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Autore: LianaGrindcore    18/04/2014    1 recensioni
Il destino ha sempre deciso per la piccola, ormai cresciuta, Angie. All’età di soli sei anni si ritrova a dover combattere contro i vampiri. Angie non è la sola, è una delle prescelte. Cosa succederà quando tutto prenderà una piega diversa da quella che aveva programmato? (FanFiction modificata da Le Cacciatrici e i Vampiri).
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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3. Angylah Rye
 
 
La pioggia batteva forte sulle finestre, le serrande si muovevano a causa del vento scricchiolando ogni tanto. Non faceva nemmeno freddo essendo in estate ma con il tempo che c’era sembrava di essere in pieno inverno.

Angie mormorò qualcosa contro il cuscino mentre fissava la porta chiusa illuminata da una strana luce che proveniva dalle finestre. Si alzò lentamente per non far sveagliare Pumba che di tutta risposta allungà le zampe mettendosi comodo.

Vedeva tutto sfocato, si era appena svegliata ed aveva ancora troppo sonno. Si stropicciò gli occhi avvicinandosi alla finestra e guardò fuori. Venne colpita da una forte luce, per istinto si portò le mani agli occhi e lì le luci si spensero.

Guardò nel buio e capì che erano i fari di un auto rossa, un auto che conosceva bene ormai. Accanto alla macchina intravide un ombra, ci mise un po’ a capire che si trattava di Bill. Angie sorrise, guardandolo da sopra; era bagnato a causa della pioggia, i capelli zuppi e il viso libero dal trucco.

Non ci mise molto a raggiungerlo.
Aprì la porta e gli disse di entrare, in tutta risposta Bill le disse di uscire lei. Non ne capiva il senso dato che pioveva a dirotto ma non ci pensò due volte. A piedi nudi calpestò l’erba bagnata sotto di sé e lo raggiunse.

Angie aveva ancora il sorriso sulle labbra quando Bill incollò le proprio labbra alle sue. La ragazza fu colta di sorpresa infatti emise un suono indecifrabile mentre si faceva trasportare da quel bacio. Notò che Bill continuava ad essere gelido mentre lei, seppur sotto la pioggia e ormai zuppa, aveva le labbra che prendevano fuoco.

Bill lo trovava troppo piacevole quel calore, proprio per questo forzò di più il bacio facendo schiudere le labbra ad Angie. Quest’ultima sorrise leccandogli il piercing al labbro mentre il ragazzo le leccava il labbro superiore –“Sei così calda.”- sussurrò facendola indetreggiare fino all’albero e facendole poggiare la schiena sul tronco.

Angie gli morse il labbro –“Tu sei così freddo”- rispose cingendogli la vita con le gambe. Il ragazzo la premette contro il tronco mentre Angie gli cinse il collo con le braccia –“Perché non sei voluto entrare?”- chiese con un filo di voce.

Bill le accarezzò i fianchi –“Non invitarmi mai ad entrare, non invitare mai nessuno.”- non sembrava un ordine ma Angie annuì senza chiedere spiegazioni. Bill le lecco le labbra facendo scontrare il proprio piercing con le labbra di Angie.

Solo in quel momento Angie si rese conto che il ragazzo che stava baciando aveva un piercing alla lingua. Un piercing che la stava mandando letteralmente fuori di testa. Afferrò il piercing con i denti e Bill gemette di piacere mentre le calde dita di Angie gli accarezzavano la schiena.

Accarezzò le gambe nude di lei e si rese conto che indossava solo una magliettina e gli slip.
Sorrise sulle sue labbra, scese a baciarle il collo ed Angie chinò la testa all’indietro poggiandola al tronco. I canini di Bill si allungarono e quando vennero a contatto col caldo collo di lei Angie sospirò.

Le lecco un’arteria e poggiò i canini sulla vena pulsante.
La ragazza socchiuse gli occhi mentre Bill stava per affondare dentro di lei. Appena i canini toccarono la vena Bill venne scaraventato dall’altra parte sbattendo la schiena contro l’auto mentre Angie cadde al suolo spalancando gli occhi.




