Ferite e regali
Sasuke inarcò
un sopraciglio, Naruto lo guardava fisso e in qualche modo lo faceva sentire a
disagio perciò distolse lo sguardo e si sedette su una sedia di fianco a Sai.
D’altra parte, anche Naruto distolse lo
sguardo, cosa che causò il fatto che Sakura lo guardasse scoraggiata, lei aveva
capito tutto però…non poteva evitare di sentirsi male, voleva bene a Naruto e
vederlo soffrire in quella maniera la faceva soffrire a sua volta, era qualcosa
di inevitabile.
Ino osserva
la scena: tutto sembrava sempre di più a una festa deprimente piuttosto che di
compleanno, prima per le arrabbiature del team 7, dopo i malumori dei tre e ora
quello…un’atmosfera molto, ma molto strana, tanto che Kiba,
Kankuro e Shino si
scambiavano sguardi tra di loro, poveretti…non ci capivano un accidente.
- bene!- gridò all’improvviso catalizzando
l’attenzione di tutti – vado un momento fuori a vedere se arrivano gli altri,
qualcuno mi accompagna?- chiese inchiodando uno sguardo di furia contenuta sui
tre ragazzi e su Sai.
- Sì
- D’accordo
- Ti accompagno io
- Ho bisogno di prendere una boccata
d’aria… e le piante le mie cure…
Furono
le scuse che dettero e uno ad uno uscirono. Anche se per la sorpresa di Ino, pure Sakura uscì, perciò la bionda
chiuse la porta e aspettò con gli altri sopportando il freddo, dato che
quel pomeriggio aveva deciso di rinfrescare.
- Sembra che abbiano architettato un
complotto – sussurrò Sasuke posando lo sguardo su un
piatto che aveva davanti.
- Sì – rispose l’altro.
Sasuke
sospirò: per caso Naruto pensava che tutto ciò non fosse scomodo per lui?
Invece lo era! E molto! Era una situazione parecchio strana, la notte prima
stavano così bene…cantando, bevendo, scambiandosi baci e…maledetta scopata,
aveva rovinato tutto, se magari in quel momento uno dei due avesse avuto senno,
avrebbe fermato tutto…ma non puoi evitare l’inevitabile, erano adolescenti,
innamorati e entrambi avevano voglia di scoprirsi l’un l’altro perciò…perché fermarsi?
Perché abbassare la mano quando se la alzi puoi toccare il cielo con un dito?
Perché?
Perché il cuore non sente ragione.
-
Naruto - disse guardandolo intensamente.
Il biondo sollevò lo sguardo e inchiodò i
suoi occhi cristallini in quelli scuri di lui.
- Cosa?- chiese.
- Lo faccio per non uscirne ferito –
sussurrò.
Naruto abbassò lo sguardo, che cos’era
quello…
- Per quale motivo dovrei ferirti? -
chiese innocentemente.
Sasuke, ciò
nonostante, non distolse lo sguardo, era arrivato il momento di essere sinceri.
- Non lo dicevo riferito a te, lo dicevo
per me, non voglio ferire me stesso, ne tantomeno
voglio ferire te nel mentre.
Sapeva di cosa stava parlando, sapeva che Sasuke non aveva rinunciato alla sua vendetta, soltanto… l’aveva
posticipata, e si riferiva al fatto che una volta che se ne fosse andato
nuovamente, se fossero stati insieme, entrambi sarebbero rimasti feriti e
questo era ciò che Sasuke voleva evitare. Proteggendo
se stesso, proteggeva anche
lui.
- Capisco – si alzò – ma se tu
abbandonassi la tua vendetta nessuno ne uscirebbe ferito. Smetti di pensare che
se uccidi Itachi sarai felice, perché non sarà così,
dopo quello ti aspetta il nulla, e io non sarò lì per
appoggiarti. – detto quello pure lui
uscì, lasciando Sasuke di sasso.
