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Autore: Le Sorelle Tasse    18/04/2014    1 recensioni
Salve, popolo di EFP!
Siamo PuffolaMarty e ColeiCheDanzaConIlFuoco, due ragazze che si sono salvate a vicenda. E tutto grazie ad una splendida saga: Harry Potter.
La nostra amicizia è nata a gennaio dell'anno scorso su Pottermore, un sito tutto dedicato al nostro caro maghetto.
E ora, dopo più di un anno, è più salda che mai, tanto da spingerci a raccontarvela.
Allora seguiteci, nella Casa dei leali e dei pazienti, sulle orme di Melanie e Lucy, i nostri alter-ego.
Tra risate, pazzie e burrobirra ci sarà da divertirsi. Parola dei Tassi!
P.S.: Scriveremo un capitolo a testa per descrivere i nostri punti di vista; Melanie è ColeiCheDanzaConIlFuoco e Lucy è PuffolaMarty.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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L'amicizia, alla finesalverà anche noi


 





-Idestinchfatte incontrare-

 





A Lucy non erano mai piaciute le feste.

Quando le sue compagne di classe Babbane la invitavano ai loro compleanni, ogni volta, si inventava una scusa su due piedi per non andarci.

Però, all’arrivo della fatidica lettera per Hogwarts, si era fatta una promessa: non avrebbe mai più rifiutato un invito ad una festa.

Sarebbe diventata meno timida e più estroversa… come tutte le ragazze che aveva sempre invidiato.

Ma come dice un noto proverbio, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare… e non è facile scrollarsi la timidezza dalle spalle quando è sempre stata al tuo fianco per undici anni!

Questi pensieri turbinavano nella mente di Lucy Anderson, una ragazzina un po’ bassa ed esile come un tratto di matita, dagli occhi grigi e luminosi e i capelli castani, che se ne stava sprofondata in una poltrona della Sala Comune di Tassorosso stringendo tra le mani sottili un bicchiere di succo di zucca, mentre attorno a lei la festa prendeva vita.

Quella mattina a colazione, una sua compagna di dormitorio, Angi, era venuta da lei e l’aveva invitata a quella festa in Sala Comune, per festeggiare l’Epifania.

Lucy era pronta a formare una scusa, come di consueto, ma stavolta non lo fece.

Mormorò “Sì, verrò” con voce tremante e lasciò che Angi si allontanasse.

Com’era possibile? Lucy, fin dal suo arrivo ad Hogwarts, aveva sempre cercato di nascondersi: durante le lezioni si sedeva sempre all’ultimo banco, camminava rasente ai muri, parlava di rado.

Eppure, pensava, se Angi l’aveva invitata alla festa era perché in qualche modo la trovava una ragazza interessante.

Quindi, anche se in un primo momento pensò di fingersi malata, ci andò: forse quella serata avrebbe eliminato una volta per tutte la timidezza che l’opprimeva.

A quella festa c’erano tutti i ragazzi che aveva conosciuto di vista: oltre ad Angi, vide Alice, un’altra ragazza del suo dormitorio, Jack e Andrew, due ragazzi del loro stesso anno, e altri.

Come si divertono, pensò Lucy vedendo Angi che, tutta allegra, ballava un ballo movimentato insieme a Jack, e Alice che rideva a crepapelle insieme ad Andrew.

La ragazza sospirò e il suo sguardo percorse pigramente la stanza.

Attraverso i ragazzi che affollavano la Sala Comune, Lucy vide una ragazza che, come lei, se ne stava sprofondata in una poltrona, sorseggiando il suo succo di zucca con l’aria di chi è in mezzo alle nuvole.

La riconobbe subito: era Melanie Morgan, una studentessa del suo stesso anno, sua compagna di dormitorio.

Non appena la vide, Lucy si chiese come mai non l’avesse molto considerata dall’inizio dell’anno a quella parte.

Era come se l’avessero fatto apposta: in quei mesi, non si erano mai incrociate in dormitorio o nei corridoi, non si erano mai parlate, niente di niente.

Semplicemente si erano fatte ognuna i fatti propri.

Ma quella sera, Lucy la guardò più attentamente: anche Melanie, come lei, era di corporatura sottile, con lunghi capelli di un castano ramato che teneva raccolti in una treccia.

