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Autore: PaolaDP    15/07/2008    2 recensioni
"All'improvviso, la ragazza fu investita da una tremenda verità, una consapevolezza pericolosa e terribile: il dr. Gelo voleva fare di loro esseri simili a quelli che stavano affrontando..." C 17 e C 18 non sono sempre stati androidi. La storia di due vite serene, due vite poi distrutte dalla follia di un pazzo.
Genere: Azione, Sovrannaturale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: 17, 18, Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ultimo giorno di scuola...

L'AGGUATO

Ah, finalmente!” esclamò il ragazzo, respirando l'aria del giardino della scuola, esattamente di fronte all'ingresso.

E' venerdì, e niente scuola per due giorni!” aggiunse, girandosi ad osservare sua sorella; con lei, oltre a Reciél, c'era un ragazzo alto, con i capelli ricci e scuri. Indossava una felpa blu, rossa e bianca e dei jeans. Era un suo amico, tutti lo chiamavano Rin.

Lo sappiamo” gli rispose con un sorriso eccitato. “Io vado in montagna coi miei, lì c'è una ragazza veramente carina.”

Fossi in te, non tornerei in città, credimi.” esclamò il ragazzo, tornando verso i propri amici.

Così avrei una stanza in più a disposizione.” disse sua sorella, sorridendo lievemente.

Si avviarono lungo il vialetto della scuola, verso il cancello. Alla loro sinistra, una ragazza con lunghissimi capelli neri si voltò al loro passaggio, osservando il ragazzo con aria interessata. Lanél mosse qualche passo in sua direzione sventolando la mano, ma venne completamente ignorata dal gruppo, che procedette compatto fino al cancello di ingresso. Il ragazzo continuò a fissare davanti a sé, con aria decisa, come se non si fosse accorto della sua presenza. Sua sorella, però, aveva capito il genere di pensieri in cui doveva essere immerso... La ragazza si voltò verso Lanél, che stava osservando suo fratello con aria delusa. Forse l'aveva giudicata con troppa superficialità: in fondo, sembrava veramente triste per essere stata ignorata... Se fosse stata una cosa sciocca, si sarebbe indignata e avrebbe lasciato perdere, no? Invece, ora, la ragazza che aveva sempre considerato insulsa e frivola si stava affliggendo pensando ad uno dei tanti ragazzi di questo mondo, proprio a suo fratello. Era stata ingiusta con lei, l'aveva giudicata a priori, senza preoccuparsi di conoscerla. Forse avrebbero potuto diventare amiche, chissà...

Un ragazzo le si parò davanti, distogliendola dai suoi pensieri. Era alto, robusto, con capelli biondo scuro e occhi chiari. Indossava dei jeans e una maglietta azzurra molto aderente e faceva sfoggio di un'espressione sicura di sé, intrigante. La stava guardando con aria interessata e galante. Mosse qualche passo in sua direzione, continuando a fissarla con sicurezza.

Ehi là! Come va?” le chiese, facendo sfoggio di una dentatura perfetta, messa strategicamente in bella mostra con un sorriso smagliante.

Bene.” rispose lei con tono piatto, tornando a guardare alle sue spalle: Lanél era sparita.

Evidentemente sorpreso dalla risposta, assolutamente inespressiva, si chinò verso di lei, sorridendo di nuovo.

Senti, ti piacerebbe...”

La ragazza si sentì afferrare per il braccio sinistro e, voltandosi, vide suo fratello, che stava fissando il ragazzo con aria minacciosa. Quest'ultimo, schiacciato dall'intensità di quello sguardo, mormorò qualcosa come “beh, ci vediamo...”, le fece un cenno con la mano e si allontanò velocemente.

Ti ha infastidita?” le chiese il ragazzo tornando a fissarla dopo aver rivolto uno sguardo disgustato al giovane sorridente.

No, non ti preoccupare.” rispose lei, con aria inespressiva: stava ancora pensando a Lanél.

Ehi! Che succede?” disse Reciél, avvicinandosi ai due in compagnia di Rin.

Nulla” esclamò la ragazza, sorridendo. Eppure non poté fare a meno di notare che suo fratello stava continuando a guardare nella direzione in cui quello sfacciato si era allontanato: che fosse ancora teso per ciò che era successo il giorno precedente? Quella mattina, dopotutto, avevano rivisto l'auto nera...