- Naruto? – chiese Sakura quando il ragazzo le si avvicinò troppo.
Non attese, semplicemente le prese il
volto tra le mani e a sorpresa di tutti, e della stessa Sakura, le stampò un
bacio.
- Non voglio soffrire – sussurrò prima di
abbracciarla e affondare la fronte nel collo della ragazza. Sakura si instupidì
per un istante ma dopo
corrispose l’abbraccio, anche se sapeva che avrebbe sofferto per quel gesto.
Kiba, Shino e Kankuro si guardarono tra
di loro, non capendoci un acca e Ino e Sai pure,
capendo un po’ del perché di quello show e proprio in quel momento la porta di
casa si aprì e Sasuke fece sbucare la testa, per
fortuna, nella direzione dove si trovavano i ragazzi e non verso dove Sakura e
Naruto si stavano abbracciando.
-
Non sarebbero già dovuti arrivare? –
chiese facendo notare un leggero tremore nella sua voce.
Sasuke lo
sapeva e non si vide capace neppure di affrontare il problema.
Ino
distolse lo sguardo un momento, per guardare dopo Sasuke
con fermezza.
-
Non tarderanno – disse entrando
velocemente in casa. Non voleva guai.
Fu allora che Sasuke
si voltò e osservò l’abbraccio stretto in cui si trovavano fusi i suoi compagni
e giurò a se stesso che se non fosse stato per la maledetta pena che gli
sarebbe toccata più tardi e per il fatto che sarebbe rimasto completamente solo
al mondo, avrebbe ucciso la coppia seduta stante.
Perché il dolore che sentiva non era
quello fisico della notte precedente, quello era più profondo, più doloroso e
completamente insopportabile, tanto, che il suo cuore si strinse fino quasi a
scomparire.
FLASH BACK
- Mi stai facendo male, Dobe – disse l’ Uchiha premendo in modo ascendente le spalle del biondo.
- Te l’avevo detto prima se volevi che
andassi a cercare del lubrificante- ribatté poggiando le braccia sulle
gambe del moro.
- Si, come no,
adesso andrai a prendere del lubrificante in farmacia. Un corno! – sbottò
lasciando trapelare una smorfia di dolore assoluto, mentre sudava a fiotti.
- Sasuke, sei un
testone, lasciami andare a prenderlo…- disse guardandolo preoccupato per
davvero quella volta.
- No! – gridò in maniera tale da togliere
al biondo la voglia di replicare – mettimelo una buona volta, così avrà fine
questa maledetta tortura – gridò nuovamente stringendo le palpebre con forza.
- Col cazzo! Io così non faccio questo con
te!- gridò l’altro alzandosi all’improvviso – vado in farmacia- gridò prima di
vestirsi e uscire di casa alle tre di mattina.
Sasuke si
lascio cadere sul letto, magari fosse meno lagnoso, ma non poteva evitarlo,
quella situazione gli rammentava dolorosi ricordi e il suo corpo andava in
tensione e si contraeva in automatico. Anche se lui non lo voleva.
FINE FLASH BACK
- Non me ne vado - disse guardando fisso a
Naruto prima di rientrare nuovamente in casa, con gli altri quattro ragazzi
dietro.
- Naruto…- sussurrò Sakura toccandogli
leggermente il braccio.
- Vieni - disse il biondo accompagnandola
lontano dalla casa.
- Naruto… Che--.?
– chiese le fece voltare l’angolo.
- Sono molto confuso – mormorò una volta
che giunsero ad un parco.
Sakura si separò e camminò in direzione
contraria all’altalena dove il ragazzo si era seduto.
- Gli vuoi bene? Allora va da lui…-
sussurrò guardando il cielo.
Naruto la fissò.
-
Io si ma … lui a
me no – disse sinceramente
Sakura si voltò e lo affrontò.
-
Credo che esista un modo perché lui ti
desideri – disse inginocchiandosi alla sua altezza e appoggiandosi sulle
ginocchia del ragazzo.
