Anime & Manga > Card Captor Sakura
Segui la storia  |       
Autore: micia95    19/04/2014    1 recensioni
Antico Medioevo. Tomoeda è divisa in quattro regni pacifici, ma un re malvagio e assetato di potere cercherà di conquistarla tutta. L’ultima principessa in grado di fermarlo è scomparsa. Si riuscirà a ritrovarla prima che il mondo intero cada nel caos più completo?
Una classica storia fantasy, con amori, magia ed esseri magici.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ANDARE  AVANTI

Dalle scale Sakura vedeva Shaoran seduto ad un tavolo posto nell'angolo della locanda, di fronte a sé aveva solo un bicchiere vuoto e un candela quasi del tutto consumata. La luce proiettava ombre inquietanti sul volto del giovane. Lo sguardo corrucciato, la fronte corrugata e le ombre lo facevano sembrare molto più anziano di quanto non fosse in realtà. Sakura provò una stretta al cuore nel vedere il ragazzo tanto amato in quelle condizioni. Ed era colpa sua, solo colpa sua. Altre lacrime minacciarono di uscire dagli occhi verdi della ragazza sia perchè si sentiva in colpa, sia perchè non sapeva cosa fare per consolare Shaoran. Ricordava ancora come era sconvolto quando poche ore prima avevano raggiunto la prima locanda che avevano trovato dopo il confine tra il Regno di Kuma e quello di Aldelail.
 
Erano bagnati fradici e i vestiti appiccicati al corpo non avevano reso facile e piacevole il viaggio a piedi da quell'albero al confine. Avevano spostato Aliseo su un lato della strada sia per precauzione, sia per rispetto per il coraggioso e fedele equino. Sakura aveva lasciato Shaoran un momento ancora da solo con l’amico fidato prima di spronarlo a continuare il cammino. Se non si fossero mossi le possibilità di essere catturati erano altissime; dovevano assolutamente raggiungere il confine.
Erano entrati nella locanda sostenendosi a vicenda, bagnati fino al midollo per la camminata sotto la pioggia e con lo sguardo basso di chi è stato sconfitto. Li aveva accolti una donna alta, magra e secca ma con uno sguardo dolce, materno.
"Oh cari! Venite, venite! Prendete una stanza! Vi preparo anche un bagno caldo, eh?" aveva chiesto preoccupata accompagnandoli all'interno della locanda. Sakura aveva annuito stanca. La donna aveva fatto segno ad una ragazzina di non più di quindici anni di preparare un tavolo per i due ospiti e poi era sparita a preparare la camera.
I due ragazzi si erano seduti stringendosi nei loro abiti bagnati; la ragazzina aveva fatto loro un sorriso ed era arrossita guardando Shaoran. Sakura, per un attimo, ne era stata gelosa, poi quando avevano portato loro una minestra calda non ci aveva fatto più caso e aveva ringraziato di cuore.
"Eccomi tornata! La camera e il bagno sono pronti. Se uno di voi vuole seguirmi..." aveva detto la donna di prima (probabilmente la proprietaria della locanda aveva riflettuto Sakura) guardando Sakura.
"Vai tu" aveva sussurrato al ragazzo che scosse la testa. La giovane aveva sbuffato prima di sussurrargli "Ehi, ne hai più bisogno di me" poi gli aveva sorriso incoraggiante. "Posso fare solo questo per farlo stare meglio" aveva pensato con tristezza e amarezza Sakura. Lui le aveva sorriso piano, poi si era chinato verso di lei per sfiorarle le labbra in un bacio dolce, riconoscente prima di alzarsi e seguire la donna.
Poco dopo era tornata la donna e si era avvicinata alla ragazzina dietro al bancone dicendole di andare a dormire.
A quel punto Sakura si era diretta al bancone.
"Vorrei una stanza per questa notte" aveva chiesto cercando di sorridere.
"Ma certo cara! Per lei e il suo fidanzato immagino..."
"Marito" si era sentita dire Sakura notando anche che la ragazzina era sobbalzata e poi aveva abbassato lo sguardo. Sakura sapeva che non avrebbe dovuto sentirsi così sollevata, eppure lo era. "Siamo sposati da poco" aveva aggiunto poi rivolta alla locandiera che aveva annuito.
 "Se posso chiedere... Come mai una giovane coppia come voi si trova da queste parti, con questo tempo e a quest'ora?"
