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Autore: anis12    18/04/2014    1 recensioni
Lira, Ace, Rufy e Sabo. quattro ragazzini legati da una promessa. essere fratelli. ma quella promessa fatta con buone intenzioni, fatta con i sentimenti più felici, gioiosi... diventerà un'incubo. Jolly... pazzo, pericoloso, il suo obby: giocare con la vita delle persone. ma il suo passato? Haery, giovane in eterno? Lira ed Ace, amore impossibile?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro, Personaggio, Ciurma, di, Barbabianca, Marco, Monkey, D., Rufy, Sabo
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
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~~Capitolo 12

Lira si alzò in piedi. Guardò il campo di battaglia. Tutti i pirati esultavano. Tutti i marine avevano il viso sconvolto. Solo loro conoscevano il suo potere. Un Paramisha, per l'esattezza.
Sengoku era pronto ad attaccare. Le avevano dato 300.000.000 solo perchè se ne era rimasta buona per la maggior parte del tempo. Solo perchè era la figlia di Haeri
Sengoku prese a correre, ignorando completamente Marco, e si prestò ad attaccare Lira.
Il suo pugno era già alto.
Lira lo guardò, con aria minacciosa. Era lo stesso sguardo. Lo stesso sguardo che aveva fatto ad Ace la prima volta che si erano incontrati. Si pentiva di quello. Se non si fosse arrabbiata, forse, ora non sarebbero fratelli. Forse non si sarebbe innamorata.
-Yōyū Yōyū- pronunciò Lira.
I vestiti di Sengoku iniziarono a stritolarlo. Si accasciò a terra. I fili lo avvolsero, fino ad arrivare alla gola e iniziarono a stringere. Alcuni lo trafissero. Era immobilizzato. I marine erano terrorizzati. Sengoku era stato sconfitto. Impossibile. Garp, ora, guardava Lira con la paura negli occhi
-Rufy...dammi la tua giacca...-
-Ma...a cosa ti serve?-
-adesso lo vedi-
Lira rivolse lo sguardo verso la battaglia. Alcuni marine stavano scappando. Non erano molto furbi.
Tese la giacca.
-Yōyū Yōyū-
la giacca iniziò a roteare. Poi si sfaldò. I fili iniziarono a formare un tornado, piccolo. Poi il tornado iniziò a diventare sempre più grande. Enorme. Colossale. Lira lo teneva ancora nel palmo della sua mano.
Poi lo lanciò.
Il tornado si diresse contro i marine. Li stava risucchiando. Stava diventando sempre più grande. I marine continuavano a urlare disperatamente. Le loro espressioni di terrore spaventavano i pirati. I loro volti erano rigati dalle lacrime. Forse le loro ultime. Forse i loro ultimi istanti di vita.
Il tornado arrivava da terra fino alle nuvole più alte. Non era più fatto di fili, non solo. Arrivavano degli schizzi di sangue. Non si sentiva più urlare nessuno. Il tornado era diventato rosso. Iniziò a rimpicciolirsi su comando di Lira. Poi si trasformò in una grande sfera. Infine in una rete.
Dentro c'erano i corpi dei marine. Nessuno si muoveva.
Lira aveva ancora in mano il filo collegato a quella che doveva essere la giacca. Fece tornare a se tutti i fili e i corpi dei marine cascarono a terra, in un orribile tonfo.
Nella mano di Lira era tornata a formarsi la giacca di Rufy. Gliela porse.
-Ora possiamo andare...- disse Lira.
I pirati la guardavano allibiti, impauriti. Poi iniziarono le urla di gioia. La loro nuova sorellona era formidabile.
I tre fratelli si guardarono negli occhi. Chi era quella ragazza?

 

 

-i marine non sono morti- disse Lira sulla nave di Barbabianca, davanti a tutti i presenti.
-ma non si muovevano e abbiamo visto tutti le ferite...- disse un pirata.
-erano solo svenuti. Non ho abbastanza coraggio per uccidere così tanti marine. Anche loro hanno un'anima gentile. Me lo ha insegnato Coby...-
-hai incontrato Coby?- disse Rufy.
-si, venne a parlarmi mentre ero a Impel Down. Mi ha raccontato tutto. Sei diventato forte.-
-ma si può sapere che frutto del diavolo hai? Riesci a controllare i fili, ma il frutto ito ito è stato mangiato da Do Flamingo.-
-il mio frutto del diavolo si chiama Nuno Nuno. È diverso da quello di Do Flamingo, il mio è limitato.-
-per quale motivo?-
-io riesco a controllare tutti i tipi di stoffa, ma non riesco a crearla. Oltretutto non riesco a controllare ancora bene il mio potere, come avete visto. Io ho solo impartito un ordine preciso alla giacca di Rufy: “ salva i pirati, ma non uccidere i marine”. Poi ha fatto tutto lei.-
-Sei forte giacca- disse Rufy guardandola.
-c'è anche un'altra limitazione, visto che non riesco a controllarlo bene. Se non tocco la stoffa il mio potere non funziona.-
-Lira...- disse Ace.
-ti devo parlare...-


