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Autore: Alhena_n    18/04/2014    0 recensioni
Si è disposti a sacrificare tutto per amore?
Genere: Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Una figura slanciata sfrecciava lungo i viottoli del mercato di Iko.
Il cappuccio copriva i corti capelli azzurri.
Sopra la spalla reggeva il bottino di una giornata passata ad ascoltare le inutili chiacchere dei commercianti in modo da distrarli  per poi rubare furtiva la merce.
Di solito andava tutto bene e nessuno se ne accorgeva,o perlomeno,riusciva a dare l'idea di essere una così brava ragazza che nessuno l'avrebbe mai denunciata ai Tika.
Evidentemente questa volta non era andata molto bene.
La  ragazza correva facendosi strada fra la folla della mattina che si accingeva a ritornare a casa per il coprifuoco di mezzo dì.Le donne dalle vesti di lana grezza con le borse piene,i bambini con i sorrisi sul volto per aver visto i propri amici e gli anziani con i loro bastoni e il passo strascicato.
Non era facile sapersi destreggiare così agilmente fra le vie di Iko;ricoperte di ciottoli scivolosi e recintate da alte mura di pietra che impedivano la fuga a chiunque l'avesse tentata.
Nessuno poteva oltrepassare i confini della propria regione,se non facevi parte dei Tika,i confini erano delimitati da recinzioni in pietra o ferro a seconda della città e vigevano coprifuochi lungo tutto l'arco della giornata.
Il regime dittatoriale di Ly-June proibiva qualsiasi contatto fra le quattro regioni di Wenua:il Mania a est,il Koraha a sud,Iko a ovest e l'Hukapuo a nord.
Il terreno instabile non offriva un buon appoggio ai suoi piedi abituati al terriccio della foresta.Rischiò più volte di scivolare addosso a qualche passante ma giunta davanti ad un carretto malandato trainato da un piccolo asino denutrito le si presentò l'occasione di disfarsi una volta per tutte dei suoi inseguitori.
Con un balzo oltrpassò il carro e lo spinse sopra i Tika che erano ancora alla ricerca di un modo per passare oltre e raggiungerla.
Allontanatasi di almeno un centinaio di metri potè finalmente fermarsi e trovare un tetto abbastanza basso per essere scalato e non appena ne individuò uno perfetto non esitò a salirvici per godersi la scena da una prospettiva completamente diversa.
Sotto di lei si estendevano i piccoli viottoli della periferia che a loro volta si diramavano in viottoli sempre più piccoli fino a trasformarsi gradualmente in sterrato che veniva bruscamente interrotto dalle alte recinzioni elettrificate pattugliate giorno e notte da soldati che sembravano nati col mitra incorporato.
Le guardie stavano ancora setacciando le stradine della periferia alla ricerca della ragazza mentre lei,dal tetto piano di un'alta casa di pietra dove il sole picchiava sugli umidi cocci ai suoi piedi,ammirava l'orizzonte che conferiva una vista completa su Città Nuova.Dove povertà e denutrizione erano incubi legati al passato e alla periferia vicino al fiume.
A Città Nuova,coperta da un invisibile barriera elettrica a forma di cupola era vietato l'ingresso a chiunque non appartenesse ad una classe sociale elevata.Per mantenere pura la razza superiore,a dir loro.Ma nei cieli sovrastanti la cupola una densa nebbia nerastra,proveniente dalle fabbriche e dalle miniere,rompeva quell'equilibrio perfetto fra la foresta,che anch'essa veniva velocemente disboscata per poter alimentare le alte ciminiere,e llo stile elegante e puro dello Skyline di Città Nuova.
Un giorno,forse,anche lei sarebbe riuscita ad entrare nella città dove tutto è possibile.Forse quando sarà abbastanza grande chiederà a Zache di portarla con lui nelle miniere vicino alla cupola.E chissà che non riuscisse ad intrufolarsi oltre la barriera di sicurezza.
Un cigolio proveniente da una piccola porticina di legno la destò dai suoi sogni ad occhi aperti.
-Eccoti qua!Ti aspettavamo.-