-
Quale? – chiese.
-
Tu stesso hai dato lo spunto prima
-
Dove? Quando?
Sakura sospirò. Forse che Naruto non
sarebbe mai cambiato?
- Prima, quando mi hai baciato – Naruto assentì con veemenza, aveva capito – faremo
qualcosa, faremo finta di stare insieme, per fare in modo che Sasuke si renda conto che ti vuole per davvero; come hai
notato prima, era diventato geloso – disse sorridendo.
- Ok – disse assentendo e alzandosi.
- Bene allora comincia la missione
“aiutare Sasuke a capire”- disse la ragazza
sorridendo ampiamente.
E prima che lei si rendesse conto Naruto
la stava baciando… di nuovo.
- E’ per abituarmi – disse dedicandogli
uno dei suoi sorrisi tipici.
Sakura abbassò la testa, imbarazzata.
- Che cosa? Noi qui carichi di regali come
degli idioti e Naruto perso in giro?!- gridò Kakashi in faccia ad Ino,che si
era stretta nelle spalle.
- Non sgridare me!- disse lei prima di
afferrarsi alla maglietta di Sai che era quella che aveva più vicino.
- Bene, e la ragazza dai capelli rosa dove
è andata a finire? – chiese Suigetsu guardando da
parte a parte.
- Guarda meglio che non ci sia, non avevo voglia
di discutere - sbottò Karin altezzosa.
Suigetsu la
guardò male, certo, per il suo piano di andare a letto con Sasuke,
ciò andava di lusso, e accertò, che la ragazza non tardò più di un secondo
nell’appendersi al braccio di Sasuke.
- Lasciami – disse Sasuke voltando la testa
verso la finestra.
- Ehi… perché sei così acido Sasuke?- chiese la ragazza ancora senza sganciarsi.
Sasuke si
voltò verso di lei e le indirizzò uno sguardo totalmente freddo e sinistro.
- Io-non-sono-acido
– disse separando esageratamente le parole e con un tono affatto dolce.
- No… certo – sganciandosi un
po’spaventata e andandosi a sedersi di fianco a Juugo,
che conversava tranquillamente con Hinata – Senti Juugo, non trovi Sasuke strano?- chiese la ragazza
una volta che si fu accomodata al suo fianco.
- Io lo trovo antipatico come sempre-
disse il ragazzo scuotendo la testa verso di lei.
- Già…- sussurrò la ragazza incrociandosi
di braccia e gambe.
- E Juugo-san ha
dormito bene oggi?- chiese Hinata sorridendogli.
- In perfette condizioni, a casa tua e di Neji si dorme perfettamente – disse il ragazzo accennando una caldo sorriso e voltandosi velocemente verso di lei.
Karin levò un sopracciglio. Perciò Juugo si era già fatto degli amici tra i ninja di Konoha, e intanto lei rimaneva sola.
Per certo Juugo
era stato
l’unico che non avevano mandato in una residenza a portare a termine la sua
pena, certo, dato che lui doveva essere sorvegliato…va e lo mettono in casa
degli Hyuuga, che secondo Tsunade,
erano molti interessati al ragazzo, e lei povera, doveva vivere nella residenza con Suigetsu…
la vita non poteva andare peggio.
-
Salve!- gridò Naruto comparendo sulla
soglia.
-
Sei in ritardo!- esclamarono Jiraiya e Tsunade, che avevano
cominciato a bere alcool e poco interessava a loro il cartello d’avvertimento
sulla tivù, certamente.
-
Si, be’,
scusate…- disse sorridendo normalmente.
-
E’ il minimo! Andiamo ad aprire i regali!-
urlò Kankuro levando un pugno in aria.
-
Calmati, prima c’è la torta- mormorò Shino con il suo tono apatico di sempre.
Kankuro lo
guardò male, lui voleva distribuire già i regali, anzi, era in aspettativa.