Spalancò gli occhi mettendosi velocemente seduta sul letto.
Pumba se ne stava ai piedi del letto ad abbaiare mentre Angie si passò una mano sulla fronte. Era sudata e non solo la fronte, era sudata su tutto il corpo. Si tolse la maglietta bianca, la sentiva ormai stretta, e rimase solo col reggiseno.

Si alzò dal letto avvicinandosi alla finestra; non pioveva, il prato non era nemmeno bagnato e non c’era un filo di vento freddo. L’auto di Bill non c’era, lui non era entrato in casa e non si erano nemmeno visti.

Era stato solo un brutto sogno. 
Un brutto sogno in cui ritraeva Bill in un vampiro, un vampiro che la stava per mordere e che è stato scaraventato dall’altra parte rispetto a lei.

Non doveva pensarci, non c’era niente a cui pensare, era stato solo un brutto ed orrendo sogno. Bill non era un vampiro, Bill non le avrebbe mai fatto del male. Mai.

Si avvicinò a Pumba, lo prese in braccio, lo accarezzò –“Shh, tranquillo. Va tutto bene.”- si mise seduta sul letto guardandosi intorno. Il ragazzo che aveva baciato non poteva essere un vampiro ma un vampiro poteva entrare nella sua testa.

Era così. 
Qualcuno entrava nei suoi sogni, qualcuno voleva che lei si mettesse contro Bill. Non ne capiva il motivo ma era sicura: Bill non c’entrava. 

Pumba muoveva le zampe cercando di scendere, Angie lo lasciò andare ancora con lo sguardo perso nel vuoto. Il cane scodinzolò fino alla borsa di lei attirando la sua attenzione –“Pumba! Non si ficca il naso tra le mie cose!”- non era arrabbiata, stava quasi per ridere.

Se la stava prendendo con un cucciolo che non aveva niente a che fare con quella vita, la sua vita. Sorrise prendendolo in braccio –“Va a giocare da un’altra parte.”- prese un peluche, Pumba lo afferrò con le zambe e si allontanò da lei. 

Angie tornò a concentrarsi sulla borsa. La aprì e ci guardò dentro, non c’era niente di nuovo. Prese i fogli tra le mani, doveva andare da quei vampiri. Spostò lo sguardo sulla finestra e si rese conto che era ancora buio. Non poteva uscire così presto, non c’era nemmeno il sole!

O forse poteva. Non era più una ragazzina, non c’era lì Stav per dirle cosa o cosa non fare. Era grande, viveva da sola ed era l’unica che poteva decidere per la propria vita. Era indipendente.

Sorrise pensando al fatto che era sempre stata in grado di decidere per sé. In più era una delle più forti cacciatrici esistenti, poteva farcela. 



 
.


 
Arrivò a casa appena il sole spuntò. Poteva tornare a casa prima ma voleva  passeggiare per schiarirsi le idee. Il suo cellulare non smetteva  di suonare ma non ci faceva caso. Era sicuramente suo fratello, l’avrebbe affrontato a casa.

Infatti appena aprì la porta suo fratello lo scaraventò contro il muro. Bill emise un gemito di dolore mentre il fratello si avvicinava a lui –“Che diavolo hai in testa?!”- esclamò alzando la voce. Era arrabbiato, questa volta non l’avrebbe scampata.

Bill si alzò tranquillamente passandosi una mano sul viso –“Dimmi, Tom. Non hai nient’altro da fare che pedinare tuo fratello?”- sembrava tranquillo allora perché aveva alzato la voce sulle ultime parole?

Tom diede un pugno al muro –“Non nominare il mio nome! Dimmi un po’, ti sei fottuto il cervello? Che diavolo ti sta accadendo? Quella umana ti sta facendo il lavaggio del cervello, te ne rendi conto almeno?”- sbattè la porta di casa.

