.” Con un filo di voce riuscì ad uscire dal silenzio.
“Si. Ha detto che hai bisogno di aiuto. E che devo starti vicina.” L’abbracciò. “Che bastardo, ti concia così e….”
“Non è stato lui a farmi del male.” Mel spalancò gli occhi. “E’ stato …Garrett.”
La bocca della ragazza si aprì in un grido strozzato di incredulità. Era incapace di pronunciare qualsiasi suono. Bastardo maledetto! Come si era permesso?!
“E’ colpa mia.”
“Che vuoi dire?”
“Sono andata a fare un sopralluogo a Swanlake Palace…”
Ancora quel luogo. “Cosa c’entra questo? Perché sei andata lì?”
“Non lo so. C’è qualcosa che me lo chiede con insistenza, non so cosa sia ma sentivo di doverci andare.” Guardò in faccia l’amica in cerca di comprensione. “C’è una continua attività paranormale, anche se non era così intensa come l’altra notte.”
“E poi? Che è successo?”
Esitò un istante prima di proseguire. Ritenne opportuno tenere nascosto il ritratto anche a Mel per il momento. “Sono arrivati Garrett ed Edward. Io me ne volevo andare e“ respirò profondamente “Edward diceva che non era sicuro restare lì, ma Garrett voleva passarci la notte con me e… Poi non so cos’è successo, gli è come mancata l’aria ed io me la sono data a gambe…” Fece una pausa, bevve un sorso di tisana e proseguì. “Quando Garrett mi ha raggiunta puzzava di alcool e non ragionava più. L’ho respinto e… puoi immaginare.” Scoppiò a piangere, versando lacrime dense di amarezza e disperazione. Si, perché iniziava a rendersi conto di essere in un bel guaio… Aveva paura di Garrett, in cuor suo iniziava a pensare di mollarlo, ma alla luce di quanto accaduto temeva che non sarebbe stato semplice. E neanche indolore.
 
Per  il resto della serata non entrarono più nell’argomento, le ferite superficiali di Daisy erano niente rispetto a ciò che sentiva dentro. Non voleva denunciare l’accaduto, temeva ritorsioni nei suoi confronti dall’uomo che sosteneva di amarla. A volte si chiedeva come fosse riuscita a stare con lui. Garrett era un tipo affascinante e per certi versi strano: aveva un’intelligenza non comune, un fisico da paura, era un esperto di esoterismo e fenomeni paranormali, credeva fermamente nell’esistenza di spiriti ed esseri provenienti da altri pianeti, conosceva tutte le storie sui misteri su cui fin dall’antichità si interroga l’uomo ed era l’unico che non l’aveva presa per pazza quando affermava di credere nei fantasmi. Forse era quest’ultima cosa che l’aveva spinta ad accettare tutte quelle uscite con lui. All’inizio era carino, comprensivo, gentile, persino dolce e affettuoso. Pian piano era venuto fuori il suo carattere dominante, per certi aspetti aggressivo e perverso, era geloso di lei e mal sopportava certi sguardi da parte di altri uomini. La cosa all’inizio la lusingava, ma col passare del tempo iniziava a sentirsi chiusa in una gabbia della quale solo lui teneva la chiave.
Prima di allora mai si era permesso di alzare le mani su di lei, si era solo limitato alle parole nonostante a volte ci fosse andato pesante. Aveva sempre sopportato tutto quanto per amore, ma ultimamente iniziava ad avere seri dubbi su ciò che veramente provava per lui.
 
 
Il mattino successivo profumava di quell’umidità tipica che caratterizza Londra.
Le due ragazze passeggiavano per i viali in direzione del bar che ogni giorno sfornava quei cornetti deliziosi, gli unici in grado di dar loro la giusta energia per affrontare la giornata. Le foglie degli alberi di Hyde Park si stavano accendendo dei colori dell’autunno che, immersi nella nebbia, offrivano un delicato tocco di colore al grigio circostante.
Daisy aveva timore di incontrare di nuovo Garrett. Quando aveva alzato le mani su di lei era ubriaco, chissà se si ricordava l’accaduto. Mel non se l’era sentita di lasciare sola l’amica, Garrett non le era mai piaciuto, lo riteneva arrogante e prepotente, sarebbe stata capace di lanciargli dietro qualunque cosa le fosse capitato sotto tiro se solo si fosse azzardato di nuovo ad alzare le mani sull’amica. Le ragazze furono colte da stupore quando, giunte a pochi metri da Aesothèria, notarono tutto chiuso. La prima cosa che saltò loro in mente era che quel cretino avesse fatto qualche altra pazzia e si trovasse in una stazione di polizia sotto torchio.
Daisy si guardò attorno, Mel aveva avvertito una strana presenza. Poteva essere…?
 
