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Autore: Liabele_swag1D    19/04/2014    2 recensioni
"Ti odio!"
urlai quelle parole con tanto disprezzo che mi meraviglia di me stessa.
"Ma se neanche mi conosci!?"
"Oh credimi quello che ho visto mi è bastato" [...]
"Va bene odiami pure! Da un punto dovremo incominciare, no?"
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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A cena dai vicini

Coincidenze.
Non ho mai creduto alle coincidenze. Ho sempre pensato che la vita fosse una questione di fatalità. Se una cosa doveva accadere accadeva, inevitabilmente. Nessuno è padrone del proprio destino. In quel momento, però, avrei tanto voluto sapere dove abitasse quel cazzone che scriveva il mio di destino.
Ero appena tornata a casa dal mio "entusiasmante" primo giorno di scuola. Mia madre mi diede un bacio urlando festosamente un "Ben tornata! Com' è andata a scuola?". Le risparmiai la storia del ragazzo maleducato che mi aveva letteralmente investita con una bicicletta regalandole un finto sorriso e rispondendole un "Bene". Mentre salivo su per le scale trascinando la mia borsa con molta nonchalance mia madre mi richiamò con la sua volce squillante ma allo stesso tempo dolce. 
"Oh Charlie! Ho conosciuto la nuova vicina. Ha una famiglia davvero molto graziosa. Ci ha invitate a cenare a casa sua stasera. Il marito lavorerà stasera e anche tuo padre, per Jade ho chiamato la tata, quindi andremo soltanto tu ed io, okay?".
Wow. Proprio quel che mi ci voleva per concludere una giornata con i fiocchi: una cena con perfetti sconosciuti che sarebbero rimasti a criticare gli orrori della gioventù d'oggi per tutta la serata. Purtroppo quella di mia madre era più un ordine che una richiesta. Chiusa in stanza non potei fare nient'altro che buttarmi sul letto sbuffando. Mandai un messaggio a Funny. 
"Oggi giornataccia"
"Non dirlo a me... Ehy comunque hai ottime scelte in quanto a ragazzi ;)"
Grandioso ora anche la mia migliore amica mi ricordava di Zayn.