Il biondino scese velocemente le scale –“Che cazzo succede alle…”- spostò lo sguardo sull’orologio appeso all’entrata –“…sette di mattina?”- alzò la voce –“Siete fuori di testa?”- si avvicinò a loro notando le facce incazzate di entrambi.

-“Joseph si è innamorata di un’umana!”- esclamò Tom. Stava per ridere ma forse c’era da piangere.

Invece Bill scoppiò a ridere –“Non è un’umana!”- guardò la faccia sorpresa di Andreas –“Non lo è! C’è qualcosa in lei, qualcosa… non so che diavolo c’è ma, te lo giuro Chris, non è umana!”- sorrise ripensando al suo tocco.

Tom indietreggiò –“Allora cos’è che ti fa pensare al fatto che non è umana?”- domandò più sarcastico che curioso.

-“Sento il suo calore. Non fare quella faccia, lo sento. Riesco a sentirlo, sento il suo odore e non è umano. No, non è un vampiro. Lo sento davvero, Chris, sento il calore quando mi tocca. In più sono entrato nel suo sogno stanotte e… ho  provato a morderla e qualcosa mi ha scaraventato via.”-

Andreas abbassò lo sguardo –“Joseph, non puoi affidarti ad un sogno. Lo sai che i sogni non possiamo manipolarli in tutto e per tutto.”- non voleva distrugge i suoi sogni ma sapeva benissimo che i sogni non erano affidabili.

-“Casa sua è protetta?”- chiese Tom.
Era suo fratello, voleva fidarsi di lui ma quella ragazza lo stava trasformando in qualcosa che non era. Suo fratello era innamorato, si era innamorato in pochi giorni e questo non doveva succedere. Sapeva che forse Janice non sarebbe tornata ma non era un buon motivo per lasciarsi andare con un’umana. Non umana!

Joseph sospirò –“No. Altrimenti non sarei potuto entrare nella sua mente. Non fa uso di magia, almeno non credo.”- ma come lo spiegavano il fatto che lui poteva sentirla? Non era frutto della sua immaginazione, la sentiva davvero.

Chris si grattò la nuca –“Non usa la magia, okay. Ma non puoi comunque stare con un’umana , è contro le regole. Okay, okay!”- esclamò –“Non guardarmi così! Umana o no… qualsiasi cosa lei sia, non puoi. Appunto perché non sappiamo cosa sia non possiamo correre rischi. Per noi esistono gli umani e i vampiri…”-

-“E i licantropi.”- intervenne Andreas con una faccia disgustata.
Chris guardò male il suo amico –“E i licantropi.”- ripetè –“Non esiste altro. Finché non sappiamo cosa sia, bhè… non avvicinarti a lei.”- non era un consiglio, era un ordine. Usava questo tono quando aveva paura di qualcosa, suo fratello lo sapeva bene.

E Bill non riusciva a capire cosa c’era di pericoloso, del perché suo fratello avesse tanta paura. Bill voleva solo vivere, innamorarsi e non pensare più al passato. Chiudere con il passato.
Voleva solo andare avanti. Doveva andare avanti.

Bill si rese conto che suo fratello era già andato via, prima che lui stesso potesse rispondere.
Non avrebbe abbandonato Angie, non adesso. Forse lei non aveva bisogno di lui ma lui aveva bisogno di lei. Adesso. Tom non poteva mettersi in mezzo, lui aveva trovato la sua amata. Forse.

Andreas si avvicinò con lo sguardo perso nel nulla –“Mi spieghi una cosa?”- chiese senza guardarlo.
Bil alzò lo sguardo su di lui aspettando la vera domanda. –“Perché sei entrato nei sogni di questa… ragazza?”- e in quel momento alzò lo sguardo scontrandolo con quello dolce di Bill.

Aveva un qualcosa che non vedeva da molto tempo negli occhi di Bill. Era innamorato, lo era davvero.
Bill sorrise –“Perché merita la verità. Voglio abituarla al fatto che sono un… vampiro.”- ed Andreas lo trafisse con lo sguardo.