“Il tuo ragazzo si è preso una bella sbronza.” Una voce maschile proveniente dalle loro spalle le fece sussultare e tornare alla realtà.
“Oh, Edward, sei tu.”
“Come stai?” La domanda era palesemente rivolta a Daisy.
“Meglio… ma aspetta un attimo. Come fai a saperlo?” Vuoi vedere che quello stronzo aveva assistito alla scena senza muovere un dito?!
Il giovane ebbe un attimo di esitazione. “Sapere cosa?”
“Perché mi hai chiesto come sto?”
“Hai un livido in faccia.”
“Ah.” La ragazza si portò una mano sulla zona contusa. “Oh, non è niente. Ho solo avuto un piccolo incidente.”
“Sicura?”
“Certo .” Daisy non era del tutto convinta che si fosse bevuto la scusa. E un particolare le venne alla mente. “Scusa, come sai della sbronza di Garrett?”
“Quando se n’è andato aveva con sé cinque bottiglie di birra e una di whisky. Mi ha invitato a fargli compagnia ma purtroppo sono astemio. Quindi ha iniziato a riempirsi lo stomaco di alcool ed è venuto a cercarti.”
“E tu l’hai fatto andar via in quelle condizioni?!”
“Non sono mica la sua bambinaia!”
“Ah, voi uomini siete tutti uguali.” Sibilò Daisy dirigendosi verso l’ingresso del negozio ed aprì. I suoi occhi caddero su quel libro in vetrina: il giovane Harringhton era lì come ad attenderla. Immediatamente la sua mente tornò al quadro nascosto, alla perfezione del volto, all’intensità degli occhi dai quali erano sgorgate delle lacrime, alla sua silenziosa richiesta di aiuto. Possibile che quella storia stesse penetrando nel suo cuore così intensamente da farla isolare dal resto del mondo? C’erano troppi misteri attorno a quella figura inghiottita nel nulla, voleva, anzi, doveva saperne di più. E il primo passo da compiere era dentro quel libro.
“Daisy… Daisy!”
“Eh? Scusa Mel.. Dicevi qualcosa?” Guardò la ragazza ed Edward.
“Sei sicura di star bene?”
“Io… non lo so.”
“Dovresti farti vedere dal medico.” Osservò il ragazzo.
“Già, forse hai ragione.” Si sedette dietro il bancone per accendere tutte le luci e in quel momento in negozio entrò Garrett.
“Ciao raggio di sole.” Si avvicinò a Daisy e la baciò con la sua solita voracità. “Ho passato una nottata che non vi dico! Ho bevuto un sacco ed ho vomitato fino all’alba nel bosco attorno alla villa del bastardo.” La sua solita finezza. “Ehi piccola, ma che hai fatto al viso?” Wow, si era accorto solo allora dei lividi della ragazza, una vera volpe. “Fammi indovinare: è stato il fantasma!”
Mel fissò l’amica negli occhi: capì al volo che non gli avrebbe mai detto la verità. “No.” Intervenne la medium. “Un fantasma non può ridurre una persona vivente in quello stato.”
“Ti ricordo che quello non è uno spettro come lo intendi tu. E poi Mel, ti fai i cazzi tuoi ogni tanto?”
“Ok, ok! Non agitarti così! Dimmi solo una cosa Garrett: ti ricordi cos’hai fatto mentre eri sotto sbronza?”
“Te l’ho detto, ho vomitato! Vuoi altri dettagli?”
Un’altra battuta simile e gli avrebbe lanciato dietro qualcosa. “E poi?”
Non rispose, negli occhi aveva un’aria di sfida che iniziava a contenere a fatica. “Non verrai ad accusarmi di averla picchiata?!” Strinse i pugni. L’aria si stava elettrizzando, quello non tollerava accuse del genere. Edward era in disparte, impassibile ed enigmatico, seguendo battuta dopo battuta senza mai aver distolto lo sguardo da Daisy che mostrava ancora segni di paura negli occhi.
 