"Pettegola" aveva pensato Sakura con stizza prima di rispondere con la versione concordata con Shaoran. "Stiamo andando a trovare mia sorella che sta per avere un figlio ad Aldelail. Siamo stati sorpresi dal temporale, il nostro asino si è spaventato ed è scappato lasciandoci a piedi". Complimenti per la bugia, aveva pensato Sakura con amarezza. La donna stava per aggiungere qualcosa, probabilmente un'altra sfilza di domande, quando Shaoran era sceso dalle scale con i vestiti asciutti e si era avvicinato alla ragazza. "Tocca a te ora" le aveva detto con un sorriso "Vai, io sto ancora un po' qui, poi ti raggiungo" l'aveva aiutata ad alzarsi e l’aveva baciata stringendola dolcemente prima di lasciarla andare.
Sakura aveva fatto un bagno rilassante ma le era servito a scacciare i brutti pensieri solo per poco perchè quando aveva cominciato a scendere le scale si era accorta di Shaoran seduto da solo al tavolo.
 
Era almeno mezz'ora che osservava il ragazzo seduta sulle scale e quello che aveva visto non le era piaciuto per niente: Shaoran se ne stava lì, immobile, immerso in cupi pensieri che Sakura poteva solo immaginare. "Adesso basta" pensò la ragazza alzandosi e dirigendosi dal giovane.
"Shaoran" lo chiamò e lui sollevò lo sguardo su di lei. Sakura rabbrividì: quegli occhi color delle foglie d'autunno erano due pozze nere di tristezza. "Andiamo a letto. Vieni" gli tese una mano che lui prese dopo un attimo di esitazione. Il ragazzo si lasciò trascinare fino in camera e poi sul letto, sotto le coperte. Sakura sapeva bene che quella notte il giovane non avrebbe dormito poco e male, così invece di dargli la schiena e rannicchiarsi il più lontana possibile da lui, appoggiò il capo sulla schiena del ragazzo e lo abbracciò. Avrebbe voluto piangere: non poteva fare nient’altro per alleviare la sua sofferenza; sapeva bene per esperienza personale che quando si perde qualcuno di caro ci si chiude in un guscio lasciando tutto fuori e niente poteva tirarti su di morale. Dopo un tempo indefinito Shaoran si girò abbracciando a sua volta Sakura e nascondendo il volto nell'incavo del collo di lei, luogo che sembrava fosse stato creato per lui solo. Si strinsero forte come se quel gesto potesse proteggerli e sanare le loro ferite.
“Ti amo Sakura, non lasciarmi anche tu” fu solo un sussurro, ma se fosse stato gridato avrebbe avuto lo stesso effetto sulla giovane. Per un lungo istante la ragazza trattenne il fiato pensando che non avrebbe potuto mantenere quella promessa per sempre, poi gli rispose altrettanto piano.
“Ti amo anch'io Shaoran, non me ne vado, sto qui con te”
Quella fu l’ultima cosa che si dissero prima di provare a dormire per il resto di quella notte agitata.
 
 
Il mattino dopo si alzò con le braccia intorpidite trovandosi da sola nella stanza. Un’improvvisa paura l’assalì e si alzò senza curarsi delle coperte che si sparpagliavano disordinatamente intorno a lei. Fortunatamente la sera prima non si era cambiata e non aveva disfatto il suo zaino e ci mise poco a raccattare le poche cose che aveva in quella camera. Non potè fare a meno di notare che lo zaino di Shaoran e tutti i suoi effetti personali erano spariti. Si sentì tremendamente sola e corse fuori dalla camera raggiungendo la stanza al piano di sotto. Si guardò rapidamente attorno senza riconoscere i capelli color dell’autunno di Shaoran. Il panico misto alla tristezza la invasero mentre si dirigeva al bancone dove la locandiera serviva del latte a due avventori.
“Buon giorno cara!” la salutò con un grosso sorriso la donna. Sakura ricambiò anche se il suo sorriso non era così allegro. Rispetto alla sera prima era molto più riposata e non se la sentiva di essere scontrosa con quella donna che li aveva accolti.
“Tuo marito ti aspetta qui fuori, mi ha detto di avvisarti che è andato a comprare una nuova cavalcatura per proseguire il vostro viaggio” Sakura la guardò sorpresa ma immensamente felice per quella scoperta. Non se ne era andato! E non l’aveva lasciata sola e non aveva nemmeno fatto qualche pazzia di cui poi avrebbe potuto pentirsi.