In un attimo, i loro sguardi si incrociarono. Gli occhi di Melanie sembravano dire: “Guarda, noi due non apparteniamo a questo mondo di feste!”. Sorrise timidamente, e vide che Melanie ricambiava.

Lucy pensò di alzarsi e di andarle incontro… quel sorriso sembrava spingerla a fare conoscenza con Melanie.

Stava per alzarsi e raggiungerla, ma vide che Melanie si era già alzata e le veniva incontro.

Aveva quasi raggiunto la poltrona dove alloggiava Lucy, quando inciampò nell’orlo del tappeto, svuotando su di esso tutto il succo di zucca rimasto nel bicchiere.

Fortunatamente era riuscita a reggersi al bracciolo di una poltrona, altrimenti sarebbe caduta nella pozza di succo, e Melanie dava l’impressione che se fosse caduta si sarebbe frantumata in mille pezzi, come una statuina di porcellana. Lucy scattò in piedi.

“Tutto bene?” chiese con voce timorosa.

“Sì, tutto OK… sono di una sbadataggine cronica, ormai ci ho talmente fatto l’abitudine che a volte me ne vanto addirittura!” rispose Melanie ridendo.

“Ahahah!”

Melanie si sedette sulla poltrona accanto a quella di Lucy, e iniziarono la loro prima conversazione.

“Non sono una tipa da festa” confessò Melanie, mentre le Sorelle Stravagarie esplodevano a tutto volume nella piccola radio appoggiata sul tavolino.

“Nemmeno io!” rispose Lucy, “Non mi sono mai piaciute… ma questa festa prometteva di essere diversa dalle solite babbane! Insomma, siamo ad Hogwarts!”.

“Infatti è proprio questo il pensiero che mi ha spinto a venire… pensavo di fingermi malata, avevo paura!”

“Anche io! Ma una festa magica potrebbe rivelare tantissime sorprese!”.

E mentre le due ragazzine si studiavano a vicenda, come se si vedessero per la prima volta, attorno a loro la folla di studenti si diradava.

La festa stava per giungere al termine: la radio trasmetteva le canzoni di Celestina Warbeck (‘Ci vuole qualcosa di più soft a quest’ora!’, aveva detto Angi mentre cambiava il CD), i ragazzi si ritiravano uno alla volta in dormitorio e qualcuno ripuliva la stanza con gratta e netta.

Angi, Alice, Andrew e Jack si avvicinarono a Melanie e Lucy.

Jack era tutto allegro come se avesse risucchiato quattro pinte di Whisky Incendiario, e canticchiava: “La Befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte, il cappello alla romana, viva viva la Befana!”.

Alice gli diede una sonora pacca sulla schiena: “Ahahah! Jack, vai a dormire che è meglio! Non sapevo che il succo di zucca avesse effetti collaterali!”.

Tutti scoppiarono a ridere.

Angi si rivolse a Lucy e Melanie: “Allora, compagne di dormitorio! Vi è piaciuta la festa?” chiese loro con un sorriso. “Oh sì, bellissima, grazie!” risposero in coro le due ragazze.

“Ne sono felice! Adesso andiamo a dormire… anche tu Jack, dormi che è meglio!” rise Angi.

“Buonanotte!” disse cordialmente Alice dirigendosi verso il dormitorio.

Nella Sala Comune rimasero solo Melanie e Lucy.

“Sono contenta di averti conosciuto, Lucy!” disse Melanie, guardandola negli occhi.

Lucy notò che i suoi occhi avevano la sua stessa sfumatura di grigio. Che coincidenza!, pensò.

“Anche io, Melanie! Però caspita, è da cinque mesi che siamo nella stessa Casa, nello stesso dormitorio, frequentiamo le stesse lezioni e passiamo entrambe i pomeriggi in Biblioteca… e non ci siamo mai parlate! È proprio una brutta faccenda, la timidezza!” esclamò Lucy.

“Già… menomale che adesso ho un’amica!” rispose Melanie con un sorriso.

“Ed io posso dire lo stesso. Ho fatto bene a venire a questa festa!”

“Anche io! Buonanotte, Lucy!”

“Buonanotte Melanie”.

Mentre guardavano la Luna che illuminava le tenebre fuori dalla finestra, sia Lucy che Melanie erano felici, perché incontrarsi per loro due aveva significato salvarsi a vicenda.

  
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