“Io vado dal medico.” Daisy si defilò fra gli espositori del negozio ed uscì. Non aveva nessuna intenzione di farsi visitare, voleva solo allontanarsi da Garrett. Man mano che passava il tempo, sentiva di non provare più quel sentimento che l’aveva fatta avvicinare a lui. Non dipendeva dagli ultimi avvenimenti, ma da qualcosa, o meglio, qualcuno, che le stava catturando il cuore e la mente.
Edward uscì senza che Garrett se ne curasse, tanto era preso dal battibecco sorto con Mel. Tentò inutilmente di raggiungere Daisy, in qualche modo voleva aiutarla ad uscire da quella situazione, si sentiva in parte responsabile di quanto era accaduto e non lo sopportava proprio. Era rischioso sia per lui che doveva custodire il suo segreto, sia per lei che non era al sicuro fra le braccia violente di quel deficiente. Ma qualcosa doveva pur fare.
 
Daisy rientrò nel suo appartamento, situato in una mansarda dalla quale si godeva una vista meravigliosa sulla città. Si buttò sul letto, il cuore le batteva forte, ma si sentiva al sicuro lì fra quelle mura. Non aveva voglia di vedere nessuno, voleva starsene in santa pace e tentare di far chiarezza dentro di sé.
Perché Swanlake Palace esercitava su di lei quel fortissimo richiamo? Perché il ritratto piangeva?  Perché tutto questo stava accadendo proprio a lei?
Frugò nella sua borsa ed estrasse il libro sul giovane Harringhton. Ne accarezzò il ritratto in copertina ed iniziò a sfogliare le prime pagine con le mani che le tremavano come quando stiamo per scoprire un regalo che attendevamo da tempo e la cui attesa ci ha riempiti di emozione.
I minuti scorrevano come le parole che affollavano le pagine del libro il cui contenuto si imprimeva attimo dopo attimo nella mente della ragazza. Quanti intrighi, quante presunte maledizioni si celavano dietro la famiglia Harringhton! La loro storia era costellata di eventi funesti, morti misteriose, matrimoni d’interesse dietro i quali si intrecciavano trame oscure e osceni tradimenti…. Insomma, tutto faceva pensare ad un romanzo!
Le vicissitudini del giovane, il cui nome completo era Edward Aloysius Rupert Gregory Lewis Harringhton, Duca del Somerset, si interrompevano in modo brusco e misterioso in una notte dell’autunno del 1866. L’ultima volta che era stato visto si trovava in una osteria con amici. Poi il buio. Era fatto noto la grande inimicizia con la famiglia Millstone motivo in più per ipotizzare un loro coinvolgimento nella sparizione. Ma prove concrete apparentemente non ce n’erano.
Il suo cuore batteva forte, si era emozionata troppo nel leggere quella storia incredibile, nel suo stomaco iniziava a muoversi qualcosa… Farfalle? Coleotteri? Colibrì? Colombi? Qualsiasi altro pennuto in grado di provocare tutto quel malessere? O sensazione meravigliosa? Sapeva bene cosa voleva dire l’espressione “farfalle nello stomaco”… Possibile che un libro, un ritratto e il semplice pensiero di quel ragazzo scatenasse in lei tutto questo?
Poggiò il libro sul comodino ed entrò in bagno per farsi una bella doccia rilassante, ne sentiva troppo il bisogno.
Trascorse non più di dieci minuti sotto l’acqua e quando rientrò in camera sua notò una rosa in fondo al suo letto ed il computer acceso.
Il panico iniziò a scorrerle nelle vene.
 
Chi si era intrufolato nel suo piccolo nido?
 
 


 
Ciao a tutti! : )
Come reagireste se foste al posto di Daisy?
La vostra metà vi picchia perché ubriaco e nega di averlo fatto, avete la sensazione di essere nelle mire di un presunto fantasma che vi sta occupando cuore e mente e all’improvviso nella vostra casa compare una rosa e trovate il computer acceso…
Sarà lui che le sta per fare visita? O Garrett ne ha studiata un’altra delle sue?
 
Ringrazio fin d’ora che vorrà lasciare un commentino piccolo piccolo. Sarei felicissima di scambiare due parole con voi che leggete….
 
Un abbraccio
La Luna Nera

BUONA PASQUA A TUTTI!!!!
  
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