Era una bellissima giornata, quella; il parco della scuola, con le sue aiuole, le sue comode panchine e i suoi cancelli di ferro, era pieno di allievi sognanti che pensavano alle meraviglie che il week-end avrebbe portato; stavano seduti in compagnia ridendo, scherzando, parlando di mare, montagna, cinema sotto gli sguardi dei professori, che si scioglievano e tradivano una certa indulgenza per il sollievo dovuto alla prospettiva di due giorni in tutta tranquillità, senza svegliarsi presto per andare a spiegare nozioni noiose a studenti spesso disinteressati. L'aria era piena di serenità, ma, lungo il vialetto che portava al cancello, c'erano due fratelli introversi, taciturni, che si guardavano attorno spiazzati, spaventati, prudenti. Vicino a loro, i loro migliori amici non si erano accorti di nulla. La loro paura era fondata?


L'ora con il professore madrelingua è strutturata, generalmente, in tre parti: inizialmente vengono distribuite delle fotocopie con dei vocaboli riguardanti particolari argomenti, come cucina, sport, dibattiti su temi di attualità, degli esercizi sull'argomento stesso e, infine, è richiesta la composizione di un testo, naturalmente utilizzando il lessico appena visto. Per quanto riguarda le ore di compresenza...”

Il ragazzo si appoggiò allo stipite della porta dell'aula, osservando sua sorella affrontare con aria diplomatica quelle madri assetate di informazioni riguardanti la potenziale futura scuola dei loro figli. Sapeva gestire bene la situazione, altre persone sarebbero state imbarazzate ed impacciate nei suoi panni.

E' brava, eh?” esclamò una voce alle sue spalle.

Si voltò: di fronte a lui c'era Reciél, con il suo solito sguardo indagatore.

Già.” rispose lui, tornando a guardare la sorella.

Io non riuscirei mai ad essere così spigliata davanti a loro. Questi giorni di accoglienza sono piuttosto imbarazzanti, no?” sospirò. “Ultimamente si comporta in modo anche più serio del solito.” continuò la ragazza, osservando l'amica con aria pensierosa. “Non fa altro che riflettere. E anche tu.”

Siamo fatti così” rispose lui con un sorriso affezionato e rassegnato al tempo stesso.

Rimasero qualche minuto in attesa, fino a che non videro la ragazza congedarsi dai suoi ascoltatori con sorrisi di cortesia e strette di mano ed avviarsi verso di loro.

Ma quanto sei diplomatica!” esclamò il fratello ridendo quando li raggiunse.

Già, bravissima.” aggiunse Reciél con un sorriso.

Ah, piantatela di prendermi in giro!” rispose lei, sorridendo e dando una pacca sulla spalla del ragazzo.

Che ne dite di andare fuori a mangiare qualcosa?” chiese, rivolgendosi ad entrambi.

Mi dispiace” rispose l'amica, con aria mortificata “ma io devo assolutamente andare a casa, mia madre ha invitato uno schieramento di zii e parenti vari, è l'anniversario di matrimonio suo e di Papà. Ho fatto loro un favore lasciandoli soli stamattina, ma farei loro un torto se mancassi per pranzo.”

Sarà per la prossima volta... beh, che ne direste di avviarci verso l'ingresso?” propose il ragazzo.

Hai ragione. Che fine ha fatto Rin?” domandò la sorella, guardandosi attorno alla ricerca dell'amico.

Dovrebbe essere già giù.”

Percorsero il corridoio e scesero velocemente le scale. L'atrio era molto ampio, con le pareti gialle, e quel giorno c'erano diverse famiglie con ragazzi giovani e spaesati. Davanti al portone, proprio di fronte a loro, c'era un ragazzo alto e robusto.


Il gruppo, riunito, si avviò lungo il vialetto, facendo attenzione ad evitare le pozzanghere, dovute alla pioggia caduta durante la notte. Era una giornata soleggiata, ed era quasi ora di pranzo.

Era veramente tesissimo.” concluse Rin, scrollando le spalle.

Capita che tu metta soggezione...” lo prese in giro il suo amico, scarmigliandogli i capelli con un gesto affettuoso e sogghignando.

E a te com'è andata?” chiese il ragazzo rivolgendosi a Reciél, che camminava in coda al gruppo con aria assente.

Nulla di che.” rispose lei “Ragazzi un po' spaventati, a dire la verità.”

E' normale, in fondo, no?” intervenne la sorella, ripensando alla prima volta in cui era entrata in quell'edificio, terrorizzata all'idea di iniziare il liceo.

Sapete una cosa? Credo che in fondo la prossima sarà una buona annata, i ragazzi mi sembrano simpatici, motivati, solo un po' troppo timidi...”
“Mi auguro che non siano tutti pazzi come te, Rin.” replicò il ragazzo, facendosi ironicamente serio.