La stanzetta dove Zache l'aveva condotta dopo il suo ritrovamento sul tetto puzzava di muffa e le pareti erano ricoperte da uno spesso strato di muschio.
Il ragazzo non le disse niente e si limitò a farle cenno di seguirlo lungo una buia rampa di scale che sembrava non avere fine.
-Chi mi sta aspettando?-chiese la ragazza.Ma nessuna risposta le arrivò dal giovane alto con i capelli marroni che la precedeva di qualche gradino,le riservò soltanto un'espressione truce e un dito posato a fior di labbra che le ordinava di far silenzio.
Capendo che non avrebbe ottenuto niente insistendo si arrese e non fece più domande nonostante ne avesse molte da porre.
Nessuno poteva sapere dove si trovasse.Come poteva averla trovata così facilmente e facendo sembrare il loro incontro un appuntamento già deciso precedentemente?
Conosceva Zache da quando era nata e lo considerava un fratello maggiore,malgrado il suo carattere taciturno e delle volte burbero che risultava l'esatto opposto del suo,gli voleva bene.Le si stringeva il cuore a vederlo in uniforme quando lei era la prima ad infrangere le regole e secondo la legge chiunque le trasgredisca deve essere condannato ai lavori,senza nessuna eccezione.Per questo il loro rapporto negli ultimi tempi incominciava a non essere più stretto come prima;sia a causa dei suoi continui viaggi sia perchè lei non riusciva a mentirgli perciò preferiva stargli lontano,e i loro incontri si facevano sempre più rari più il tempo passava.
Camminavano a ridosso del muro per non rischiare di cadere dagli stretti gradini.Ma nonostante il saldo appiglio riuscire a non cadere era un'impresa ardua.Era già passata una buona mezz'ora da quando si erano addentrati oltre la porta di legno marcio situata dietro  uno spesso strato di edera che nascondeva ,a chi non l'avesse saputo, il passaggio per chissadove da quanto ne poteva sapere.
Improvvisamente avvertì una corrente d'aria tiepida che riconobbe subito fra l'aria gelida che l'aveva avvolta per tutto il tragitto,ma nel buio non riusciva ad orientarsi e men che meno a stabilire la provenienza di quella leggera brezza che odorava di limone.
Dove la stava portando?
La sua fiducia nel ragazzo incominciò a tentennare.Poteva davvero fidarsi di lui?
Se glielo avessero chiesto due anni prima avrebbe certamente risposto di "si" senza esitare.Ma ora che era entrato fra le file già numerose dei Tika sospettava della sua amicizia.
-Ci siamo quasi.-esclamò Zache cogliendo alla sprovvista la ragazza che per l'ennesima volta rischiò di cadere,ma almeno ora non avrebbe più aspettato per sapere se poteva ancora riporre la sua fiducia nell'amico.