Andarono nella camera di Ace. Fuori c'era una tempesta e la nave continuava a dondolare pericolosamente. “Lira” pensò Ace
Nella stanza c'era il suo zaino per terra e alcuni libri che era riuscito a salvare dalla sua nave. Anche se non ci capiva molto, per lui erano preziosissimi.
Chiuse la porta.
-Ace- disse lei.
Ma non le diede ascolto. La abbracciò. Forse era troppo forte, ma non gli importava. Avrebbe potuto perderla. Mollò un po' la presa. Voleva vedere il suo volto. Bellissimo.
Toccò il suo sopracciglio destro, dove doveva esserci la cicatrice. Non c'era. Non era lei.
Si guardarono negli occhi. Una lacrima scese dagli occhi di Ace.
-idiota. Come hanno fatto a catturarti?-
-avevano pagato un'orfana per incastrarmi. Ero a casa e stavo passando per il centro della città. Una bambina mi si era avvicinata dicendo che sua madre stava male e che nessuno la voleva aiutare, non potevo lasciarla sola. Mi portò in un vicolo cieco e li mi misero le manette di algamatolite.-
-stupida...-
gli occhi di lui erano così tristi. Non ce la faceva più. Era troppa la tensione che aveva provato. Non era mai stato così male. Forse perchè era sua sorella. Giusto?
Ma voleva sapere. Voleva sapere cos'era successo hai suoi compagni.
-Lira, dimmi quello che sai...-

 

non poteva dire niente. Non era ancora nelle condizioni. Persino Barbabianca pianse alla notizia. Doveva stare zitta. Ma vedere il volto di Ace rigato dalle lacrime era peggio delle torture di Impel Down. Doveva andarsene dalla stanza.
-scusa Ace-
si girò. Stava per aprire la porta, ma cadde all'indietro per colpa di un'onda troppo alta. Era inciampata sui libri. Ace provò ad aiutarla.
Finirono una sopra l'altro.

 

Si era perso nei suoi occhi. Si sentiva male. Aveva i brividi. Non riusciva a reagire. Il cuore batteva. O non batteva più? I suoi occhi. Verdi. Grandi. Solo ora si era accorto che erano più scuri al centro. Solo ora si era accorto di quanto fossero intensi. E poi c'erano i suoi capelli. Erano diventati più scuri di come se li ricordava. Ora si potevano confondere con il nero. Erano lunghi. Lisci. Riflettevano la luce.
Qualche ciocca li divideva. Troppe poche. Ace spostò quelle ciocche. Le mise dietro il suo orecchio.

 

Erano a pochi centimetri di distanza, forse anche meno. Sarebbe bastato poco e i suoi sentimenti sarebbero stati liberi. Forse avrebbe ricambiato. Forse no. Ma a cosa sarebbe servito? Forse non si poteva più tornare indietro.
Lo guardò. Era diventato più alto. Più forte. Più uomo. Più tutto. I suoi occhi erano...
“BUONA FORTUNA, FRATELLONE”
scostò lo sguardo. Si alzò in piedi. Aprì la porta. Si fermò sulla soglia.
Per un attimo aveva pensato che sarebbe andato tutto bene. Stupida.
-scusa Ace, ma dovrai aspettare ancora un po'...-
non lo guardò nemmeno in faccia. Non ci riusciva.


Ace era li, in mezzo alla stanza. Per terra. Ansimava. Si portò una mano alla fronte. Sudore.





eccomi tornata da un viaggio in Francia con la scuola!!! mi sono divertita da matti, ma la voce è andata a farsi benedire!!! e fra due giorni devo cantare al coro del Duomo della mia città!! come faccio??? avete rimedi naturali efficaci??? H.E.L.P.!!!! Poi sono andata in discoteca!!! FANTASTICO!!!!! è per questo che ci ho messo un po' a mettere i capitoli!! Chiedo venia!!! sapete cosa c'era in Francia, nel mio hotel!!! la SCUOLA!!! E' UN TORMENTO!!!!!!

arrivederci dalla vostra ritardataria anis12
 

  
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