Era sera ed io non avevo la minima voglia di vestirmi e di andare a quella stupida cena. Mia madre mi chiamò più e più volte ma io non le rispondevo. Quando sentii che stava salendo le scale subito mi precipitai a vestirmi. Misi una camicia bianca e un paio di pantaloni attillati a vita alta, grigi con una fantasia floreale scura sopra. Poi infilai le cuffie dell'i-pod facendo finta di ascoltare la musica. Mia madre a quel punto aprì la porta come una furia.
"Charlie porca miseria ti ho det- ah scusami stavi ascoltando la musica?" Piano riuscito.
"Sì, mi volevi?"
"Dobbiamo andare, tu sei pronta?" 
"Si devo mettere soltanto delle scarpe."
Ero indecisa se i dossare i tacchi o le scarpe da ginnastica. Sotto quel completo sarebbero dovute andare le decolté nere. Così scelsi di calzare quelle anche se non ero molto esperta a camminare con quei trampoli, anzi, ero alle prime armi. Prima di uscire di casa salutai con un bacio sulla guancia Tata Mary, una grossa signora di pelle scura che ormai era diventata di famiglia tanto era il tempo che trascorrevamo assieme. E quella sera avrebbe dovuto intrattenere quella peste di Jade. Mia madre e Tata Mary mi tirarono per le orecchie proprio mentre stavo per varcare la soglia della porta.
"Signorina e il giubbotto?" intervenne mia madre col consenso di Tata Mary.
"Mamma... sul serio?"
Era la casa affianco, mica il polo Nord? Per evitare discussioni, presi la giacca nera dall'attaccapanni e la infilai. Uscite di casa mi diede un recipiente di plastica contenente la sua classica torta di mele, si sentiva dal buon profumo che sprigionava. Era ricoperta da una di quelle classiche delicate carte da pasticceria color verde pastello. Bussammo alla porta e ci venne ad aprire una signora sulla quarantina forse un po' più anziana di mia madre, non che lei lo fosse per carità! Mi guardò sorridendo dolcemente proprio come fanno tutte le mamme.
"E così tu devi essere Jade?" disse con voce altrettanto calma e sincera. Mi misi a ridere. A quanto pare mia madre si era scordata di descrivere per bene le sue figlie.
"No Jade è mia sorella, io sono Charlie piacere" risposi tendendole la mano e ricambiandole il sorriso. Lei me la strinse con un po' di euforia.
"Scusami confondo sempre i nomi. Io sono Patricia ma puoi chiamarmi Trisha... Prego, prego, entrate!" disse lei aprendo di più la porta. Salutò meglio mia madre ed io un po' imbarazzata, e con ancora la torta in mano, mi incamminai verso quella che doveva essere la sala da pranzo. Sentii una voce maschile che man mano si avvicinava alla stanza, probabilmente stava parlando a telefono. Mia madre e la vicina si erano fermate a parlare di ricette culinarie vicino al porticato. La voce si faceva sempre più vicina fin quando non vidi un ragazzo di fronte a me.
"Sai, Liam... credo che stasera non uscirò" disse soltanto staccando la chiamata al cellulare. 
La vita è tutta una sorpresa.
"Tu?" lo urlai quasi.
"Che diamine ci fai qui?" mi precedette lui abbassando il tono, forse per non farsi sentire.
"Caso mai tu! Io son venuta per la cena!"
"Questa è casa mia!" sbottò avvicinandosi a me a poggiando il telefono sulla tavola già bella imbandita.
Mi guardai attorno e vidi alcune fotografie incorniciate attaccate al muro. Tutte raffiguravano quel bastardo con Trisha ma in più c'erano anche  altre persone, tutte donne, probabilmente le figlie della vicina. Di scatto mi voltai con l'affanno per la figuraccia e l'imbarazzo che stavo provando ritrovandomi i suoi occhi più vicini.
"Tu... tu... s-sei... il figlio di Patricia????"
"E chi se non altrimenti, il cugino?"
Ah.ah.ah. Che sarcasmo di merda.