“Sai, mi aveva detto che ti saresti preoccupata. E’ un ragazzo adorabile, vero? Sarà un padre perfetto per i vostri figli!” esclamò la donna facendole l’occhiolino. Sakura non sapeva se ridere o piangere a quell’affermazione, inoltre la donna sembrava così sicura!
“Sì...sì, sarà un ottimo padre” concordò. “Ma non dei miei figli” aggiunse per se stessa, doveva ricordarsi che lui era il principe del regno di Chiaki. Poi uscì in tempo per vedere Shaoran venirle incontro con in mano le briglie di un cavallo pezzato. Il ragazzo le sorrise e se non fosse stato per le occhiaie e per gli occhi un po’ meno luminosi del solito nessuno avrebbe potuto indovinare quello che era accaduto la notte precedenete. Lo raggiunse e lo strinse a se, lui ricambiò l’abbraccio con il braccio libero. Le baciò teneramente i capelli e poi gli occhi ancora chiusi per poi sfiorarle le labbra prima di approfondire il bacio.
“Buon giorno” le sussurrò e lei sorrise affondando il viso nei suoi vestiti annusando il suo profumo.
“Allora, quando vuoi partire Sakura?” le disse una volta che lei si era staccata. Adesso stavano tornando verso la locanda mano nella mano.
“Non hai voglia di riposarti un po’? Potremmo partire dopo mangiato” propose la ragazza guardando il giovane.
“Tutto quello che vuoi, Sakura”
Erano giunti alla locanda, Shaoran legò il cavallo a un palo piantato lì apposta e poi prese lo zaino di Sakura e le porse la mano.
“Facciamo un giro, ti va?” le propose. Sakura annuì convinta. Aveva pensato che sarebbe stata lei a dover trascinare Shaoran –lo Shaoran triste e addolorato chiuso nel suo guscio-  in giro per la città e invece lui era molto più forte di quanto aveva pensato e stava reagendo in maniera molto positiva anche se lei sapeva che per placare quel dolore ci sarebbe voluto del tempo.
“Voglio godermi ogni istante che ho con te Sakura” le sussurrò all’orecchio mentre camminavano mano nella mano “So già che ti dovrò lasciare” questo era quello che pensavano entrambi ma non c’era bisogno di dirlo ad alta voce.
Stavano facendo ritorno alla locanda per mangiare un boccone prima di partire dopo essere stati in giro tutto la mattinata per la piccola cittadina sbaciucchiandosi ogni tanto all’ombra di una casa in modo che nessuno potesse vederli, quando la ragazza che avevano visto la sera prima servire alla locanda venne loro addosso facendoli barcollare.
“Stai bene?” chiese Shaoran trattenendo la ragazza per un braccio. Effettivamente la giovane aveva uno sguardo spaventato.
“Possiamo aiutarti?” chiese allora Sakura vedendo che la ragazza non rispondeva.
“Mia zia...” deglutì “Mia zia sta per partorire ma c’è qualcosa che non va! La levatrice mi ha mandato a cercare aiuto!” le lacrime cominciarono a scendere sul volto della giovane. Sakura provò compassione per la ragazza e sebbene sapesse che era un po’ rischioso le disse “Ti aiuterò. Portami da tua zia” La ragazza la guardò speranzosa e prendendola per mano la condusse verso la casa della zia. Tuttavia Sakura sentiva lo sguardo di Shaoran su di sé e sapeva che era uno sguardo indagatore e preoccupato.
“Oh! Finalmente sei arrivata!” così alcune donne accolsero la ragazza della locanda che portava i due compagni di viaggio. Alla vista del giovane le donne si guardarono l’un l’altra un po’ sospettose.
“Ha detto che ci può aiutare” disse infine la ragazza indicando Sakura.
“Sei molto giovane, come pensi di fare?” chiese quella che doveva essere la levatrice.
“Non ho cattive intenzioni, ve lo assicuro. La posso aiutare ma ho bisogno che vi fidiate di me e che mi aiutiate.” Sakura eluse la domanda, meglio evitare che sapessero chi era stata: avrebbero potuto avere paura o finire nei guai. Non sembravano molto convinte. “Sentite, mi pare di capire che se nessuno fa niente moriranno sia il bambino che la madre, quindi che vi costa fidarmi di me? Posso aiutarvi, sul serio” cercò di essere il più convincente possibile, dopotutto lo sapevano anche loro che lei aveva ragione.
