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Autore: Blood Red Wallflower    18/04/2014    0 recensioni
La sedicenne Ellen Adams vive in una cittadina di provincia con suo padre e il suo gatto. La vita lì è monotona e noiosa, ma presto cambierà qualcosa...
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-Prof, non mi sento molto bene.- mento
-Non so cosa dirti signorina Adams! Prova ad andare in bagno- mi consiglia Mr. Taylor
Recito la parte ed esco dall’aula. Cerco di mantenete la calma ma sono troppo curiosa, così mi avvio verso il secondo piano a passo di marcia. Aaron sta lavando il pavimento del corridoio e mi guarda insospettito, però rimane zitto, lui non dice mai niente. Salgo le scale e mi avvicino alla porta del ripostiglio, mentre in cuore sembra un tamburo tonante di ansia.
Afferro la maniglia. Faccio un respiro profondo. Conto tre secondi. Abbasso la maniglia e…
 
I giorni successivi passano abbastanza tranquillamente, a parte per il fatto che quella domanda mi tormenta ogni stramaledetto momento: “Chi ha scritto quel biglietto?!”.
Alle 10,38 sono uscita dall’aula.
Alle 10,39 ho salito le scale. Aaron mi ha guardata male.
Alle 10,40 precise ho aperto la porta del ripostiglio del secondo piano.
Alle 10,41 ero rannicchiata sul pavimento del ripostiglio del secondo piano, con il nodo in gola, nel bel mezzo di una crisi esistenziale.
“Perché?” rimbombava nella mia mente. Perché, quando avevo aperto la porta di quel fottutissimo ripostiglio del secondo piano, le uniche cose che c’erano ad aspettarmi erano il carrello delle pulizie e delle scope? Perché non c’era nessuno lì dentro? Perché mi avevano riempito come un uovo di false speranze?
Le lacrime cominciarono a rigarmi le guance rosse di rabbia e sconforto. Inizialmente provai a trattenermi, ma poi mi lasciai andare. Tanto ero sola, non c’era nessuno lì ad aspettarmi.
Ma sapete una cosa? Il problema sono io. La colpa è mia, mia e basta. Sono io a credere determinate cose, io a cambiar umore per ogni piccolo dettaglio. Se mi si viene data qualche attenzione in più, io ci credo. Credo ai dettagli. E la colpa è soltanto mia, ci casco. La colpa è mia, che so di affezionarmi subito alle persone, nonostante sappia già di sbatterci la testa. Nonostante sappia di farmi male. Nonostante tutto.
Tornai in classe e dissi ad Isabel, Liz e Matthew che era solo uno scherzo, e ci risi su, ma in realtà dentro mi sentivo morire.
 
Due giorni dopo Bel mi ha trascinata al centro commerciale, usando la scusa che le serviva un vestitino nuovo per la festa, ma in verità il suo armadio è talmente pieno che sta per scoppiare. Siamo andate da H&M, e ha comprato un abito color pesca che si abbina perfettamente con la sua carnagione olivastra e i suoi lunghi capelli castani.
Quando stavamo per andare a pagare, si è bloccata di colpo e mi ha indicato un vestito turchese appeso sugli stand davanti ai camerini. -Tesoro DEVI provarlo. Ti starebbe da dio!- mi esclama euforica. Ridacchio felice del suo entusiasmo e acconsento.
-Sei bellissima- mi dice Bel a bocca aperta quando esco dal camerino. Faccio una giravolta e la gonna si muove dolcemente ricordandomi le onde del mare.
-Già.- afferma una voce maschile. Mi volto di scatto, sorpresa dal sorriso di Steve, mentre i suoi occhi mi scorgono dalla testa ai piedi. Arrossisco per il complimento e mi affretto divagare: -Ciao! Cosa ci fai qui?-
-Ho accompagnato la mia sorellina, oggi è il suo compleanno ed è venuta a scegliere un regalo.- risponde indicando una bambina che guarda delle magliette a cuori.
-Ma è adorabile!- dice Bel osservando Fanny.
-Non fidarti delle apparenze, è una piccola peste- ride Steve, seguito a ruota da noi due.
-…sei bellissima con quel vestito Elly- mi dice sincero. Arrossisco violentemente e rispondo timida: -Oh magari fosse vero, grazie-
-Tesoro, se te lo dice un ragazzo bello come lui, devi prenderlo.- dice Bel decisa, guardando la gonna mossa da pieghe delicate.
Sorrido allegramente. Meno male che ho i miei amici.
Andiamo alla cassa, e non faccio neanche in tempo a tirare fuori il portafogli, che Isabel ha già pagato entrambi i capi. Ancora prima che possa aprire bocca, mi interrompe dicendo: -Zitta, faccio io.-
-Non importa Bel!-
-Non posso neanche regalare una cosa alla mia migliore amica?!- domanda fingendo di essere offesa. Rido e le do un bacio sulla guancia.
 
Dopo H&M siamo andate in profumeria e mi sono comprata un lucidalabbra rosa confetto che mi ha consigliato la commessa del negozio, poi a casa.
Mi sono addormentata felice quella sera, senza quella assillante domanda che ronzava per la testa.

 
 

*SPAZIO AUTRICE*
Salve gente! ^-^
Ecco qua il capitolo quattro! Ve gusta? L’ho scritto con voglia e spero vi piaccia :)
Che altro dire? Per ora è tutto. Recensite in molti e buona Pasqua!
Saluti e baci. Ele.
 

  
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