D'improvviso, come un flashback, mi apparsero come un treno di ricordi le immagini della sera precedente in cui avevo visto una macchina scura parcheggiarsi di fronte al vialetto della casa affianco e da cui ne erano uscite tante persone. Ora si collegava tutto. Lui era quel ragazzo incappucciato che avevo notato fra la massa. Ora sì che rimpiangevo Mrs. Smith. Io e il bastardo stavamo continuando a fissarci in cagnesco, fino a che Patricia entrò accompagnata da mia madre. Subito, come se avessimo preso una scossa, ci allontanammo l'uno dall'altra prima che le due donne potessero fare il loro ingresso.
"Allora vi siete conosciuti a quanto vedo, eh? Charlie, ti presento mio figlio, Zayn. Zayn, questa è la bellissima Charlie" disse Trisha mettendo un braccio attorno alla vita di Zayn e alzandosi sulle punte per lasciargli un bacio materno sula guancia. Arrossi di botto quando fui appellata al sostantivo di bellissima, nessuno, a parte la mia famiglia, lo diceva con tanta sincerità e trasparenza. Ad interrompere quel momento di imbarazzo fu proprio la guastafeste, per così dire, di mia madre.
"Trisha... ma è identico a tuo marito, è la fotocopia!" Continuarono a parlare sulla somiglianza dei figli coi genitori per non so quanto. All'improvviso da dietro la porta sbucò una testolina scura con due occhietti vispi vispi. E vederla sembrava un bambina di circa sette anni. Si avvicinò alla madre e la tirò per la maglia, nascondendosi dietro di lei. Trisha subito la prese in braccio e me la presentò.
"Questa è Safaa la più piccola della famiglia. Salutala tesoro, si chiama Charlie, è la tua nuova vicina". Le strinsi la mano e le sorrisi dolcemente ma lei di tutta risposta nascose il suo tenero visino sulla spalla della mamma. Dopo poco ci mettemmo tutti quanti a tavola. Indovinate un po' chi c'avevo affianco? Sì, quella sottospecie di microcefalo ritardato. Mi madre e Trisha invece chiacchieravano allegramente sedute una accanto all'altra di fronte a me. Safaa, come se fosse stata la più grande, a capotavola. Nel bel mezzo della pasta, dalle scale si sentirono de rumori, dopodiché scese una ragazzina sui 13 anni, vestita un po' troppo trasgressiva per la sua età. Quando di questo piccolo particolare se ne accorse anche Trisha, si alzò e le andò incontro.
"E tu dove vai conciata così?" la richiamò mettendosi le braccia sui fianchi.
"Ad una festa. Ma' non rompere!"
Purtroppo la discussione era alquanto udibile e si stava creando una situazione imbarazzante. 
"Non vedi che abbiamo ospiti! Sii più educata Waliyha!"
In quella casa avevano i nomi uno più strano dell'altro.
"Mi hai rotto i coglioni!"
Minuto di silenzio.
"Vai.in.camera.tua."
"No mamma io-"
"VAIII!!!"
Waliyha corse per le scale piangendo. Sembrava una scena tagliata de Una Mamma Per Amica. Patricia si avvicinò alla tavola scoraggiata, sotto lo sguardo di tutti.
"Scusate io.."
"Non lo dire nemmeno! Capita Patricia sono giovani, non ti dico che combinava Charlie a 12 anni!" intervenne mia madre. Sull'ultimo le lanciai uno sguardo di fuoco. Io ero un angelo a 12 anni. Non aprii bocca perché probabilmente l'aveva detto per consolarla.
Zayn intanto si pulì velocemente la bocca con un tovagliolo e si alzò rumorosamente facendo strusciare la sedia sul pavimento.
"Vado a parlarle." comunicò a tutti. Sembrava più un avvertimento. Non so quale Santo, o quale diavolo, mi spinse a fermare Zayn. Gli mantenni il braccio e dopo essermi alzata gli dissi:
"Vado io. Ci vuole una ragazza." 
E salii le scale pronta per passare una lunga chiacchierata con quella che era la sorella trasgressiva del mio nemico.