Sua sorella rimase in disparte con Reciél, seguendo silenziosamente i due amici che ridevano. Erano un gruppo molto unito, loro quattro. Reciél era molto riflessiva e disponibile, Rin divertente e spiritoso. Quanto a suo fratello... era una della persone più importanti per lei. In quel momento, si sentì serena... le sembrava assurdo essersi preoccupata, pochi giorni prima, per una stupida automobile posteggiata davanti ad un ristorante! Era stata una sciocca pensandoci tanto su, rovinandosi la nottata. Pensò a cosa avrebbe potuto fare durante il pomeriggio... Rimanere in casa ad ascoltare la musica, oppure fare un giro in piazza, leggere o cucinare con Norma, la donna delle pulizie...

Quando si fermarono davanti ad un'edicola perché Reciél doveva comprare una rivista di giardinaggio per la madre, si voltò ad osservare la scuola. Aveva passato lì dentro anni, eppure non si era mai soffermata a guardarla. L'edificio era circondato da aiuole e panchine su cui gli studenti usavano sedersi per chiacchierare, leggere o lanciarsi in un ultimo, disperato ripasso. Aveva passato tante ore lì, con le gambe incrociate, parlando con suo fratello o con Reciél, oppure ripetendo una lezione in vista della spietata interrogazione di un professore assetato di voti... Ricordava perfettamente il primo giorno in cui ci aveva messo piede: era stato due anni e mezzo prima, in una mattina di novembre. Era assieme a Cidonia e a suo fratello, quel giorno, e si sentiva spaesata. Ricordava quella sensazione di disagio, di tensione, il sentirsi spaesati, nel posto sbagliato, circondati da ragazzi alla mano, rilassati e più grandi di lei. Il professor Fargon aveva subito cercato di farla sentire a suo agio, ma sia lei che suo fratello si erano sempre trovati imbarazzati di fronte a lui, di fronte a quell'uomo vecchio ma giovanile, che cercava continuamente di entrare in confidenza con loro. Eppure, rimaneva quella sensazione, quel presentimento...

Ehi là!”
Tutto il gruppo si voltò: a una decina di metri da loro, un uomo arzillo e dall'aria paciosa gli stava trotterellando incontro sventolando una mano sopra la testa in segno di saluto.

Professor Fargon!” esclamò Reciél, sorridendo verso di lui, che li aveva finalmente raggiunti.

Ragazzi! Voglio farvi i miei complimenti, ve la siete cavata benissimo con gli ospiti.” Il suo viso si illuminò “Credo che l'anno prossimo verranno qui, ci potrei scommettere!” Aggiunse, dando una pacca sulla spalla di Rin, che barcollò.

Oh, scusa...” disse, mortificato. "Non tutti gli allievi sarebbero disposti a passare la domenica qui dentro... Beh, ragazzi, vi auguro una buona giornata. A domani!”

A domani!”

I due fratelli rimasero qualche istante osservando Fargon mentre si allontanava, sordi ai commenti e alle chiacchiere di Reciél e di Rin.

Adesso devo andare anch'io, o mia madre darà di matto... Ci vediamo domani!” esclamò quest'ultimo, sventolando una mano in segno di saluto ed allontanandosi.

I tre rimasero ancora qualche minuto davanti all'edicola, aspettando che una signora finisse di contare tutte le monete che le servivano per pagare il giornale; ormai era quasi l'una, e i due gemelli sapevano di dover tornare a casa, non volevano rientrare tardi. Chissà come mai, entrambi avevano uno strano presentimento, come una sensazione di disagio...

Grazie per avermi riaccompagnata.” disse Reciél con un sorriso, in bilico sui gradini che portavano sotto al tendone della gelateria di suo padre.

Non c'è di che” rispose il ragazzo con un sorriso. Sua sorella fece un cenno.

E' stato divertente parlare con quei ragazzi spaesati, vero?”
“Fa ricordare tante cose.” intervenne lei, con un sorrisetto obliquo. Le era piaciuto potersi vedere nei loro occhi frastornati. Era stato così all'inizio della scuola, ma ora aveva l'impressione di trovarsi nella stessa situazione. Di che cosa poteva trattarsi?

Ti ricordi il primo giorno di scuola?” chiese Reciél, invitandoli ad entrare e a prendere un gelato.

Come dimenticarlo.” disse il ragazzo, avvicinandosi al bancone.

"La bidella aveva già quell'espressione arcigna, era odiosa! Ricordate che puzza quel detersivo?"

"Certo! Sono rotolato giù per le scale dell'atrio, per colpa di quel detersivo!"

Ehi, Papà!” chiamò la padrona di casa sporgendosi in una stanza attigua. “Papà, ci sei?”