Bill sorrise, per non ridere, si allontanò senza dare ulteriori spiegazioni.
Angie poteva sopportarlo, Angie sarebbe stata sua. Con o senza il consenso degli altri vampiri.


 
.



Camminava ormai da ore, doveva essere già pomeriggio ma non ne era sicura. Il sole batteva forte ed aveva costretto Angie a legarsi i lunghi capelli. Ringraziò il cielo per aver indossato shorts comodi e un top rosso. 
Si moriva dal caldo ed era raro in Germania.

Non c’era traccia dei vampiri. Era stata in tre case diverse, in due pub in cui lavoravano due di loro, nei boschi ma niente. Sembrava come se fossero scomparsi dalla faccia della terra. Come se fossero stati avvertiti. 

Si sistemò la cinta con il paletto e due pistole con pallottole di legno infilate dentro. –“Dannazione!”- esclamò rendendosi conto di aver lasciato il cellulare a casa.

Aveva deciso di lasciare Pumba in casa, Bill le aveva detto che non aveva problemi a rimanere un paio d’ore solo in casa, soprattutto se era in compagnia di qualche peluches. Sembrava adorarli. Non poteva di certo portarselo dietro e rischiare la sua vita. Quel cucciolo non aveva niente a che fare con questa merda.

Si passò una mano sulla fronte sudata.
Era in quel bosco da molto tempo ma non c’era niente di niente. Nessuna traccia, nessun vampiro. –“Ma è uno scherzo?!”- urlò dando un calcio ad un albero. –“Dove diavolo siete finiti tutti?”- domandò al vento –“Dove diavolo siete stupidi, sporchi, vampiri?!”- alzò di più la voce, girado su sé stessa e guardandosi intorno.

Sentii dei passi dietro di sé –“Sono qui.”- sussurrò una voce maschile alle sue spalle.
Angie si voltò di scatto incrociando lo sguardo con lui. –“Sono Andrylos, dovrei essere…”- fece finta di pensarci –“…il terzo nella tua lista?”- chiese.

Angie fissò l’uomo di fronte a lei. Era muscoloso, molto. Era a pochi passi da lei quando altri passi la fecero voltare dal lato opposto –“Io dovrei essere il decimo.”- sorrise –“Patch, piacere occhi blu.”- aveva un sorriso di sghembo.

-“Come fate a sapere della lista?”- chiese Angie. Non aveva paura ma come diavolo aveva fatto a mettere mano sulla lista se lei la portava sempre con sé?

Altri passi –“Quinto, Sangya.”- la ragazza si voltò di nuovo mentre il ragazzo si leccava i canini.
-“Fredric, ottavo.”- sorrise mentre Angie si voltava ancora... –“Sesto, Olivier.”- e ancora… -“Eric, undicesimo.”- …e ancora… -“Lyan, secondo.”- e ancora.

-“Che diavolo…”- Angie continuava a voltarsi senza capire. Non capiva il perché tutti quei vampiri fossero lì o perché fossero insieme. Sperava solo che non ci fossero tutti quelli nella lista, non poteva ucciderli tutti insieme. Non era abbastanza forte.

Uno di loro rise –“Quarto, Giohan.”- si avvicinò un po’ di più –“Paura?”- chiese.
“Giohan non giocare. Piacere sono Velyss, il nono.”- Giohan fece un passo indietro ghignando. –“Loyd…”- Angie si voltò ancora –“Il settimo.”- continuò lei.

-“Esatto.”- rispose Loyd.                    
Angie si voltò un’ultima volta verso l’unico posto vuoto. –“Andreas.”- sussurrò Angie.
Il posto vuoto venne subito riempito da un ragazzo biondino. Non si fermò, si mise ad un passo da lei –“Il primo.”- sorrise il ragazzo. –“Dimmi, occhi blu, cosa volevi farci con la lista?”- 

Angie sorrise allontanandosi da lui –“Dicevano che il primo fosse il più pericoloso, Andreas. A guardarti non si direbbe.”- mise le mani sui fianchi.