- Sì, certo, prima la torta- disse Ino facendo pressione sulle spalle di Kankuro
perché si sedesse.
- Naruto, siediti, ragazzo - disse Shikamaru tirando dai pantaloni di Naruto perché questi si
sedesse.
- Ehi, Shikamaru,
sei ubriaco?- chiese Naruto osservando il leggero rossore sulle gote del
ragazzo.
- Eh… è che Temari,
Gaara, Hinata, Juugo, Suigetsu, Karin, Neji, Lee, Chouji ed io siamo
andati a un ristorante e abbiamo bevuto un po’ più del dovuto…-
- Intendevi
che Lee, Chouji e tu avete esagerato con il Sake-
sbottò Neji,
che si era seduto proprio di fronte a Shikamaru.
- Be’, quello- disse il ragazzo guardando
Naruto.
- E come è che voi siete finiti a mangiare
insieme?- chiese Sakura guardando Neji, seduto al suo
fianco.
- be… Gaara aveva invitato Hinata-sama
a mangiare con lui e Temari, Juugo ed io ci siamo
aggregati e lungo la strada ci siamo imbattuti in Karin e Suigetsu
che discutevano e dopo in Lee e nel
ristorante abbiamo trovato Shikamaru e Chouji e ci siamo riuniti tutti- rispose prendendo un
sorsata di Champagne, che Kakashi e Iruka servivano a ciascuno.
- Senti Neji,
stai attento a quel che bevi perché è già la quinta volta che ti riempio il
bicchiere- disse Kakashi quando gli passo a fianco.
- La vita è giovane – e in un sorso si
bevve tutto il liquido, lasciando esterrefatti quelli che si trovavano intorno
a lui e a Kakashi.
- E tu dici che sei stufo del “ potere della
gioventù”…-mormorò portandosi via la bottiglia.
Una
volta che il Jounin
ebbe preso posto, le luci si spensero e comparve Sai portando una torta che
aveva 16 candeline disposte.
Naruto arrossì, non aveva mai festeggiato
il suo compleanno e lo faceva ora circondato dalle persone che lo avevano
accettato liberamente, per essere quello che era, perciò quando ebbe la torta
davanti e Sakura gli sussurrò ”esprimi un desiderio”, desiderò che nell’anno
successivo potesse sentire di nuovo quella felicità, ma il suo desiderio più
grande non era quello che formulò davanti alla torta, era quello che giaceva
nel suo cuore e per il quale stava lottando con tutte le armi a disposizione,
il suo desiderio era quello che per tanto tempo aveva portato con sè, negli ultimi tre anni, un
desiderio che offuscava il suo sogno di diventare Hokage…si
il suo desiderio era, è e sarà sempre Uchiha Sasuke.
Non sarebbe stato facile, ancor più se il
moro non voleva aprirgli il suo cuore, ma anche così lui non avrebbe perso la
speranza di sognare al suo fianco.
All’improvviso, Tsunade
diede un segnale e in coro tutti si misero a cantare “ tanti auguri a te”. Per
Naruto che in tutta la sua vita mai aveva festeggiato così, fu troppo. Non si
era mai sentito tanto felice… e allo stesso tempo tanto ridicolo.
- E adesso i regali!- esclamo Kankuro e andando verso la camera di Sasuke
che era dove Kakashi li aveva lasciati.
- Perché è così fissato con i regali?-
chiese Gaara al vuoto.
- Perché è un idiota – gli rispose sua
sorella passandogli un piatto con una fetta di torta, che il ragazzo passò fino
a dove si trovava Sasuke, che si era seduto nel punti più lontano.
- Sono tornato!- urlò il ragazzo portando
un sacco immenso.
- Eh?- Naruto si spaventò- così tante
cose?- chiese guardando stranito e sorpreso Sakura.
- Un buon compleanno – sussurrò lei
facendogli l’occhiolino.