“E lui?” chiese la più anziana delle donne indicando Shaoran. Lui subito arrossì e spostò il peso da una gamba all’altra abbassando lo sguardo.
“Mi ha accompagnata” fu la sola risposta. “Non c’è tempo da perdere” aggiunse poi sentendo i lamenti della puerpera. Prima che entrasse nell’altra stanza si diresse verso l’unico maschio in quella stanza.
“Sakura...l’hai mai fatto?” chiese il ragazzo mentre la giovane frugava nel proprio zaino.
“Non proprio, mi hanno insegnato come fare e una volta ho assistito” gli rispose la ragazza mordendosi il labbro. Era sicura delle sue capacità ma cominciava ad avere paura di commettere qualche errore e non se lo sarebbe mai perdonata.
“Vengo con te, non ti lascio sola” il ragazzo la guardava negli occhi mentre pronunciava quelle parole. La sicurezza nella voce di Shaoran le infuse un po’ di coraggio.
“Sei sicuro? Non è un bello spettacolo e non credo ti facciano entrare molto volentieri”
“Potrei essere d’aiuto, non so come: me lo dirai tu.” Vedendo che la ragazza esitava aggiunse “Voglio esserti d’aiuto Sakura e restando fuori non posso fare niente”
“D’accordo allora” disse e annuì dirigendosi finalmente nell’altra stanza trascinandosi dietro il ragazzo.
Quando entrarono potè vedere la sorpresa sui volti delle donne e l’impressione che il sangue e il viso della donna fecero a Shaoran, ma il giovane si riprese subito. Tutti la guardarono in attesa di istruzioni.
“Va bene. Prendete dei panni bagnati per pulire e coperte pulite, disinfettate tutto mi raccomando. Ho bisogno che qualcuno mi aiuti a preparare un infuso e un unguento con queste erbe” appena ebbe finito di parlare tutti si mossero e la donna più anziana le si affiancò per preparare quello di cui aveva bisogno. La donna stesa sul letto continuava a lamentarsi e a piangere.
“Shaoran, per favore calmala. Parale e prenditi cura di lei” il ragazzo annuì e si sedette sul letto di fianco alla partoriente.
“Salve, come si chiama?” le chiese con voce dolce prendendole la mano e stringendola piano tra le proprie.
La donna si girò e spalancò gli occhi. “Hikari” sussurrò.
Shaoran sorrise. “Bene, Hikari. Come volete chiamare vostro figlio?” e continuò così a farle domande e a raccontarle di luoghi lontani per distrarla e farla calmare almeno un po’.
Sakura non potè fare a meno di sorridere mentre sentiva Shaoran parlare con quella voce pacata e tranquillizzante, se non fosse stata così presa si sarebbe fermata anche lei per ascoltarlo.
“Ecco, bevi, ti farà bene” disse Sakura porgendo una tazza fumante a Hikari appena ebbe finito di preparare le erbe per l’infuso. La donna bevve aiutata da Shaoran mentre lei delicatamente le cospargeva il ventre con l’unguento preparato. Le altre donne continuarono ad affaccendarsi intorno al letto ancora per poco tempo prima di fermarsi nuovamente ad aspettare che Sakura dicesse loro cosa fare. Erano passati pochi minuti, eppure sembravano ore.
“Hikari, come si sente ora?” chiese a quel punto la ragazza.
“Strana...sento meno male di prima ma ho paura”
“Abbiamo bisogno del suo aiuto, il suo bambino ne ha bisogno. Ci aiuterà?” la domanda era inutile perchè la donna era determinata e annuì convinta. Sakura sorrise e le diede istruzioni per far nascere il bambino.
Interminabili minuti, urla, pianti e sofferenze dopo il bambino nacque e tutti per un momento furono sollevati e contenti.
“Non piange. Non sento la voce del mio bambino” disse quasi subito Hikari con la voce che le si spezzava ad ogni parola e tornò a stringere la mano di Shaoran che aveva tenuto stretta per tutto quel tempo. Il ragazzo era pallido e sembrava sul punto di svenire ma guardò Sakura con una preghiera disperata negli occhi.
“Salva il mio bambino, ti prego!” le chiese tra le lacrime Hikari. Era la stessa preghiera che Sakura aveva letto negli occhi di Shaoran.
