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Autore: Seiko e Yumiko    14/07/2008    10 recensioni
Ma soprattutto, fatto ancora più eclatante, lei non si era fatta vedere per tutto il pomeriggio.
Cominciava quasi a sperare che forse, almeno per quel giorno, l’avrebbe risparmiato, quando alcuni lievi passi infransero in un istante tutti suoi sogni di pace e tranquillità.
<< Neji nii-san! >>
Storia di un normale pomeriggio a Villa Hyuga.
Ovvero, quando proprio non sai dire di no.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Barbie e Peluches
[NejiHina Version]

Nei quartieri alti di Konoha, dove sorgevano le ville dei clan più nobili, era solita regnare una placida tranquillità. Niente urla, niente piatti rotti, niente porte sbattute. Pace, insomma, una quiete che sembrava destinata a durare in eterno.
Ma Neji, dall’alto dei suoi 7 anni di esperienza, sapeva perfettamente che in realtà si trattava di apparenza, della quiete che precede la tempesta.
Mollemente sdraiato sul letto, con il mano il terzo ghiacciolo della giornata e sotto gli occhi l’ultimo numero di “Astri Amici: Come Conoscere e Seguire il Proprio Destino”, chiunque avrebbe giurato che stesse semplicemente godendosi i raggi di sole che filtravano dalla finestra.
In realtà, Neji attendeva, con lo stoicismo di un condannato a morte che si trattiene a forza dal mettersi a piangere.
Perché, lo sapeva, finora era andato tutto troppo bene per poter durare.
All’Accademia aveva preso ‘Ottimo’ nella verifica sulle Abilità Innate, e quel maledettissimo Uchiha soltanto ‘Distinto’.
Nell’ora di Taijutsu aveva potuto spiegare in termini pratici al sopracciglione scemo che lo stile del ‘pugno gentile’ degli Hyuga non era poi così gentile se ti prendeva in pieno stomaco.
A pranzo Tenten aveva deciso di unirsi alle altre bambine pettegole invece di stressarlo con la sua insopportabile parlantina.
Ma soprattutto, fatto ancora più eclatante, lei non si era fatta vedere per tutto il pomeriggio.
Cominciava quasi a sperare che forse, almeno per quel giorno, l’avrebbe risparmiato, quando alcuni lievi passi infransero in un istante tutti suoi sogni di pace e tranquillità.
<< Neji nii-san! >>
Ecco, appunto.
Resistendo all’impulso di nascondersi sotto il letto e non riemergere mai più, Neji si impose di rimanere immobile quando la maniglia si inclinò delicatamente e la porta si aprì piano, mostrando l’ultima immagine che avrebbe voluto vedere in quel momento: capelli corvini a incorniciare il viso pallido, occhioni color ghiaccio, manine intrecciate ed espressione angelica, sua cugina Hinata gli sorrise timidamente mentre si richiudeva la porta alle spalle, e Neji ebbe la certezza di essere irrevocabilmente, definitivamente in trappola.
<< Nii-san, ti andrebb... >>
<< No. >> la interruppe lui, lapidario, congratulandosi mentalmente con sé stesso per la freddezza che riuscì a mantenere quando lei inclinò timidamente la testa, abbassando lo sguardo.
<< Ma nii-san, non hai ancora sentito cosa volevo chiederti... >> protestò debolmente lei, mordendosi il labbro.
Effettivamente, Neji aveva cantato vittoria troppo presto. Davanti all’espressione affranta della cugina, dovette fare un immenso sforzo per impedirsi di correre ad abbracciarla e assecondare qualunque assurda richiesta gli avesse fatto.
Invece, si limitò a raddrizzarsi a sedere sul letto, evitando accuratamente di incrociare il suo sguardo.
<< Non mi interessa. Non ho nessuna intenzione di giocare a “La signora Smith prende il thè” o “La signora Smith porta al parco il figlioletto”! È umiliante. >> concluse gelido, rabbrividendo ancora al pensiero del pomeriggio precedente passato a organizzare una sfilata di moda per barbie.
Hinata rialzò il capo, gli occhi improvvisamente lucidi, e Neji sentì la sua volontà oscillare paurosamente davanti a quell’espressione afflitta.
<< Senti, Hinata, sono stanco, va bene? >> sbuffò, irritato << All’Accademia ho avuto la verifica di matematica, va bene? Perciò oggi proprio non… >> ma si interruppe all’improvviso non appena vide la cugina avvicinarsi timidamente.
<< Tu mi vuoi bene, nii-san? >> domandò, torcendosi le mani in segno di nervosismo.
Neji rimase a dir poco spiazzato, avvampando di botto.
<< Cos... Io... Ma che... >> boccheggiò, facendo cadere il ghiacciolo sul pavimento. << M-ma certo! >> riuscì a esclamare, maledicendo mentalmente l’improvvisa balbuzie che sembrava aver deciso di abbandonare la piccola Hinata per attaccarsi a lui. La cugina sorrise in ringraziamento, per poi tornare immediatamente seria.
<< Allora perché non vuoi mai giocare con me? >> continuò, con un’innocenza disarmante.
<< No, è che... l’Accademia... la verifica... >> balbettò Neji, gesticolando frenetico.
Sentiva i suoi propositi di non cedere davanti a quell’espressione da cucciolo andare inesorabilmente a quel paese, e il suo orgoglio con loro. Perché, per quanto si sforzasse di negare e fare il duro con gli altri, Neji non sapeva assolutamente resistere alla cugina.
Era più forte di lui. Ogni volta che vedeva il volto angelico di Hinata adombrarsi di tristezza, il desiderio di rassicurarla, di stringerla, di abbracciarla vinceva sull’immagine di freddezza e autocontrollo che il resto del mondo venerava.
Semplicemente, si scioglieva. Perché, nonostante tutto, le voleva bene.
<< Oh, va bene, d’accordo! >> sbottò, scendendo di malagrazia dal letto ed evitando per un pelo il ghiacciolo sciolto << Purché non sia niente che abbia a che fare con bambole e altre diavolerie del genere... >>
Hinata annuì solenne, illuminandosi.
<< Grazie, nii-san! >> disse dolcemente << Pensavo che potremmo giocare con i miei peluches! >>
Al pensiero delle decine di orsacchiotti assatanati che lo attendevano in camera della cugina, Neji considerò seriamente l’ipotesi di emigrare in qualche paese dall’altra parte del globo e cambiare nome.
Ma quando Hinata gli prese delicatamente la mano conducendolo fuori dalla stanza, ebbe la certezza che per quel sorriso così radioso e quella manina stretta nella sua, avrebbe affrontato anche un esercito di dannatissimi peluches. Dopotutto, con lei vicina, non potevano essere così terribili.
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Spazio Autrice

Lo so che non ha senso.

Insomma, vi pare che Neji debba avere paura di una creaturina dolce e indifesa come Hinata?
Ma dai!
Solo che mi piaceva l’idea di questo rapporto un po’ ambiguo, in bilico tra amore e odio, con quel pizzico di ingenuità dei bambini.
Perciò, questo è quel che ne è uscito!
Ditemi voi cosa ne pensate. ^.^

  
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