Gaara si
voltò immediatamente verso Sasuke, che in qualche
modo, era seduto poco lontano da lui, Juugo, Karin e Hinata fecero lo stesso: pure loro avevano notato l’aura assassina
che emanava l’Uchiha.
- Sasuke-kun,
stai bene?- chiese Hinata guardandolo.
Lui soltanto si voltò verso di lei con la
fronte corrugata.
- Perfettamente- rispose seccamente
causando che una gocciolina scivolasse per la testa degli altri quattro.
- Io credo che molto bene non sta…- disse Gaara.
- Definitivamente, non sta bene- disse Juugo iniziando a mangiare la sua fetta di torta.
Nei successivi dieci minuti nel soggiorno della casa di Sasuke e Naruto si
andarono formando gruppetti di conversazione, ma l’unico che non ne intavolò
nessuna fu Sasuke, che dedicò quel tempo ad
assaporare lentamente la torta mentre osservava Naruto, il quale parlava con
parecchia gente intorno ma specialmente con Sakura, alla quale di quando in
quando faceva una carezza e dava piccoli baci sulla guancia. E senza sapere il
come ne il perché il suo sangue iniziò a ribollire,
quasi da perdere la ragione.
- Vuoi un’altra fetta di torta Sasuke?- chiese all’improvviso Iruka
distogliendo l’Uchiha dai suoi pensieri.
-…? -
- Ho chiesto se volevi un’altra fetta?-
disse con un sorriso.
Santa pazienza quella di Iruka, naturale che lavorasse con i bambini.
- Non ne ho più voglia – rispose
seccamente.
- Io si che voglio ancora!- gridò Suigetsu alzando il piatto.
Iruka si
voltò verso di lui con un sorriso stampato in faccia, adorava i bambini, per
questo motivo l’atteggiamento spensierato e infantile di Suigetsu gli
faceva spuntare un piccolo sorriso.
Inoltre i lavori di reinserimento sociale
di Suigetsu si basavano nell’aiutare i bambini della
scuola ed essi parevano deliziati a tal punto da chiamarlo Sui-sensei,
Sui-chan o Sui-san. Secondo
Juugo lui aveva avuto fortuna a lavorare con i bambini,
era molto bello e lui stesso ogni tanto lo faceva, insegnando loro a comunicare
con gli animali e con gli altri, tuttavia il suo lavoro principale consisteva
nell’aiutare in un centro psichiatrico, dove
aveva imparato a reprimere un po’ i suoi istinti assassini; e infine e
secondo Suigetsu, quella che aveva avuto meno fortuna
era stata Karin, designata segretaria dell’ospedale di Konoha
e a volte usata come aiuto in traumatologia.
-
Ecco la tua torta - disse Iruka servendogli una fetta che Suigetsu
ricevette con un sorriso.
-
Ehi Iruka-sensei,
posso rimanere a lavorare come insegnante una volta che finisca il periodo
fissato dall’Hokage?- chiese iniziando a divorare la
torta.
Ciò sembrò sorprendere molto il Chunnin,
lui era soddisfatto del suo lavoro (e con quello di Juugo)
e i bambini e il resto dei professori pure, quella decisione non dipendeva
unicamente da lui.
-
Chiedilo a Tsunade
uno di questi giorni- disse sinceramente per dopo andare a sedersi di fianco a Kakashi,
che rideva sguaiatamente delle idiozie che faceva Yamato
con le bacchette.
-
Regali! – esclamo all’improvviso Kankuro alzandosi emozionato.
-
Ora va…-
E davanti a Naruto
fu posto il sacco.
- U-uh…- disse
ammirando la dimensione considerevole del sacco.- E’molto grande…-
- Su aprili – disse Kakashi
cominciando a eccitarsi.
Era da tanto tempo che non festeggiava un
compleanno con regali…
Infilò la mano nel sacco e la prima cosa
che estrasse fu un pacchetto rettangolare, sottile, chiedendosi cosa fosse lo
aprì e le sue guance assunsero un colorito rosato parecchio adorabile.