Andreas si leccò i canini –“Non giudicare dall’apparenza, tesoro.”-   fece un cenno del capo a tutti gli altri che si avvicinavano sempre di più. –“La mammina non ti ha insegnato che non si gioca con i vampiri?”- sorrise.

-“La mammina ti spaccherebbe il culo, non provare più a nominarla!”- esclamò. Si allontanò di poco, prese una piccola rincorsa, saltò e gli diede un calcio sul viso. Andreas cadde all’indietro affondando le dita nella terra. Angie sentii qualche vampiro ruggire come un animale.

Si guardò intorno e prima che la raggiungessero fece un salto rimanendo sospesa in aria. Angie si guardò intorno confusa mentre Andreas si alzò fissandola –“Cosa diavolo sei, tu?”- ringhiò afferrandola per le gambe e buttandola  a terra.

La ragazza arrivò a terra sbattendo la schiena, emise un gemito di dolore –“E perché diavolo continuate tutti a chiedermi cosa sono?!”- quando Andreas le liberò una gamba lei fece leva sull’altra rimettedosi in piedi. –“Sono quella che ti romperò il culo!”- alzò l’altra gamba dandogli un altro calcio.

Andreas gli lasciò andare anche l’altra gamba tirandosi indietro. Angie afferrò il paletto, si girò di scatto e lo conficcò nel cuore di Patch, con una precisione millimetrica. –“Ti hanno addestrato bene!”- ringhiò un altro afferrandola per i fianchi e lanciandola verso un albero.

Angie urlò accasciandosi a terra. Vide Andreas correre via senza un motivo –“Fottuto vigliacco!”-. La ragazza si alzò tenendosi dall’albero. Sentì uno di loro dare l’ordine di prenderla ma lo sentii molto lontano. Si stropicciò un occhio rendendosi conto di non sentire più un bel niente. Aveva sbattutto la testa, non poteva permettersi di svenire adesso.

Uno di loro si avvicinò afferandola per il braccio. Non riusciva più a distinguerlo dagli altri. Appena il vampiro si avvicino al suo collo, sfiorandolo con i canini, venne scaraventato dalla parte opposta.
Angie si era procurata una brutta ferita sulla testa ed una sulla schiena. Il suo sangue scorreva velocemente e non era di certo una buona cosa.

Si trovava in mezzo a undici vampiri, nove contando quello che ha ucciso e Andreas che se l’è data a gambe. Poteva farcela, doveva solo riprendersi subito. Adesso. Afferrò le due pisole sulla cintura ed alzò lo sguardo.

Nessuno metteva i piedi in testa ad Angylah Rye.


 
.



Andreas l’aveva chiamato poche ore prima. C’era una nuova cacciatrice in città, una molto forte che aveva scoperto fin troppe cose. Per quanto ne sapeva lui e Chris erano al sicuro ma non avrebbero lasciato un amico in pericolo.

Avevano trovato una lista, non sapeva come. Era certo che avevano pedinato la cacciatrice e in un modo o nell’altro avevano rubato la lista.

Andreas non gli aveva detto il luogo preciso in cui l’avrebbero circondata ma sapeva di non essere lontano. Riusciva a sentire gli altri vampiri e la cacciatrice, il suo sangue. Era ferita.

Sorrise. Adorava fare fuori i cacciatori, erano gli unici umani che riusciva ad uccidere senza sentirsi in colpa. Si sarebbe divertito a dissanguare quella cacciatrice. Si sarebbe divertito…

Si fermò per un attimo. Abbassò la testa socchiudendo gli occhi, qualcosa non andava. Quel sangue, riuscivaa a sentirlo meglio adesso, era denso e dolce. Il suo odore era qualcosa fuori dal normale. L’odore della sua pelle… -“Angie…”- sussurrò.