“Non c’è più niente da fare, Hikari” cominciarono a consolarla tra le lacrime le altre donne presenti.
Sakura prese tra le braccia il bambino e lo lavò con dolcezza, come se fosse stato suo figlio. Shaoran la raggiunse.
“L’hai salvata Sakura, sei stata brava” le sussurrò mettendole un braccio sulle spalle, tuttavia la ragazza pianse silenziosamente cullando il bambino.
“Non sono stata capace di salvarlo....cosa  credevo di poter fare? Tomoyo si sbaglia, non sono quella che crede che io sia” le parole le uscirono senza che potesse fermale. In quel momento il bambino si mise a piangere e per la sorpresa per poco Sakura non lo lasciò cadere. Tutti la guardarono sorpresi ed estremamente riconoscenti mentre il bambino continua a strillare. Subito Sakura lo mise tra le braccia della madre che lo strinse a se con le lacrime agli occhi, questa volta di gioia.
“Grazie...grazie...” continua a cantilenare mentre cullava il bimbo che non la smetteva di piangere e dimenare le manine.
“Ce l’hai fatta, amore mio” le disse Shaoran baciandole i capelli e allontanandosi dalla stanza. Quando furono nell’atrio Shaoran lasciò a Sakura il tempo di lavarsi le mani mentre lui prendeva le loro cose e l’aspettava fuori.
Proprio mentre era al lavello immersa nei suoi pensieri, si sentì tirare il vestito in corrispondenza della spalla destra e si voltò di scatto. Così facendo la manica le scivolò fino a mostrare la voglia a forma di rosa.
“Lo sapevo!” disse la donna che l’aveva tirata: era la donna più anziana, molto probabilmente la madre di Hikari.
“Io...io...” Sakura non sapeva cosa dire. Era stata riconosciuta: e ora?
“Grazie per tutto quello che hai fatto” le disse invece la donna guardandola negli occhi e poi abbassò il capo in segno di rispetto. Sakura si guardò intorno spaventata sperando che nessuno vedesse quello che stava succedendo e incontrò gli occhi curiosi Shaoran che poi le fece un cenno col capo e un piccolo sorriso.
“Ma non ho fatto niente” si difese allora.
“Sì invece. Mio nipote era nel limbo e tu l’hai riportato indietro con le tue lacrime e il tuo dolore” Sakura la guardò sorpresa e prima che provasse a ribattere la donna continuò “Sai anche tu che è vero, hai dei poteri straordinari ragazza mia. Ora vai, non diremo niente. Che il Circolo Infinito del Cielo sia con te” poi la lasciò andare.
Sempre confusa Sakura uscì in fretta da quella casa. “Allora sa. Che fosse una di noi?” Aveva riconosciuto parte della frase segreta che lei e Tomoyo avevano inventato quando erano piccole.
Era ancora confusa quando partirono per continuare il loro viaggio. La ragazza ringraziò silenziosamente Shaoran per non aver fatto domande e per non aver detto nulla sebbene avesse sentito tutto.
“Andiamo” le disse soltanto mentre l’aiutava a montare in sella. Sakura si strinse a Shaoran e appoggiò la guancia sulla schiena del ragazzo. Non desiderava nient’altro che stare così per sempre, non desiderava nient’altro che lui. Ma sapeva bene che non era possibile e che il loro sacrificio avrebbe permesso ad altri di amarsi e vive felici insieme.



Buon pomeriggio! Credetemi, sono sorpresa quanto voi di essere qui ad aggiornare la storia. Non pensavo di essere ancora capace di scrivere perché erano mesi che non riuscivo a scrivere qualcosa fino a ieri. Non so come ma mi sono messa al computer ed è venuto fuori quasi tutto il capitolo che vede (l'inizio l'aveva scritto mesi fa). Spero vogliate ancora seguire questa storia anche se gli aggiornamenti sono sempre più radi (ve lo dico già: non so quando pubblicherò di nuovo, probabilmente ad agosto).E' stato difficile scrivere questo capitolo e non ho voluto scrivere apposta la parte del parto perché non credo di esserne capace e perché mi impressionava un po'.A parte questo, spero vi piaccia il capitolo, vi auguro buone vacanze e buona Pasqua (anche se in anticipo ;) )
 
micia95
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Card Captor Sakura / Vai alla pagina dell'autore: micia95