Bussai un po' timorosa alla porta. 
"Vai via!"
Bene. Come inizio non era male. E ora che le dicevo? No, sai, sono la tua nuova vicina che non hai mai visto in tutta la tua vita, mi apri?
Ma chi me l'aveva fatto fare?
"Non sono tua madre... sono..."
La porta si aprì. Mmh, più facile del previsto.
"Chi sei?" quella che mi si presentò davanti non era nessun'altra se non un'adolescente in preda ad una crisi di autostima. Tutto il trucco attorno agli occhi le era colato, sicuramente per le lacrime versate sul cuscino. Tirò su col naso.
"Bhe tecnicamente, sarei la tua nuova vicina.." Non finii nella mia descrizione che lei mi stava chiudendo la porta in faccia. La bloccai con un piede.
"Mi fai entrare?"
A volte Dio ti ascolta.
Entrai e mi sedetti sul letto, seguita a ruota da Wa.. Wary.. Waly... 
"Io mi chiamo Charlie e tu?"
"Waliyha." disse asciugandosi col dorso della mano tutto il trucco bagnato sotto gli occhi.
"Bel nome" 
"Non è vero, è una merda."
"Non è poi così male, io ho il nome di un cane! Almeno il tuo è originale" 
Riuscii a strapparle una risata.
"Vuoi raccontarmi un po' che è successo? A volte parlarne con uno sconosciuto, oppure con una persona che non si trova pienamente nella faccenda beh.. aiuta"
"D'accordo."
Si spostò verso di me e si sedette meglio sul materasso. 
"C'è questo ragazzo.."
"Ah gli uomini... Dio se li poteva risparmiare!" la interruppi guardando verso l'alto. Rise ancora. 
"Vai continua.."
"Si chiama Noah e... mi piace. Per un po' credevo anche io che gli piacevo. Poi stasera c'era questa a casa sua io mi stavo vestendo, però la mia migliore amica mi ha chiamata sul cellulare e mi ha detto che si stava baciando con Ellie e.. e.." scoppiò in lacrime. L'abbracciai di slancio e lei mi strinse. Mi strinse come fanno i bambini di sei anni con il loro pupazzo preferito per non aver paura durante la notte. 
Quando si calmò riprese a parlare. 
"Così ho deciso di vestirmi da puttana, proprio come Ellie..."
"Tesoro, numero uno... i maschi sono dei bastardi. A quest'età poi pensano solo a due cose. Anzi tre... E questo fino ai 19 anni poi si renderanno conto che tette e culo non contano nulla. Se questa... Lola-"
"Ellie." mi corresse sorridendo lei.
"Ellie... è una troia non vuol dire che lo devi essere anche tu. Ok? Devi essere sempre te stessa e vedrai che ti apprezzeranno in futuro per la tua sincerità"
"Sì ma... che faccio con Noah... a me piace"
"Con Noah... Potresti vendicarti" 
"Uuuh mi piace!" 
E ci mettemmo a ridere. Scherzammo per qualche minuto e ridemmo come delle pazze.
"Va meglio ora?" le chiesi alla fine.
"Sì, grazie Charlie."
Dopo avermi abbracciata, uscii dalla stanza salutandola per l'ultima volta con la mano. 
Fuori dalla camera mi aspettavano altri guai. Neanche il tempo di riflettere che mi ritrovai incatenata con le spalle al muro. Focalizzai il soggetto che avevo di fronte. 
"Ci sai fare con gli adolescenti.." sussurrò guardandomi negli occhi. La sua voce era così rauca. Provai tanti brividi lungo la schiena. I peli sulle braccia mi si rizzarono. I polsi mi bruciavano per il suo tocco. Faceva male. 
"Lasciami." sussurrai freddo, cercando di mantenere la calma.
"Mai."
Le sue labbra si stavano avvicinando. Io ero incatenata, immobilizzata. Ma, a mio sorpresa, puntarono da un'altra parte. Si poggiarono sul collo. Ansimai. Lasciò i miei polsi,e fece scivolare le mani lungo i fianchi. 
"Ah, Charlie.." era la voce di Waliyha. Mi ripresi da quello stato e spinsi Zayn prima che la sorella potesse aprire la porta. 
"Dimmi Waliyha"
"E' successo qualcosa..? Zayn che.. che stavate facendo?" ci guardò sospettosi.
"Nulla, stavamo parlando." rispose lui con la calma di un bradipo. 
"D'accordo. Charlie ti volevo chiedere se lunedì mi potevi accompagnare a fare shopping, devo prendermi un vestito per Halloween."
"Di già?" chiesi ancora affannata.
"Certo, ne ho visto uno carinissimo e poi ci sono i Saldi!"
"Va bene tesoro, ora vai a letto."
"Ciao Charlie" mi diede un bacio sulla guancia e si rintanò nella stanza.
"Non mi ha cagato di striscio" sussurrò pensieroso Zayn al mio lato. Risi.
"Il problema dell'essere un antipatico di prima categoria.."

"Grazie mille Charlie, sei un tesoro!" esclamò ancora, per l'ennesima volta Patricia sull'uscio della porta.
"Di nulla è stato un piacere! Ciao!!!"
Uscii di casa. Mia madre se n'era già andata poiché si era fatto tardi e la tata non poteva rimanere per troppo tempo. Riflettei su quello che era successo. Zayn. Perché non l'avevo fermato? Perché non gli avevo dato un calcio nei 'gioielli'? 
La vita è strana. 
***



"Il miglior modo per sbollire la rabbia è parlarne."


    


Raga questo capitolo è stato un vero e proprio parto. Dio mio non veniva mai HAHAHA ma ce l'ho fatta!!!
Come vi sembra?? Ah ci sarà il capitolo di Halloween credo fra un paio di capitoli... non ve lo perdete ASSOLUTISSIMAMENTE sarà spassosissimo... recensite!!! Vi prego vi prego vi prego!!! Accetto critiche benché siano costruttive e NON offensive. Grazie <3 <3 
La vostra imbranata autrice:
Liabel_swag1D
Ps: ho cambiato Nick, vi piace? 
 
  
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