-
Icha Icha paradise Vol.1 – lesse Shikamaru– un romanzo erotico!- gridò lasciando il
bicchiere che stava bevendo.
-
Che forza! – gridò mentre Tsunade malmenava Jiraiya.
L’Hokage aveva
visto giusto, era stata un’idea di Jiraiya.
- E’ perché si abitui a fare certe
cosette…così non si troverà spaesato …-
- Non specificare! – gli urlò mentre la
sua faccia diventava rossa come un pomodoro.
A quelle parole Sai sorrise di uno dei
suoi falsi sorrisi, uno di quelli che archiviava in un archivio al quale(mancandogli un nome) Sakura aveva soprannominato “ Raccolta di Informazioni importanti per
utilizzare in analisi posteriori di comportamento umano”.
Sai sapeva che Naruto non necessitava di
un libro per conoscere i segreti dell’erotismo, posto che la notte antecedente
lo aveva fatto senza bisogno di istruzioni, e il moro pensò a due teorie, la
prima delle quali era che Naruto era “Ero” di per sé,
la seconda che trascorrere tanto tempo con Jiraiya
aveva avuto le sue conseguenze. Anche così non conosceva la verità, ma non si
sarebbe attardato troppo nello scoprirla, dato che lui sempre si trovava nei
momenti opportuni e questo gli faceva ricordare un po’ una cosa.
FLASH BACK
Sai camminava tranquillamente assieme a Gaara,guardando come Sasuke era molestato in maniera innocente da Naruto, che si
dedicava a baciarlo, morderlo e accarezzarlo come se fosse il suo peluche
favorito.
- Dovremmo fare qualcosa?- chiese il rosso
quando i due ragazzi persero l’equilibrio e Sasuke si
fece male alla coscia proprio dove un minuto prima una donna gli aveva lanciato
una padella.
Quello provocò la fine della quiete e una
terribile arrabbiatura da parte dell’ Uchiha, che vomitò quando Naruto incominciò a toccarlo.
- Nah… voglio
racimolare informazioni – disse l’altro senza perdersi un dettaglio.
Gaara si
fermò di colpo e guardo ad occhi spalancati il moro.
- Racimolare informazioni?- chiese attonito.
- Si, sto
tentando di imparare espressioni – disse con un sorriso falso e fermandosi pure
lui.
- Le espressione non
si imparano – sbottò il rosso riprendendo la marcia con un leggero rossore
sulle guance per qualche strana ragione- semplicemente si sentono e si
manifestano- disse arrossendo ancor di più .
- Oh…-
Sai annodò le fila- quel sorrisone è quello che mi ha insegnato la racchia in
biblioteca, mi ha detto che è tipica degli innamorati, per giunta, pure Naruto
la esibisce, e non so perché ti fa sembrare veramente idiota…”
Gaara lo
minacciò con lo sguardo, lui non era affatto innamorato, e chi diavolo era la
racchia?
- La racchia?
- Sakura, il fatto è che mi sono abituato
a chiamarla racchia.
- Meglio non sapere perché…- disse il rossino distogliendo lo sguardo.
- Naruto!- gridò all’improvviso Sasuke.
I due ragazzi si voltarono verso di loro,
a quel che sembrava, il biondo si era stufato di baciarlo e adesso si dedicava
ai morsi, che andavano a finire sull’indifeso collo dell’Uchiha.
- Compro preservativi
e lubrificante casomai…?- chiese Gaara indicando una
piccola farmacia alla sua destra.
Sai si girò a guardarlo, per poi guardare
la coppietta, che si era già calmata.
- Nah…-
- Bah, io lo compro non si sa mai –disse
dando la giacca di Sasuke e Naruto a Sai (che per certo, quello era l’unico
motivo per cui li accompagnava) ed entrò in farmacia.