-“Ma che diavolo, devono per forza attaccare un innocente per divertirsi?!”- si concentrò sulle urla cercando di capire il punto esatto. Alzò lo sguardo.

-“William.”- la biondina sorrise avvicinadosi a lui.
Bill sgranò gli occhi –“Rebekah? Cosa ci fai qui?”- la guardò dal basso verso l’alto, c’era qualcosa di strano in lei. –“Non eri andata in Francia solo ieri?”-

Rebekah rise –“No, cambio di programma. Ho sentito che qui c’era da divertirsi.”- prese una ciocca di capelli e se la rigirò tra le dita. –“Ho sentito…”- fece segno verso il bosco.

-“Già, adesso devo andare.”- fece un passo in avanti e Rebekah gli poggiò una mano sul petto.
Sorrise –“Non troppo in fretta, William.”- si avvicinò a lui.

-“Mi chiamo Bill, non William. Devo andare da lei!”- esclamò quasi infuriato. –“Se succede qualcosa ad Angie perché tu mi tieni bloccato qui, ti assicuro, non troverò pace finché non ti avrò trafitto quella sotto specie di cuore che ancora ti rimane!”- allungo i canini, il viso contratto dalla rabbia.

La biondina scoppiò a ridere –“Allora è vero. Tu sei innamorato di quella umana, è così tragicamente divertente.”-

Bill espirò –“Rebekah…”- si allontanò da lei.
-“Tu sei un vampiro. Loro sono il tuo cibo, questa è la nostra natura!”- esclamò irritata. Si avvicinò di nuovo a lui poggiandogli le mani sulle spalle.

-“No!”- urlò lui –“E’ la tua natura.”- la spinse facendola cadere a terra –“Lasciami. In. Pace.”- scandì le parole per farsi capire bene. Nessuno doveva mettersi davanti quando Angie era in pericolo.

Rebekah si rialzò –“Se dico a mio fratello…”-
-“Né tu, né Andreas, né nessun  altro d’ora in poi dovrà mettersi in mezzo! Nessuno!”- urlò allontanandosi.

Ci mise esattamete due secondi ad arrivare da lei.
Era stesa a terra, con gli shorts strappati, piena di lividi e il sangue che continuava ad accarezzare il suo corpo. Alcuni vampiri erano stesi a terra privi di vita, altri erano bruciati al sole, quelli rimasti si stavano avvicinado a lei.

Bill corse verso di lei prendendola in braccio –“Via!”- urlò –“Allontanatevi da lei, adesso!”- si allontanò da loro abbassando lo sguardo su Angie. Era svenuta. –“Maledizione! Se dovete attaccare qualcuno allora andate da un’altra parte!”-

-“Bill, che diavolo ti prende?”- Andrylos si avvicinò di qualche passo.
Bill strinse la ragazza tra le braccia –“Ho detto: andate via!”- esclamò correndo via con la ragazza tra le braccia.



Da quando l’aveva incontrata tutto era cambiato. 
Riusciva a provare qualcosa di molto bello, e se non era amore allora era la cosap più vicina all’amore che avesse mai provato. Anche in fin di vita riusciva ad essere meravigliosa.

Angie era distesa nel letto di lui. Aveva inzuppato le coperte bianche di sudore e sangue. Bill le stava accanto, fissandola, cercando di trattenersi. Il sangue di Angie doveva essere davvero molto buono ma non poteva provarlo. Non voleva provarla. 

Le aveva sfilato gli shorts e tolto il top. L’aveva lasciata in biancheria intima per poterla aiutare meglio. Era da una buona mezz’ora che continuava a bagnare lo straccio per poi posarlo sulle sue ferite. Non funzionava, il sangue continuava ad uscire e ne stava perdendo troppo. 

Quando è accanto a lei riesce a sentirsi vivo. 
Cosa  succedebbe se lei lo abbandonasse? Se un giorno lo lasciasse, lasciasse questo sporco mondo che non è degnod di lei. Bill morirebbe con lei. Di certo non potrebbe sopportare la sua morte, per questo la sua ora non doveva arrivare.