Un muggito proveniente dalla stanza indicò la presenza del gelataio, che entrò qualche istante dopo. Era un simpatico ometto paffuto, piuttosto basso, con grandi occhiali. Era un appassionato di opera lirica, come testimoniava l'amami Alfredo proveniente da una cassa dietro.

Ah, buongiorno, ragazzi!” esclamò, avvicinandosi e sorridendogli cordialmente. “Volete un gelato?”

No, grazie, siamo venuti solo per accompagnare sua figlia” rispose il ragazzo, sorridendo a sua volta.

D'accordo. Réciel, fra poco devi essere pronta.”

"Che cosa?"

"Si va al ristorante, non te l'ho detto?"

"Ehm..." borbottò lei, presa alla sprovvista. "Va bene, fra poco vado a cambiarmi."

"Io ho ancora del gelato in preparazione di là. Scusate, ma devo andare..."

Si congedò dai ragazzi e uscì dalla stanza.

Il giorno del suo Anniversario prepara del gelato?” chiese la ragazza, sorpresa. “E tutti i tuoi parenti?”
“Lo starà preparando apposta per loro.” rispose Reciél con aria esasperata. “Coglie ogni occasione per vantarsi del suo gelato.”

I due fratelli sorrisero divertiti. In qualunque circostanza, Rin o Reciél erano in grado di farli ridere.

Sentite...” iniziò Reciél, facendosi seria. Sembrava imbarazzata. “Che ne direste, a Pasqua, di venire al lago con me? So che i vostri genitori devono rimanere, ma...”

La ragazza alzò lo sguardo.

Beh, abbiamo una casetta, ci farebbe piacere avervi con noi.”

I gemelli la guardarono. Reciél, in genere, era sempre stata molto restia ad invitarli con lei perché temeva che loro, di famiglia così benestante, potessero non apprezzare; era strano e piacevole che, ora, si fosse decisa ad inventarsi qualcosa. Sembrava imbarazzata, in effetti.

Ci farebbe molto piacere.” intervenne la ragazza, distogliendo l'amica dallo stato di tensione in cui si trovava.

Davvero?!” soggiunse lei, sorpresa e sbalordita. “Ecco... wow, eh... Bene...”

Reciél era una ragazza con troppo poca fiducia in sé stessa. Era un po' deludente vedere come, dopo anni di amicizia, temesse ancora il confronto con loro... Era un po' impacciata ed insicura, ma molto intelligente, eppure non voleva capire che l'amicizia non si basa sulla perfezione...

Si salutarono, e i due gemelli si avviarono verso casa, sereni. Era una bellissima giornata: il sole splendeva alto e i fili d'erba erano ancora impregnati di rugiada, nonostante fosse già quasi mezzogiorno. Ma ciò che li rendeva veramente felici era l'idea di passare le vacanze sul lago assieme a Reciél.


L'aria era fresca, c'era odore di erba appena tagliata, vicino al parco della scuola. C'erano poche persone in giro, la maggior parte della gente era rimasta a casa, a pranzare con i propri familiari. Un ragazzo e una ragazza molto somiglianti camminavano lungo il marciapiede, spensierati, sereni, pensando con eccitazione alle prossime vacanze, quando sarebbero andati al lago in compagnia. Non si accorsero dell'auto nera posteggiata dall'altra parte della strada...

E te pareva! Alla fine di un capitolo relativamente sereno, devo rabbuiare il tutto con l'immagine dell'auto!

Salve a tutti! Ecco il nuovo capitolo, spero che lo apprezziate. State attenti, perché fra poco accadrà qualcosa che sconvolgerà la vita dei 

protagonisti (come, immagino, saprete tutti, anche giudicando dalle recensioni).

Ed ora i ringraziamenti:

Selhin: Scusa, ho dimenticato di ringraziarti per aver aggiunto questa storia ai tuoi preferiti. Beh... GRAZIE MILLE! Mi fa veramente piacere sapere che ti è piaciuta così tanto, e spero che i prossimi capitoli non siano da meno.

LadyGaunt: Il tuo intuito, naturalmente, non ti inganna: fra poco la tranquillità dei due gemelli verrà stravolta... Cercherò di aggiornare il prima possibile, ti ringrazio per aver letto e recensito!

Juu_Nana: Hai ragione, C 17 è molto ingenuo, in questo caso: Red Ribbon = guai!!! Grazie mille, sei la mia lettrice più affezionata, mi rendi molto felice! Il fatto si verificherà fra poco... mi raccomando, continua a seguirmi! Ciao e grazie!

  
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