- Ehi, voi due, aspettate- disse Sai
catturando l’attenzione degli altri due, che si voltarono verso di lui
sorpresi.
Anche se quello solo servì per farli
sbattere le fronti e causare un leggero sfioramento delle loro labbra.
Sai scosse il capo e ritornò a camminare
quando Gaara gli lasciò la borsa con gli ingredienti
per la notte passionale e allo stesso tempo triste (posteriormente) in mano. Il
rossino se ne andò usando come scusa il fatto che
dovesse tornare all’hotel affinché a sua sorella non venisse un attacco
isterico nell’accudire quell’ubriacone di Kankuro.
E lì si fermò tutto quello che Gaara sapeva di quella notte.
Anche se Sai del dopo ricordava solo
vagamente di essere arrivato alla casa e di aver lasciato le cose sopra il
tavolo del soggiorno mentre i due ragazzi si lanciavano a rivoltarsi sul
divano.
E fin lì arrivo quello che Sai sapeva su
quella notte.
FINE FLASH BACK
-
A cosa pensavi così intensamente,
Sai? – chiese Ino guardandolo stranita, dato che gli
altri erano immersi nelle risate per il nuovo regalo di Naruto, dei boxer rossi
con ranocchi arancioni.
-
A niente - disse mostrandole un sorriso
autentico- solo
ricordavo cose che altri vorrebbero dimenticare.
Quello lasciò Ino
di stucco, ma la ragazza rivolse nuovamente la sua attenzione a Naruto al veder
il nuovo regalo che il ragazzo apriva, un pigiama giallo canarino con un
berrettino dai bellissimi bottoni blu elettrico.
Naruto arrossì; era stata un’idea di Sasuke? Probabilmente sì, visto che l’Uchiha
era stanco di ripetergli che si comprasse un pigiama invernale una buona volta,
che dormire in maglietta e boxer non faceva bene. Quello gli fece
spuntare un sorriso: anche se l’Uchiha non voleva
ammetterlo, si preoccupava per lui. Cosicché alzò lo sguardo e cercò Sasuke
con gli occhi, ma non lo trovò. Dove era andato a finire quell’idiota?
E fu allora che lo vide apparire portando
con sé una scatolina, ma questi non fece e non disse nulla, soltanto si sedette
da una parte e aspetto pazientemente che Naruto finisse di aprire i regali per
dargli il suo.
Niente più arrabbiature, niente più lacrime,
niente più tristezza, era giunto a quella conclusione in quei dieci minuti che
aveva osservato il biondo. Lui non era la sua felicità ma la sua tristezza, ma
si era reso conto di qualcosa, quello che Sakura aveva detto il giorno in cui
era tornato: “Naruto torna ad essere felice” .
Perché la tristezza e la felicità si
tengono per mano?
E perché dall’amore all’odio c’è solo un
passo?
- Sasuke - la
voce di Gaara lo tolse dai suoi pensieri- ti senti
bene? Sei pallido.- disse il ragazzo guardandolo
preoccupato. – Sto bene, grazie – disse
cercando di tranquillizzare il Kazekage, che torno alla sua
posizione un po’ preoccupato.
Aveva deciso: non sarebbe più fuggito.
Adesso era il tempo di essere felici e avrebbe fatto qualsiasi cosa per
recuperare Naruto.
NdT: salve a tutti! Finalmente sono uscita dall’Inferno(= esami) e sono riuscita a sfornare la traduzione, cosa che mi premeva tanto fare. Spero vi faccia piacere a me sicuramente, spero di riuscire sfornare tra brevissimo un altro capitolo (visto che andrò in vacanza per due settimane e non avrò modo di tradurre XDD) cercherò di mettercela tutta! Grazie, veramente grazie a tutti quelli che hanno pazientato, leggono e seguono la fanfiction, a fine storia avrò modo di ringraziare tutti come si deve!^ ^