C’era una sola ed unica possibilità: il sangue l’avrebbe salvata, almeno questa volta.

Si chinò su di lei dandole un bacio sulla fronte –“Angie, mi senti? Lo faccio solo per salvarti. Perdonami.”- le accarezzò il viso. Angie si mosse appena ma non aveva la forza di parlare o anche solo aprire gli occhi. 
 

Non voleva farla precipitare in quell’abbisso ma non l’avrebbe nemmeno lasciata morire.
Allungò i canini mordendosi il polso. Quando il sangue iniziò a scorrere lo avvicinò alle labbra di Angie. –“Bevi, ti prego.”- sussurrò.

Angie non risponse limitandosi a bere.
Non sapeva cosa stava facendo, non sapeva nemmeno dove si trovasse. Trovò automatico bere quel liquido che le bagnava le labbra.

Il sangue inziò a scendere nella sua gola provocandole un bruciore insopportabile. Angie si mise di scatto seduta iniziando a tossire e sputare fuori il sangue. Bill la fissò senza capire.

-“Che succede?”- chiese accarezzandole i capelli.
Ancora una volta non rispose. Si allontanò dal letto vomitando tutto il sangue che aveva appena ingerito. Le ferite erano guarite ma erano rimasti tutti i lividi sul suo corpo.

Bill si guardò intorno confuso non riuscendo a capire. Perché Angie non poteva ingerire il suo sangue?

-“Che è successo?”- chiese la ragazza, ancora tossendo.
Il ragazzo si sedette sul letto –“Non ne ho idea!”- esclamò. Adesso ne era più che sicuro, Angie non era umana.

Angie tossì ancora, Bill si alzò velocemente accarezzandole la schiena –“E’ tutto okay.”- sussurrò facendola sedere sul letto. –“Sei al sicuro adesso.”- sorrise abbracciandola.

Lei appoggiò la testa sul petto di lui e socchiuse gli occhi. Si sentiva stanca, pesante e dolorante. –“Perché sono qui?”- chiese mentre lui la stringeva a sé.

Le baciò la testa –“Ti ho trovata nel bosco. Stavo girando da quelle parti e ti ho vista a terra.”- sussurrò sorridendo mentre lei gli accarezzava il braccio –“Amo quando mi tocchi, sei così calda.”-

Lei continuò ad accarezzargli il braccio con le dita –“Non vuoi sapere perché ero lì?”- domandò insicura.

 

-“No.”- sussurrò –“No, non importa. Però dobbiamo parlare.”- si sistemò bene appoggiando la schiena alla tastiera del letto. Fece mettere comoda Angie in modo che potessero guardarsi negli occhi, sempre tenendola tra le braccia –“Angie, chi sei tu? Hai qualcosa di diverso, qualcosa in più degli umani.”-

Angie sorrise appena –“Come sarebbe a dire?”- si sporse in avanti dando un bacio al collo di Bill.

Egli sorrise accarezzandola –“Angie. Angie non è un nome comune, è un diminuitivo?”- vide Angie osservarlo con gli occhioni, incuriosita, osservò le sue labbra e si avvicinò per stamparle un morbido bacio.

Angie ricambiò il bacio –“Sono semplicemente Angie.”- sussurrò riappoggiando la testa sul petto di lui. Bill sorrise compiaciuto –“Sai che puoi fidarti di me, vero? Io mi fido di te.”- 

Angie rabbrividì, c’era uno strano vento freddo che proveniva dalla finestra. Bill sentii il suo corpo raffreddarsi appena –“Le lenzuola sono sporche.”- prese una coperta lì vicino e l’avvolse.

Angie si accoccolò su di lui stringendosi nella coperta –“Angylah.”- disse –“Mi chiamo Angylah Rye.”-
 

 
 
 

 
 
   
 
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