-Eccoci qua.Ne è valsa la pena vero?-
Si,ne era valsa davvero la pena.E per assistere a quello spettacolo avrebbe anche ripercorso cento volte la scalinata pur di rimanervici per sempre.
Davanti ai suoi occhi si apriva un giardino sotterraneo illuminato solo grazie ad un abile gioco di specchi sistemati lungo una grossa torre cava che riflettevano i raggi del sole fino al prato verde che sembrava un piccolo mare mosso dal vento.Ai lati della distesa di erba c'erano due vialetti ,dalle mattonelle rossicce che risaltavano in mezzo al colore del prato, costeggiati da alti alberi da frutta dalle fronde larghe.
Sotto una di esse Alhena notò la figura di un uomo curvo che  sedeva davanti ad un piccolo tavolo di legno.
-Non avrai intenzione di rimanere ferma lì tutto il giorno,vero?-chiese Zache ridendo per l'espressione di stupore simile a quella di un bambino che vede il cielo per la prima volta.
-No..cioè..ma cosa succede?-rispose colta alla sprovvista dalla domanda.
-Lo saprai a tempo debito.Ora seguimi.-ecco che ricominciava a fare il capo pensò Alhena alzando gli occhi al cielo.
Zache la condusse dall'anziano uomo col bastone passando dal sentiero.
-Eccoti- disse rivolgendo alla ragazza un sorriso debole.-Ce ne hai messo ragazzo.-continuò rivolto a Zache.-Fa niente.Ora non importa.L'importante è che ora voi siate qui.-
-Si, sono felice per lei,ma cosa sta succedendo?-chiese,ma non appena terminò la domanda una gomitata le arrivò dritta nel costato.
Ma prima che potesse aprire bocca il vecchio incominciò a parlare:
-Sai,mi ricordi molto tua madre,di tuo padre non hai preso molto,quasi nulla,se non per i capelli.Anche se i suoi erano più scuri.-
-Lei li conosceva?-
Nessuno le aveva mai parlato dei suoi genitori.Aveva sempre vissuto,dall'età di sei anni,per la strada.Di giorno al mercato e di notte sopra i tetti o qualche raro albero.
I suoi l'avevano abbandonata e l'unico ricordo che aveva di loro era la collana di cavansite che più volte avevano cercato di portarle via.
L'anziano annuì debolmente.Chinò il capo e prese un lungo sospiro,lo rialzò e il suo viso si era fatto più cupo:-Sai cos'è la Compagnia.-
Alhena rispose un flebile "si".Tutti conoscevano la Compagnia e quello che era stata.Era riuscita ad unificare i guerrieri più potenti e le menti più brillanti delle quattro regioni.Purtroppo fu sciolta all'ascesa di Ly-June che ne sterminò i membri.Molti però vociferavano che ne siano scampati alcuni allo sterminio.
-Anni fa promisi una cosa molto importante ad una persona di altrettanta importanza,ma...-
Uno degli specchi si staccò,piombò a terra e frantumandosi produsse un fragore  assordante che la costrinse a tapparsi le orecchie con le mani.Anche lei in preda allo stordimento cadde e  avvertì un dolore lancinante alla spalla.Riaprì gli occhi per vedere cosa avesse,sempre mantenendo le mani sopra le orecchie per proteggerle da un rumore altrettando forte di un elicottero.Non sapeva da dove provenisse,ma ne era preoccupata.
La spalla grondava di sangue che lordava la mantella.Provò a togliere il pezzo di vetro che le  si era infilzato ma la ferita le doleva troppo per rimuoverlo.
D'un tratto si ricordò di  Zache e il vecchietto.Non sapeva dove fossero e tantomeno non riusciva a capire chi fosse l'anziano e cosa stesse accadendo.
Tentando di trovare un riparo indietreggiò strisciando e tastando il terreno che era ricoperto di vetri.In poco tempo le sue mani si riempirono di tagli.
In mezzo al trambusto riconobbe delle voci sconosciute ma non sapeva da dove provenissero.
Arrivò vicino ad un albero e facendosi forza sulle braccia cercò di tirarsi su nonostante le mani  le dolessero solo a sfiorare la corteccia.
Una mano le toccò improvvisamente un fianco per tenerla ferma,un sussulto le attraversò il corpo e d'istinto provò a girarsi per colpire l'assalitore ma la sua presa era troppo salda.
L'ultima cosa che sentì fu un sussurro al suo orecchio mentre si addormentava in preda ad un sonnifero fra le sue braccia:-Benvenuta all'inferno.-






Vabbuò eccomi con un altro capitolo.
So di averci messo un pò troppo per scrivere un coso così corto,ma capitemi l'ho riscritto qualcosa come 4-5 volte un pò perchè non mi piaceva un pò perchè il mio pc non lo salvava.
Allora,so che forse si capisce poco e niente da questi due pezzi.Se avete dei dubbi scrivetemi,non mordo c:
Comunque,sono alla ricerca di una beta-reader. Chi ne conosce scriva sotto.
Come sempre non abbiate paura di darmi qualche dritta o se vedete errori commentate :)

Buona sera,buona notte,buongiorno o buon pomeriggio a tutti :)
Ci vediamo fra qualche settimana(spero poche)
Un bacione BAD_WOLF <3
  
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